Sul viso di Guisgard non lessi stanchezza come avevo temuto, bensì un ardore rinnovato, una strana luce di potenza negli occhi.
Lo sentii uscire dalla calda cavità che lo ospitava, ma solo per sentirlo poi spingere altrove, dove mai mi sarei sognata.
Avvertii un dolore intenso, quasi insopportabile, e così cominciai ad urlare forte, mentre la carne si lacerava ed i miei sensi impazzivano.
In quel momento, lui era il mio padrone ed io solo una schiava sottomessa. Al mio Amore piaceva il proibito ed il proibito stava avendo.
Più lui affondava in me, più io urlavo di dolore misto a piacere. Guisgard era come folle di desiderio, potevo avvertire in lui il senso di potenza estrema e ciò mi inebriava ancora di più.
Il dolore era così forte che gli occhi mi si riempirono di lacrime, ma avrei preferito essere davvero spaccata in due piuttosto che negare ad entrambi quel piacere sfrenato e senza pudore alcuno.
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"Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l'altro s'allontana [...] Se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato."
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