Quando scendemmo, vedemmo l'uomo che sembrava come impazzito.
Saltava ed urlava e non riuscivamo a capire cosa avesse!
"Ma perché dice così? Che è successo? E dov'è il sacco con quella sostanza?" chiesi agitata.
Era incredibile come anche qui corressimo dei rischi, pur non essendo lì fuori alla mercé del caos.

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Garion, in balia della paura ma anche di uno strano compiacimento nel trovarsi in quella situazione con la bella zia, si fece coraggio ed andò con Destresya verso il giardinetto.
Cominciavano a piacergli le attenzioni che la sua aveva per lui, il suo essere protettiva ed affettuosa.
Ma anche come lo abbracciava e lo stringeva, facendogli sentire le forme del suo corpo giunonico e generoso.
Strani pensieri cominciarono ad affollare la mente e la fantasia di Garion.
Ma tutto ciò fu bruscamente spazzato via da ciò che videro nel giardinetto davanti al garage.
La figura si alzò in piedi e si mostrò finalmente a Destresya ed a suo nipote.
Aveva aspetto perfettamente umano, con lineamenti puliti e ben fatti, capelli bruni ed occhi chiari e magnetici che sembravano brillare nella penombra.
Ed era completamente nudo.

Fu davvero improvviso, mi cinse i fianchi e il suo volto si avvicinò lentamente al mio, osservando le sue labbra appoggiarsi sulle mie che calde si aprirono accogliendo quel bacio, intenso e profondo e molto dolce al tempo stesso.
Assaporai il profumo di lui, delle sue labbra, in quel momento apocalittico nulla più esisteva tranne noi.
Sospirai e gli sorrisi.."Cosa penso? A tante cose...ora a noi due, siamo diversi eppure questo bacio mi ha dato una sensazione intensa" appoggiando la testa al suo petto "A volte pure una donna forte e al comando ha bisogno di sicurezze, e mi chiedo se vale la pena lasciarsi andare se poi dovrò tornare nel mio Regno" socchiudendo gli occhi.

Restai lì immobile col mio piccino vicino.
Non riuscivo a pensare a niente, mi sembrava tutto così assurdo che mi chiedevo se non stessi sognando.
Ma le sensazioni erano così vive che era impossibile non comprendere quanto fossi sveglia, sentivo la paura inondarmi, ma anche una strana curiosità.
Ero lì immobile a fissare quello strano essere che ora, alla luce di quei lampi, mi apparve non come un extraterreste stile E.T. ma come una specie di uomo, dagli occhi chiari e dal corpo possente, che potevo ammirare interamente dato che se ne stava nudo davanti a me.
E non c'erano dubbi che fosse un uomo, almeno da quel punto di vista.
"Che diavolo è?" sussurrai fissandolo intensamente.
Ero come ipnotizzata da quella figura.
"Non sembra un alieno.." commentai.
Stringendo forte il piccolo a me mi avvicinai di un passo, osservandolo meglio.

Quel bacio, dolce ed intenso, caldo e rassicurante aveva unito per un attimo che parve infinito Altea ad Ivaz.
Poi il volto di lei di posò sul petto forte di lui, rendendone non solo i muscoli, ma anche il cuore di quel giornalista che ora batteva forte.
"Qualcuno ha scritto" disse piano Ivaz "che l'Amore si fa beffe delle distanze e del Tempo... ed io non voglio pensare accadrà dopo al mondo ed a tutti noi... voglio pensare solo a questo momento... solo a noi..." e la baciò di nuovo.

Sentivo il suo cuore pulsare forte, solo per me...chissà se quel cuore pulsava solo per me in quel modo, forte e palpitante.
Ascoltai le sue parole e guardai i suoi occhi azzurri profondamente "Noi esistiamo ed esisteremo per sempre sospesi in un filo invisibile, è vero. Ci porterà a pensarci, a sognarci e desiderarci al di là di ogni spazio e tempo, al di là dei mari, dei monti e molto altro ancora...forse io e te siamo legati per l' eternità, destinati a rincorrerci e poi trovarci in un bacio conosciuto da sempre ma delle emozioni sempre nuove" e mi incatenai nuovamente alle sue labbra stringendo i suoi capelli, a voler diventare una unica persona con lui come già lo eravamo, sotto forme diverse e sotto nomi diversi.

L'uomo continuava a gridare, a sbraitare ed a maledire gli alieni davanti a Gwen e agli altri.
“Cerca di calmarti, altrimenti non possiamo aiutarti.” Disse Elv.
“Non capite?” Urlò l'uomo.
“Fino a quando griderai come un ossesso” fece Ozzl “nessuno capirà nulla!”
“Quel maledetto...” l'uomo “... mi ha infettato! Il suo fluido è entrato in contatto con la mia pelle, i miei tessuti! Sono finito, sono spacciato!” Come fosse impazzito.

Era un giovane uomo bianco, dai capelli mossi e bruni, gli occhi ora più riconoscibili in quell'azzurro limpido schiarito dalla Luna che cominciava ad affacciarsi sognante nel giardinetto.
“Sono...” disse lui fissando Destresya e Garion “... sono sul pianeta Terra, vero?”
Garion si strinse spaventato a sua zia.

Le loro labbra si unirono, premendo le une sulle altre, fino a schiudersi, ad unirsi ed a confondersi, assaporandosi reciprocamente in un caldo bacio ammaliante, iponitico.
Altea affondava le sue dita nei capelli lunghi di Icaz, mentre lui la stringeva a se, contro il suo petto asciutto e robusto, conta da quelle braccia decise e protettive.
“Sei una poetessa” disse lui baciandola “o solo la dea dell'amore?”

Lo fissavo, rapita e imbambolata da quella visione.
Quel corpo perfetto, gli occhi di un azzurro così intenso e limpido, mi provocavano uno strano effetto, come ipnotico.
Poi alle sue parole spalancai la bocca e lo sguardo, incapace di dire alcunchè.
Mai uno si aspetterebbe di sentirsi rivolgere una domanda simile.
Forse avrei dovuto avere paura, ma il suo aspetto e la sua voce mi rassicuravano.
"Sì.." dissi, dolcemente, avvicinandomi di un passo "Sei sulla terra ma... chi sei tu?" fissandolo tutto, senza pudore alcuno.