Quel bacio, così intenso, intimo e caldo.
Quel bacio che sfogava tutta la mia eccitazione, tutta la mia passione, tutto il mio amore per quell'uomo meraviglioso.
Quel bacio unico, custode di sospiri passati e che ancora devono nascere e morire sulle nostre labbra.
Quel bacio capace di unirci in una notte che poteva valere una vita intera.
Niente era più forte di quell'amore, di quella passione incontrollata che ci divorava, uccideva, sosteneva.
Più lo stringevo a me, più lo sentivo invadere la mia bocca con quella meravigliosa lingua peccaminosa e abile, più mi rendevo conto di quanto fossi persa, di quanto ormai non potessi più fare a meno di quell'uomo, di quel respiro, di quelle mani su di me, di quel corpo contro il mio, di quegli occhi intensi, di quell'intesa meravigliosa, di quell'amore folle.
Nulla aveva più senso senza di lui, per quanto folle, incredibile e assurdo potesse sembrare al mondo intero.
Era vero.
Più vero che mai.
E nient'altro mi importava, che non fosse la nostra intesa, il nostro legame, il nostro amore.
Lo baciai, e lo baciai, e lo baciai ancora e ancora.
Volevo morire su quelle labbra, venire uccisa da quei sospiri, donargli il mio respiro, il battito del mio cuore, l'intensa eccitazione che mi sconvolgeva.
La sua mano non mi dava tregua, giocando imperterrita con il mio seno, rendendo il mio capezzolo sempre più turgido, fin quasi a far male da quanto piacere mi dava.
Poi l'altra mano scese tra le mie cosce, che a stento riuscivano a contenere la mia eccitazione, la calda e umida eccitazione che mi donava quel gioco meravigliosamente eccitante.
Il contatto con la sua mano mi sconvolse ancora di più, donandomi attimi di meraviglioso piacere.
Avevo gli occhi chiusi, persa nell'estasi più completa.
Continuavo a baciarlo, ancora e ancora, lasciando morire sulle sue labbra i sospiri e i gemiti che quel gioco sensuale e lussurioso mi rubava.
Lo amavo da morire, oh, quanto lo amavo.
Non riuscivo a pensare ad altro che non fosse la consapevolezza di quanto mi avesse conquistata, di quanto nonostante la mia vita fosse invidiabile oramai non potevo più fare a mano di lui.
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