Era qualcosa di luminoso, molto chiaro, come emanasse l'essenza della luce stessa.
Velocizzai ancora di più il ritmo, ancora, ancora, ma alla fine mi sentii afferrare.
Urlai forse, mi dimenai, ma non ce la feci.
Mi trascinò e poi fu solo il buio.
Era stato certamente un finale penoso, per la mia vita, lontana dalla mia famiglia, lontana da Elv e troppo presto, per una vita ancora giovane tutta da vivere, ma cosa fare?

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Quando Gwen riprese conoscenza si ritrovò in una caverna sotterranea, che a giudicare provenienti dalle pareti rocciose sembrava essere sommersa sul fondale della laguna.
Era da sola eppure un senso di angoscia, di oppressione e paura pareva trasmettere quel luogo.
Ad un tratto sentì dei passi e vide dalla penombra giungere una figura.
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Ripresi conoscenza e subito non capii.
Poi, ricordai tutto.
Ricordai quel bastardo di Sentenza che mi buttava in acqua, la bestia che mi afferrava e poi nulla.
Ero in una caverna, la stessa che Elv doveva aver trovato e forse Sentenza l'aveva messo fuori gioco proprio per questo.
Speravo solo che Elv fosse più forte di lui e fosse sopravvissuto, ma ero certa che ce l'avesse fatta.
Mi inquietai quando vidi una figura avvicinarsi.
Mi schiacciai contro le pareti viscide e umide della roccia.

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Mi avvicinai agli uomini e ascoltai ciò che avevano da dire su quella faccenda.
Mi chiedevo come potesse essere legata a quanto ci aveva raccontato il pescatore sul pesce spada, in effetti.
Come potevano essere legate le due cosa?

Ma due fatti così strani non potevano certo essere slegati l'uno dall'altro. Certo, potevano non c'entrare niente, ma da qualche parte dovevamo pur cominciare.
Così, incuriosita, continuai ad ascoltare.
"Una bestia, addirittura?" pensierosa "E come mai non pensano a un uomo? Sono così bestiali queste agressioni?" sempre con l'aria inenua e sconvolta.
Se c'erano delle bestie incontrollate che aggredivano le persone potevano anche rubare un pescespada per mangiarselo in un sol boccone, no?

La porta era chiusa, chi mai suonava questa musica e bussai forte "Posso entrare, questa musica mi ha portata fino qui, mi chiamo Altea". Il cuore batteva forte nella attesa.

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Una figura prese firma nel buio della caverna.
Era alta più di due metri ed aveva una stazza non indifferente, sebbene i suoi tratti non erano ben visibili nell'oscurità.
Rimase immobile a fissarla dal suo rifugio di tenebra e mistero.
Intanto, alla taverna del porto, Destresya ascoltava ciò che dicevano quegli uomini.
"Beh, ci sono molti animali feroci nelle foreste più interne dell'isola." Disse uno di quelli alla ragazza. "Insomma non è raro che possano aggredire l'uomo."
Nel frattempo, alla villa sulla scogliera, Altea aveva bussato.
La musica cessò all'istante.
"Avanti, la porta è aperta." Una voce dall'interno della stanza.

Era quella bestia.
Era enorme e capii che era davvero questa che avevamo visto quella sera.
Era terrificante, sconcertante ed ero certa di non avere più scampo.
Se non ero morta poco fa, quando mi aveva trascinata in acqua, ero certa che sarei morta ora.
Non fiatai e non mi mossi quando rimase a fissarmi, non sapevo cosa fare e cosa dire.
Soprattutto perchè ero consapevole che ormai non ce l'avrei fatta.

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Mentre quella misteriosa figura se ne stava nel buio a fissare Gwen, da un altro lato della caverna arrivò qualcun altro.
"Eccola la nostra ricca rampolla che ama fare la fidanzatina della sua guida." Disse Sentenza alla ragazza puntandole la pistola. "Ma non temere, condividerete la stessa morte." Con un ghigno.

Arrivò un'altra figura.
E stavolta, avrei preferito la bestia, ero sincera.
Guardai con astio Sentenza mentre mi puntava la pistola contro.
"Qual è il vantaggio in tutto questo? Perchè lasciare libera e controllare una creatura simile?" dissi, con tono piatto.

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"Non pretendo che tu possa capire." Disse Sentenza a Gwen. "Siamo all'alba di una nuova era per l'umanità. Quella che tu chiami bestia è un capolavoro di evoluzione e presto ce ne saranno altri. Creature potentissime pronte ad obbedire ai pochi eletti in grado di governare questo mondo." Ridendo lui.