Camelot, la patria della cavalleria

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Guisgard 17-01-2012 01.06.18

Tutto era accaduto dannatamente in fretta.
Troppo perché menti mortali potessero comprendere.
Dal fiume, in risposta ai pensieri di Elisabeth, si levò un lento lamento.
Isolde si abbandonò in un pianto disperato.
“Forse sono davvero una creatura ostile…” in lacrime “… una creatura destinata all’isolamento e alla condanna da parte del mio prossimo… si, sono una creatura in balia delle mie miserie… ma non una strega…” fissando poi i presenti con i suoi bellissimi occhi “… solo una donna capace di suscitare il disprezzo dei miei simili… queste persone…” indicando Elisabeth e Daniel “… mi odiano… mi odiano a tal punto da usare oscuri artifici su di me, pur di farmi apparire come il loro odio mi vede… forse, se fossi stata arsa sul rogo sarebbe stato meglio per tutti…”
“Milady, calmatevi…” avvicinandosi a lei Goz “… nessuno vi condanna qui… solo l’ignoranza e la superstizione possono vedere in voi malvagità…” chiamò uno dei marinai “… sarà meglio preparare le stanze dei passeggeri… è stata una lunga giornata…” si voltò poi verso Daniel “… messere, i vostri trucchi da fenomeno da baraccone teneteli per voi! Non sono disposto a tollerare altre uscite del genere a bordo del mio Carrozzone! Tenetelo a mente, o vi lascerò a nuotare nelle calde acque del Calars!”
Poco dopo, le stanze di tutti i passeggeri furono pronte per la notte.
Ma prima di lasciarli andare a letto, Goz si avvicinò ad Altea.
Fece poi segno anche a Gaynor, a Isolde, Daniel, a Cavaliere25 e ai due monaci di avvicinarsi alla vasca dei cigni.
“Lady Altea mi aveva chiesto dei miei cigni…” mormorò Goz “… già, i miei cigni… il mio unico bene…” accennò un malinconico sorriso “… forse è per loro che ho costruito questo Carrozzone… che ho deciso di raggiungere i quattro angoli del mondo…” chinò il capo “… ma per quanto vasti siano gli oceani, i mari, i fiumi e i laghi della Terra, nulla riesce a disperdere il mio unico pensiero… il mio unico sogno… un sogno che è con me ogni giorno… eppure non mi è concessa la grazia di poterlo vedere…”
“Siete un uomo che ha molto sofferto, capitano…” accarezzando il suo volto Isolde “… io posso comprendervi… conosco il dolore e la solitudine…”
“Credete, milady?” Fissandola Goz. “No, non potete nemmeno immaginare cosa significhi avere accanto il tesoro più grande e non poterne mai godere le ricchezze… ora è tardi, signori… le vostre stanze vi attendono…” ma prima di ritirarsi si rivolse verso Altea “… grazie, milady… grazie per avermi dato la possibilità di parlare dei miei bellissimi cigni…”
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Guisgard 17-01-2012 01.42.34

Chantal aveva appena pronunciato quelle parole e subito si udirono dei rumori.
“Ehi, c’è qualcuno…” disse il terzo dei tre.
“Chi è?” Domandò colui che teneva a bada le due donne.
“Non so, qualcuno bussa…” rispose quello vicino alla finestra “… le chiacchiere di questa ragazza mi hanno distratto e non sono riuscito a vederlo nel viale…”
“Stai zitta!” Urlò l’uomo col pugnale a Chantal. “Controlla chi è…” fece poi al suo complice.
“Chi è là?” Chiese questi.
“Sono un monaco…” rispose l’uomo alla porta “… ho bisogno di cure… se non mi aiutate voi, sarò costretto ad arrivare fino al Gastaldato…”
“Se raggiungerà il Gastaldato” disse l’uomo col pugnale al complice sulla porta “potrebbe raccontare di come gli sia stata negata ospitalità in questa casa e suscitare i sospetti degli uomini del Gastaldo… meglio farlo entrare… lo accopperemo e poi nasconderemo il cadavere…”
L’uomo sulla porta annuì al piano del complice e aprì la porta.
Ma subito nella stanza entrarono tre uomini che aggredirono i due.
Scoppiò una feroce rissa e i due restarono uccisi.
Attirato dalle grida, dalla cucina corse Hunt e nel vedere i suoi fratelli feriti a morte comprese ogni cosa.
“Vi abbiamo trovato, carogne…” ringhiò il falso monaco, per poi lanciarsi contro Hunt.
I due lottarono, ma poi Hunt cadde ucciso.
“Vayvet!” Gridarono i complici del falso monaco. “Sei ferito?”
“E’ solo un graffio…” ansimando Vayvet “… presto, nascondete i cadaveri di questi bastardi…”
Fatti sparire i corpi dei tre, i due aiutarono Vayvet a stendersi accanto al fuoco.
Questi allora si rivolse a Chantal e alla sua governante:
“Statemi a sentire… siamo una banda di fuggitivi… eravamo in sei, ma poi quei tre gentiluomini che abbiamo accoppato hanno avuto la pessima idea di tradirci… li abbiamo seguiti e ci siamo vendicati… non abbiamo intenzione di farvi del male, a meno che non siate voi due a costringerci… resteremo qui fino a quando là fuori la situazione tornerà più tranquilla… così da permetterci di fuggire via…” si voltò poi verso i suoi compari “… Monty… cerca in giardino o nei dintorni… dobbiamo trovare l’oro che quei tre cani ci hanno sottratto… l’avranno di certo sotterrato qui intorno… Haro…” chiamando l’altro “… va insieme a questa gentile signora” indicando la governante di Chantal “e tornate qui con l’occorrente per medicare la mia ferita…” fissò poi la donna “… badate di non fare scherzi… o la ragazza ci rimetterà la pelle…” indicando Chantal.
La governante annuì, per poi seguire Haro.
“Ora, io e voi resteremo qui buoni buoni…” disse Vayvet a Chantal “… in attesa del loro ritorno… è tanto che non parlo con una donna… come vi chiamate?” Fissando la ragazza.
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Guisgard 17-01-2012 02.06.46

Tutti loro erano davanti a quella croce piantata nel terreno.
Talia al centro e gli altri fratelli intorno a lei.
Il vento, freddo e asciutto, soffiava inclemente sul giardino e sembrava volersi portare via le loro lacrime.
Ad un tratto, uno di loro corse in casa e ritornò dopo alcuni istanti.
Aveva con sé una spada.
“La spada del maestro…” sussurrò in lacrime “… cosa ne facciamo?”
Nessuno rispose.
Il ragazzo allora li fissò tutti, compresa Talia.
“Cosa ne facciamo?” Domandò di nuovo. “Nessuno di noi è degno di possederla e impugnarla… non siamo ancora cavalieri…”
Nestos allora fissò Talia e gesticolò…
(Il maestro l’aveva destinata a uno fra i suoi due migliori apprendisti... loro due erano i primi tra noi... Fyellon aveva padronanza della sua abilità, era freddo e scaltro…mentre invece l’ardore, l’impulsività e l’istinto erano la forza di…)
“Cosa sta dicendo Nestos?” Chiese uno dei fratelli a Talia, interrompendo Nestos. “Forse lui sa cosa dobbiamo farne di questa spada?”
“Cosa può saperne lui!” Esclamò quello che aveva con sé la spada. “Lui non sarà mai un cavaliere! Non s’intende di armi! Direi di lasciarla qui… accanto alla croce... cosa ne dite?”
Tutti annuirono.
“Sei d’accordo anche tu, Talia?” Chiese poi anche alla ragazza.
Ma proprio in quel momento, mortificato dalle parole dei suoi fratelli, Nestos corse via, in lacrime, per chiudersi nel Tempio.
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elisabeth 17-01-2012 10.15.58

