Camelot, la patria della cavalleria

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Guisgard 30-01-2015 01.01.39

La recita, molto simile in realtà ad una farsa, terminò tra le risate di quegli uomini.
Il pezzente improvvisatosi attore prese il suo cappello e cominciò a chiedere l'elemosina fra i presenti.
“E' una vergogna...” disse Sissi, che era accanto ad Altea “... è una vergogna trasformare questa gloriosa corte in una bottega, in una taverna di malaffare. Ma come osate gozzovigliare come ubriaconi e pezzenti nelle stanze che ospitarono i grandi di questo ducato, gli uomini che fecero grande il nome dei Taddei e della nostra terra? Come osata insultare uomini che vi sono superiori in tutto? Per spirito, valore, sangue ed ideali?” Con disprezzo. “Rammentate che qui siamo tutti ospiti. Il seggio ducale non è stato ancora assegnato e fino ad allora sono ancora i Taddei i legittimi padroni di questo palazzo e di queste terre.”
“Taci, vecchia megera!” Gridò uno di quelli.
“E invece ha ragione lei...” facendosi avanti l'uomo che aveva guidato tutti loro e che era arrivato con in mano la bottiglia di vino “... eh, già, amici miei... ha ragione lei... siamo tutti ospiti qui... ospiti dei Taddei...” sorrise “... ospiti di fantasmi, certo... di dipinti alle pareti, di statue inanimate, persino degli stendardi e degli arazzi... ma siamo comunque ancora tutti ospiti qui...” fissò Sissi “... si, avete ragione, madama... ma non siate troppo severa con i miei compagni...” rise “... sono bravi ragazzi.”
“Con chi avrei l'onore di parlare?” Chiese Sissi. “Non credo di conoscervi...”
“Sono Guanto dei Cimmieri, fratello di lord Cimmiero, signore di Capomazda.” Disse l'uomo.
Intanto, nella saletta laterale, Tilde aveva raggiunto Elisabeth, proprio mentre la donna era tornata ad avvicinarsi al tavolino.
“Milady, il Maresciallo Tauro è andato a cercare vostro marito.” Fece la dama. “Vedrete, saranno qui presto.”
Ma la porta era rimasta aperta e le due donne udirono ciò che era successo nella sala grande.

Clio 30-01-2015 01.55.14

Sospirai.
Un ruolo importante a corte...
Sorrisi appena, pensando a quanto lui mi tenesse lontana dalla corte.
Una fitta dolorosa mi attraversò. Ecco, non ero ancora partita e già iniziavo a ricordare. A che serviva vendere la mia spada, se non riuscivo a dimenticare?
Dei soldi, infondo, non mi importava nulla.
"Come ho detto, non mi interesso delle sorti di Capomazda da quando è morto l'Arciduca.." sostenendo lo sguardo dei due uomini "E non ho intenzione di tornarci... dunque sono costretta a rifiutare la vostra proposta... sono sicura che troverete qualcun altro..".
Restai impassibile, nascondendo dietro il mio sguardo gelido la profonda malinconia che mi aveva avvolto.
No, non potevo essere per qualcun altro quello che avrei voluto essere per lui, non potevo tornare dove albergavano la Felicità e il Dolore più grande.
Mi sarei fatta troppo male, troppo.

Guisgard 30-01-2015 02.05.31

“E sia.” Disse uno dei due cavalieri a quelle parole di Clio. “Vorrà dire che cercheremo i servigi di qualcun altro.”
“Eppure” fece l'altro “non riesco a comprendere il motivo del vostro rifiuto. Dite che i soldi non vi interessano e da ciò che sappiamo non avete mai rifiutato nessun lavoro fra quelli che vi sono stati proposti. Ma pare che le sorti del nostro ducato, stando alle vostre parole, dopo la morte dell'ultimo Arciduca non vi interessano. Forse perchè in qualche modo, dato i vostri trascorsi a Capomazda, sebbene non troppo lunghi, avete maturato simpatie politiche ben chiare. Ma vi assicuro che chi governa ora il ducato non è legato a fazioni politiche particolari.”
“Non importa.” Mormorò il primo. “Lady Clio avrà le sue ragioni. E a noi serve qualcuno ben motivato, che senta l'importanza e la delicatezza dell'incarico. Grazie di averci dedicato il vostro tempo, milady.”
I due cavalieri salutarono ed uscirono, seguiti dallo sguardo attento di Nero.

