La bocca di Icarius sembrava tradire quel giovane pittore e la sua lingua smentire l'ingenuo arciere.
Il pudore e l'incertezza mostrate da quel ragazzo di campagna ora sembravano svanite, disciolte, come l'umidità della pioggia sui loro corpi.
Il candore, le esitazioni, persino la paura che sempre mostrava nel vedere l'audacia di Clio, la naturalezza con cui i spogliava davanti a lui e la generosità con la quale gli offriva il suo meraviglioso corpo ora sembravano scomparse.
Vinto dall'eccitazione, dal desiderio di lei e dall'impeto della passione, Icariuis pareva deciso a guidare quei giochi ed a Clio, in balia di quel folle piacere, non restava che abbandonarsi al suo amante.
La regina spaziale, abituata a cavalcare le galassie, a solcare le distanze siderali del cosmo infinito e misterioso, ora era stesa davanti ad un terrestre, un uomo, un mortale a gemere ed a godere.
Quel giovane terrestre con la bocca e con la lingua gustava il suo sapore, ne assaporava l'essenza, mentre lei sentiva il fuoco divampare fra le sue gambe, il suo fiore galattico sciogliersi sulle labbra di lui, come la rugiada che accarezza e bagna i petali al mattino.
E non smetteva.
Icarius non sembrava stancarsi di quel gioco, rinvigorito ed incoraggiato dai gemiti di lei.
Era indescrivibile ciò che Clio stava provando.
Poteva solo viverlo, godere di questo attimo infinito, eccitarsi fino alla follia e fuggire dove il sollievo accoglie.
Era in balia di quel pittore, di come assaporava, succhiava e lambiva con labbra e lingua il meraviglioso fiore della regina, il suo punto debole, la porta che attraverso la passione avrebbe condotto il giovane amante fin dentro di lei, fino al suo cuore.
Cuore che ora batteva all'impazzata, mentre il camino illuminava una stanza che adesso poteva benissimo fare a meno del suo calore.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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