"Un folle che si traveste..." pensierosa "Beh, un travestimento davvero d'eccezione, se le vittime vedono un tale mostro, e soprattutto.. i denti, le zanne... d'accordo ingannare l'occhio, d'accordo gli artigli, ma le zanne, le zanne che dilaniano la carne in quel modo... secondo me è lì che bisogna cercare perchè se usa qualcosa non so, in metallo allora è più facile rintracciarlo, no? Le ferite causate da una talgiola sono molto diverse da quelle causate da un morso animale... dovremmo poter aver accesso a un morso fresco, non trovate?" gli chiesi, pensierosa.

Dana guardò Busk a quelle parole di Gwen.
"Noi crediamo" disse lui alla figliastra di Herbert "che ci sia qualcosa di occulto, di oscuro dietro la faccenda della bestia..."
"Ovviamente nessuno qui vuol credere a 2 zingari come noi." Dana.
Nel frattempo, Destresya e Odigel avevano lasciato il Cimitero.
"Si, bisognerebbe cercare tracce nei boschi..." lui a lei "... è il solo modo per dare sostanza alle mie ipotesi..." pensieroso lo scienziato.
Tornarono così al centro del borgo, proprio quando vi facevano ritorno anche Reddas con i suoi fratelli.
Molti gli andarono incontro per sapere se avesse trovato ed ucciso la bestia.
"Dalle tracce che ho trovato" il cacciatore alla gente del borgo radunata intorno a lui "ho maturato la convinzione che si tratti di più animali, probabilmente canidi, divenuti antropofagi."
"Come fate ad esserne così sicuro?" Arrivando anche Goz.
"Il raggio d'azione in cui sono avvenute le aggresioni è di circa 71 miglia..." spiegò Reddas "... un'area perciò troppo estesa per la caccia di un singolo animale... un canide non si sposta in una zona così vasta." Sentenziò.

Ascoltai Busk e sì, tutto mi fu più chiaro, decisamente.
Mi presi qualche istante di silenzio.
"Dunque, cosa pensate? E cosa vorreste fare?" chiesi a quel punto.
Ora, la faccenda si faceva decisamente più seria di quanto pensassi all'inizio.

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Seguii il mio padrone in città, continuando a pensare alle sue parole circa quella bestia, o qualunque cosa fosse il mostro che terrorizzava quelle terre.
Poteva davvero essere un maniaco travestito?
La cosa mi sembrava improbabile, ma avevamo talmente pochi elementi su cui badarci che non potevo scartare nessuna ipotesi.
Una volta arrivati in città, tornò anche il simpaticone, Reddas, quello che non voleva le donne.
Si si, gliel'avrei fatta vedere io al cretino!
Mi avvicinai al mio padrone e gli strinsi piano il braccio, prima di allungarmi verso il suo orecchio.
"Quello è il cacciatore esperto di cui vi ho parlato alla locanda!" lasciando che il tono delle mie parole si soffermasse su "esperto" dato che aveva appena parlato di canidi, e noi era la prima cosa che avevamo escluso, esaminando le ferite.

"In questi luoghi" dise Dana a Gwen "c'è un'antica maledizione... e credo qualcuno sia riuscito ad evocarla..." fissandola.
Nel frattempo Destresya e Odigel erano tornati al centro del borgo, dove era arrivato anche Reddas.
Lo scienziato annuì a Destresya e poi si avvicinò al cacciatore per ascoltarlo bene mentre parlava.
"Più belve..." Odigel a Reddas "... dunque voi ritene vi siano più grossi lupi, di taglia eccezionale, sparsi per questi boschi?"
"Io credo ci siano solo più animali antropofagi." Seccato Reddas. "Magari non sono lupi veri e propri, ma magari solo ibridi... non è raro che i cani si accoppino con i lupi dando alla luce degli ibridi."
"Eppure io ho esaminato le ferite sui resti delle vittime" fece Odigel "e i morsi, così come gli artigli non sono quelli che lasciano i canidi."
"Siete un esperto cacciatore voi?" Reddas.
"No, sono uno scienziato." Rispose Odigel.
"Che sciocchezze!" Esclamò Reddas. "Qui non siamo in aule scolastiche o nei laboratori! Qui contano l'istinto, l'esperienza e l'abilità del cacciatore! Tornate ai vostri libri e lasciate a noi esperti risolvere questa faccenda!"

