Ancora un frammento rubato al nuovo Gdr, ai suoi fantasmi, ai suoi demoni, alle sue paure...
La periferia di Afragolopolis.
Uno sterminato e depresso deserto di cemento, plastica, vetro, smog e strade desolanti.
Un immenso agglomerato urbano di vie intersecanti, circoscritte, concentriche che racchiudono piazzette sporche, vicoletti semibui tra l'indifferenza della variegata umanità che vi abita.
Un bambino stava seduto sul ciglio di un marciapiede, proprio davanti a casa sua, giocando con la sua barchetta di carta e guardando con interesse lo stretto canale di scolo come se fosse uno dei tanti fiumi che si vedono nei film d'avventura.
“Rientra in casa, Giorgino...” disse sua madre “... su... a fare merenda... non vuoi?”
“Certo, mamma!” Sorridendo il bambino. “Posso portare anche Penny House?”
“Chi?” Sua madre.
“Penny House!”
“E chi sarebbe?” La donna incuriosita.
“Ma come, mamma?” Il piccolo. “Ma se è qui a giocare con me ogni giorno? Non lo ricordi?”
“Oh, Giorgino...” seccata lei “... ti prego... non un amichetto immaginario... sei grande, su...” scuotendo il capo “... e potevi comunque trovare un nome meno idiota...”
“Lui credo lavori in un circo...” Giorgino “... ma forse i suoi amici sono andati via... con tutti gli animali, i tendoni... e lui ora vive solo sotto le strade...”
“Che fantasia hai...”
“A lui piace fare gli indovinelli sai, mamma?”
“Si, immagino...” indifferente lei.
“Poco fa me ne ha lasciato un altro...” sorridendo il bambino.
E recitò:
“Il dente...
Ne avevo uno davanti, brutto assai,
dolente a un tratto e nero è diventato.
Dormir, ahimè, non mi faceva quasi mai,
quindi ho deciso e così me lo sono levato!”
“Dove l'hai letto?” Stupita la madre. “Non credo tu sia capace di inventare queste rime...”
“Te l'ho detto, mamma!” Esclamò il piccolo. “E' stato Penny House!”
“Ah, Bontà Divina!” Rincasando la madre.
Ad un tratto la barchetta di carta scivolò nel canale e galleggiando seguì il corso dell'acqua, col piccolo Giorgino che cominciò ad inseguirla.
“Aspetta, barchetta!” Gridava.
E la rincorreva lungo il marciapiede isolato, fino a quando la barchetta finì nella fognatura.
“Oh, no!” Rammaricato il bambino, guardando nello scolo.
Ad un tratto dal buio della fognatura apparve un volto.
Verso sera la madre denunciò la scomparsa del piccolo Giorgino.
La polizia lo cercò tutta la notte, continuando poi al mattino con posti di blocco tutt'intorno la sterminata megalopoli Afragolignonese.
Ma Giorgino, come gli altri bambini, sembrava sparito nel nulla.
Sui muri compariva il manifesto che riportava la sua scomparsa, come accaduto per gli altri.
Era il bambino numero 22.
Afragolopolis ormai conviveva con l'incubo del maniaco e del pedofilo.
E voi, dame e cavalieri di Camelot, riuscite a risolvere questo enigma?