Sembrava che tutta la sua bellezza, tutto il suo ardore, la sua sensualità stessero per esplodere.
Quell'abito pareva incapace di tenere a freno il corpo di Clio così ardente, generoso, invitante, perfetto, tentatore.
“Sei bellissima” disse Icarius fuori di sé dal desiderio “e quasi pare che... si...” stringendo la sua mano “... che tu non sappia nulla dell'Amore... quasi come se fossi uscita da uno dei miei quadri... dei miei sogni...”
E nel dire ciò la guardava, soprattutto la sua bocca.
Quella bocca che sembra come un fiore che sboccia, un frutto maturo da cogliere, un gioco segreto da sfogliare fino in fondo.
Quelle labbra rosse, calde, umide, invitanti.
Labbra su cui sospirare, giocare, godere e morire.
“E' vero?” Chiese lui vicinissimo a quella bocca. “Dimmelo...”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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