Camelot, la patria della cavalleria

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-   -   Ardea de'Taddei (http://www.camelot-irc.org/forum/showthread.php?t=803)

Guisgard 30-12-2016 01.45.25

"Ma mentre era ancora lontano, suo padre lo vide e ne ebbe compassione; corse, gli si gettò al collo e lo baciò."

(Vangelo secondo Luca)



Il misterioso cavaliere si tolse l'elmo, mostrando così finalmente il suo volto.
Ed Ardea, incredulo, restò a fissarlo.
Gli parve prima di sognare, poi pensò di essere diventato folle.
E lo guardava.
Guardava gli occhi chiari, i capelli lunghi ed argentati, la fronte imperlata di sudore, l'espressione fiera, i tratti marcati ma regolari.
E più Ardea guardava quel volto, più sentiva il senno venirgli meno.
“Tu...” disse con un filo di voce il Taddeide “... tu...” lasciando cadere la spada a terra, che finì per conficcarsi nel terreno.
Il cavaliere bardato lo osservava in silenzio.
“Tu...” ancora Ardea.
“Si, figlio mio.” Annuì il cavaliere ed altri non era che suo padre il duca Taddeo.
Ardea allora avvertì le ginocchia piegarsi, quasi incapaci di sostenerlo e si ritrovò inginocchiato ed in lacrime davanti a suo padre redivivo.
“Tu...” piangendo Ardea.
“Si, figlio mio.” Suo padre, per poi avvicinarsi ed aiutarlo ad alzarsi. “Ho dovuto.” E lo strinse a sé.
E forte Ardea si strinse nelle braccia del padre che lo sosteneva.
“Padre... padre mio!” Gridò in lacrime Ardea.
“Dovevo sapere...” il padre a suo figlio “... sapere se mi amavi ancora, se eri degno di essere mio figlio e duca... dovevo, ragazzo mio... dovevo saperlo dopo i tuoi trascorsi a corte... dopo il tuo abbandono e smarrimento... dovevo saperlo, in Nome del Cielo...”
“Padre mio!” Di nuovo Ardea, per poi affondare nell'abbraccio di suo padre.
“Ti ho seguito ovunque...” Taddeo “... in ogni contrada... in ogni Questione... ti ho seguito, figlio mio... ti ho visto sfidare la morte e poi tornare alla vita ogni volta, impugnando Parusia e liberando una dopo l'altra le terre del nostro ducato... ti ho visto compiere ciò che solo un vero e degno Taddeo può fare... ora che sei ancora mio figlio... che ti sono caro come tu lo sei a me... che sei all'altezza di essere duca... che sei grande come il nostro casato impone... e so che darai degna discendenza al nostro nobile ed antico nome...”
E restarono così stretti l'uno all'altro, mentre la pioggia, come se un incanto si fosse finalmente spezzato, riprese a scendere dal Cielo.
Scendeva a purificare la terra e gli uomini.
A bagnare, come un Mistico Battesimo, quei luoghi e quel casato.
Trascorsero così lunghi momenti di lacrime gioiose e di religioso silenzio.
Tutto ciò mentre ancora una volta si udì il rintocco della campana, come a proclamare la fine di quel lungo cammino di sacrifici, sofferenze e lotte.
“La mia discendenza...” mormorò ad un tratto Ardea, ancora stretto a suo padre.
“Si.” A lui il duca. “Va da lei.”
Ed Ardea annuì.
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Clio 30-12-2016 11.24.42

Ho letto questo pezzo col fiato sospeso, appena sveglia, devo dire che è davvero bellissimo e carico di emozioni.
Una scena che da senso a tutto.
E ora finalmente Ardea potrà tornare dalla sua amata!

Guisgard 03-01-2017 05.27.51

"Felicità e grazia mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
e abiterò nella casa del Signore
per lunghissimi anni."

(Salmo 23)




