Erano in piedi, abbracciati, stretti, alla fioca luce del fuoco morente nel camino.
Icarius guardava Clio negli occhi, beandosi, godendo di quel meraviglioso contatto, quel tocco, quel gioco.
Lei che stuzzicava, tentava, giocava con l'eccitazione di lui, la sua virilità.
E poi quelle sue parole, quel tono caldo, basso, seducente, eccitante.
“Così mi fai impazzire...” disse lui in un sussurro, per poi accarezzarle i seni, lambendo i suoi capezzoli, già turgidi.
Ma quella mano del pittore non si fermò.
Continuò a scendere, accarezzando il ventre ed i fianchi della regina, fino a raggiungere dove lei era più calda, più accogliente, come i petali di un fiore bagnati con la rugiada del mattino.
E cominciò a giocarci, quasi seguendo le movenze delle mani di lei che ancora si divertiva a tastare l'ardore, l'impeto, la virilità del suo giovane pittore.
“Sei eccitata anche tu...” gemendo lui, senza smettere di toccarla.
Erano in piedi, l'una contro l'altro.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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