Più quell'individuo parlava, più dimostrava quanto fosse incompetente, borioso e... l'avevo già detto incompetente?
Ecco, e ignorante.
Non aveva nemmeno esaminato le ferite, sicuramente non aveva parlato con le vittime.
Cosa pensava di fare, una scampagnata fra amici?
Cacciare nel parchetto del re non era certo la stessa cosa che avere a che fare con delle vere belve.
Ai miei safari quello non sarebbe sopravvissuto nemmeno cinque minuti.
Oh come mi prudevano le mani e se solo la mia condizione me l'avesse permesso quante gliene avrei detto.
Ma non potevo mettere in imbarazzo il mio padrone.
Ma lui di certo non gliele avrebbe mandate a dire.
Non era il tipo da farsi mettere i piedi in testa da nessuno, specie da una nullità come quel Reddas!!

"Cosa?" esclamai d'istinto.
Ci credevo poco... Almeno, la sensazione che mi dominava, al momento, era certamente l'incredulità.
E non sapevo se prenderli per matti oppure dar loro credito.
"Ma voi come sapete tutte queste cose? E perchè vi siete rivolti a me?" chiesi allora, sulle difensive.

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Odigel guardò Reddas e rise piano.
"Sarà un piacere vedervi annaspare fra la vostra boria" disse "mentre altra gente verrà aggredita ed uccisa ancora. Siete un bracconiere da 4 soldi, messere. Giunto qui animato solo dalla vostra nomea e dall'ignoranza più profonda verso la fauna e la flora di queste lande. Sono pronto a scommettere che non solo vendereste vostra madre pur di uccidere la belva, ma che la vendereste a pronta cassa."
"Vostra madre invece" con rabbia Reddas "l'avete già venuta a rate a colui che ha convinto un vescovo o un duca a darmi quella laurea!"
Nel frattempo Gwen era nel carrozzone di Busk e di Dana.
"Portala alla tomba sotto il noce..." la ragazza al ragazzo, indicando Gwen.

"Tomba? Quale tomba?" dissi, quasi con velata esasperazione.
Continuavo a ricevere informazioni frammentarie senza che mi spiegassero le cose nel dettaglio e onestamente, iniziavo davvero a perdere la pazienza.

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Non riuscii a trattenere un sorrisetto compiaciuto a quelle parole del mio padrone.
Oh di certo sapeva mettere a posto un piccolo borioso uomo che pensava di farsi tanto bello mentre invece non contava assolutamente niente!
Non vedevo l'ora di fare i complimenti al mio padrone per come si era battuto contro quell'individuo.
Sperai con tutta me stessa che l'impostore alzasse anche solo un dito sul mio padrone così, in qualità di sua guardia del corpo, avrei avuto l'autorizzazione ad ucciderlo.
Oh quanto avrei voluto!
Provocare non potevo provocare, nè insultare o mettermi in mostra, non ero che un servo.
Ma la mia funzione era proprio quella di uccidere chiunque tentasse di aggredire il mio padrone, e io morivo dalla voglia di mettere le mani addosso a quel borioso.

Alla fine Odigel decise di ignorare Reddas e fece cenno a Destresya di andare via. E così fecero, tornando alla locanda dove alloggiavano.
"Ho un compito per te..." disse lo scienziato alla ragazza "... mi occorre una manciata di Fave di Sant'Ignazio... cerca chi può procurarmele in questo borgo."
Nel frattempo Gwen era nel carrozzone con Busk e Dana.
"Vieni, ti porterò alla tomba..." il ragazzo alla figliastra di Herbert.
Così scesero dal carrozzone e uscirono dal borgo, diretti verso un folto bosco.

Busk mi disse che mi avrebbe condotta alla tomba e ancora una volta sperai che non stessi facendo una stupidaggine.
Avevo il terrore delle conseguenze e avevo paura non solo che mi succedesse qualcosa, ma anche, eventualmente, della reazione di Herbert.
Raggiungemmo allora un folto bosco e mi chiesi quanto distasse questa fantomatica tomba.

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Il bosco era folto, fatto di faggi e castagni, dai cespugli guizzanti di bacche rosse, l'odore forte dei fiori di campo ed uno stretto rio che gorgheggiva fra i sassi muschiati.
Gwen e Busk risalirono un dolce declivio, fino ad un dosso naturale, oltre il quale si apriva una piccola palude.
"Non passare da qui..." disse lui "... è la Palude delle Forche... un piede in fallo e sprofonderesti nel fango senza via di scampo."