Clio 30-01-2015 02.18.49

Non dissi nulla, osservandoli andare via.
Cosa potevo dire?
Tutti i lavori che mi erano stati proposti avevano l'attrattiva dell'oblio, questo no.
Loro non potevano capire, loro non sapevano.
Era bastata quella chiacchierata a far riemergere ricordi, sensazioni, emozioni, sentimenti, e il dolore.
No, non faceva per me!
Una volta sola, mi lasciai crollare a terra, scivolando lungo la parete, e piansi a lungo nascondendo il viso tra le braccia incrociate, posate sulle ginocchia.
Non ero così triste da mesi.
Quando le lacrime sembravano esaurirsi restai a lungo immobile a fissare un punto indefinito di fronte a me.
Solo dopo molto tempo mi ricordai che avevo delle commissioni da fare.
Così mi alzai, asciugai il viso, indossai il mantello ed uscii, diretta al mercato cittadino, dove mi sarei procurata qualcosa da mangiare, e dovevo sempre passare dai Marzi, a vedere se avevano qualche nuova arma che potesse distrarmi almeno per un po'.

Guisgard 30-01-2015 02.32.47

Dopo quelle lacrime, Clio si preparò ed uscì per la città.
Le strade pullulavano di una svariata umanità tutta intenta a lavorare, correre, sfiorarsi senza quasi però badare all'umore ed allo stato d'animo di quella ragazza, che indifferente attraversava quella folla laboriosa.
Quasi come un corpo estraneo vagava tra voci, suoni e rumori vari che alle sue orecchie sembravano tutti uguali ed indefiniti.
E dopo aver comprato da mangiare, per ultimo, Clio imboccò il vicoletto che conduceva alla bottega dei rinomati Marzi.
Vi trovò un uomo di mezz'età, tutto intento a fare una decisa ramanzina al suo apprendista.
“Insomma...” disse l'uomo facendo volteggiare l'indice in aria “... come devo spiegartelo? Ogni lamina va battuta almeno duecento volte se vogliamo ottenere il giusto spessore. Come pensi di sovrapporre decine di lamine se non riesci ad ottenere uno spessore a stento percettibile?” Si accorse di Clio sulla porta. “Milady? Oh, che sorpresa!” Sorrise, mutando umore di colpo e congedando il suo apprendista con un ceno della mano. “Capitate in un giorno particolare, visto che abbiamo diversi nuovi articoli da mostrare.” Annuendo.

Clio 30-01-2015 02.41.07

Camminavo, immersa nei miei pensieri, senza accorgermi della gente attorno a me, delle mille voci che si sovrapponevano l'una all'altra.
Dopo aver sbrigato le faccende più noiose, mi ritrovai nella viuzza che conduceva alla bottega dei Marzi.
L'armaiolo stava rimproverando il suo apprendista, e rimasi educatamente sulla soglia.
"Salute Dario... come state?" con un sorriso cordiale "Splendido, perché ho un sacco di quattrini, e l'umore a pezzi.. il che per voi è un'ottima accoppiata.." lasciando per un momento vagare per quel negozio così rinomato e curato "Cosa avete per me?".

