Discussione: Enigmi a Camelot
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Vecchio 26-06-2017, 17.28.22   #3387
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Mi avevano già parlato di Villa del Querceto, una vecchia ed isolata magione risalente ad un paio di secoli fa e passata di volta in volta da svariati padroni che la utilizzarono in modi molto diversi.
Mi avevano anche detto dei Moccia, una solida famiglia piccolo borghese di imprenditori edili che avevano acquistato la magione per farne un ritrovo, o per meglio dire un rifugio tra la campagna ed i freschi colli di queste terre.
La zona circostante è quasi tutta volta alla coltivazione di viti e di tabacco, quindi del tutto tranquilla in questo periodo dell'anno.
Tramite il signor Stenus, brillante e dotato disegnatore, ora impegnato in alcuni lavori indipendenti da vendere poi al miglior offerente, sono stato messo in contatto con l'unica agenzia di immobili nel giro di chilometri e loro mi hanno poi indirizzato ad Amadeus Moccia, attuale proprietario di Villa del Querceto.
La cortese segretaria dell'agenzia mi ha spiegato che fino a Settembre, al massimo i primi di Ottobre, la magione è del tutto isolata e che quindi posso prenderne possesso anche subito e per i prossimi due interi mesi.
In queste zone il caldo è molto meno opprimente e le sere sono persino gradevoli, così intrise di piacevole e frizzante frescura.
Potrò così trascorrere due mesi in assoluta tranquillità, dedicandomi al completamento del mio romanzo.
In tutta sincerità devo dire di non essere per niente incuriosito, nè affascinato dalle ingenue storielle che ho sentito sulla magione, circa gli strani accadimenti che hanno riguardato diversi suoi ex proprietari, coinvolti, pare, in casi di demenza senile improvvisa, parole testuali della moglie del benzinaio che mi accennava stamani di tutto ciò, che sarebbe poi sfociata in omicidi e suicidi mai del tutto spiegati dalle autorità locali.
Ho incontrato il signor Moccia in tarda mattinata e davanti ad un buon caffè freddo mi ha velocemente descritto la magione, per poi consegnarmi le chiavi.
Al mio arrivo sono rimasto piacevolmente sorpreso dalle sue dimensioni, molto più vaste di quanto mi era stato detto e da come l'intero edificio sorgesse in una sorta di conca scoscesa, i cui margini, dolci ed ammantati da vigorose vigne, la riparano dall'insistente venticello che soffia dal vicino ed alto monte Taborn.
Benché il paese più vicino non si trovasse oltre i venti chilometri, quindi facilmente raggiungibile con l'auto, il gentile proprietario si era preoccupato di farmi trovare la dispensa piena e la cantina molto ben fornita, come la tradizione di questi luoghi vuole, con ottimo vino.
Inizialmente, devo dire, l'essere solo in quella grande casa mi ha messo un pò di apprensione, come uno strano senso di oppressione.
Tutta la struttura è arredata in modo assai discutibile, a mio parere, con un marcato gusto del gotico e con la presenza, un pò avvilente a mio parere, di immagini Sacre, come se servissero a scacciare la paura di chissà cosa.
Ma siccome questo luogo dovrà ispirarmi per il mio romanzo, ho subito cominciato a spostare e a nascondere alcune di quelle superstiziose immagini di Madonne e di Santi, che a dirla tutta mi infastidiscono più che inquietare.
Ritengo per nel giro di almeno quattro giorni sarò riuscito a spostarle tutte ed a metterle in un ampio ripostiglio vuoto che sembra fatto apposta per contenerle.
Così potrò dedicarmi finalmente al completamento del mio libro.
In verità gran parte dei capitoli sono stati già ultimati ed inviati al mio editore ed a giorni aspetto la sua risposta circa il giudizio sul mio romanzo.
Mentre però sposto quella moltitudine di immagini di Chiesa dalle pareti e dalle mensole, mi sono accorto che dietro la cornice di una tela raffigurante la Sacra Famiglia erano incise delle parole.
Una strana filastrocca che dopo una seconda da occhiata si è rivelata essere tutt'altro.
Infatti si trattava di una sorta di indovinello che così recitava:

“La verità.

C'è chi la dice ogn'ora e la può dire
compiendo un sacrificio grande assai.
C'è chi in buona fede la sta pure a sentire,
ma è giusto dire che una donna non la dice mai.”

Le autorità locali continuano la ricerca dello scrittore Ennius Montreal, misteriosamente scomparso presso la magione chiamata Villa del Querceto.
L'accaduto ho molto colpito l'opinione pubblica, visto l'alone di ambiguità che la circonda.

E voi dame e cavalieri di Camelot sapete risolvere questo arcano?
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