Avevo gli occhi chiusi.
C'era qualcosa, qualcosa in quei proiettili.
No, non loro, attorno a loro.
Una forza, una figura, uno scudo.
Percepivo ogni cosa, ma poi riuscii a scorgere una figura, una maschera.
Una maschera particolare, che fissai in modo indelebile nella mia mente.
Tamburellai con le dita sul tavolo ripensando a tutti gli indizi.
Lo stronzio, la componente religiosa, i corrieri uccisi.
Poi ancor Fabbrus e la sua ragazza, il vecchio prete accusato di pedofilia per colpa dello scrittore, le lettere di Fabbrus.
Tutto era collegato in un modo o nell'altro.
Guardai l'orologio e mi accorsi che era quasi l'ora di vedere i corrieri al Lazzaretto, dovevo prepararmi.
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