Ero felice di vedere i volti velati nel fiume che rischiarati dalla luce della luna sorridevano al mio passaggio......solo un tuffo e sarei ritornata a casa......ma non avrei mai abbandonato Daniel il suo nome mi era stato portato tra le pagine di una corteccia da un fidato messaggero e gli altri Ospiti Lady Gaynor...Altea il suo maestro i commensali che ammutoliti assistevano ad un magico gioco...fatto di superstizione e cattiveria e lo stesso Goz....stavano rischiando qualcosa di molto piu' grande di loro....ma l'uomo era cieco.....e non poteva vedere, neanche il sole con la sua potenza puo' trovare spazio tra una fitte rete di nuvole nere....anche lui che i cuori riscalda......ma un lamento giunse alle miei orecchie un lamento struggente e il leggero vento porto' anche le parole di Goz nei confronti di Daniel.........questo era davvero troppo...tornai indietro nel salone e li trovai tutti vicini alla vasca dei cigni....." Voi sapete cose' la sofferenza Goz......voi sapete cose' l'Inganno Goz....voi sapete cose' L'universo Goz ?........La presunzione non ha mai fatto la seggezza in un uomo.......e le minacce......non hanno mai fatto degno nessun uomo......Non azzardatevi mai piu' a minacciare nessuno, Daniel ha la foga della gioventu' voi dovreste avere la saggezza dell'esperienza e degli anni che portate.......e state tranquillo, che un bagno nelle acque calde...toccherebbe a voi se solo osate mettergli un dito addosso....per quanto riguarda Lady Isolde.......sara' il vostro ultimo premio alla vostra sofferenza.....ma gioca sporco..perche' lei sa...e voi siete ignaro di tutto..sarete usato, ma come si dice, a l'uomo ha il potere libero arbitrio....e voi avete fatto la vostra scelta...!......"....aspettai quindi che la mia stanza venisse assegnata.......

cavaliere25 17-01-2012 10.50.14

guardai tutti i presenti e dissi vi auguro una felice notte io mi ritiro il viaggio è ancora lungo e le mie forze si sono addormentate cosi detto mi avviai verso la mia stanza mentre pensavo a Isolde che cosa gli era accaduto perchè di tanta bellezza era nascosta una creatura cosi

Altea 17-01-2012 11.26.53

Dopo l'accadimento e il trambusto avvenuto nella sala, sir Goz si avvicinò gentilmente e raccontò di quei meravigliosi cigni.."Goz, vi ringrazio per aver aperto il vostro animo, il mio unico augurio è..che quel sogno che tanto desiate un giorno possa diventare reale". Mi chinai nella vasca osservando il candore dei cigni, e feci un cenno al maestro per raggiungermi ad osservarli. Nel frattempo cercavo di capire quale arcano potesse nascondersi dietro lady Isolde, eppure io non avevo avuto nessuna visione. Decisi che avrei parlato con la milady che si era recata fuori dalla stanza l'indomani.

Parsifal25 17-01-2012 13.12.41

Quelle parole, illuminarono il mio cuore e mente..... sarebbe stata un'ottima occasione per saperne di più su queste terre, sulla leggendaria Tylesia e su qualche leggenda antica che traversava codesta terra.

"Eccelenza, la ringrazio per l'ospitalità e la gentilezza offertaci.... sareì lieto di poter consultare la vostra biblioteca ed Annali. Spero di non crearle disturbo."

"Maestro..... chiedo l'autorizzazione a poter trascorrere l'intera nottata in biblioteca.... forse potremo trovare qualcosa di utile per il viaggio e chissà...... anche per me. Sempre se il reverendo mi concederà ciò."

Talia 17-01-2012 15.40.53

I miei occhi seguirono Nestos finché non fu scomparso oltre la porta del Tempio. Poi sospirai e tornai a guardare l’altro fratello, colui che aveva posto il quesito...
“Vedi...” iniziai a dire lentamente “Molti di voi sono abili con la spada... Tu stesso lo sei: hai la passione che ti guida e lunghe ore instancabili di allenamento che ti sostengono... eppure il Maestro spesso ti riprendeva, e ti invitava alla riflessione... Perciò, ora, io ti prego... rifletti!”
Gli andai di fronte e poggiai entrambe le mani sulle sue spalle, fissandolo intensamente...
“Non trovi...” mormorai dopo qualche istante “Non trovi che il tuo giudizio su Nestos sia stato quantomeno sbrigativo e, probabilmente, un po’ ingiusto?”
Gli sorrisi dolcemente, allora, e gli carezzai appena una guancia...
“Vieni!” dissi poi, voltandomi “Venite tutti, vi prego... Nestos stava dicendo qualcosa di molto giusto, ed io adesso forse so qual è il posto di quella spada!”
Mi avviai dunque verso il Tempio con passo calmo e regolare, certa che tutti i miei fratelli, chi più e chi meno fiduciosamente, mi avrebbero seguita.
Entrai silenziosamente nella piccola aula quadrangolare e subito individuai Nestos, inginocchiato di fronte all’altare... mi avvicinai a lui dunque e, quando lo ebbi raggiunto, gli poggiai con delicatezza una mano sulla spalla, invitandolo con un sorriso ad alzarsi.
“Nestos...” iniziai quindi a dire, rivolta agli altri “Ha, a mio avviso, centrato il punto della questione poco fa! Egli mi ha rammentato che il Maestro aveva in effetti destinato la sua spada a colui, tra i suoi due migliori apprendisti, che si fosse distinto. Purtroppo gli anni sono passati e molte cose sono accadute... quei due apprendisti, come tutti ricordiamo, hanno preso strade diverse...”
I miei occhi si incupirono leggermente a quelle parole... al ricordo di lui che se n’era andato, così come al ricordo di Fylleon che rimase... e la mia voce tremò... ma non mi concessi tregua. E subito ripresi a dire...
“Entrambi hanno fatto delle scelte, ognuno ha seguito il proprio cammino... ma nessuno dei due riuscì mai, secondo il Maestro, a superare l’altro in valore e cavalleria. E tuttavia quella resta, per noi, la sua ultima volontà: mai più egli parlò della sua spada!”
Tesi allora entrambe le mani, allora... vidi alcuni dei miei fratelli esitare, ma poi colui che ancora stringeva la spada me la consegnò. La accarezzai per un momento con infinita dolcezza, la spada del Maestro... poi mi voltai e la adagiai sull’altare di pietra che dominava al centro del piccolo Tempio.
“Ecco!” dissi “Io credo che questo sia il suo posto... starà qui, finché il suo legittimo proprietario, chiunque egli sarà, non verrà a reclamarla!”
Tornai quindi a fronteggiare quel manipolo di giovani aspiranti cavalieri con la fronte alta e lo sguardo sereno...
“E ora ditemi, fratelli miei carissimi... trovate giusta la mia proposta?”

Daniel 17-01-2012 18.23.16

Guardai Goz e Lady Isolde con quanto più disprezzo potevo e dissi:
<<Un bagno nelle acque calde non mi farebbe niente Sir.. Comunque Milady avete vinto questa battaglia.. Non preoccupatevi.. Ve ne accorgerete presto..>>
Stavo per andarmene quando intervenne Elisabeth.. La presi sotto braccio e le dissi:
<<Milady dove L'ignoranza parla L'intelligenza tace.. Andiamo sul ponte..>>
E andammo sul ponte..

Guisgard 17-01-2012 21.01.20

Goz ascoltò prima le parole di Elisabeth e poi quelle di Daniel.
“Milady, ragazzo mio…” fissando i due “… io non comprendo il vostro astio verso lady Isolde…”
“Capitano, se scendessi da questo Carrozzone sarebbe meglio per tutti…”
“Milady, vi prego…” cercando di tranquillizzare la donna “… voi non avete fatto niente di male a nessuno ed io, in qualità di capitano, ho il dover di prendere le vostre difese…” si rivolse poi nuovamente ad Elisabeth e Daniel “… signori, a me le minacce non piacciono… dunque vi prego di recare rispetto per tutti coloro che si trovano su questa imbarcazione…”
Le stanze ospitavano ciascuna due persone e furono così distribuite: Gaynor e Isolde, Elisabeth ed Altea, il maestro di questa e Daniel.
Infine, in una stanza più grande, presero posto Cavaliere25 e i due monaci che erano con lui.
Recitate le preghiere della sera e data la buonanotte al boscaiolo, Jovinus e Plautus si coricarono.
Isolde, intanto, entrò nella sua stanza e si sedette sul letto, attendendo che anche Gaynor giungesse.

Daniel 17-01-2012 21.25.30

M recai nella mia stanza con quello strano uomo.. Il silenzio regnava nella stanza.. Decisi di rompere il ghiaccio e steso sul mio letto dissi:
<<Piacere Sir sono Daniel Dominatore degli elementi e apprendista del Supremo Mago.. Voi siete..?>>

Altea 17-01-2012 21.26.09

Goz ci informò sui nomi dei nostri compagni di stanza, e mi fu assegnata la camera assieme alla donna che era uscita dalla stanza. Mi avvicinai al maestro "Maestro, avete anche voi la vostra stanza?mi raccomando, sappiate agire con la pacatezza con cui mi date i vostri insegnamenti e dovete insegnarmi cosi tanto ancora, vi do la mia buonanotte". Mi avviai nella mia stanza, non avevo nulla, vestiti..bagagli..a dire il vero nemmeno a casa ero ricca di vesti e gioielli. Mi stesi sul letto e fissavo il soffitto, aspettando la mia compagna di stanza, volevo sapere di quella visione, ma certo non mi sarei lasciata trascinare dalle superstizioni...eppure ero convinta avesse molto da insegnarmi.

