Era troppo, cominciava ad essere decisamente troppo, per me che non avevo mai provato nulla di simile.
Tutto quello iniziava a sopraffarmi, a infuocarmi sempre di più.
E lui non la smetteva di guardarmi in quel modo, di guardare la mia gamba con uno sguardo che non sapevo decifrare.
Alla fine capii, e trasalii.
Poteva davvero?
Quell'idea, serpentina e impertinente si fece strada nella mia mente, come un tarlo che piano piano rendeva tutto quello ancora più intenso.
Voleva toccarmi.
D'un tratto riconobbi quello sguardo, era lo stesso che avevo io in albergo, mentre la mia mano sfiorava dolcemente il suo viso, il suo collo, il suo petto.
Poteva davvero essere così?
Magari mi stavo sbagliando, magari invece...
No, quello sguardo era così limpido che quasi mi sembrava di poterci leggere attraverso.
Il cuore accelerò sempre di più a quel pensiero.
E un pensiero ancora più nascosto, recondito e torbido mi attraversò.
Una luce nuova luccicò nei miei occhi, e un sorriso nascosto mi si dipinse sul viso.
Allora piano, lentamente, iniziai a muovere le gambe, una contro l'altra, come fosse un innocente movimento con cui sgranchirsi le gambe, rimaste a lungo nella stessa posizione.
Un movimento quasi distratto, ma lento e sensuale, proprio mentre lo sguardo di Icarius era su quelle gambe.
Stavo impazzendo, dovevo averlo vicino, dovevo trovare il modo di avvicinarlo.
Allora mi alzai appena, rendendo quel movimento intimo più evidente, come se davvero mi stessi stiracchiando.
"Ti va di fare una pausa?" sussurrai, con la voce più calda di quanto avessi voluto.
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