Camelot, la patria della cavalleria

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Guisgard 20-11-2017 16.28.09

Accadde quel giorno
 
ACCADDE QUEL GIORNO


“Perché le genti sono in tumulto
e i popoli cospirano invano?”


(Salmo 2)




Ore 16...


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Il Mezzogiorno lasciava lentamente il posto al meriggio, con il Sole che cominciava a proiettare ombre sempre più lunghe sulle interminabili file di finestre di uffici e vetrate di appartamenti degli sterminati grattacieli e palazzi che svettavano ovunque su Capomazda City.
I treni che provenivano dalla moderna e vasta stazione sfrecciavano ad alta velocità attraverso gli agili e cromati anelli di cemento e metallo, liberando saettanti bagliori che fendevano l'aria e la luce tutt'intorno.
Sui marciapiedi che correvano lungo le stradine cittadine, i larghi urbani, le isole pedonali e le piazze una folla indistinta di uomini e donne pullulava indifferente e caotica, impegnata com'era tra lavoro, svago e corse frenetiche.
Man mano il pomeriggio cominciò ad infoscare in maniera lenta e poetica, quasi come una prematura visione di un crepuscolo sognante ed in qualche modo anche romantico, con le prime luci della metropoli che iniziavano a brillare nell'imbrunire di cemento, ferro e plastica, trasformando uomini e donne in ombre indistinte.
In direzione della periferia Sud della città si poteva riconoscere il grande impianto del Far Panteon, il grandioso complesso sportivo con i suoi campi di tennis, di basket, di calcio ed i circoli privati per i soci.
Al centro dell'avveniristico complesso dominava l'Arena Fap, con la sua attrattiva più apprezzata e stupefacente.
In serata era atteso un importante incontro di Tecno Pancrazio, ormai lo sport nazionale e più seguito dall'intero paese.
La società moderna, infatti, aveva ormai superato ogni limite e barriera, rendendo la vita umana più piacevole e sicura possibile.
Nello stato Afragolignonese il popolo non poteva affermare il suo credo politico, non esistendo infatti libere elezioni e quindi il governo aristocratico soleva impegnare con iniziative culturali, artistiche e sportive il tempo libero della gente.
Il Tecno Pancrazio permetteva a chiunque di divertirsi e partecipare, in maniera emotiva ma anche fisica, a quello che ormai rappresentava lo sport principale dell'intero paese.
In questa moderna disciplina si sfidavano squadre, perlopiù appartenenti a privati cittadini di ogni età e condizione sociale, impiegando come atleti non uomini, ma robot da combattimento.
Ogni scuderia o squadra possedeva un robot, costruito in base alle risorse economiche del proprietario.
A sovvenzionare le squadre, almeno quelle più vincenti, erano ricchi sponsor e per questo avere un robot competitivo era spesso vitale per una squadra.
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+++

Altea 20-11-2017 16.52.31

Il fuoco ardeva, scoppiettando, nel camino mentre osservavo la legna bruciare lentamente.
Presi la tazza di porcellana fine, assaporando il gusto delicato del the ai fiori e frutti e cercavo l'ispirazione.
Il mio ultimo libro aveva vinto un grosso e importante premio, ne ero contenta ma detestavo la fama, i galà e dovevo partecipare ad uno per ritirare il premio proprio a Capomazda City.
Tutti i miei libri si incentravano sui misteri irrisolti, studi e studi di probabili posti da scoprire.
Il mio manager asseriva la gente andava pazza per questo genere di cose, la qual cosa mi faceva andare letteralmente in collera. Io non ero solo una scrittrice ma pure una studiosa, le mie fonti si basavano su ipotesi precise e vere, non volevo essere un fattore pubblicitario per gente annoiata. Già dovevo vedere in ogni canale questa nuova moda..il Tecno Pancrazio, ma io non sarei caduta nella loro trappola mediatica.
A maggior ragione mio padre era un archeologo di fama mondiale e conosceva i migliori studiosi, storici e altri suoi importanti colleghi.
Avevo viaggiato e studiato con lui e mio padre godeva ancora di ottima salute per continuare le ricerche assieme per poi trarre spunti per i miei saggi.
Giravo il mappamondo nervosamente e accesi la grande tv al plasma per sentire le ultime notizie, vidi una di quelle lotte e girai innervosita cercando qualcosa di interessante, sperando qualche telegiornale riportasse fatti reali.
Fortunamente attorno vi era quiete, avevo deciso di vivere sola nel piccolo ma antico e lussuoso cottage di famiglia che si trovava tra la campagna e la città, permettendomi ogni tipo di lusso.
Il mio gatto nero salì sulla scrivania, camminò tra i fogli sparsi..un miagolio, una carezza e si accucciò tra le pieghe dello spacco della gonna e si addormentò, mentre continuai a guardare la tv pensierosa.

