Il tempo di staccare le mie labbra dalle sue, che lui mi aveva già stretta a sè, forte, baciandomi come se quello fosse stato il suo unico desiderio fino a quel momento ed io risposi, perché era stato anche il mio desiderio.
Avevo bramato le sue attenzioni, un suo sguardo, un suo bacio per tanto, troppo tempo ed ora ecco, ecco che stavo avendo ciò che avevo bramato più di ogni altra cosa al mondo.
I nostri sapori si mischiavano, come il nostro profumo sul mio cuscino e il bacio diventava sempre più profondo, caldo, coinvolgente.
Il mio corpo sembrava così morbido e malleabile fra le sue mani e le sue braccia.
Braccia che ricordavo molto bene.
Quella sera, come un tragicomico scherzo del destino, la taverna era gremita di gente, eventualità totalmente eccezionale.
Infatti gli occhi di molti dei clienti erano puntati su di noi su quello strano e sconosciuto giovane uomo che discuteva con mio padre.
Tutto si era arrestato nel momento in cui lo scontro dialettico fra i due era iniziato; il taverniere era rimasto immobile nell'atto di asciugare un bicchiere, clienti che avevano smesso di giocare e analizzare scrupolosamente la vincita della serata.
Tutto ruotava attorno a noi.
"Ti-Ti prego... Non lei... No..." implorava in lacrime, ma quello era irremovibile, insistendo a puntare i suoi occhi su di me.
"Ormai ho deciso, vecchio. La prossima volta vedi di scegliere meglio i tuoi compagni di gioco" sbottò quello, alzandosi di scatto.
In un istante poi mi sentii afferrare con forza.
Un attimo dopo eravamo già sul suo cavallo, galoppando nella notte.
A nulla erano servite le mie resistenze e il mio dimenarmi, non potevo liberarmi da quella morsa e da quelle braccia che mi tenevano stretta, salda, nè il mio nome che echeggiava nell'aria, urlato con grida soffocate da mio padre, finché tutto sparì, la taverna, le luci, la voce di mio padre e la mia libertà.
Tante domande mi affollavano la mente, perché stesse succedendo a me, cosa mi aspettasse, se ne sarei mai uscita, ma avevo anche il triste presentimento che non avrei trovato mai risposta a quegli interrogativi
Quel ricordo mi tornò in mente in maniera inspiegabile, senza un apparente motivo.
Mi sembravano pensieri di un'altra.
Non potevo essere io.
Ma poi... Chi ero io?
Forse, ero semplicemente la donna innamorata che ora lui stringeva fra le braccia e questo bastava a mettere a tacere tutto il resto, perché non c'era più bisogno di parole, ma di baci e di carezze.
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