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Vecchio 26-09-2009, 11.55.21   #6
Hastatus77
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Trascorsero i giorni e l’oro della misteriosa signora procurò al prode cavaliere un nuovo castello ed una mandria di cavalli che avrebbe addestrato personalmente per la guerra. Non era un agricoltore e questa volta fece tesoro delle proprie abilità ed aspirazioni. Il tempo trascorse lento mentre Lanval covava la segreta speranza di poter rivedere Vivien … solo sussurrarne il nome gli provocava brividi di piacere lungo la schiena ed il fiato diveniva corto … sussurrare il suo nome. Scese come una furia da cavallo ed entrò nell’enorme castello vuoto che aveva comprato. Attraversò la sala d’armi e si precipitò per uno stretto passaggio su per le scale fino la propria stanza. Frugò nel grosso baule, spargendo per la camera cotte di maglia, giavellotti ed armi di ogni sorta. In fondo, coperto da un panno di pelle di daino, stava il catino donatole dalla dama.
Lo afferrò con mani sicure, poi incerte … ed ancora una volta sicure. Vi versò il contenuto di metà brocca d’acqua e si concentrò così tanto sul viso dell’amata che gli sembrò di scorgerne i lineamenti tra le piccole onde destate dal tremore della sua mano, ne invocò il nome così intensamente da essere quasi sicuro di poter avvertire il profumo della sua pelle. Stette immobile nella stessa posizione per lunghi battiti del cuore, poi, stanco poggiò il catino sulla panca al suo fianco, lo sguardo fisso sulla parete bianca.
"Credi adesso alle mie parole?"
Lanval si voltò di scatto alzandosi repentinamente. Ella stava lì, in piedi innanzi e sorrideva felice.
Il cavaliere le si precipitò in ginocchio stringendole con le grossa braccia i fianchi, poggiandole il capo sul ventre.
"Perdonatemi se ho dubitato. Perdonatemi!"
"Non hai dubitato, mio giovane amore, o io non sarei qui in questo battito del cuore."
Colmo d’amore e passione, Lanval la sollevò tra le braccia per poi adagiarla delicatamente sul soffice letto di piume d’oca.
"Chi sei tu?" Le chiese
"Io sono ciò che sono: io sono amore e tutto ciò che di buono può capitare nella vita di un eroe, mio amato."
Si baciarono intensamente, poi le mani di entrambi si mossero frenetiche ed ansiose di liberarsi degli ingombranti vestiti.
Ogni sera ed ogni qualvolta Lanval sentiva la necessità di rivedere la misteriosa fanciulla, l’invocava tramite il magico catino ed i due parlavano, parlavano e facevano l’amore felici della reciproca presenza.
Un dì del mese di Luglio il forte Gawain si presentò al castello del cugino. Accolto dai servi, fu condotto al recinto dei cavalli dove Lanvall cercava di domare un enorme castrato nero.
"Ti farà a pezzi se cercherai di montarlo …" Esordì gioviale.
"Non ci penso nemmeno amico mio, almeno non ancora. Lasciati abbracciare." Disse voltandosi.
"Ti trovo bene, quindi le voci giunte a corte sono solo stupide fole."
"Non so di cosa tu stia parlando … il bottino di guerra, la vendita delle precedenti terre e … qualche vittoria nei tornei, mi hanno permesso tutto questo. Guarda: niente terre da coltivare che vadano a male a causa della siccità o di un’inondazione, ma cavalli, grandi cavalli da guerra che il nostro Re comprerà quando la prossima primavera cominceranno le nuove scorrerie. Non ci mancano gli avversari: pirati irlandesi, scoti, pitti … ed anche sassoni, se avranno il coraggio di presentare il loro brutto muso sulle nostre coste."
"Sei ottimista e me ne compiaccio … ma non sono latore di buone notizie. Il principe Tristan ha rapito la giovane promessa al padre, Re Mark, ed ora questi è su tutte le furie. Dice che lo sventurato si è rifugiato nel Powys e solo l’autorità esercitata dal nostro Re potrà ricondurli con le buone o con la forza alla casa paterna."
Lanval stette, capo chino, pensieroso per lunghi battiti del cuore. "Re Mark … è stato sposato almeno dieci volte e tutte le consorti sono morte dopo pochi anni. Sono certo che Tristan ami veramente questa donna. Cosa pensi gli accadrà?"
"Nulla di buono … Se ella è ancora vergine, probabilmente l’esilio, ma se l’ha fatta sua, sarà morte per entrambi."
"Ed io? … Cosa sei venuto a chiedermi?"
"Cavalli per il viaggio e che tu ci accompagni nel tentativo di far rinsavire quel giovane puledro. Mi è simpatico e più di una volta si è unito ai nostri eserciti contro il nemico. E’ solo grazie al suo appoggio che la Dummonia è ora nostra alleata, non credo che il nostro Re lo lascerà nelle grinfie di Mark."
Scuro in volto, Lanval disse "Ti accompagnerò a corte, ma solo per vendere i cavalli, poi tornerò al mio castello. Ho un triste presentimento e … come tu stesso dici, Tristan è nostro amico."
"Un motivo in più per aiutarlo …"
"Un motivo in più per non mettere una pietra sulla sua tomba. E’ Re Mark che regna e non Tristan, temo che il nostro Signore lo consegnerà comunque nelle sue mani."
"Come osi pensare che possa essere complice o solo ordire una simile malvagità?"
"Mio buon Gawain … ti sei lasciato irretire anche tu dalle fole dei bardi? Guardati intorno: dicono che siamo nel Regno dell’Estate, ma la gente continua a morire ogni giorno ed il nostro Signore è solo un uomo, un uomo che lotta per tenere legati gli uni con gli altri tutti i regni di Britannia. Credi che comprometterà tutto per le sottane di una giovane principessa o per la fedeltà di un suo suddito? Hai visto tu stesso come è stato pregno di ricompensa nei mie riguardi, ma non me ne dolgo. Sono un uomo felice anche senza gli avanzi del Re. No, cugino, non parteciperò ad una nuova infamia buona solo per altri canti."
"Accompagnami a corte almeno, fa che tutti vedano che il buon Lanval è in buona salute. La Regina chiede spesso di te, ma nessuno ha certe notizie, neppure io che tra tutti sono il più caro."

(Continua...)
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"La Morte sorride a tutti... Un uomo non può fare altro che sorriderle di rimando..."


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