Quel versante del bosco sembrava uscito direttamente da un libro di fiabe, il piccolo Fiume gorgogliava, il profumo dei fiori impreziosiva l'aria e le bacche pendevano dagli arbusti come gioielli.
Seguii la strada che Busk percorreva, nel mentre che lui mi raccomandava di non passare fin dove la palude si estendeva, evitando così di finirci dentro.

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I 2 ragazzi arrivarono infine in una selva di sterpi e rovi, in mezzo alla quale Busk indicò qualcosa a Gwen. Era una lapide vecchia e consumata che spuntava a stento e scintillava sotto il riflesso del Sole. Accanto alla lapide c'era un alto e robusto noce.
"Quella è la tomba." Disse lui.

Il terreno era decisamente poco agevole, ma cercai di proseguire, ormai che ero qui voleva trovare fino in fondo.
Busk mi indicò una lapide che brillava sotto il sole, riuscendo a malapena a sbucare della sterpaglia.
Aguzzai allora la vista per capire cosa vi fosse scritto sopra.

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"E' inutile sforzarsi..." disse Busk a Gwen "... le parole sulla lapide sono ormai consumate... vi fu sepoltà, anni fa, una donna... una donna come tante, solo più intelligente e sensibile... faceva il mestiere forse più magico del mondo... aiutava le altre donne a partorire... ma poi qualcuno cominciò a diffondere la voce che portasse sfortuna, che diffondesse morbi ed appestasse i boschi... aveva... aveva un nipote... un ragazzo che chiedeva solo di vivere la propria vita... ma a questo mondo non è possibile essere felici..."

Ascoltai la spiegazione di Busk, ma ancora non capivo.
"Va bene, ma cosa c'entro io in tutto questo?" chiesi a quel punto, sapendo poco e capendoci ancora meno.
"Perchè ti sei rivolto a me?"

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"Quella donna prima di essere impiccata e poi decapitata maledì l'intero borgo di Monseracl..." disse Busk a Gwen "... e ora io e Dana crediamo sia tornata davvero per vendicarsi... ma nessuno crederebbe a 2 poveri zngari... a te invece si... sei la figlia di un uomo importante e a te crederebbero..."

Accennai un sorriso sarcastico mentre scuotevo la testa.
"Perdonami, ma non è stata affatto una buona idea" commentai "Non dovrei nemmeno essere qui, figurarsi aiutarvi... Mi dispiace..." fissandolo, poi mi allontanai per tornare a casa.
Ero stata via anche fin troppo tempo e non potevo indugiare oltre.

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"Allora quando" disse Busk a Gwen che stava andando via "morirà altra gente di chi sarà la colpa? Di chi conosce la verità e sta zitto? Rispondi!"

"Chi ci assicura che questa sia la verità?" risposi "Proprio nessuno. Potrebbe essere uno dei tanti buchi nell'acqua che sono stati fatti negli ultimi giorni, non v'è certo una sicurezza" continuai fissandolo.
"Ed io non rischio ed una supposizione."

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"Cambierai idea quando ci sarà la prossima vittima." Disse Busk a Gwen. "Chiedi pure in giro del processo alla Vammana." Guardandola negli occhi.

Sospirai, non sapendo cosa fare.
"Non posso prometterti nulla, ora" dissi, sperando si convincesse.
"Ora devo rientrare, sono stata fuori fin troppo" conclusi e davvero non mi sarei contenute se avesse continuato ad insistere.

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Busk guardò Gwen senza lasciare trasparire nessuna espressione ed emozione.
Senza dire nulla la riportò al borgo. Era ormai tardo pomeriggio ed il Sole che si calava lento verso Occidente tingeva di aloni dorati l'intera vallata.
Busk lasciò Gwen sulla stradina che conduceva alla rocca ed andò via.

Non disse nulla, ma mi riaccompagnò al borgo e poi nei pressi della stradina che portava alla rocca.
Risalii così il percorso, accompagnata dai raggi morenti del Sole color bronzo, che ravvivavano i miei capelli, fino a raggiungere il palazzo.
Non sapevo ancora come avrei gestito ciò che avevo saputo oggi da Busk, in lato di me voleva ignorarlo, ma l'altro mi suggeriva che la curiosità voleva andare più a fondo a questa storia.