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Lady Gwen 20-11-2017 17.12.57

Era stato un giovedì.
Era venuto alla tavola calda come faceva quasi tutti i giovedì.
A volte, ci avevo anche parlato; mi aveva detto di chiamarsi Elv, che viveva un po' fuori città e che non legava molto con la gente, infatti lo vedevo sempre da solo, seduto al solito tavolo nell'angolo in fondo davanti al solito caffellatte.
Rimaneva quasi un'ora, o anche due alle volte, poi scappava via, un attimo prima della chiusura.
Mi dispiaceva vederlo sempre solo, senza qualcuno a fargli compagnia ed era per questo che ogni tanto cercavo di chiacchierare un po'.
All'inizio, si era mostrato un po' restìo, ma a poco a poco aveva iniziato ad aprirsi.
Ma non avrei potuto immaginare quello che sarebbe accaduto quel martedì di... Un anno fa?
Era passato già così tanto?
Mi era subito sembrato strano che fosse venuto in un giorno diverso, ma anche il suo comportamento mi aveva lasciata perplessa.
Aveva lasciato i soldi sul tavolo, la tazza piena per metà ed era uscito, tutto con espressione turbata e con evidente fretta.
Non ci avevo badato molto, magari si era ricordato di un appuntamento, ma comunque non era affar mio.
Ero uscita sul retro del negozio per buttare l'immondizia nel cassonetto, quando due braccia mi avevano afferrata e una mano mi impediva di urlare, poi buio.
Mi ero ritrovata in questa casa un po' fuori città, con questo ragazzo di nome Elv, che non legava molto con la gente.
Ed ero rimasta qui.
I giorni avevano iniziato a passare, uno dopo l'altro, così anche l'anno, senza che io potessi scorgere la prospettiva di tornare libera, tornare alla mia vita, dalla mia famiglia, il mio lavoro.
Ricordavo lo sgomento e la paura iniziali, la frustrazione e infine la rassegnazione e l'accettazione.
Ma ricordavo anche che mai in altri avevo scorto tale bellezza.
Una bellezza oscura, terrificante e affascinante, in un modo contorto e perverso.
Oscura e terrificante nel non farti mai capire cosa ti aspetta, cosa succederà, imprevedibile, e forse proprio per questo affascinante.
In un modo in cui solo chi era ormai rassegnato a guardare il mondo da una finestra come me poteva vederla.
Tutta condensata nei suoi occhi scuri, che mi inchiodavano alla parete, che sembrava mi oltrepassassero l'anima ogni volta che mi guardavano.
Ora era sera, non era ancora arrivato per portarmi la cena ed io aspettavo, seduta sulla moquette con le spalle poggiate contro il letto.
Servizio in camera, e pure gratis, chi può permetterselo?
Quel pensiero sarcastico giunse all'improvviso ed io scossi la testa per mandarlo via, perchè già da un bel po' non ero più in vena di sarcasmo.
Infatti rimasi solo ad aspettare, in attesa di sentire i passi fuori dalla mia porta.
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Guisgard 20-11-2017 17.31.08

Il pomeriggio vagava pigro e lento verso la sera, con il crepuscolo che annunciava il suo arrivo rendendo il cielo di un vago cobalto.
Il gatto faceva le fusa ed in tv correvano rapide immagini a basso volume.
Ad un tratto Altea vide lo schermo che cominciava a mostrare interferenze, con i programmi che di colpo iniziavano a scattare.
Anche il suo cellulare sul tavolino si accese, nonostante non ci fossero né chiamate, né sms.