Guisgard 17-01-2012 21.36.32

“Eccellenza?” Ripeté divertito il monaco a quelle parole di Parsifal. “No, cavaliere, no di certo! Chiamatemi solamente fra Domenicus! E’ il solo titolo che mi compete e che voglio! Certamente che acconsento… la piccola biblioteca di questa chiesa è a vostra disposizione!”
“Si, vai pure, Parsifal.” Annuendo Redentos.
Giunto nella piccola biblioteca, l’apprendista si ritrovò davanti ad uno scaffale in legno ricolmo di libri e coperto da polvere.
Ma proprio al centro, subito Parsifal notò un grosso e austero volume: erano gli Annali della chiesa.
Intanto, nell’altra stanza, Redentros era rimasto solo con il chierico.
“E ditemi, cavaliere…” fece questi “… siete in viaggio da molto tempo?”
“Si, sono circa tre anni” rispose Redentos “che vago di terra in terra… ma vagare nel buio dell’ignoto è cosa assai triste… fino a quando, due anni fa giunsi in un monastero… molta gente accorreva in quel luogo…”
“Cosa vi era di tanto importante in quel monastero?” Domandò il chierico.
“Un veggente…” mormorò Redentos “… un piccolo veggente… forse di dieci anni… correva voce che, caduto in una mistica estasi, un Angelo giungesse nei suoi sogni per mostrargli cose meravigliose e terribili, come profezie e visioni dell’Oltretomba… e attirato da ciò, visitai quel monastero…”
“Di cosa eravate in cerca, cavaliere?”
“Di mia moglie, frate…” fissandolo Redentos “… di mia moglie Calunda…”
“Come mai non era più con voi?”
“Un giorno…” amaramente il cavaliere “… un maledetto giorno ella si ammalò… si ammalò a tal punto da perdere il senno e la memoria... io allora lasciai i miei impegni presso la guardia reale e mi dedicai anima e corpo a lei… trascorrevo con lei ogni momento… ed è triste fissare la propria amata, mentre ella non vi riconosce e quasi vi teme…”
“Deve essere terribile, milord…” chinando il capo il chierico.
“Si, terribile…” serrando i pugni Redentos “… una mattina, disperato, compresi che Calunda non sarebbe mai guarita… allora feci un solenne voto all’Onnipotente… vendetti ogni mio bene e il ricavato lo divisi, dandone metà alla chiesa e l’altra metà ai poveri… in cambio domandai di non vedere mai morta Calunda… chiesi a Dio di farmi morire anche un solo istante prima di lei…”
“E cosa avvenne?” Domandò il chierico.
“Un giorno dovetti recarmi dal vescovo per un certo affare…” mormorò Redentos “… affidai ad alcuni servitori rimasti con me la cura di mia moglie… ma al mio ritorno ella non c’era più… sembrava come svanita nel nulla… cercammo ovunque, tra il castello e la campagna circostante… fui sul punto di impazzire… poi rammentai il mio voto… non poteva morire prima di me… è viva, pensai… e decisi di partire in cerca di lei… fino a quando giunsi al monastero del piccolo veggente…” fissò il chierico “… frate… ci vuole tanta Fede per non disperarsi… tanta Fede… forse troppa per un solo uomo…”
“Anche Nostro Signore era solo un uomo…” fissandolo fra Domenicus “… e ci Ha mostrato la Via… la Via della Fede… dovete credere, cavaliere… credere incessantemente nel vostro voto…”
E Redentos si accasciò in lacrime, mentre il chierico lo stringeva forte.
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Chantal 17-01-2012 22.59.58

Quei tristi e drammatici momenti di concitazione apparvero come un improvviso fulmine a spezzare la penombra della notte.
Colui che era sopraggiunto,pur rimanendo ferito a sua volta,diede le seguenti disposizioni:

“Statemi a sentire… siamo una banda di fuggitivi… eravamo in sei, ma poi quei tre gentiluomini che abbiamo accoppato hanno avuto la pessima idea di tradirci… li abbiamo seguiti e ci siamo vendicati… non abbiamo intenzione di farvi del male, a meno che non siate voi due a costringerci… resteremo qui fino a quando là fuori la situazione tornerà più tranquilla… così da permetterci di fuggire via…” si voltò poi verso i suoi compari “… Monty… cerca in giardino o nei dintorni… dobbiamo trovare l’oro che quei tre cani ci hanno sottratto… l’avranno di certo sotterrato qui intorno… Haro…” chiamando l’altro “… va insieme a questa gentile signora” indicando la governante di Chantal “e tornate qui con l’occorrente per medicare la mia ferita…” fissò poi la donna “… badate di non fare scherzi… o la ragazza ci rimetterà la pelle…” indicando Chantal.
La governante annuì, per poi seguire Haro.

E mentre la ragazza vedeva allontanarsi la governante questa lanciò uno sguardo di intesa a Chantal,come a volerle infondere un po' di coraggio e a suggerirle di non compiere imprudenze..
L governante,però,pur assecondando l'uomo,s'accorse che la ragazza era visibilmente sconvolta dall'accaduto,ma non potè reagire,forse anche per tentare di tutelarla.

Chantal,infatti,era scossa,sconvolta.Pallida in viso,tremava tutta,tremava da non reggersi sulle gambe.Si chinò,e lentamente si poggiò sulle gnocchia lasciando che le braccia le cadessero lungo la figura,come prive di vitalità.
Non aveva mai visto morire un uomo,soprattutto non aveva mai assistito a tanta violenza.
E tre uomini erano stati miserabilmente uccisi in casa sua.la casa che ella aveva visto sempre radiosa di luce e amore.
Ora le appariva fredda,come avvolta in una coltre di gelo.
Il gelo che cala con la morte.
Quella visione le aveva tolto il senno,per un momento si sentì come vuota,con l'anima percossa e il corpo gelato.
E gli occhi fissi nella penombra come se ancora stessero guardando quellimmagine di sangue e lotta.
Era tanto sconvolta,aveva gli occhi sgranati e il cuore come interrotto,come stretto nell'acciaio.
Ai suoi occhi si affacciarono le lacrime che piano presero a rigarle le guance,fino a scivolare dal mento.Calde le lacrome sul gelido viso.
I suoi occhi affogarono in quelle lacrime al punto da costringerla a chiuderli,le facevano male come male le faceva la morte,comunque fosse sopraggiunta.
Stringendo le palpebre si compose la figura di suo padre.
E un ricordo tanto dolce quanto infarcito di amara verità la sopraggiunse..

"Padre,lo avete fatto ancora?"
"Si,piccola mia.Si.Anche i cavalieri pagano un prezzo.Un prezzo a Dio."
"Come poteti dire questo?Non si uccide in nome di Dio,ma si impartisce la grazia."
"Chantal,tu sei così giovane..seguire la causa della verità e della giustizia pur in nome di Dio comporta uccidere,talvolta.."
"Oh,padre.Ho paura,ho paura.E se accadesse di non risultare vincitore?Non voglio pensarlo!Vincerete sempre,promettetelo!"Portandosi le mani agli occhi e scuotendo il capo la ragazza.
"Chantal,cara..un cavaliere non vince,ma perde se trancia con la spada la vita di un suo simile.."Facendosi più cupo l'uomo.
La ragazza gli si adagiò allora tra le braccia cercando un tenero abbraccio,e l'uomo la strinse forte,accarezzandole la scheina ed i capelli mentre lei invocava protezione posando il viso sul petto forte e muscoloso del padre..
"Vorrei che non doveste farlo più.Che nessun uomo fosse costretto a farlo.Neppure per difendersi."
"Lo vorrei anche io,e prego perchè un giorno si possa non ricorrere più alla forza del gladio,ma ragni pace e amore nel mondo che ti vedrà sua gemma."Le rispose l'uomo continuando a tenerla stretta ed ad accarezzarla con dolcezza.
"E ti prometto,piccola mia,"continuò"tu non assisterai mai ad una cosa così terribile,perchè io ci sarò sempre a difendere i tuoi teneri occhi affinchè non vedano mai cosa sia uccidere.."
La ragazza,allora,sollevò il capo per guardare negli occhi il padre,e le lacrime presero ad inumidirli,scivolando sulla pelle come perle di fiume ,l'uomo le sollevò così il mento con la punta delle dita per rassicurarla,e con amabile sorriso le disse:"E poi,c'è la Regina della Pace a proteggermi.Anche io prego,sai?"
E Chantal riuscì a donargli un accennato sorriso rincuorato di fiducia..

