Stavo per esplodere a quelle parole, ma mi trattenni, respirai a fondo, come se avessi l'assoluta certezza che la vasca o quella pillola mi attendessero nella stanza accanto.
Non era così, ma ero stranamente convinta che avrei peggiorato la situazione, così mi presi qualche secondo per riordinare i pensieri.
Poi mi voltai.
''Io voglio dirti che ti ringrazio per ciò che hai fatto per me. Nessuno lo aveva mai fatto prima. E capisco anche che ti possa sembrare assurdo credere alla mia versione dei fatti. In questo, purtroppo, non sei stato il primo...'' mormorai, con amaro sarcasmo e lo sguardo che vagava nella stanza ''Forse ho sbagliato io a parlarti in quel modo della cosa, senza darti il tempo di elaborarla, ma...'' mi interruppi ancora, con la voce strozzata e lo sguardo basso per nascondere gli occhi lucidi ''Sono stata sei anni chiusa lì dentro, il tuo arrivo è stata la prima parvenza di speranza di comprensione, anche nei confronti di me stessa, e ho cercato subito di afferrarla quella speranza, ad ogni costo, anche facendo l'errore di essere troppo impetuosa, ottenendo poi l'effetto contrario...''