Guisgard 20-11-2017 17.31.21

Fuori era pomeriggio.
Lo si vedeva dalla finestra in alto a destra.
Non aveva sbarre, ne chiusure particolari, ma fuggire da lì, saltando fuori, non era molto consigliabile.
Erano al primo piano e di certo nel saltare giù il rischio di rompersi una gamba era concreto.
E poi c'era quel cane, quel grosso alano che abbaiava per un nonnulla.
Ad un tratto Gwen sentì dei passi avvicinarsi.
Poi la porta si aprì.

Altea 20-11-2017 17.34.39

Sembrava un pomeriggio tranquillo..Black accucciato sulle gambe ma un fatto misterioso accadde..la tv e il cellulare davano segnali strani. Black iniziò a essere nervoso e fuggì mentre prendevo il cellulare e cercavo un punto della stanza..forse erano interferenze magnetiche.

Lady Gwen 20-11-2017 17.36.37

Dalla finestra in alto, il cielo si scuriva sempre di più e l'abbaiare occasionale del cane ad una macchina passeggera rompeva la quiete dell'estrema periferia.
Ecco, quel cane, oltre l'altezza, era un ottimo deterrente, che demoliva sul nascere qual si volesse tentativo di fuga.
Ma io non ero mai fuggita, non avevo mai nemmeno tentato.
Come mai?
Ad un certo punto, i passi e la porta.

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Guisgard 20-11-2017 18.07.24

Ancora per qualche minuto il cellulare restò come impallato e la tv con le immagini segnate da quelle interferenze sul segnale satellitare, poi finalmente tutto tornò normale.
Sul monitor ripresero i programmi ed il cellulare di Altea squillò.
Era il suo manager che chiamava.
La scrittrice si accorse però che il suo gatto non c'era più.

Guisgard 20-11-2017 18.08.54

La porta si aprì ed entrò un giovane di bell'aspetto, moro, con occhi scuri e l'espressione inquieta.
Posò sul tavolino un vassoio con della pasta al pesto, pesce grigliato e purè di patate.
Guardò poi Gwen per un istante.
Un attimo dopo il cane cominciò ad abbaiare e a ringhiare.
Allora Elv si avvicinò alla finestra, controllando se ci fosse qualcuno.
Ma nessuno si era avvicinato alla casa.
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Altea 20-11-2017 18.15.54

Tutto tornò normale..rimasi perplessa e non vidi Black. Il telefono squillo' e risposi immediatamente anche per dire al manager il fatto accaduto.."Pronto sono Altea.."

Lady Gwen 20-11-2017 18.17.18

Elv entrò dalla porta col vassoio della cena.
Ricambiai il suo sguardo, sbattendo un paio di volte le palpebre, ma mentre prendevo la forchetta per mangiare il cane iniziò ad abbaiare e ringhiare.
Non sembrava fosse successo qualcosa, perchè sembrava che lui non avesse visto nulla, ma capitava che abbaiasse ad altri animali che si avvicinavano.
Così, iniziai a mangiare, chiedendomi fra me e me se sarebbe rimasto qui, come a volte faceva, o sarebbe andato via.
Quella sua espressione inquieta mi sembrava a tutt'oggi così strana sul suo viso, non sembrava per niente il ragazzo un po' schivo, ma comunque accomodante e quasi tenero che avevo conosciuto, c'era quel qualcosa che non riuscivo ancora ad afferrare.

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Guisgard 20-11-2017 18.24.40

“Ehi, bella...” disse il manager di Altea al cellulare “... tutto ok? A che punto siamo con la stesura del nuovo lavoro? Sai che ti ho organizzato un incontro con alcuni tuoi lettori? Per pubblicizzare il nuovo libro.” Ridendo. “A proposito... ho provato a chiamarti poco fa, ma il cellulare era irraggiungibile... dove sei?”

Guisgard 20-11-2017 18.24.54

Elv appurò che nessuno si fosse avvicinato alla casa e lanciò un urlo al suo cane per zittirlo, ma quello continuò ad abbaiare e ad apparire nervoso.
“Mio nonno” disse Elv guardando Gwen che mangiava “è alquanto nervoso... la tv non funziona e lui diventa intrattabile se non può guardarsi il telegiornale... uscirò quindi a prendergli una torta... ne vuoi un po' anche tu?” Con tono basso.