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Un ricordo di quando era piccina.
Un ricordo di quando aspettava impaziente e col cuore che le batteva la figura di suo padre che si affacciasse all'orizzonte,mentre il sole morente allungava la sua ombra fino a lei,come a permetterle di averlo vicino in tempo più breve.
E la regina della Pace.
Si,il padre le rivolgeva le sue preghiere,le sue speranze,e Chantal lo aveva immaginato molte volte inginocchiato ai piedi della Vergine a invocare forza e rettitudine..

Fu costretta ad ingoiare,improvvisamente,come se quel ricordo le fosse affioraro alle labbra come acqua che rinfranca.
Strinse gli occhi,lasciando che le lacrime si raccogliessero in rivoli che scivolarono fono alle sue mani.
Erano congiunte le sue mani.E quel tocco delle lacrime, così caldo sulle raggelate dita intrecciate ,la scossero riportandola a quella triste realtà divenuta uno scenario di sangue nella sua casa.
Vide gli uomini tentare di posizionare i cadaveri in strategichi nascondigli.
Come avevano potuto uccidere?
Come?Eppure,dicevano essere una banda,quindi affiatati l'un l'altro,simili.
E dicevano di essere fuggitivi..
Chantal si ritrovò immersa in quella infelice e cruenta realtà,e non potè sfuggirle,neanche rifugiandosi nel suo ricordo.
Aveva ancora le mani congiunte,ed ancora adagiata sulle sue ginocchia quando una voce la attraversò come un tuono impetuoso nei pensieri a spezzarle il ricordo.

Ora, io e voi resteremo qui buoni buoni…” disse Vayvet a Chantal “… in attesa del loro ritorno… è tanto che non parlo con una donna… come vi chiamate?” Fissando la ragazza.

Chantal esitò a rispondere.Da qualche parte,dentro di lei,s'era rifugiata la voce,come se non riuscisse ad emettere i suoni che le percuotevano le tempie senza liberarsi dalle corde.
Vide l'uomo che la fissava,come ad attendere la sua risposta.
E vide suo padre,i cui occhi la esortavano ad avere coraggio perchè anche lui,ora,aveva bisogno di lei.
Dunque,la ragazza da qualche parte raccolse le poche forze e,tentando di sollevarsi in piedi,disgiungendo le mani ed asciugandosi le guance con le dita emise un flebile respiro,quasi un impercettibile sospiro di invocazione,e rispose all'uomo:"Il mio nome.Esso non ha importanza alcuna.."Poi inspirò l'aria aspra dell'acre odore del sangue,e come ridestatasi per quel sapore così terribile proseguì:"Da chiunque o qualunque cosa siate in fuga,la nostra casa non è per la morte,ma per la pietà.Che Dio abbia pietà di voi e dei vostri compagni,messere."
Riiscì a guardarlo negli occhi,forse neppure sapeva come fosse stata capace di raccogliere quelle parole,ma gli occhi del padre,evocati nel desiderio di raggiungerli,le infondevano una forza inattesa che destava stupore in lei stessa.
"Lasciate che la mia governante vi curi e vi bendi la vostra ferita."Posando gli occhi sulla lacerazione."E permettetemi di raggiungere mio padre.Egli sta molto male e chiede di me.."
Poi,si portò un poco più vicina all'uomo ferito.

Lady Gaynor 18-01-2012 00.31.25

Nell'apprendere che avrebbe passato la notte in camera con Isolde, a Gaynor si gelò il sangue nelle vene. Era terrorizzata, ma capì che mostrare la sua paura l'avrebbe resa ancor più vulnerabile, per cui cercò di armarsi di coraggio e si avviò verso la camera. Una volta entrata, trovò Isolde seduta sul letto in atteggiamento di attesa. L'ultima cosa che Gaynor voleva fare era parlare, la paura di quello che poteva succedere quella notte le serrava la gola. Si rivolse così alla sua compagna di stanza e le disse: "Milady, vogliate scusare la mia maleducazione se non mi intrattengo con voi, ma questa giornata è stata veramente lunga ed intensa... sono così stanca che fatico a tenere gli occhi aperti. Vi auguro la buonanotte, Lady Isolde..." Detto questo, si sdraiò sul proprio letto, con il cuore in gola ed una preghiera sulle labbra...

Ave Maria, gratia plena,
Dominus tecum,

benedicta tu in mulieribus,

et benedictus fructus ventris tui, Iesus.

Sancta Maria, mater Dei,

ora pro nobis peccatoribus,
nunc et in hora mortis nostrae.

Amen.

Guisgard 18-01-2012 01.05.29

Isolde, nel vedere Gaynor pregare, sorrise.
“Anche per me è stata una giornata difficile…” sospirò “… in verità tutta la mia esistenza è stata difficile… qualcuno da piccola mi diceva che portavo sfortuna, che attiravo immani sciagure…” sorrise a se stessa “... chissà i volti del capitano e dei suoi uomini, se sapessero di questa cosa… prendere a bordo una donna in odore di sciagure… contro ogni regola della navigazione!” Si voltò di nuovo verso Gaynor. “Vi lascio alle vostre preghiere, milady… anche io ne conosco una… risale a quando era bambina… mia madre la recitava sempre con me… buonanotte, milady…” e si addormentò.


Il Carrozzone scivola sulle acque calde e piatte del Calars…
“Non possiamo proseguire oltre…” disse un vecchio che guardava l’ansa del fiume “… i fumi che si addensano rendono alterata ogni cosa… non sappiamo cosa troveremo dopo… nessuno è mai giunto oltre questo punto...”
Gaynor guardava il fiume e ascoltava quel vecchio.
Sul ponte arrivò un marinaio.
“Proseguiremo?” Chiese a questi il vecchio.
“Si, certo.” Annuì il marinaio. “Avete pagato il biglietto e noi vi porteremo a destinazione.”
Gaynor si voltò e vide Goz seduto che fissava il fiume con uno sguardo perso.
“Non disturbatelo…” mormorò il marinaio “… sono scappati i suoi cigni… è un uomo distrutto... è stata la strega a spaventarli…”
“Ma a bordo ci sono i monaci...” fece il vecchio “... la strega dovrebbe temerli...”
“Non so…” fissando la sponda del fiume il marinaio “... anni fa, alcuni domenicani si avventurarono in questi luoghi... ma non fecero più ritorno...”
Ad un tratto Gaynor si ritrovò sulla sponda opposta del fiume.
Alzò lo sguardo e una terribile visione si mostrò ai suoi occhi: il Carrozzone era in fiamme e si inabissava a poco a poco.
E nello stesso momento un’agghiacciante risata alle sue spalle, dal tono vagamente femminile ma dai tratti bestiali, le gelò il sangue.

Gaynor si svegliò di colpo.
Alzò gli occhi e vide un volto.
“Buongiorno, milady.” Sorridente Isolde. “Aspettavo voi per raggiungere gli altri e fare colazione.” La fissò per qualche istante. “Volevo anche dirvi grazie... grazie per non esservi rifiutata di dividere con me questa stanza…”
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Guisgard 18-01-2012 01.23.28

“Salute a voi, Daniel Dominatore degli Elementi.” Sorridendo il maestro di Altea. “Io sono Lainus di Anghion, maestro e a tempo perso poeta dilettante.” Chinando leggermente il capo. “Posso domandarvi come mai di tanto astio verso quella donna? A me sembrava inoffensiva… voglio dire… non mi dava l’idea di essere una strega…” sorrise nuovamente “… perdonate la facile ironia, amico mio, ma ho visto troppe volte donne portate in pubblica piazza e accusate di danzare col demonio, solo perché vivevano isolate da quella che ci ostiniamo a definire normalità... già, la normalità… chissà se un giorno riuscirò a comprenderne le caratteristiche e dunque a riconoscerla…”

Guisgard 18-01-2012 01.35.26

Altea fissava il soffitto, in attesa dell’arrivo di Elisabeth.
Il Carrozzone procedeva nel suo viaggio e piccole oscillazioni, seguite da leggeri e quasi impercettibili scricchiolii, rendevano meno cupo l’assoluto silenzio che regnava nella stanza.
Da una piccola finestra circolare era possibile vedere le acque e la sponda meridionale del fiume.
Le notti sul Calars.
Hanno un qualcosa di magico, di incantato.
Il calore che sorge dalle sue acque, salendo verso il Cielo, rende tutto come sfocato, sbiadito.
E allora un mondo diverso sembra filtrare da quei vapori.
Un mondo nel quale le stelle scintillano con una luce diversa in un’oscurità notturna che sembra infinita.
E cullata dall’andatura del Carrozzone e avvolta da quel rilassante silenzio, Altea si abbandonava ai suoi pensieri, in attesa di conoscere meglio la sua compagna di stanza.