Guisgard 30-01-2015 02.56.31

Dario sorrise a Clio, per poi annuire.
“Oh, come detto, oggi è un giorno fortunato per i clienti affezionati ed esperti come voi.” Disse. “Per cominciare vi mostrerò” indicandole una delle vetrine “un set di affilatissimi pugnali realizzati con un metodo praticamente sconosciuto qui in Occidente. Posso farvi un ottimo prezzo per un simile set. Ma se poi siete in vena di armi particolari, allora non posso non mostrarvi questo incredibile pezzo...” prendendo da sotto il grande bancone un oggetto cilindrico e poco più corto di un gladio “... vedete? Sembra un bastone a mezzo gomito, ma in realtà nasconde più armi... vi basterà far ruotare il manico fino a sentire lo scatto...” dal bastone fuoriuscì una lama lunga quanto un pugnale ma molto più affilata di quelli che normalmente si vedevano in giro “... se invece ruotate fino al secondo scatto...” e due lame laterali si aprirono di colpo “... fino al terzo scatto poi...” ed un letale spillone fu lanciato dall'estremità del bastone, finendo per conficcarsi su uno dei bersagli alle pareti “... e se poi ruotate il manico fino all'ultimo scatto la vostra arma diventerà una pistola da protezione estremamente precisa...” ed un grilletto scattò sotto il bastone, mentre un tamburino liberò una piccola canna sulla sua estremità “... visto? Un'arma davvero straordinaria.” Soddisfatto Dario.
Ma mentre parlava con quell'uomo, lo sguardo di Clio cadde su un fodero poggiato nella vetrina del bancone.
E sul fodero erano ricamate queste parole:

“Se mi ascolterai
unirle di nuovo potrai.”

Clio 30-01-2015 03.07.32

Osservai affascinata le splendide armi che Dario mi mostrava.
E in un attimo, mi tornò il sorriso.
"Non ho parole..." osservando lo strano bastone multiarma "È davvero incredibile... e a guardarlo non sembra nemmeno un'arma... quanto mi costerà questo gioiellino?" sorridendo.
Ed improvvisamente mi ricordai perché mi facevo pagare una fortuna.
Suvvia, queste cose mi servono per lavoro, pensai, ridendo tra me e me, mentre mi voltavo ad osservare i pugnali in vetrina.
"Eh, i pugnali mi fanno sempre comodo, si nascondono bene, e se li lancio state pur certo che non li ritrovo più..." tornando ad osservare lo strano cilindro "Ma credo che questo abbia attirato prepotentemente la mia attenzione... e ditemi, ha un nome?" incuriosita.
In quel momento, qualcos'altro attirò la mia attenzione.
Allungai delicatamente la mano a sfiorare quel fodero, leggendo in un sussurro quelle parole.
"Sembra che questo fodero abbia una storia da raccontare..." mormorai, alzando lo sguardo sul simpatico armaiolo "A che cosa si riferiscono queste parole, se posso chiedere?".

Guisgard 30-01-2015 03.15.51

“Quest'arma” disse Dario a Clio, lucidando il bastone multiarma “è chiamata Wakataki. Pare sia usata dai famigerati pirati che devastano le acque d'Oriente, tra il Borneo Meridionale ed il Mar del Giappone.” Ma poi vide Clio accanto al misterioso fodero. “In verità...” avvicinandosi a lei “... non è una nostra arma. E' stato lasciato qui come pegno da un viaggiatore che aveva urgente bisogno di munizioni per il suo fucile, ma poca disponibilità di monete.” Rise scuotendo il capo. “Non so neanche quanto valga e per questo per ora non l'abbiamo messo in vendita. Ma ha una fattura particolare e questo mi ha incuriosito. Le parole ricamate sopra? Mah, forse una dedica o qualcosa del genere. In realtà non ne ho la minima idea.”

Clio 30-01-2015 03.23.25

"Wakataki..." ripetei, divertita "Ah, beh.. se apparteneva ai famigerati pirati orientali, deve essere mia.." sorrisi.
Dario Marzi ovviamente non conosceva il mio passato come Angelo della Tempesta, ma la coincidenza mi parve propizia.
Ascoltai il racconto su quel misterioso fodero.
"Interessante... non lo so, incuriosisce anche me... mi piacciono le armi con una storia.. fatemi sapere se lo metterete in vendita, perché lo comprerei volentieri.. sempre che il viaggiatore non abbia intenzione di tornare, perché altrimenti lo riterrei scortese da parte mia.." continuando ad osservarlo "Posso?" sfiorandolo piano, non sapevo perché ma mi incuriosiva, tanto da volerlo osservare più da vicino.


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