PROLOGO
Il Sole aveva lasciato le cime dei monti che sorgono ad Oriente ed era alto nel cielo.
I suoi tiepidi raggi avevano iniziato a sciogliere la nebbia che avvolgeva la brughiera.
La pastorella camminava serena, tenendosi, come si raccomandava sempre sua madre, sul sentiero che tagliava in due la foresta.
All'improvviso, la pecorella che teneva in braccio le salta dal petto e scappa via.
La pastorella la insegue, chiamandola a gran voce, ma la pecorella sembrava non rispondeva ai suoi richiami.
Filottete, il suo cane, era nervoso.
Alla fine, lasciato il gregge, insegue la sua padroncina.
Questa però aveva perso le tracce della pecorella.
La chiama a gran voce, mentre tutto intorno a lei sembra incantato.
Anche la nebbia si è addensata, resistendo ai raggi del mattino.
Ad un certo punto un suono lontano.
Filottete ringhia ed abbaia nervoso.
Ma la pastorella non da peso a tutto ciò.
Continua a chiamare la sua pecorella.
All'improvviso un belato timido ed impaurito.
La pastorella comincia a correre e chiama con voce ancor più forte la sua pecorella.
Fino a che giunge ad uno stagno. La sua pecorella è dall'altra parte, bagnata ed impaurita.
"Sciocchina" dice sollevata la pastorella "perchè sei fuggita via? Ora arrivo, non muoverti."
Filottete è sempre più nervoso.
"Buono Filottete!" Gli dice la pastorella.
La piccola si alza la gonnellina ed attraversa lo stagno fino all'altra parte.
"Ora torniamo a casa, sciocchina!" Dice tenendo in braccio la pecorella.
Ma all'improvviso un calpestio.
Filottete sembra nervoso e impaurito.
La pastorella si guarda attorno.
Si ode ancora quel suono. Sembra più vicino...
I MISTERI DELLA FORESTA DI BROCELANDIA
Tutto sembrava tranquillo quella mattina a Camelot.
La corte trascorreva come sempre il suo tempo, tra tornei e agoni poetici.
Le attività del reame erano iniziate, come ogni giorno, con le prime luci dell'alba.
Così le botteghe avevano aperto e i mercanti già si dedicavano ai preparativi per la fiera d'Autunno.
Saltibanco, attoruncoli, suonatori e giocolieri già affollavano le strade del reame, attirando l'attenzioni dei suoi cittadini.
Ma, all'improvviso, un grido disperato si udì nell'aria.
Una donna in lacrime, si strappava i vestiti e si graffiafa il volto.
Correva come senza meta per le strade.
Chiedeva aiuto ed invocava il Cielo.
Nessuno sembrava in grado di fermarla.
Fino a quando, vinta dalla stanchezza, cadde nel fango della strada.
Tutti corsero per tentare di capire cosa avesse quella donna.
"La mia bambina! Signore risparmia la mia bambina! Pietà! Pietà di me o Signore!" Gridava la donna.
Tutti la osservavano mentre la disperazione la rendeva quasi folle.
"Aiutatemi, vi prego! La mia bambina!" Invocava la donna. "La mia bambina! E' scomparsa nella foresta come tutte le altre! Loro hanno preso la mia bambina! Aiutatemi in nome di Dio!"