Parsifal25 18-01-2012 01.37.55

Avevo compiuto un'altra sciochezza.... la vergogna prese il soppravvento, ma subito dopo ripresi il mio colorito naturale e mi diressi verso la biblioteca, congedandomi. Mentre raggiungevo quel luogo, mi dilettavo a visionare l'architettura di quel posto.... racchiudendola nel mio diario di viaggio...... era povera, ma aveva un cuore nobile. Giunsi alle porte della biblioteca e la spalancaì. Era piccola, ma l'odore dei libri che conteneva la fece sembrar maestosa. In quel luogo era conservata la storia di una terra.

"Che sensazione unica......" dissi, e inspirando quell'odore mi misi a lavoro..... accesi una piccola candela, tiraì fuori il mio quaderno e iniziaì la ricerca. Non sapevo da dove iniziare, ma alzando lo sguardo vidi un enorme e austero libro impolverato.... mi avvicinai e vi soffiai sopra; "quanta polvere vi era".... puliì il mio viso e scorsi il titolo: "Annali della Chiesa".

Il titolo in sè, già spaventava e tale sensazione la avvertì ancor di più quando mi sentì attraversare da un brivido di freddo. Non sapevo cosa avreì carpito, ma oramai ero lì...... dovevo passare alla ricerca.

Guisgard 18-01-2012 01.48.07

Vyavet fissò Chantal come incuriosito.
“A quei bastardi” disse “non è stato inflitto nulla che non meritassero… ora staranno bruciando insieme a qualche dannato satanasso all’Inferno…” si adagiò meglio che poteva su quella sedia “… non avvicinatevi, oltre…” intimò alla ragazza “… restate ferma dove siete… sono ferito, ma posso immobilizzarvi quando voglio… e poi questa ferita non è un bello spettacolo da vedere per una gentile donzella…” tradì una velata smorfia di dolore “… non mi sembra di aver compreso il vostro nome… forse perché non l’avete rivelato… e non credo sia buona educazione celare il proprio nome, milady… e poi io sono un tipo all’antica e mi piace conoscere il nome della dama che mi offre la sua cortese compagnia… come vi chiamate? E badate che non rifarò ancora questa domanda…”

Guisgard 18-01-2012 01.56.56

Parsifal cominciò a sfogliare il pesante volume.
Vi erano riportati i calcoli per l’avvento della Santa Pasqua negli ultimi cinquant’anni, le feste dedicate ai santi patroni del posto, ossia i Quaranta Martiri di Sebaste, gli incendi che interessarono la zona e le varie anomalie che, nel corso degli anni, il livello del Calars aveva mostrato.
Poi, tra le pagine, Parsifal trovò una lettera.
Era chiusa e appariva molto vecchia.
Recava una scritta:

“Di Lattanzio Falcone, sul resoconto dei padri Domenicani oltre il Calars”

Guisgard 18-01-2012 02.35.30

Nel Tempio, dopo che Talia aveva posto la spada del maestro sull’altare, scese un religioso silenzio.
Tutti loro annuirono, come assenso, alla proposta di Talia.
Nestos fissò la ragazza e un sorriso sul suo volto cancellò la tristezza di qualche momento prima.
“Talia…” disse uno di loro, dopo aver fatto un passo verso di lei “… forse l’avrà già saputo… si, i monaci del monastero avranno già diffuso la notizia tra la gente che vive appena fuori dal bosco… insomma, sto parlando di Fyellon… credi che dovremmo avvertirlo per sicurezza?”
“No, vedrai che Fyellon sarà qui tra poco…” intervenne un altro di loro “… anzi, sono certo che in questo momento starà già galoppando verso il Casale.”
“Si, hai ragione!” Esclamò un altro dei fratelli. “Fyellon è il più forte fra noi e non ci lascerà da soli in questo triste momento! Lui non scappa! Non è un vigliacco, un ingrato, che dimentica suo padre, sua sorella e i suoi fratelli! La spada del maestro spetta solo a Fyellon!”
“Finiscila…” lo zittì un altro fra loro “… non ci si può arrabbiare nel Tempio…”

“Cosa fai qui?” Chiese il ragazzo, trovando Nestos seminascosto tra i cespugli. “Da cosa ti nascondi?”
Nestos lo fissò, tentando poi di dire qualcosa, ma solo suoni storpiati uscirono dalla sua bocca.
“Lascia perdere…” scuotendo il capo il ragazzo “… tanto non ti capisco...” si avvicinò ancor di più a Nestos e si sedette accanto a lui “... beh, poco male... sei fortunato infondo, sai? Puoi dire ciò che ti pare, senza preoccuparti degli altri…”
Nestos continuava a fissarlo, fino a quando, pian piano, la paura cominciò a dissolversi dal suo volto.
“Già, immagina…” ridendo il ragazzo “... potrei gesticolare di tutto, senza sentire le grida e i rimproveri del maestro... e così niente più punizioni... che pacchia!”
Nestos rise con lui.
“Dai, non tremare più…” aggiunse il ragazzo “... sai che questo è proprio un bell’angolino? Facciamo un patto... tu mi accogli in questo tuo angolo idilliaco di mondo e io ti proteggerò da qualsiasi cosa…sempre. Ci stai?” Mostrandogli la mano.
Nestos annuì e strinse forte quella mano, mentre i suoi occhi erano pieni di ammirazione per suo fratello.

Fu un attimo, un ricordo, malinconico e lontano, che attraversò la mente e il cuore di Nestos.
Fissò prima Talia e tutti loro, poi la spada sull’altare.
E chinò il capo.

Guisgard 18-01-2012 03.21.37

III Quadro: Ritorno a casa

(Un guerriero della luce sa che alcuni momenti si ripetono.
Spesso si ritrova davanti a problemi e situazioni che ha già affrontato. Allora si sente depresso, e pensa di essere incapace di progredire nella vita, giacché i momenti difficili si sono ripresentati.
“Questo l’ho già passato,” si lamenta con il suo cuore.
“E’ vero, l’hai vissuto,” risponde il cuore. “Ma non l’hai mai superato.”
Il guerriero allora comprende che il ripetersi delle esperienze ha un’unica finalità: insegnargli quello che non vuole apprendere.)

(Paulo Coelho, Manuale del guerriero della luce)




