Argante |
11-09-2010 20.56.41 |
Il mestiere delle armi
Oggi ho preso visione di un film molto bello, il Mestiere delle armi di Ermanno Olmi, presentato a Cannes; è la storia di Giovanni delle Bande nere, pseudonimo di Giovanni De Medici, soldato di ventura a servizio dello Stato Pontificio durante le guerre d'Italia nella prima metà del XVI sec. Dopo la formazione della Lega di Cognac tra Papato, Francia e Repubblica di Venezia contro lo strapotere di Carlo V re di Spagna ed imperatore del Sacro romano impero, un'armata di lanzichenecchi scende in italia per saccheggiare Roma e punire il voltafaccia del Papa. Giovanni tenta, nonostante il numero esiguo delle sue truppe di giocare d'astuzia con l'impiego di cavallegeri ed archibugeri a cavallo, attacca i vettovagliamenti imperiali per ostacolarne la marcia, ma nulla può presso la fornace di Governolo, dove si nasconde un manipolo di imperiali, armati di falconetti, artiglieria capace di perforare qualsiasi armatura.Viene ferito ad una gamba e muore, dopo avere subito l'amputazione nel tentativo di salvargli la vita. Olmi con questo film rende manifesta la fine di un'epoca, quella in cui un soldato come Giovanni va incontro al suo destino con valore e coraggio, ispirato nel combattimento, per servare memoria di sè, dopo una morte bella, dopo aver sopportato il freddo, il peso dell'armatura, gli stenti. E' la fine del medioevo , dei cavalieri, dei castelli da favola le cui torri, come gli eroi cadono sotto i colpi di cannone, è l'inizio, se vogliamo, della modernità.
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