Più osservavo il suo sguardo su di me, più ogni fibra del mio corpo sembrava pulsare, fremere, impazzire.
E lui non smetteva, rendendo quella dolce e meravigliosa tortura sempre più insopportabile.
Volevo disperatamente la sua vicinanza, un contatto che rendesse tutto quello più sopportabile.
Volevo sentire le sue mani sulle mie gambe, dopo che le aveva incendiate con quello sguardo così unico e intenso.
Volevo vedere quello sguardo mutarsi, diventare fuoco indomabile, volevo che l'alba chiarissima di quell'azzurro diventasse un blu intenso di una notte senza fine.
Solo per me.
Mi accorsi di desiderare disperatamente di averlo vicino, di averlo accanto, di sottrarlo al resto del mondo.
Volevo come... come.. non sapevo nemmeno spiegarlo a parole
Sentivo solo un moto irrefrenabile che mi avvicinava a lui.
Era qualcosa di nuovo, di devastante e intenso.
Poi quelle parole, e anche se a malincuore dovetti rinunciare al suo sguardo sulle mie gambe, già ogni fibra del mio essere vibrava all'idea di averlo vicino.
No, non esistevano sensazioni del genere su Solaria, e forse mi stavo lasciando prendere da qualcosa di più grande di me.
Ma in millenni di vita non avevo mai provato nulla del genere, e avevo ormai capito da tempo di essere perduta.
Sorrisi piano a quelle parole di Icarius, mettendomi a sedere in un angolo del divano, liberandone così metà, senza però cambiare particolarmente posizione, e senza curarmi di sistemare la gonna.
Così, distrattamente.
"Sarai stanco..." sorrisi ad Icarius, con gli occhi intensi e la voce appassionata che cercavo senza successo di mascherare "Perché non vieni a sedere un po' accanto a me?" gli chiesi, con un tono innocente e uno sguardo rovente, che di innocente non aveva assolutamente niente.