Camelot, la patria della cavalleria

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Clio 13-01-2016 17.10.37

Mangiammo e bevemmo a volontà, il cibo era davvero squisito così come il vino.
Oh, quanto mi era mancato il vino di Sygma.
E dire che non era nemmeno il mio preferito, avevo una passione per il bianco di Lortena, ma c'erano tanti ricordi in quel nettare dal profumo inconfondibile.
Sorseggiai il mio prezioso vino ad occhi chiusi, permettendo a quei ricordi di invadere la mia mente e il mio cuore per un solo istante.
Un istante, non di più.
Riaprii gli occhi e mi inserii nella frivola conversazione dei miei uomini.
Per un momento il mio sguardo incrociò quello della bella giovane orientale, le sorrisi e le rivolsi un gentile cenno di saluto.
Ma poi la mia attenzione fu totalmente catturata da qualcos'altro.
Un soldato si avvicinò al maresciallo, e questo sbiancò.
Quell'espressione poteva voler dire una cosa sola: guai.
Chissà però se ci riguardavano o meno.
Lo avremmo scoperto presto.

Guisgard 13-01-2016 18.13.33

Il pranzo continuava, con i commensali tutti intenti a gustare il sontuoso pasto.
“Ottimo vino.” Disse Tussor.
“Ed il cibo non è da meno.” Mangiando Kostor, seduto accanto a Clio.
“Per la barba di Belzebù!” Esclamò il barone Ferico guardando Dacey che perlopiù faceva atto di presenza a tavola. “Si direbbe che la nostra ospite non apprezzi la compagnia di questa vivace tavolata!”
“Sono infedeli, milord” uno dei messi vescovili “e sono abituati a cibarsi come bestie, visto che non usano forchette e coltelli, ma assaporano i loro intrugli speziati direttamente con le mani.”
“Cosa che non impedirebbe a voi chierici” replicò Ferico “di ingrassare comunque, visto non fate altro da secoli, accaparrandovi i frutti della superstizione popolare ed i tributi del vostro conveniente appoggio a noi nobili.” Con disprezzo. “Ma da oggi le cose cambieranno.”Tornò a fissare Dacey. “Forse la nostra bella odalisca non ama i cibi del mondo libero. Avanti, ditemi, cosa vi garba mangiare? E' nostro interesse che voi troviate diletto in questo soggiorno Sygmese.”
Intanto il Maresciallo Fagan conversava a bassa voce con il servitore giunto poco prima a riportargli qualche notizia che lo aveva turbato non poco.

Guisgard 13-01-2016 18.18.01

“Grazie, ragazza mia.” Disse annuendo la nana a Gwen. “Siete molto gentile e di certo verrò di nuovo qui da voi in caso di altre particolari richieste del mio padrone.” Lasciò il denaro sul banco. “Eccovi il denaro. A presto e grazie ancora.” Ed uscì.
Ma uscita la nana, Gwen si accorse che aveva perso qualcosa.
Uno dei sacchetti appena comprati.

Dacey Starklan 13-01-2016 18.21.57

Non potevo tacere più dopo quello scambio di battute tra il barone e un chierico. Tanto più che ero stata persino interpellata.

<< Perdonate ma al momento sto usando forchetta e coltello esattamente come fate voi perciò non vedo il motivo delle vostre parole dispregiative nei miei confronti e nelle mie tradizioni.>> spostai la mia attenzione sul barone, guardandolo davvero per la prima volta.

<< Milord la vostra tavola é imbandita senza difetti, semplicemente non ho molto appetito. Quanto al mio soggiorno qui>> e mi morsi la lingua per non dire di più e attirare la sua ira. Piuttosto risposi al sorriso dell'altra unica donna al tavolo, era però un sorriso tirato, che qualunque donna avrebbe letto come forzato.

Lady Gwen 13-01-2016 18.23.03

Sorrisi alla donna e riposi i soldi nella cassa.
Mentre riprendevo a leggere, mi accorsi che la donna aveva perso uno dei sacchetti.
Subito mi precipitai a prenderlo.
"Madama! Avete smarrito un sacchetto!" urlai fuori dalla porta.

Guisgard 13-01-2016 18.25.13

Altea arrivò alla taverna, dove subito si mise al lavoro.
I clienti cominciavano ad arrivare alla spicciolata ed il profumo del pane cotto, del latte e lo schioppetto del focale già inebriavano l'atmosfera di quell'ambiente.
Monsperon sul suo felice colle era un luogo freddo di questi tempi ed un posto caldo in cui mangiare e scaldarsi era sempre ricercato dalla gente.
Ma mentre Altea serviva ai tavoli, ad un tratto, un contadino entrò e si fermò a bere al bancone.
E tra un sorso e l'altro conversava con il taverniere.
“Brutta storia...” disse il villico “... i soldati del Maresciallo giravano non troppo lontani da qui... e ciò vuol dire solo una cosa... guai per qualcuno... alla salute.” E finì il suo bicchiere.