Il carretto avanzava, scricchiolando sotto il peso dei grossi sacchi di ortaggi, verdure e fieno ammassi su di esso, sullo stretto e angusto sentiero che correva lungo il verdeggiante bosco.
Il Sole alto di mezzogiorno rendeva luminosa e dorata la paglia che faceva da letto a tutta quella merce, mentre in un angolo del carretto se ne stava ozioso e pigro un cavaliere, con le mani incrociate su petto e la testa sulle ginocchia di una ragazza.
“E ditemi, messere…” disse la giovane “… come sono le donne in Oriente? E’ vero che hanno gli occhi di giada e la pelle d’ebano?”
“Nei libri forse…” rispose con indifferenza il cavaliere “… in verità non ho mai veduto donne con gli occhi chiari e la pelle nera.”
“E ditemi…” allargando sempre di più la scollatura del suo vestito, attenta però che sua madre, impegnata a guidare il carretto, non se ne accorgesse “… è vero che le donne di quelle terre sono… si, insomma… sono più passionali?”
“Tutte le donne sono passionali…” mormorò il cavaliere, sempre con gli occhi chiusi e l’espressione rilassata “… basta saperle prendere… che siano celtiche, franche o saracene, beh, cambia poco…”
“Sembrate molto ferrato in queste genere di cose…” accarezzandogli i capelli lei “… intendo che sembrate un attento osservatore, messere… e, ditemi ancora… qual è la prima cosa che guardate in una donna?”
“Syanna, perché non vieni ad aiutarmi?” Disse la madre di lei. “Ho le braccia che mi fanno male a furia di tirare queste redini.”
“Un momento, mamma!” Rispose lei. “Questo messere mi sta raccontando fatti di remote contrade!”
“E da quando a te interessano queste sciocchezze?”
La ragazza lanciò uno sguardo alla madre e scosse la testa.
“Dicevo…” rivolgendosi nuovamente al cavaliere “… siete un cavaliere, dunque fate della cortesia, della galanteria e del romanticismo i vostri valori, il vostro credo… sono certa che sono gli occhi la prima cosa che vi attirano di una ragazza…” allargandosi ancora un po’ di più la scollatura “… i miei di che colore sono? Ditemi…”
Lui aprì svogliatamente un occhio e la fissò.
“Ho il sole negli occhi” mormorò “e non riesco a vedere il colore dei vostri occhi…”
“Ah, ho compreso!” Con un sospiro lei. “Siete un seduttore, voi! Uno di quelli abituati ad avere tutte le donne che vogliono! Volete solo che mi chini su di voi, con la scusa di vedere i miei occhi e poi, magari, baciarmi!”
“Syanna!” Di nuovo la madre. “Voi venire?”
La ragazza, incurante delle parole della madre, si chinò leggermente sul cavaliere, facendo sì che i suoi lunghi capelli scuri gli accarezzassero il volto.
“Allora?”
“Cosa?” Domandò svogliatamente lui.
“I miei occhi!” Esclamò lei. “Di che colore sono? Non ditemi che da qui neanche li vedete?”
“Syanna!”
“Si, mamma!” Sbuffando lei. “Mia madre teme che possa compromettermi.” Disse poi sottovoce al cavaliere. “Dice che solo le ragazze vergini si sposano.”
“E voi?”
“Voi cosa?”
“Voi lo siete?” Aprendo finalmente gli occhi lui.
“Certo!” Risentita lei. “Certo che lo sono!”
“Syanna, cos’hai da chiacchierare tanto?” Voltandosi la madre. “E accomodati il vestito!” Accorgendosi della scollatura della figlia.
“Voi invece sembrate avere molta esperienza a riguardo…” chinandosi nuovamente sul cavaliere la ragazza.
“Vostra madre, temo, finirà col buttarmi giù da questo carretto…”
“Oh, lei!” Insofferente la ragazza. “Mi vorrebbe illibata! Magari fino al matrimonio! Se ascoltassi lei, finirei di sicuro in un monastero!”
“Ma non eravate vergine?”
Lei arrossì e chinò il capo.
“Mmm…” fissandola lui “… non vi si addice quel falso pudore…”
“Detto tra noi…” avvicinandosi di nuovo a lui “… si, insomma… sono stata con un uomo… un fabbro credo… o forse un maniscalco…”
“O magari entrambi…” accennando un sorriso lui.
“Messere!” Turbata lei.
“Intendevo dire…” ridendo lui “… che non siete certo una ragazza ingenua, ma molto attenta… del resto viviamo in tempi difficili…”
“Beh, bisogna pur fare esperienze, no?”
“Verissimo.”
“E poi, così, sono ormai in grado di comprendere ciò che veramente voglio dalla vita…”
Il cavaliere richiuse gli occhi e sorrise nuovamente.
“Voglio un uomo forte, ma romantico…” continuò lei, accarezzando di nuovo i cappelli di lui e poi il suo petto “… sensibile, comprensivo… e, perché no… anche bello…”
“Syanna!” Chiamò ancora la madre.
Ad un tratto, il cavallo che tirava il carretto si fermò di colpo e nitrì nervosamente.
Un attimo dopo dai cespugli sbucò un superbo animale.
Fissò il carretto con i suoi occhi di fuoco e, fatto qualche passo, restò poi immobile.
“Bontà del Cielo!” Gridò la madre della ragazza, mentre questa, nel vedere la feroce fiera, lanciò un urlò.
“Sheylon!” Alzandosi il cavaliere e fissando la bellissima tigre. “Credevo ci stessi seguendo!” Saltò giù con agilità dal carretto. “Invece ci hai preceduto!” La tigre gli si avvicinò. “Si, è questo il posto… dobbiamo solo attraversare il bosco ora...” accarezzandola lui.
“Attento, messere!”
“Rischiavo di più stando vicino a voi, damigella!” Ridendo il cavaliere.
“Che animale è?” Domandò visibilmente impressionata la ragazza. “Non ho mai visto una belva simile!”
“E’ l’unico essere a cui affiderei la mia vita, damigella!” Rispose lui.
“Ma… andate via?”
“Eh, damigella…” accomodandosi la giubba lui “… le nostre strade, dopo questo breve e piacevole tragitto, si separano… ma mi raccomando, custodite gelosamente la vostra virtù, altrimenti vostra madre ne morrà…” facendole l’occhiolino “… e grazie del passaggio, mie signore…”
Mostrò poi un vistoso inchino alle due donne e svanì, insieme alla tigre, tra gli arbusti del bosco.
“Non ci ha detto neanche il suo nome…” mormorò la madre della ragazza.
“Non ho mai visto nessuno come lui…” sospirando questa.
“Riprendiamo il nostro cammino…” fece la madre “… e accomodati quel vestito…”
Ma la ragazza aveva ormai lo sguardo perso nel verdeggiante manto in cui era svanito quel cavaliere e il suo superbo felino.
http://www.direttanews.it/wp-content...la-malesia.jpg

elisabeth 18-01-2012 08.45.26

Mi chiesi se quell'uomo fosse il contraio dio' che io dicevo...o riuscisse a comprendere il significato delle mie parole.......ebbi appena il tempo di ascoltare l'assegnazione delle stanze che daniel mi trascino' fuori........" Danile per l'amor del cielo evita di fare altri sortilegi, piu' la umiliamo e piu' forza prende......fai finta di evitarla....gli occhi non arrivano dove arrivano i sensi..."...gli diedi un bacio sulla fronte e gli augurai la buonanotte.......spaeravo che la mia compagna di stanza non dormisse, non volevo disturbarla.........cosi' aprii piano la porta ed entrai...una luce fioca rischiarava l'interno dell cabina...e notai che Altea era ancora sveglia.." Buonasera Milady e perdonate i disturbo.....ma ho dovuto scambiare quattro chiacchiere con daniel prima della buonanotte......ditemi...come mai anche voi in questo lungo viaggio per l'ignoto ?...."...Tolsi il mantello e tolsi la cintola che cingeva la mia clamide..........sciolsi i capelli e feci scorrere le dita a ritmi regolari in modo che la treccia potesse sparire del tutto........mi alzai e mi sedetti nella mia cuccetta...avevo il volto di Altea dinanzi a me.......e cosi'..fissandola e attendendo le sue parole.....ebbi l'immagine di Lady Gaynor in preghiera....e di Isolde che invece recitava una preghiera ..ma totalmente al contrario...........non la tochherai Isolede cara.....ogni tuo maleficio passerà nella mia mente come l'odore fetido delle cloache..............." Altea mia cara.....dovete avere un animo limpido......siete fresca come una rosa al primo mattino........non abbiate timore......nulla accade per caso, siete protetta e nessuno puo' deludere i vostri sogni......".....

cavaliere25 18-01-2012 12.52.31

non riuscivo a prendere sonno allora mi alzai e usci dalla mia stanza e inizia a girovagare per il carrozzone chissà cpsa mi aspettavo di trovare forse il nulla ma se non ci provavo non potevo saperlo

Parsifal25 18-01-2012 13.26.00

Era pesantissimo....non c'è che dire......., ma ne valeva la pena sfogliarlo. Vi era di tutto: calcoli per la Pasqua, i santi protettori del luogo, gli incendi e le anomalie del luogo.

"Anomalie del luogo..... questo potrebbe essere utile per svelare il significato del crine" mi soffermaì su ciò, chissà se avessi trovato una soluzione, dovevo controllare in qualche bestiario o libri su talismani e occultismo. Continuaì a sfogliare gli annali, finchè nel girar paginam, non cadde da una di queste una lettera sigillata con cera-lacca. La cosa mi insospettì moltissimo, volevo aprirla ma sarebbe stato possibile farlo soltanto lontano da qui e alla presenza del Maestro Redentos, la presi e la nascosi per bene tra le mie carte.

Un' ultima cosa controllaì, se tra quei libri vi era qualche documento che parlasse del significato della mia colanna: la Croce dei Longiniu, forse...qualche risposta poteva esservi.

