Mi svegliai di colpo, di soprassalto, ancora ansimante per quel sogno così vivido e intenso che mi aveva donato la notte.
Un intenso fremito mi attraversò, nel rendermi conto di quanto quel sogno mi avesse colpito, eccitato e fatto vibrare.
Restai lì, immobile a fissare il soffitto per un lungo istante, dopodiché mi alzai, indossai la vestaglia, e presi a passeggiare per il terrazzo, che dominava l'intero palazzo reale.
Restai lì per un lungo istante, a guardare le stelle che mi apparivano persino più belle quella sera.
Guardai il giardino, la torre distante dalla mia, dove si trovavano le prigioni, potevo quasi vedere il viva vai di guardie e immaginare i lamenti dei prigionieri, che erano sempre di più, ora che avevo cambiato politica sulle esecuzioni.
Chissà se dormiva, dopotutto.
Trovavo molto intrigante quel continuo pensiero, ora poi, l'immagine reale dell'incontro si mescolava a quella eccitante e calda del sogno.
Fissai la torre delle prigioni per un lungo istante, fantasticando quasi senza accorgermene.
No, io non ero certo il tipo che stava lì a sospirare nel cuore della notte.
Allora chiamai la mia ancella più fidata, e le dissi di mandare a chiamare il prigioniero, e di farlo condurre da me, scortato dalle soldatesse.
Naturalmente non doveva sapere dove lo stavano portando.
Spaventiamolo un po'...
Pensai, con un sorrisetto perfido, mentre il mio sguardo tornava a posarsi sull'imponente torre adibita a prigione.