Clio 13-01-2016 18.26.45

Il pranzo continuò, con il barone che punzecchiava i chierici, certo non facevano del loro meglio per mettere a suo agio la ragazza orientale.
Che giustamente sbottò.
Compresi che forse non era lì di sua spontanea volontà.
E quando mai una donna nobile era libera? Pensai, con una fitta dolorosa.
Il sorriso che mi rivolse era forzato, come biasimarla.
Io li avrei accoltellati, pensai con un sorriso divertito.
Ed era stato proprio quel temperamento a mettermi nei guai.
O forse chissà, quel temperamento mi aveva salvato da una vita che non faceva per me.
Non avevo l'abitudine di intromettermi nelle conversazioni dei nostri committenti.
Più che altro ero sempre più curiosa di capire cosa turbasse il maresciallo.

Altea 13-01-2016 18.31.39

La taverna si affollava della gente che aveva preso ristoro dal freddo e dei suoi ospiti, mi affaccendavo tra i tavoli e servendo al bancone.
Presi delle ciotole e le misi nell' acqua per lavarle quando un contadino arrivò al bancone.
Come molti parlava col taverniere, un uomo forte e gioviale, e sorseggiava del buon vino dei vigneti di Monsperon ma non potei fare a meno di udire le sue parole.
Mi fermai con la pezza in mano e una ciotola nell' altra e pensai subito a Tomas ma prendendomi di coraggio iniziai a strofinarla energicamente ... "E voi che pensate? Chi potrebbe essere nei guai...poichè gli stranieri sono presi dal censimento".

Guisgard 13-01-2016 18.41.51

Gayor lasciò il suo palazzo ed in sella alla fedele cavalla raggiunse il castello baronale.
Il suo portamento e naturalmente i suoi abiti palesavano il censo ed il blasone di questa nobile dama del Sud.
E ciò ovviamente impedì ai soldati adibiti ad annotare informazioni per il censimento di oltraggiare la bella Gaynor, come già avevano fatto con Gwen e Marwel.
La bellezza di Gaynor dopotutto non passava inosservata in questi luoghi.
Il suo era il tipico fascino delle donne di Mezzogiorno.
Una bella ragazza, dai capelli di un biondo lieve che avanzava verso un chiarore soffuso simile al fulvo bagliore del Sole su un lago al tramonto, gli occhi piccoli e vellutati, screziati di un verde misto ad un tenero giallino.
Le forme erano morbide, come modellate sulle descrizioni di quelle eroine antiche che animavano gli scritti di Plauto, di Terenzio o di Menandro.
Vi era nei suoi modi un'innocente eppur chiara sensualità, un'inebriante aria di seducente candore, come Callimaco amava raccontare delle schiave di Alessandria.
“Venite pure avanti, milady.” Disse uno dei militari, preparandosi ad annotare il tutto. “Ditemi... il vostro nome, l'occupazione, il luogo in cui dimorate, il vostro Credo Religioso ed eventuali simpatie politiche.”

Guisgard 13-01-2016 18.59.30

“Ah, questa poi...” disse divertito il barone Ferico a quelle parole di Dacey “... sentito come la nostra ospite comprende e parla la lingua di noi battezzati?”
“Milord!” Alzandosi di scatto uno dei messi. “Dovremmo restare qui a farci insultare da una donna infedele? Noi, inviati di Sua Grazia il vescovo? Vi rammento che il nostro arrivo qui è volto a chiarire gli screzi tra voi ed il vescovo!”
“Oh, sentite i chierici come manifestano il loro orgoglioso disprezzo.” Sorridendo il barone. “Eppure nei Vangeli il Vostro Pastore ed i Suoi Discepoli manifestavano sovente umiltà, giusto?” Fece un cenno ad uno dei servi e questi gli portò una lettera. “Ecco...” mostrando Ferico la missiva ai due messi “... questa è la risposta che attende il vostro padrone... portatela dunque al vescovo.”
I due messi annuirono e presero la lettera.
Entrarono due soldati per scortali all'uscita.
Ma quando furono accanto alle finestre del salone, i due militari afferrarono di peso i messi e li scaraventarono fuori, facendoli precipitare nel fossato sottostante.
“Ah, per Satana e tutta la sua ribelle corte di demoni!” Ridendo Ferico. “Che volo che hanno fatto! La lettera si sarà di certo bagnata, ma tanto non giungerà mai al vescovo!”
Tutto ciò davanti ai mercenari di Clio.
Fagas, invece, non sembrava stupito di quel duplice e barbaro omicidio, sempre più preso dalla segreta conversazione col suo servitore.


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