Clio gettò via il fiore e Cristiano si chinò a raccoglierlo.
"Simboleggia la solitudine..." mormorò fissandola negli occhi "... allora lo terrò con me quando la realtà farà chinare di nuovo il suo grigio palcoscenico e voi non ci sarete più..." con fare teatrale, ma con un'intonazione che di finto non aveva nulla.
Quei passi e sotto la loggia apparve la sagoma grossa e goffa di Ozillonne.
Il suo fisico sembrava simboleggiare il mondo del proletariato, più che quello della Commedia dell'Arte.
Era un Pirgopolinice redivivo, un Don Chisciotte senza mulini, un Minosse senza giudizio.
"Ehilà..." vedendo Clio sulla loggia con Cristiano "... che fai? Insegni i trucchi del mestiere al nostro Anfitrione? Si, è di bell'aspetto, ma dubito abbia talento per le scene." Ridendo.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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