Il bosco di Acerna.
Folto, verdeggiante e lussureggiante avvolgeva l'intera contrada arroccata attorno al suo antico maniero baronale.
Sferzata da un lieve e dolce vento che lambiva da Settentrione, Acerna pulsava armoniosa, ormai libera dal terribile tributo di orrore e morte a cui era stata sottoposta.
E appena fuori le mura, in una radura irregolare, circondata da pini, olmi, faggi, querce, ingentilita dal profumo di fiori di campo ed impreziosita dai frutti odorosi che come gemme oscillavano al tiepido Sole, dove un tempo sorgeva qualche nobile magione ed ora ridotta ad antichi e consumati muri ammantati di muschio ed eriche, alcune cortesi fanciulle trascorrevano il tempo sedute in cerchio ad attendere il vivace corso del meriggio.
La pioggia era cessata e l'umidità rendeva quel frammento di bosco intriso di un fascino ancestrale ed incantato.
Tuttavia il cielo era ancora per metà gonfio di alte e dense nuvole e la pioggia sembrava prossima a ripresentarsi.
L'aria però era fresca e odorosa di acqua piovana, rendendo il soggiorno di quelle fanciulle ameno e spensierato.
Tra esse però, quasi tutte divertite e frivole, vi era una dama che per bellezza e tristezza superava tutte le altre.
I corvini e lucenti capelli erano tenuti fermi da una spilla d'oro, lasciando così il bellissimo viso, di un bianco d'alabastro perfetto, libero di mostrare mestizia e solitudine.
Gli occhi, chiari e trasparenti, parevano spenti di quella luce che rende una donna atta ad ispirare cavalieri ed artisti.
“Tocca a voi, milady.” Disse una delle ancelle a Cramelide.
“Cosa?” Destandosi lei. “Oh, si... ma temo di aver perduto ancora...” sorridendo appena.
“Il gioco non vi ispira, milady?” Un'altra delle ancelle.
“Siete voi ad essere troppo abili, amiche mie.” Cramelide, per poi voltarsi sospirante a guardare il bosco.
Ed in quel momento trasalì.
Restò un lungo istante a fissare l'orizzonte boscoso, per poi alzarsi in piedi.
Le altre fanciulle seguirono così il suo sguardo e si accorsero di una nobile figura a cavallo ferma dove cominciava la boscaglia.
Cramelide prese allora a camminare verso la figura.
Prima piano, poi, tenendo con le mani il suo lungo abito, sempre più velocemente.
E correva verso quella nobile sagoma che era immobile a guardarla.
E correva felice di gioia, con un meraviglioso sorriso ad illuminarle il volto e perlate lacrime ad arrossirle gli occhi.
Il destriero nitrì forte ed il cavaliere smontò con agilità e grazia da esso.
Un attimo dopo lei lo raggiunse, terminando la sua commossa e felice corsa fra le braccia di lui.
Ardea e Cramelide restarono così, stretti l'uno all'altra, per momenti che parvero eterni, mentre le ancelle intonarono un gioioso canto di ringraziamento al Cielo.
Allora il cavaliere salì di nuovo in sella al forte destriero ed aiutò la sua dama a fare lo stesso.
E insieme cavalcarono verso il castello ducale, dove il duca Taddeo li attendeva.
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Per Misericordia di Dio termina così l'epopea di Ardea de'Taddei.
La sua infanzia, l'adozione a figlio del duca, poi le sue colpe e le terribili Questioni.
Le astuzie di Biago, l'invulnerabilità di Parusia ed il sorriso ritrovato di Cramelide.
Tutto ora giace nella medesima leggenda, narrata dai bardi e racchiusa fra le mura del palazzo ducale di Capomazda per Volontà Divina.
Ma la Religiosità e l'eroismo di Ardea ed il suo Amore per Cramelide rivivono ancora oggi nelle imprese che da secoli i suoi successori compiono per dimostrare al Cielo ed a se stessi di essere degni del loro sangue e per mostrare agli uomini come la Fede, la Grazia e la Gloria di Dio abbiano reso eroica ed eterna questa nobile discendenza.
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Fine

+++

Altea 03-01-2017 08.04.13

Che sogno. .svegliarsi al mattino e vedere Ardea vincitore assieme alla sua amata Cramelide.
Avete scritto "Fine" ma chissà come è proseguita la loro storia.

Grazie per avermi fatta sognare milord. .ho amato e amo profondamente questo racconto e un complimenti meritato a Voi che lo avete narrato con maestria e passione.

Guisgard 03-01-2017 17.55.10

Com'è andata la storia in seguito, milady?
Beh, direi benissimo, visto che io sono qui a raccontare, no? ;)
Sono io a ringraziare voi, lady Altea, per il coinvolgimento mostrato nel leggere quest'antica storia di armi, cavalieri, Amore e Fede :smile:

Altea 03-01-2017 18.01.44

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 100291)
Com'è andata la storia in seguito, milady?
Beh, direi benissimo, visto che io sono qui a raccontare, no? ;)
Sono io a ringraziare voi, lady Altea, per il coinvolgimento mostrato nel leggere quest'antica storia di armi, cavalieri, Amore e Fede :smile:

Avete ragione milord..visto siete un diretto discendente di Ardea.
Eh si, è stato molto coinvolgente, ma sono certa qualche volta mi narrerete ancora di Ardea, che ormai è uno dei miei eroi, e la bellissima e sognante Cramelide. :smile:

Clio 03-01-2017 19.55.33

Ricordo ancora quando iniziai a leggere questa storia incompiuta.
Era uno di quei sabati in cui Camelot è orfana del suo Primo Cavaliere.
Erano molte pagine, ed era ferma da anni ormai.
Mi sono immersa in quella lettura, che mi ha accompagnato per diverse settimane.
Più leggevo più capivo quanto custodisse, quanto fosse speciale.
E il caso volle (ma nulla accade per caso, dico bene?) che mentre leggevo voi ricominciaste a scrivere.
E quando un nuovo capitolo ha preso vita, a me mancavano alcune pagine.
Allora le ho lette tutte d'un fiato, quello sesso giorno.
E da lì, ho aspettato con ansia ogni nuovo capitolo, ogni tassello di quella storia speciale.
Ho amato ogni cosa di questa storia, l'evoluzione interiore di Ardea, la lealtà di Biagio, l'Amore di Cramelide, le questioni.
È inutile che stia qui a dirvi poi quanto la vostra bravura di narratore abbia reso viva questa storia, no?
Dopotutto sapete quanto adori i vostri scritti.
Ma so che questo è speciale.
Vi ha accompagnato per tanti anni e sono sicura che ora, ora che è compiuta, vi ha lasciato qualcosa, vi ha lasciato molto.
E nel narrarla su queste pagine, avete lasciato molto anche a noi.
Grazie milord.

Se non sbaglio, poi, una profezia narra che solo quando il poema di Ardea sarà compiuto sboccerà il Fiore Azzurro.
Quindi chissà che nel nostro prossimo viaggio, non sbocci davvero. ;)

Guisgard 04-01-2017 01.33.34

Lady Clio, vi sono debitore per la passione della vostra lettura e sono lieto che abbiate apprezzato e soprattutto compreso quanto sia speciale questa storia.
Ci son voluti anni per portarla a termine, tra impegni, svaghi, sogni, idee, speranze, desideri e sogni.
L'epopea di Ardea è intimamente legata a tutto ciò che scrivo ed è abbastanza magica da riguardare miti lontani, come la Gioia dei Taddei e la ricerca del Fiore Azzurro.
Per questo, come ben ricordate, vi è una profezia su quest'antica storia ;)


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