Elv uscì fuori ed io lo seguii, prendendolo per mano.
La sera era ancora magica, ancora splendente, o forse ero io a vederla così.
Ad un tratto, vedemmo una figura sotto un mandorlo, intento a passeggiare.
"Avviciniamoci, vediamo chi è... Se è un concorrente possiamo iniziare a parlare con lui..."

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"Oh si che puoi...devi toglierti le inibizioni, un guerriero non può avere paura di nulla" scendendo con la bocca lungo il petto fino a lambire la parte vicino al suo inguine, i lunghi capelli biondi sfioravano quella pelle incandescente, la muscolatura virile e ritornai nuovamente su e stavolta il mio volto era davanti al suo "Allora...aspetto la tua risposta, ripeto, e uscirò da qua...sola" con tono solenne.

Elv annuì a Gwen ed insieme si avvicinarono a quella figura che fissava la Luna.
"Ehi..." disse Elv.
La figura si voltò, con la Luna che ne illuminò il volto.
"Cosa vuoi?" Fissandolo Reddas.



Icarius era steso sul letto, in balia di quella sensazione nuova, eccitante.
avere una donna simile, praticamente nuda su di lui lo turbava parecchio.
Trattenne il fiato quando Altea baciandogli il petto arrivò all'inguine.
"Ecco, io..." disse fissandola dopo le parole di lei "... io credo che non sia una buona idea per te scendere da sola in quella sala..." portandosi istintivamente la mano sui pantaloni, per coprirsi la parte intima.

La mia sottoveste scivolò via, come una lenta carezza sulla mia pelle.
Sentivo le sue mani, audaci e forti su di me, percepivo il suo ardore, la sua voglia, la sua voluttà su di me.
Mi faceva perdere il controllo.
Spalancai gli occhi per osservarlo, non volevo perdermi nemmeno un istante, nemmeno una sfumatura dei suoi occhi chiari che mi fissavano in quel modo che farebbe impazzire ogni donna.
Il tocco delle sue mani era inebriante, sentivo la mia pelle sempre più calda, sempre più fremente, vogliosa, incandescente.
E poi quei baci, quei baci in cui sembrava volesse togliermi il respiro, in cui la sua lingua e le sue labbra si impossessavano di me, della mia anima, mutata nel respiro che mi rubava continuamente.
E io mi abbandonavo a quel bacio, completamente.
Quando toccò gli slip mi scappò un gemito, tanta era la voglia accumulata, che avrebbe sentito se si fosse addentrato negli spazi più segreti del mio intimo.
Poi, finalmente, liberò i miei seni, e io lo fissai negli occhi, per vedere la sua reazione a quella vista.
Intanto, continuavo e continuavo a tormentare la sua virilità con un massaggio ritmico, intenso, abile, sensuale, da fargli perdere la testa.

Ci avvicinammo e... Era Reddas.
Rivolsi un'occhiata sconsolata ad Elv.
Ma proprio da lui dovevamo iniziare?
Guardai Elv facendogli capire che poteva anche parlare lui, non ci pensavo assolutamente ad avere anche fare con quel tipo.

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"Almeno starai tranquillo" col volto offeso ed alzandomi "Puoi dormire, io vado in giardino, vado nel laghetto dei fior di loto, sono armata...non vorrei rovinare le tue leggi".
Era inutile parlare con lui, e io ero una Regina e non dovevo supplicare nessuno.
Accesi la luce e mi alzai nuda e con un gesto apparve una scintilla di fuoco dalle mani e mi rivestì di un vestito color oro, lo guardai spavalda e con risentimento.
Aprii la porta e scesi lenta nel giardino, camminai nel vialetto fino a raggiungere il laghetto e mi fermai.
Chiusi gli occhi e mi poggiai sopra un tronco...l' acqua scorreva lenta, mi rilassai e le lanterne rosse la illuminavano di toni rossi e gialli, mentre i Loti danzavano....ma questo era un Paradiso ingannatore, non come i giardini di Serenica.

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Elv annuì a Gwen.
"Ascolta..." disse poi a Reddas "... credo che qui si è tutti in pericolo... c'è qualcosa di strano qui... temo il torneo sia una farsa... una trappola... credo che il vero intento del padrone di quest'isola sia quello di ucciderci tutti..."
Reddas restò per un lungo istante in silenzio, fissando la Luna.
Poi scoppiò a ridere.



"Aspetta..." disse Icarius ad Altea.
Ma lei si rivestì magicamente ed andò via, scendendo nei giardini.
Dopo un pò il suo senso di solitudine svanì.
Si sentì osservata.
Si accorse allora di una figura nella penombra, tra il chiarore lunare ed i peschi selvatici.

Rimasi a fissare quella immagine per molto come un dipinto magico, ma il mio sesto senso si accorse di una presenza e mi voltai guardinga.
"E' da molto che mi osservate?" seccata.."Fatevi almeno avanti così possa vedervi" sperando non fosse un rompiscatole.

Era una figura nel chiaroscuro lunare.
"Si, da qualche istante..." disse "... in verità la guardavo... anzi spiavo..." ad Altea, avendo qualcosa fra le mani.

Non vedevo le fattezze ma il mio sguardo vide aveva qualcosa tra le mani.
Mi alzai, avvicinandomi guardinga, ero pronta ad ogni evenienza, potevo far apparire Volpe Ambrata e tranciargli la testa ancor prima di poter farmi qualcosa.
"Come mai eravate lì a spiarmi?" guardando bene la persona e cosa aveva nelle mani ma a debita distanza per un eventuale attacco.