Lady Gwen 20-11-2017 18.33.55

Il cane non voleva saperne di zittirsi e continuava ad abbaiare.
Lo guardai alla sua domanda vagamente perplessa, poi annuii piano, non aveva senso rifiutare.
Il suo tono era basso e mi dava i brividi, nulla a che vedere con quel suo modo di parlare, un po' impacciato, che aveva un anno fa.
Chissà se era tornato tutti i giovedì alla tavola calda, magari per non destare sospetti, oppure no.
Non ricordavo la sua assenza o meno in casa a quell'ora del giovedì, e ovviamente dubitavo me l'avrebbe detto, se glielo avessi chiesto.
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Guisgard 20-11-2017 19.14.39

Elv restò a guardare Gwen per un altro istante, poi uscì, chiudendo la porta a chiave dietro di sé.
Il cane non cessava di latrare ed aggirarsi inquieto nel cortile davanti l'abitazione.
Come se qualcosa lo inquietasse.
Dopo un po' smise e si rintanò nella sua cuccia.
Allora la ragazza sentì ancora quei passi, la porta si aprì ed entrò ancora Elv.
Aveva un piattino su cui c'era una fetta di torta con ricotta e pere.
“E' fresca di giornata...” disse lui “... anche mio nonno ha apprezzato...” porgendole il piatto “... sentirai dei rumori provenire dal tetto... sarò io se la tv continuerà a fare le bizze.”

Lady Gwen 20-11-2017 19.22.55

Non disse nulla e rimase a guardarmi, come sempre, poi uscì chiudendo la porta, con lo scatto della chiave che mi era così familiare.
E per tanto tempo, mentre finivo di mangiare, il cane continuò.
Ad un certo punto forse si rassegnò e cessò di sbraitare.
Avevo finito da un po' di cenare e la figura sottile e longilinea di lui riapparve, con una torta.
"Grazie..." mormorai prendendo la torta, che avevo scoperto essere ricotta e pere.
Ricordavo che ce n'era una molto simile alla tavola calda.
Annuii riguardo la tv e realizzai che era da quando mi trovavo qui che non ne guardavo; passavo tutto il mio tempo a leggere, ormai ero convinta di aver letto tutti i libri che c'erano nella stanza, alcuni li avevo anche riletti, ma dopotutto, era l'unico modo per passare il tempo e cercare di non impazzire.
"Non è più arrabbiato per la tv?" mormorai, con un leggero sorriso.
Stentavo a riconoscermi, una volta sarei stata più socievole, spigliata, estroversa, ma ora?
Ora avevo quasi paura di parlare.
Ero cambiata molto, in un anno, non sapevo se in peggio o in meglio, ma di sicuro ero cambiata.

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Altea 20-11-2017 21.53.51

Mi guardavo attorno cercando il mio gatto nero, ma era sparito.
Poi sentii le parole del mio manager.."Fans? Dovrei esserne lusingata, ma perché mi sottoponi a tale angoscia, si so che il mistero di Agarthi è affascinante ma mi troverò persone a pormi mille congetture..per favore limitati solo a farmi firmare i libri con gli autografi" sospirando.."Il nuovo libro, non ho ancora idee in merito, sinceramente...magari potrei farlo su quei giochi di robot atleti che si battono sul ring" ridendo amaramente per poi sussultare alla sua ultima domanda.."Non ero da nessuna parte, stavo guardando tranquillamente la tv a casa mia ed è accaduto un fatto strano, la tv ha iniziato a dare segnali strani e il mio cellulare si accendeva solo come se arrivassero sms o chiamate...infatti mi sono spaventata, forse ci sono strane onde elettromagnetiche ma non era mai accaduto".
Iniziai a gironzolare per il grande salotto.."Tra l' altro dopo questo fatto Black è sparito misteriosamente. Dimmi dove devo trovarmi per questo incontro con i fans?" sistemandomi lo spacco che si era aperto più del dovuto, gesto di totale indifferenza alla fama.