Talia 18-01-2012 13.39.08

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 42706)
“Talia…” disse uno di loro, dopo aver fatto un passo verso di lei “… forse l’avrà già saputo… si, i monaci del monastero avranno già diffuso la notizia tra la gente che vive appena fuori dal bosco… insomma, sto parlando di Fyellon… credi che dovremmo avvertirlo per sicurezza?”
“No, vedrai che Fyellon sarà qui tra poco…” intervenne un altro di loro “… anzi, sono certo che in questo momento starà già galoppando verso il Casale.”
“Si, hai ragione!” Esclamò un altro dei fratelli. “Fyellon è il più forte fra noi e non ci lascerà da soli in questo triste momento! Lui non scappa! Non è un vigliacco, un ingrato, che dimentica suo padre, sua sorella e i suoi fratelli! La spada del maestro spetta solo a Fyellon!”
“Finiscila…” lo zittì un altro fra loro “… non ci si può arrabbiare nel Tempio…”

“Non occorre discutere su questo!” dissi con voce alta, calma ma decisa “Ognuno di voi ha forza e debolezza in sé... ogni uomo nasconde allo stesso tempo luce ed ombra... anche Fyellon, proprio come ciascuno di voi... come ciascuno di noi! Né più né meno!”
Silenzio accolse le mie parole... io li fissai tutti, ad uno ad uno... e il peso di quel segreto che portavo in fondo al cuore si accentuò, diventando di colpo quasi insostenibile. E allora, mai come in quel momento, mi sentii sola.
“Io non so se Fyellon tornerà o meno!” ripresi poi, costringendomi a tornare con la mente tra loro “Ma, se ciò avverrà, vi chiedo una grazia: lasciate che sia io a parlargli per prima... lasciate che sia io a parlare da sola con lui di ciò che è accaduto al Maestro. Promettetemelo, fratelli! Promettetemi, su ciò che avete di più caro al mondo, che nessuno parlerà a Fyellon prima di me!”
I miei occhi corsero tra loro, e ricevere i loro sguardi in cambio mi rassicurò: ero certa che nessuno dei miei fratelli avrebbe mai tradito una promessa. Nessuno. Per nessun motivo.
E questo pensiero, in parte, mi ripagò di quel nero senso di solitudine che mi pervadeva ogni volta che pensavo al mio segreto... proteggere i miei fratelli era la cosa più importante, ormai... proteggerli, anche da loro stessi... proteggerli a qualsiasi costo.

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 42706)
Fu un attimo, un ricordo, malinconico e lontano, che attraversò la mente e il cuore di Nestos.
Fissò prima Talia e tutti loro, poi la spada sull’altare.
E chinò il capo.

E solo in quel momento, per un infinitesimale istante, colsi lo sguardo di Nestos...
Mi colpì!
Mi colpì come con la forza di una lancia che trafigge il cuore.
Perché io sapevo ciò che significava quello sguardo... io sapevo ciò che Nestos aveva in mente... sapevo che egli, a differenza di tutti gli altri fratelli, non aveva mai parteggiato per Fyellon in quella sorta di antica contesa... no, Nestos parteggiava per lui... per lui... mi stupii di come non fossi più riuscita a pronunciare quel nome da quando se n’era andato, quasi che ciò servisse a soffrire meno, a sentirne meno la mancanza...
Nestos, comunque, era probabilmente l’unico che aveva sempre parteggiato per lui... beh, l’unico oltre a me!
Fissai per un attimo quel mio fratello, privo della parola ma dotato di una sensibilità senza pari...
E solo quando tutti gli altri, ad uno ad uno, furono usciti dal Tempio per tornare ai loro abituali compiti e alle loro occupazioni, così come il Maestro ci aveva insegnato, io mi voltai e parlai a Nestos...
“So cosa pensi, sai?” mormorai “So che vorresti fosse lui a venire a reclamare questa spada! So che vorresti che tornasse...” sorrisi “Ebbene, non perdere la speranza! Non perderla, ti prego! Non smettere mai di pensare a lui... e forse il Cielo lo guiderà di nuovo da noi!”
Un breve momento di silenzio, un momento nel quale il mio cuore e quello di Nestos furono uniti dalle stesse immagini e dalle stesse speranze.

Daniel 18-01-2012 13.58.26

Fissai l'uomo per lunghi istanti e poi dissi:
<<Sir nella mia vita non ho mai visto una strega malefica.. Fate, Elfi, Gnomi, Maghi e stregoni.. Ma della malvagità di lei mai.. Noi lo sentiamo.. Elisabeth e la natura addirittura ne risentono.. Non vi dico di credermi a solo di stare attento.. è facile ingannare gli uomoni come voi..>>
Detto questo iniziai a giocherellare con delle bolle d'acqua sospese nella mia mano..

Lady Gaynor 18-01-2012 14.16.44

“Buongiorno, milady.” Sorridente Isolde. “Aspettavo voi per raggiungere gli altri e fare colazione.” La fissò per qualche istante. “Volevo anche dirvi grazie... grazie per non esservi rifiutata di dividere con me questa stanza…”

"Buongiorno a voi, milady, vi ringrazio per la vostra premura... Ad ogni modo, non avevo reali motivi per rifiutarmi di dormire con voi, non credete?" Le parole di Gaynor erano in totale contrasto con il suo stato d'animo. Di motivi per rifiutarsi di stare con Isolde ce n'erano eccome, e quel sogno che aveva fatto non aiutava certo la situazione. Sperò ardentemente che non si trattasse di una sorta di premonizione, ma solo di un brutto incubo dettato dalla propria ansia. Si rivestì in fretta, ripensando al sogno e ai cigni di Goz. Era strano che ci tenesse tanto a quei due uccelli, che seppur magnifici non sarebbero dovuti essere "l'unico bene" di un uomo... Goz ne parlava come se fossero la sua famiglia, ma due cigni non potevano essere la famiglia di nessuno, non erano umani... umani... un cigno grande ed uno piccolo... un pensierò attraversò la mente di Gaynor, prese forma e si trasformò in un'assurda teoria. No, non può essere... di sicuro è questa strana atmosfera di stregoneria latente che mi influenza...
Nel tragitto verso la sala da pranzo, un ricordo affiorò alla mente di Gaynor. Famiglia, unico bene... queste parole per lei potevano significare una sola cosa, una sola persona... due occhi blu che erano oramai lontani, che si erano portati dietro il suo cuore e l'avevano lasciata sola e disperata, con indosso soltanto la fredda e mondana maschera della contessa di Wellyn, che aveva preso il posto della giovane e radiosa Gaynor.

Altea 18-01-2012 15.03.28

Quella era notte strana, i miei occhi non riuscivano a prendere sonno quando sentii aprire la porta e vidi la mia compagna di cabina entrare...mi alzai di scatto dal letto ed ella si scusò per essere entrata bruscamente "Milady non preoccupatevi, non riesco a chiudere occhio stanotte, sarà questa avventura che ho intrapreso. Cosa mi ha portata fin qui? Curiosità, non ho degli scopi o dei fini..sono una amante delle sorprese, mi incuriosiscono i misteri anche se a volte è pericoloso giocare con loro." La guardavo, quella donna aveva qualcosa di strano, un alone magico ma il suo sorriso era benevolo, e mi sentivo rassicurata vicino a lei.

elisabeth 18-01-2012 16.17.44

E chi avrebbe dormito quella notte.......una notte fatta di inutili parole ........ascoltai Altea era tenera e allo stesso tempo aveva una forza interiore che le faceva brillare gli ochhi........era una donna curiosa ma rispettosa nei confronti di cio' che non conosceva..." Forse ognuno di noi ha intrapreso questo viaggio senza un vero motivo....alle volte il richiamo di non so' cosa, imprigiona le nostre menti e ci fa fare passi inconsapevoli.....ogni vostro desiderio di conoscenza verra' esaudito, ma a dosi consentite e il vostro maestro mi sembra un bravo uomo...e adesso riposate Altea.....magari solo chiudendo gli occhi...il giorno e' vicino vedrete che tra un po' il nuovo giorno ci portera' notizie nuove...."...e cosi' la vidi riposare....una filo di luce filtro' da un piccolo oblo'....c'era un catino di acqua in cabina....fregai le mie mani e ne feci cadere dei fiori profumati....dopo essermi lavata e sistemata..ne preparai uno per Altea......." Buongiorno Altea...avete il volto piu' roseo...lavatevi il viso in questo catino...vi sentirete piu' serena..io intanto vi precedo e vi aspetto in sala..la colazione sara' pronta.....presi il mantello e salii in sala da pranzo...........incontrare Isolde non era il massimo.....ma il viaggio lo avevo iniziato e cosi' doveva essere...

