Quella scena, così magnificamente erotica, così calda e sognante, rendeva tutto sfocato, vago, mutevole, come i loro sensi.
Icarius era steso, con Clio inginocchiata e docile accanto a lui, come pronta ad essere iniziata ai giochi della passione e dell'Amore.
Buona buona, quasi intimorita, ma terribilmente eccitata attendeva cosa lui faceva sul suo corpo, come una modella al servizio del suo pittore.
In tutto ciò la mano abile di Icarius, quasi come accarezzasse una tela, si muoveva sicura, vogliosa e veloce tra le gambe di lei, mentre il corpo della bellissima regina fremeva e vibrava senza fine.
Più il pittore agitava e spingeva le sue dita, più il volto di Clio andava in fiamme, il respiro diventava irregolare, il cuore batteva all'impazzata e forti brividi percorrevano la sua pelle.
I suoi capezzoli erano turgidi da impazzire ed il suo fiore, immacolato per secoli di galassie e comete ora si bagnava di brina.
Ed Icarius non accennava a fermare la sua mano.
“Vorrei dipingerti così...” disse lui in un sussurro d'eccitazione, guardandola e toccandola sempre più.
E lei sentiva le sue cosce andare a fuoco, sciogliersi ed i suoi capezzoli quasi sul punto di esplodere.