Guisgard 21-11-2017 00.05.17

“La torta lo rasserenerà per un po'.” Disse Elv a Gwen. “Dopotutto fra un'ora ci sarà un altro telegiornale.” Guardando poi la tv.
Allora si avvicinò al monitor e lo accese.
“Di tanto in tanto” mormorò prendendo il telecomando “andrebbe accesa o finirà per guastarsi.” Cambiando i canali. “Ora sembra funzionare... meglio così, mi seccava salire sul tetto.” Chiudendo la tv. “Ti servono altri libri?” Dando un occhio alla libreria.

Guisgard 21-11-2017 00.05.41

“Verrò a prenderti io domattina, non troppo presto.” Disse il manager ad Altea. “Andremo insieme all'incontro con i fans. Quanto al tuo nuovo libro, beh, sei tu la grande romanziera, no? Mi fido del tuo estro. E non guardare troppa tv, mi raccomando. A domani, bella.” E staccò.
La tv ora sembrava andare bene e trasmettevano il telegiornale.
Ad un tratto il gatto sbucò da sotto il divano.

Lady Gwen 21-11-2017 00.14.37

Gli diedi un altro veloce sguardo, poi pensai alla torta e la finii poco dopo.
Ad un certo punto, accese la tv.
Un altro telegiornale.
Un altro telegiornale in cui non si sarebbe parlato di me.
Nessuno li avrebbe fatto, dopo un anno.
'Cameriera scomparsa a Capomazda City', 'Presunto rapimento in una tavola calda del centro' avrebbero recitato i titoli alla tv.
Un anno fa.
Non adesso.
Adesso, sicuramente nessuno si ricordava di una cameriera scomparsa o di un presunto rapimento.
Tanta gente spariva, perchè io avrei dovuto essere più importante?
Non c'era un motivo.
Tornai alla realtà a quella domanda e annuii, stavolta però con più convinzione, perchè dovevo riempire il mio tempo in qualche modo, fin tanto che ero qui.
Fin tanto che ero qui...
Non sapevo nemmeno quanto ci sarei rimasta.
Forse per sempre, forse per un altro mese, un giorno in cui lui sarebbe venuto qui spalancando la porta a dirmi di andarmene perchè era stanco di avermi in casa.
O forse, erano solo congetture.

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Guisgard 21-11-2017 00.21.06

"Bene." Disse Elv a Gwen. "Che genere di libri preferisci leggere?" Chiese sempre con la sua espressione seria, mentre in tv scorrevano le varie immagini e notizie del telegiornale.

Lady Gwen 21-11-2017 00.28.44

"Non saprei... Non ho preferenze..." risposi, con una leggera alzata di spalle.
'Chiusura delle borse di Tokyo e New York', 'Serie B per la squadra di Capomazda City'
Nessuna cameriera scomparsa, nessuna.
"Davvero, va bene tutto..."
'Intercettazioni riguardo traffici illegali della nota azienda...', 'Aumentati i costi del 15%...'
Niente. Ancora niente.
Se mai era stato possibile sparire dalla faccia della terra, io lo avevo fatto, ci ero riuscita.

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Guisgard 21-11-2017 00.38.58

"Ok." Disse annuendo Elv, per poi uscire.
Gwen restò così sola davanti alla tv che lui aveva riacceso prima di andare.
"Passiamo ora allo sport..." la conduttrice del tg "... dalle ultime indiscrezioni pare possa saltare l'atteso incontro di stasera di Tecno Pancrazio tra la squadra Pulstar e quella Quasar a causa di un malfunzionamento dei loro due robot. Non sono state ancora chiarite le cause di questi guasti e si sta cercando di ristabilire l'efficenza dei due lottatori metallici per l'inizio dell'incontro. Passiamo ora al calcio, con lo Squadrone ancora danneggiato da dubbie decisioni arbitrali..."

Lady Gwen 21-11-2017 00.44.03

Ricambiai quel movimento del capo, prima di vederlo ancora una volta andare via.
Sentivo distrattamente le notizie sportive in sottofondo, anche se era piacevole sentire altro che non fosse silenzio, e intanto pensavo a quali libri mi avrebbe portato, al fatto che non mi avesse mai detto il motivo per cui mi aveva segregata qui dentro, cosa pensasse, ma pensavo anche che probabilmente non avrei avuto tutte le risposte.