Altea 18-01-2012 16.33.55

Le parole di quella donna gentile mi accompagnarono in un lieve dormiveglia, fatto di piccoli sogni ma ristoratore. Un lieve raggio di sole entrò nella stanza, e aprendo gli occhi sembrava voler trasmettermi la sua energia. Mi alzai dal letto e vidi milady Elisabeth che si preparava per la giornata "Ben svegliata milady, che gentile siete stata a premurarvi per me". La donna aveva una certa fretta e uscì, mi chinai sul quel catino e vidi i petali di rosa galleggiare sull'acqua, in circolo, mi rinfrescai con il loro profumo cosi delicato. E' una sensazione cosi inebriante essere circondata dai profumi che la natura ci dona.
Mi alzai, mi guardai allo specchio e mi sistemai i capelli e uscii dalla camera, ad un tratto mi venne in mente la cesta con la orchidea rotta che nascosi in quel piccolo antro, ma quando arrivai laggiù non vi era più nulla.
Chi mai può averla presa?? eppura l'avevo nascosta cosi bene. Mi rialzai e raggiunsi il salone per la colazione cercando il mio maestro.

Guisgard 18-01-2012 17.14.41

Lainus, a quelle parole di Daniel, sorrise.
“Non bisogna essere stregoni o streghe per toccare vette di malvagità alte, amico mio.” Disse mettendosi a letto. “Non immaginate fino a che punto un uomo può essere cattivo. E senza aver bisogno della magia nera. Vi auguro la buonanotte.”
La notte trascorse così, muta e veloce.
L’indomani, tutti scesero nella sala centrale, dove era stata preparata la colazione.
Si ritrovarono, così, tutti al tavolo del capitano.
Focacce calde, frutta fresca, miele e confetture varie furono servite ai passeggeri.
“Dormito bene, milady?” Domandò Lainus ad Altea.
Anche Gaynor e Isolde arrivarono nella sala.
“Vi vedo in ansia, milady…” fissando Gaynor “… va tutto bene? Non ho potuto fare a meno di notare quel velo di tristezza sul vostro bel volto…”
Cavaliere25, invece, aveva vagato per tutta la notte sul Carrozzone, senza però trovare nulla di interessante.
Al mattino, poi, anche lui raggiunse gli altri per la colazione e trovò ad attenderlo i due frati Jovinus e Plautus.
“Dormito bene, amici miei?” Entrando Goz nella sala. “Oggi è una bella giornata e il Calars appare mite e benigno… forse oggi ci condurrà in qualche luogo speciale…”
“Sono così eccitata, capitano!” Fece Isolde.
Goz annuì sorridendo.
“Posso domandarvi…” continuò la donna “… oh, che sciocca… rischio solo di essere invadente… perdonatemi, ma non ho avuto l’istruzione di questi nobili compagni di viaggio e forse non posseggo la sensibilità della nostra dama…” fissando Elisabeth “… vi prego, non badate alle mie sciocchezze…”
“Milady, parlate pure.” Disse Goz. “Non abbiate paura.”
“Ecco…” a capo chino lei “… mi chiedevo… si, quelle vostre strane parole su quei cigni…”

Daniel 18-01-2012 17.18.53

Non la sopportavo.. Erano pazzi.. La strega incominciò a parlare.. Mi avvicinai a Elisabeth e le dissi sottovoce:
<<Guardate hahaha>>
Mi sedetti accanto a lei e con indifferenza feci schioccare le dita ad un certo punto i capelli di Isolde andarono a fuoco..
"Scusa bella piccola vendetta personale hahaha" pensai mentre mi godevo la scena..

Altea 18-01-2012 17.25.06

Mi sedetti al tavolo e il mio maestro mi raggiunse e io sorrisi nel vederlo "Oh certo maestro, ho dormito bene, a dire il vero guardavo il soffitto con mille turbamenti poi quando entrò la mia compagna di stanza, lady Elisabeth un senso di pace mi pervase. Invece leggo la vostra tensione in volto". Entrò pure Goz e ci preannuncio una piccola meta, ero curiosa di sapere quale luogo avremmo visitato quando la affascinante Isolde chiese di quei cigni...la fissai...pure lei era rimasta colpita da quelle meravigliose creature?

cavaliere25 18-01-2012 17.27.55

si per modo di dire dormito ho fatto un giro per il carrozzone non riuscivo a dormire dissi guardando il capitano poi continuai a dire ma quando arriviamo a destinazione domandai ce qualcosa da fare su questo carrozzone chiesi al capitano vorrei rendermi utile visto che non so cosa fare e aspettai una sua risposta

Guisgard 18-01-2012 17.29.22

Ad un tratto tutto mutò.
Non c’era più il Carrozzone e nemmeno gli altri passeggeri.
Anche Goz e i suoi uomini erano svaniti.
Daniel era solo.
Attorno a lui vi era un bosco fatto di alberi secchi e senza verde.
Il cielo era cupo e il vento ululava sinistri lamenti.
L’aria era fetida e il terreno fangoso.
L’apprendista mago era come immobilizzato.
Ad un tratto vide una scena...
Una donna, troppo lontana per essere riconosciuta, era ferma a fissarlo.
Ad un tratto arrivò un piccolo maialino.
Lei lo prese in braccio e cominciò ad accarezzarlo.
Poi, di colpo, lo sgozzò con le sue lunghe unghie.
Fissò Daniel e si abbandonò ad una spaventosa risata.
Finalmente l’apprendista mago riuscì a muoversi e a raggiungere il corpo del maialino senza vita.
Ma, incredibilmente, quell’animale non c’era più: al suo posto Daniel vide se stesso a terra, sgozzato.
La donna non c’era più.
“Domani all’alba” sussurrò una voce nell’aria “ti sveglierai con le sembianze di quel maiale… ti avevo avvertito… la tua magia è inutile contro di me...”
Poi solo il vento.

Daniel si destò di colpo.
Era stata una visione.
I capelli di Isolde erano intatti.
E la donna, per un momento, si voltò a fissare Daniel con i suoi bellissimi ed enigmatici occhi.

Daniel 18-01-2012 17.36.10

No.. No.. No! Il Supremo mi aveva avvertito di non scherzare.. Uscii di corsa fuori sul ponte.. Chiamai a me lo Forza dei quattro elementi.. L'acqua, Il Fuoco, L'aria e La Terra.. Ora mi sentivo più sicuro.. Vidi un uccello.. Lo feci avvicinare a me.. Gli sussurai qualcosa nell'orecchie e lo feci volare via.. L'uccellino entrò nella sala grande e si posò sulla spalla di elisabeth dicendole con il pensiero:
<<Ti prego vieni fuori>>
Poi l'uccellino uscì dalla sala e volò via mentre io aspettavo Elisabeth..

elisabeth 18-01-2012 17.41.10

Isolde.....Isolde....anche tu ti interessi a quei cigni.....ma guarda che donna sensibile.....Lessi nella mente di Daniel il suo assurdo intento......chiusi gli occhi.....ed entrai....


Era un bosco freddo e senza vita......
gli alberi erano spogli e avvolti dai funghi
la malattia degli uomini aveva avvolto l'anima della natura
c'era Daniel e c'era Lei......un maialino
lo vidi tra le mani di Lei...e il suo malefico artiglio recidere il suo collo
sangue col suo odore dolciastro....

Aprii gli occhi e vidi tutto intorno a me stranamente fermo ed addormentato......Isolde era li'......." Isolde cara.....Daniel puoi pure fermarlo....ma c'e' altro che per te che diventa impossibile......".......tutto riprese vita

Un uccellino si poso' sulla mia spalla e sentii l'angoscia di Daniel....lasciai la sala e lo raggiunsi sul ponte...

" Daniel.....vieni qui e tranquillizzati....non mi stai aiutando e non ti stai aiutando..."....

Guisgard 18-01-2012 17.49.17

Parsifal cercò in quel libro, ma nulla parlava della Croce di Longiniu.
Cercò ancora, anche tra le raffigurazioni, ma tutto taceva su quell’argomento.
Neanche del misterioso crine intrecciato Parsifal trovò notizie.
Poi, quasi senza accorgersene, il suo sguardo cadde su un vecchio libro.
Sembrava uno dei tanti trattati di filosofia o teologia.
Recava sulla copertina un titolo alquanto misterioso:

“Le Penitenze di Santa Celerina”
http://www.codicemedievali.com/conta...incunables.jpg


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