Nyoko si fece coraggio ed aprì la porta, ritrovandosi in una sala semibuia, che odorava di chiuso, illuminata solo da poche candele e piena di ragnatele.
Come se nessuno fosse entrato lì da anni, forse secoli.
Quasi fosse una sorta di grosso sarcofago.
Ma vi era qualcuno, seduto a capo di una lunga tavola.
“Prego, ragazza mia...” disse un uomo molto vecchio, quasi decrepito, con voce stridula, dal viso di un sinistro pallore e con un enigmatico ghigno sul volto.