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Guisgard 21-11-2017 00.50.07

Il pomeriggio trascorreva lento e malinconico, con la tv che rimandava ancora ed ancora le notizie del telegiornale.
Dopo circa un'ora Gwen sentì ancora dei passi.
Elv entrò e le mostrò dei libri.
"Sono romanzi..." disse "... d'Amore, con tutti lieto fine..." posandoli sul letto "... se ti occorre altro dimmelo... sono in cortile a spazzare le foglie..." indicando la finestra da cui l'avrebbe visto "... ho promesso a mio nonno di farlo prima di sera..."

Lady Gwen 21-11-2017 00.55.36

Di sicuro era passata un'ora, ma a me sembrava fossero dieci.
Il pomeriggio passò lento, come tutti gli altri, finchè lui non tornò con dei romanzi d'amore.
Buffo, io forse nemmeno lo avrei mai avuto un lieto fine...
Ecco, per fortuna il sarcasmo non lo avevo perso.
Non seppi perchè, ma nel momento in cui lo vidi andar via, per spazzare le foglie, feci come per dirgli qualcosa, non sapevo nemmeno io cosa, dunque mi rannicchiai sul letto prendendo un libro a caso e facendo finta di nulla.

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Clio 21-11-2017 02.44.14

Vi fu un tempo, in cui gli uomini erano pronti a sacrificare se stessi, il proprio sangue, la propria carne per quello in cui credevano.
Un mondo di guerrieri, di combattenti, di eroi, di cavalieri.
Un mondo fatto di ideali, di ardore, passioni.
Un mondo che ormai, ahimè, vive unicamente in romanzi e racconti, in vecchi e ammuffiti trattati, nascosti in qualche scaffale polveroso nelle biblioteche cittadine.
Oggi tutto era diverso, il mondo e persino gli uomini.
Uomini che non erano nemmeno in grado di combattere, o di badare a se stessi senza l'aiuto della macchine.
Quelle macchine che da una parte erano il trionfo dell'intelletto umano, e dall'altra lo svilivano fino a fargli perdere coscienza di sé.
Non è questo che siamo... siamo molto di più.
Siamo fatti di carne e sangue, passione e cuore, idee e valori.
Siamo cavalieri, gladiatori, guerrieri e soldati.
Siamo uomini, siamo.. andri.
Oh sì, è vero, io sono una donna.
Eppure credete davvero che una donna non possa possedere l'andreia?
Poveri sciocchi...
Restai per un momento ad osservare quei segni sulla mia coscia, quei lividi, tagli, che mi fanno sentire così viva, che mi rendono me stessa oltre ogni giudizio.
La coprii con la calza scura, che alzai lentamente, con movimenti delicati e leggeri, per non romperla.
La fissai ai gancini mentre controllavo che tutto fosse a posto.
No, un occhio disattento non avrebbe visto nulla del mio segreto.
Non avrebbe visto la mia vera essenza sotto quella leggerissima stoffa.
Nessuno sapeva chi fossi davvero, nessuno che appartenesse a questa città, a questo tempo, a questo mondo, almeno.
Guardavo la città dall'alta vetrata e tutto mi sembrava tutto così lontano e indistinto, e insieme così chiaro, mentre finivo di vestirmi indossando gli alti stivali neri e l'abito del medesimo colore.
Sì, sembravo una di loro, ma uno sguardo attento non si lascerà ingannare dalle apparenze: sentivo ancora le parole proibite riecheggiare nella mente, come un mantra da portare con me, anche quel giorno.

«Avevo sognato un secolo di cavalieri forti e nobili, dominatori di sé prima che dominatori di altri. L'essere umano si è barricato dietro il proprio egoismo e il proprio piacere. La virtù ha abbandonato il suo canto naturale, l'aria è carica di tutti i rinnegamenti morali e spirituali. Noi usciremo da questo decadimento solo attraverso un'immensa rettificazione, reinsegnando agli uomini ad amare, a sacrificarsi, a vivere, a lottare e a morire per un ideale superiore. Contano soltanto la fede, la fiducia ardente, l'assenza completa di egoismo e di individualismo. Contano soltanto le qualità dell'anima, le sue vibrazioni, il dono totale, la volontà di tenere alto al di sopra di tutto un ideale nel disinteresse più assoluto. Giunge l'ora in cui per salvare il mondo vi sarà bisogno del pugno di eroi e di santi che faranno la riconquista. Respirare, riprendere a credere alla virtù, alla bellezza, alla bontà, a un amore, sentir danzare attorno a sé sulle onde mille altre vele gonfie di vento portate da uno stesso soffio verso la stessa chiamata. Quando il mare dorato vedrà affluire questo biancore la rivoluzione sarà in marcia levata sulle vette di questa flottiglia di anime!»

