Lo guardai negli occhi, rispondendo con un sorriso al suo sorriso.
Ma poi mi suonò il telefono, e non c'era molta gente che mi scrivesse sms, se non per lavoro.
Infatti, come volevasi dimostrare.
Lessi di sfuggita l'sms e tornai a guardare Guisgard, che mi fissava con sguardo enigmatico.
Lo stesso sguardo che aveva da quando era entrato lì.
Allora restai in silenzio per un lungo istante anche io, fissando i suoi occhi.
Gli occhi hanno un modo tutto loro di parlarsi.
Un modo che non è fatto di parole, ma che contiene tutte le parole del mondo.
Allora una piccola e insidiosa domanda si fece strada in me, molto poco professionale, certo eppure... quel suo modo di guardarmi, quel sorriso che aveva.
Chissà che pensa di me...
E il mio sguardo nei suoi occhi si fece più intenso, più profondo, a penetrarli come avevo fatto in precedenza, ma stavolta non mi serviva arrivare fino alla parte più profonda, ma solo captare un'impressione, un'idea, qualunque cosa gli avesse suscitato il nostro incontro.
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