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Gwen tornò alla rocca e trovò Herbert nel salone, mentre sorseggiava del vino, seduto davanti alla finestra.
"Sei stata fuori a lungo..." disse lui a lei "... è stata piacevole la tua passeggiata al borgo?"

Quando arrivai, Herbert era in salone a bere vino.
"Abbastanza, anche se c'era parecchia confusione in paese, a causa delle proteste dei commercianti..." risposi, mentre toglievo il soprabito e lo salutavo con un bacio sulla guancia.

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"Si, ho sentito di questa protesta..." disse Herbert finendo il suo bicchiere di vino "... forse c'era un pò troppa confusione per uscire a passeggiare, non credi? Qualcuno ti ha dato noia, Gwen?"

Annuii, mentre mi sistemavo vicino al fuoco.
Poi, mi chiese se qualcuno mi avesse dato noia.
"Noia? No, direi di no" scuotendo la testa.
E in effetti era vero.
Tutto si poteva dire, tranne che Busk mi avesse infastidito, benchè ciò che mi aveva rivelato mi tornasse ancora in mente.
"Tu, invece? Scommetto che con tutte quelle carte e senza di me, ti sei annoiato a morte..." dissi divertita, stringendomi al suo braccio.

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"Si, pomeriggio poco movimentato devo dire..." disse Herbert alzandosi e posando il bicchiere "... dovresti cambiarti per la cena, Gwen... hai ancora le scarpe sporche di fango... dovrsti essere più accorta quando esci per boschi, ragazza mia." La guardò negli occhi ed uscì dal salone.

"Immagino..." con un risolino.
Poi, le sue parole mi colpirono come un fulmine a ciel sereno.
Sì beh, avevo mancato di attenzionare quel dettaglio e avevo commesso un errore.
"Sì signore" mi limitai a dire.
Poi, quando uscì dal salone, sospirando, mi diressi in camera mia, per fare un bagno prima di vestirmi per la cena.
Speravo davvero di non aver combinato un disastro.
Non avrei voluto che il nostro rapporto si incrinasse mentre era appena nato.

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Gen andò in camera sua per fare un bagno e prepararsi per la cena.
Dopo un pò Facio andò a bussare alla porta della stanza di lei, avvertendola che la cena era pronta.

Mi ero già preparata, vestendomi per la cena, quando Faccio mi avvisò che era pronto in tavola.
Allora, prima di scendere, chiamai il servitore.
"Facio, ho sentito una storia, giù in paese. Si tratta del processo alla Vammana. Cosa sai dirmi tu in merito?" Chiesi curiosa.

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"Beh, è una vecchia storia..." disse Facio a Gwen "... vecchia di parecchi anni... la Vammana era chiamata una donna processata e condannata per stregoneria... ma voi come sapete di questa storia?" Chiese alla ragazza.

Annuii lentamente, riflettendo.
Già, era ciò che mi aveva raccontato Busk.
"Ne ho sentito parlare in paese" annuii "Alcuni pensano che la Maledizione scagliata dalla donna sia la causa della morte di quelle persone. Ma penso siano solo dicerie" sorridendo.
A quel puntο, scesi in sala per la cena.https://uploads.tapatalk-cdn.com/202...2cc0ecf3f6.jpg

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"Non pensate a queste vecchie storie, signorina." Disse Facio a Gwen, accompagnandola nella sala per la cena. "Ora godetevi la cena. Ho preparato un ottimo sformato." Ridendo.
Nella sala però non c'era Herbert.
"Il padrone non cenerà con voi, signorina." Facio. "E' uscito poco fa."

Un sala, tuttavia, non trovai Herbert e ci restai un po' male.
"Ha detto dove andava?" Chiesi, sedendomi a tavola.
Speravo non si fosse arrabbiato con me, me ne sarei davvero rammaricata se fosse stato a causa mia.

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"In verità no, signorina." Disse Facio a Gwen, mentre serviva in tavola. "Forse aveva solo voglia di passeggiare all'aria aperta."

Annuii, ma non ero molto convinta.
Comunque fosse, cercai di non pensarci e mi godetti il buonissimo sformato preparato con tanta attenzione da Facio.
Magari lo avrei aspettato sveglia per dargli la buonanotte, sperando non tornasse troppo tardi.
Avevo percepito parecchia freddezza fra noi al mio ritorno e non volevo andare a dormire senza aver chiarito, senza essermi assicurata che fra noi andasse tutto bene.

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