Sorrisi, un sorriso determinato e caldo guardava la città, ignara di tutto ciò che l'aspettava.
Ignara del destino che avevamo preparato per lei, per loro, per questo mondo corrotto.
Questo mondo in cui gli uomini non sapevano più nemmeno vivere senza le macchine, questo mondo senz'anima, né passione.
Oh, vedrete...
Ormai ero pronta, afferrai la borsa, mi sistemai il cappello sulla testa e mi diressi verso il mio appuntamento.
Era molto tempo ormai che collaboravo con quelli del Tecno Pancrazio, mi avevano chiamato tempo fa per una consulenza, e ora sembravano non poterne fare a meno.
Lodevole da parte loro questo cercare di emulare la gloria del passato, ma quello che ignorano e che ignoreranno sempre è che il Tecno Pancrazio non potrà mai essere alla pari del Pancrazio o della Gladiatura, un combattimento finto, in cui non si rischia niente non potrà mai competere con il supremo dono di se stessi.
Ma loro questo non lo capiranno mai.
Loro si sentono virtuosi, illuminati, moderni.
Come se "moderni" fosse un complimento...
Ma io glielo lascio credere, ascolto i loro dubbi, li consiglio, sviluppo strategie, idee, li informo sui colpi, sugli stili, sui tipi di combattimento.
Dopotutto mi pagano per farlo, no?
Sono una storica, infondo, spetta a me custodire il sapere del passato in quest'epoca così proiettata verso il futuro.
E scoprirete che prendo il mio lavoro, la mia missione molto, molto seriamente.
Ed eccola lì, l'Arena Fap, il centro pulsante di questo nuovo sport.
Scesi dall'auto e mi diressi verso gli uffici, dove mi stavano aspettando.
Guardai l'orologio, ero in perfetto orario.

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Altea 21-11-2017 14.00.05

La conversione si chiuse e rimurginavo tra me...e poi questo "bella..bella..che confidenza..".
Mi liberai i piedi dai vertiginosi tacchi alti e mi sdraiai sul divano di seta damascato allungando le gambe..un po' di pace..e mi misi a guardare il telegiornale mentre, sorridendo, vidi Black uscire dal divano.

Guisgard 21-11-2017 16.46.13

Elv andò via e Gwen si rannicchiò in un angolo della stanza, mentre fuori il cielo assumeva un malinconico alone color cobalto sbiadito, reso quasi rarefatto dall'aria fredda del tardo meriggio.
Mentre sfogliava il libro, la ragazza sentì fischiettare.
Era lui nel cortile impegnato a spazzare via le foglie.
Ora sembrava meno cupo, più rilassato e forse persino spensierato.

Guisgard 21-11-2017 16.46.29

Altea si mise comoda sul divano e vide il suo gatto rispuntare fuori.
“C'è molta attesa per l'incontro di Tecno Pancrazio di stasera...” disse la conduttrice del tg alla tv “... tuttavia non è ancora chiaro se l'agone ci sarà, visti gli inaspettati problemi sorti ai robot delle due squadre in gara.”

Altea 21-11-2017 16.51.43

Mi abbassai a guardare il gatto quando sentii lo speaker alla tv e alzai appena la testa.."Ma come mai i robot hanno dei problemi?" pensierosa.."Strano..sembra oggi la tecnologia faccia le bizze".
Mi alzai completamente e telefonai a mio padre per sapere se pure lui ne sapesse qualcosa o avesse avuto problemi.

