Tutto ormai era pronto per la cena.
Era bello vedere quell'omone grande e grosso così entusiasta di avere un pasto caldo.
Scaldava il cuore.
Sospirai piano a quelle parole sulla lapide.
Amor perduto... sembrava familiare, quella malinconia intensa e nascosta.
Ne sapevo qualcosa, pensai con un sospiro.
Però era ammirevole quell'uomo, che restava accanto al suo padrone nella sventura.
Chi altri l'avrebbe fatto?
Pensai, prendendo un tagliere su cui erano stati preparati dei pezzettini di focaccia, e iniziando a distribuirli.
Poi una voce alle nostre spalle mi fece voltare.
Da come parlava quello doveva essere il padrone del castello.
Il suo aspetto rispecchiava in tutto e per tutto quello del castello.
Gli sorrisi, rivolgendogli una leggera riverenza, come Jean mi aveva detto si conveniva davanti a un nobile.
Anche se forse non andava fatto con il vassoio in mano, ma non ero brava in quelle cose.
"Perdonate l'intrusione.." gli dissi, con un sorriso "Siamo attori girovaghi e cercavamo un posto dove passare la notte.." avvicinandomi di un passo a lui.
"Petrone ci ha accolto e per ringraziarlo abbiamo pensato di imbandire una piccola cena tutti insieme..." con un sorriso dolce, avvicinandomi ancora.
"Vi prego, unitevi a noi..." porgendogli il tagliere con i pezzetti di focaccia perché si servisse, mentre alzavo timidamente gli occhi a incrociare i suoi, arrossendo appena.
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