Lo guardai, intensamente, mentre si inginocchiava davanti a me.
Lo guardai forse senza riuscire a nascondere il desiderio di essere soli in capo al mondo.
Soli, come eravamo in quella stanza la notte prima.
Quell'ardore, quel contatto, quella passione incontrollata.
Lo sentii in me con forza, vigore, intensità.
Il furore di quella danza infuocata mi sconvolse, regalandomi sensazioni che mai avrei pensato di provare.
Ero sopraffatta e incredula da quella passione così forte, da quel piacere che mi travolgeva sempre di più.
Mai avrei immaginato che fosse così, così intenso, travolgente, sconvolgente.
Mi abbandonai a quella danza infaticabile, al vigore del mio cavaliere, sentendomi incredibilmente donna, e sua.
Mentre il piacere cresceva in me, straripando nel mio animo, e rendendomi impossibile non gridare.
Non so chi o cosa mi destò da quell'eccitante ricordo.
Ma lo ringraziai, perchè probabilmente ero rimasta imbambolata per qualche secondo, minimo.
La fortuna di essere me, stava anche nel fatto che non dovevo giustificare nessun mio coronamento.
Così, tempo di riacquisire un contegno esteriore, mi alzai dal trono, e mi avvicinai ad Aegos che se ne stava inginocchiato.
Allungai la mano destra, dove un valletto aveva già pronta la spada per lui.
La presi e mi avvicinai ancora a lui, che mi sembrava sempre più bello.
Allora, con solennità, posai la spada sulla sua spalla destra.
"Aegos.." guardandolo.
Ero emozionata, sì, dovevo ammettere di essere davvero emozionata all'idea di quanto importante fosse quella cerimonia per me, per lui.
"Ad un cavaliere la regina chiede ogni cosa: fedeltà, lealtà, devozione..." guardandolo negli occhi "La difenderai da ogni pericolo, la salverai da ogni nemico.." mentre sentivo in me il cuore accelerare.
"Per questa spada, per Beltas, per la Gemma..." rimanere salda era difficile, non mostrare l'emozione era quasi impossibile.
"Possa tu essere degno di questa spada che ora ti appartiene..." con un leggero sorriso "Possa tu combattere con onore, per questa terra, per questa corona, per me.." con un tono leggermente più dolce e confidenziale.
Allora i miei occhi incrociarono i suoi in un intenso e meraviglioso istante che mi scaldò il cuore.
"Attendo dunque, il tuo giuramento.." con il cuore che ormai batteva sempre più forte, mentre la mia mano stringeva l'elsa della spada del cavaliere, che ora apparteneva a lui.
Come me, del resto.
Fu allora che mi ricordai di quando da bambina passavo ore davanti al quadro esposto in un salottino, che raffigurava proprio un momento come quello, e sognavo, sognavo di quando un cavaliere sarebbe giunto a reclamare il mio cuore.
Quel momento mi era sempre sembrato speciale.
Un momento magico, unico.
Un momento che ci avrebbe unito in un vincolo reso ancora più forte dall'amore sbocciato in una fredda notte di primavera.