Guisgard 21-11-2017 16.54.41

Clio arrivò all'impianto sportivo dell'Arena Fap, dove parcheggiò e si diresse poi verso gli uffici, sede della FATP, ossia la Federazione Afragolignonese Tecno Pancrazio.
Qui, in un'ampia stanza bianca con quadri di artisti romantici alla parete, la ragazza fu accolta dall'avvenente segretaria di Lord Corcionne, il presidente della federazione, nonché ministro dello sport.
“Carissima dottoressa.” Disse l'anziano uomo alzandosi dalla sua scrivania in noce per porgerle la mano. “Come sta? Sono lieto di vederla. Purtroppo siamo alle prese con degli imprevisti, quanto mai inaspettati.” Sedendosi e pregandole di fare lo stesso.

Clio 21-11-2017 16.59.43

Arrivai agli uffici e mi diressi da Lord Corcionne, come di consueto.
Gli sorrisi mentre stringevo la mano.
"È un piacere ritrovarla.. " con un gentile cenno del capo, per poi accomodarmi.
A quelle parole restai impassibile ma in realtà ero particolarmente incuriosita.
Ah sì? Che dispiacere...
"Davvero?" dissi soltanto "Che genere di problemi?" lievemente preoccupata.

Lady Gwen 21-11-2017 17.00.11

Mi misi a leggere, mentre il tempo passava ed il cielo si scuriva.
Ad un certo punto, sentii fischiettare.
Posai il libro e mi affacciai alla finestra, vedendolo tranquillo e intento a spazzare le foglie secche.
Sembrava rilassato, spensierato.
Mi dava l'impressione del cielo invernale, quando da grigio, cupo e scrosciante di pioggia lascia intravedere sprazzi di azzurro.
E rimasi lì, appoggiata al davanzale, a guardarlo.

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Guisgard 21-11-2017 17.18.39

“Si...” disse il padre di Altea rispondendo al telefono “... chi parla?”

Guisgard 21-11-2017 17.18.56

“Pare che entrambi i due robot” disse Corcionne a Clio “abbiano guasti nel normale funzionamento. Naturalmente ognuno in modo diverso. Eppure è strano, entrambi gli automi sono di primissimo livello. Sono in costante contatto con le officine, in attesa di saperne di più. Va vederla qui adesso mi da speranze di poter risolvere a questione. Rimandare infatti l'incontro sarebbe un vero problema, sia per gli sponsor, sia per i biglietti già venduti e sia per le scommesse già registrate.”

Guisgard 21-11-2017 17.19.10

Ad un tratto Elv si fermò e si sgranchì le braccia.
Nel farlo alzò lo sguardo in alto, verso la finestra e trovò Gwen ferma a fissarlo.
Ed anche lui restò a guardarla.

Altea 21-11-2017 17.23.30

"Papi...sono Altea...non fare sempre lo studioso serio" ridendo "Volevo chiederti se tu oggi hai notato dei fenomeni strani negli impianti elettrici od elettronici...io ho avuto uno strano fatto sul cellulare e sulla tv e alla tv ora stanno dicendo pure i robot di Tecno Pancrazio non sono funzionanti..che strano..tra l' altro l' Arena Fap non è lontana da qui visto è quasi in periferia" accarezzando il gatto.

Lady Gwen 21-11-2017 17.24.00

Ero rimasta assorta mentre lo guardavo, tanto da accorgermi solo dopo che anche lui mi stava guardando, dopo essersi fermato.
Istintivamente, un poco mi ritrassi, ma restai comunque a guardarlo, poggiata alla cornice della finestra.
Non riuscivo a capire cosa pensasse quando mi guardava, i suoi occhi erano talmente scuri e profondi da perdercisi dentro, impenetrabili e intensi.

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Clio 21-11-2017 17.26.57

Ascoltai la spiegazione con un certo interesse.
Mi piaceva, mi piaceva eccome sapere che c'erano stati di problemi ai robot, anche se io non ero al corrente della cosa.
Eppure era strano, perché normalmente conoscevo i problemi dei robot molto prima che li avessero.
Normalmente li pianificavamo, li studiavamo a tavolino, li portavamo in atto.
Ma questo ovviamente il mio interlocutore non poteva saperlo, non doveva saperlo.
Nessuno sapeva chi fossi in realtà.
"Oh che cosa strana...." pensierosa "E mi dica, come posso esserle utile questa volta?".


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