Quello sguardo nel mio.
Quell'intesa, quella complicità, quell'ardore che ci sconvolgeva vicendevolmente.
Io e lui, eravamo così uniti, così folli e sconvolti dalla passione che ci travolgeva.
Come se quello sguardo fosse una muta consapevolezza di appartenenza, un dirci senza parole quanto fossimo ormai persi l'uno nell'altra.
Adoravo vedere quello sguardo appannato dalla passione, sconvolto dal godimento, era meraviglioso e bellissimo.
Sarei andata avanti ad assaporarlo e guardarlo per tutta la notte, anche se una guerra incombeva.
Non mi importava.
Era così eccitante, inebriante, appagante tutto quello.
Ma poi mi fermò, e un sorrisetto misto tra il divertito e l'imbronciato mi si dipinse sul viso.
Ma non dissi nulla, lasciando che le nostre labbra si unissero, si cercassero, diventassero come una cosa sola.
Quel bacio colmo di furore e passione, un bacio di parole non ancora dette, di sensazioni uniche, di emozioni forti, uniche, sconvolgente.
Allora mi fece voltare, e io restai come ipnotizzata a lasciarlo fare, quei modi decisi erano così eccitanti, come se per un momento della mia vita, potessi essere davvero donna e non regina.
Quel contrasto netto con la realtà che vivevo ogni giorno, aveva il potere di eccitarmi ancora di più.
Essere ora lì, a guardare in realtà il mio stesso trono, mentre ero alla sua mercè, dopo quei giochi proibiti ed eccitanti, era quanto di più intenso avessi mai provato.
Quelle parole, quella meravigliosa minaccia e pericolosa promessa, furono il colpo di grazia.
"Sono tua.." sussurrai, con la voce ansante ed eccitata.
Stavolta non volevo fermarmi, trattenermi, volevo lasciarmi andare, godermi ogni istante di tutto quello, e volevo che lui facesse altrettanto.
Eravamo arrivati entrambi allo stremo, e io volevo godermi quegli ultimi momenti fino in fondo.
"E se.." ansimai quasi "E se dimenticassimo la nostra sfida, per gridare insieme?" con il cuore che batteva sempre più forte.
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