Quel gemito, era tutto quello che volevo sentire.
Volevo vederlo abbandonarsi, fremere, impazzire.
Volevo portarlo all'estremo, e lasciarlo perdersi nei meandri di mondi sconosciuti.
Oh, ma non da solo, no.
Lo avrei accompagnato io, gemito dopo gemito, notte dopo notte, ancora e ancora.
Perché lo amavo, lo desideravo, lo volevo, lo adoravo.
Era meraviglioso, ed era mio.
Come mi piaceva quel gioco ardito, quando mi piaceva sentirlo così bene mentre perdeva totalmente il controllo.
Lo assaporavo con tutta me stessa, con tutto l'amore e la devozione di cui ero capace.
E io, io non avevo mai provato devozione per nessun essere umano.
Eppure mi sentivo come se fossi la sua ancella, la sua donna, non certo la sua regina.
Ed era meraviglioso, eccitante, appagante.
E continuai, ancora e ancora, con sempre più vigore, passione, intensità alternata a momenti più leggeri, ma sempre caldi e appassionati, che rendevano quel gioco un'altalena tra diversi tipi di piacere, ma tutti incredibilmente forti e travolgenti.
|