Camelot, la patria della cavalleria

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Guisgard 06-10-2010 16.18.08

Le Martiri di Cartignone
 
"E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli."
(Matteo, 16, 13)



La foresta era avvolta dall’oscurità e da una densa e perenne umidità
I tre soldati avevano trovato quel cunicolo ed accendendo una torcia decisero di scendere in quell’Ade.
“Sembrano antiche catacombe…” disse uno di loro.
“Già… eppure non dovrebbe esserci nulla di simile in questo posto…” rispose quello che sembrava essere il capo dei tre “… tieni più in alto quella dannata torcia, o finiremo per perderci in questo stramaledetto luogo!” Gridò a quello che teneva la torcia.
“Signore, siate clemente e pietoso con questi luoghi…” intervenne il terzo “… meglio non disturbare il sonno dei morti…”
“Al diavolo…” mormorò il capitano “… bisogna temere l’odio dei vivi, non la vendetta dei morti!”
“In un posto come questo…” disse il primo “…c’è da temere qualsiasi cosa… e non mi meraviglierei di certo se sbucasse fuori il demonio in persona…”
“Fate silenzio!” Ordinò il capitano. “Avete sentito?”
“Cosa, signore?”
“Ho sentito una sorta di lamento, un gemito…” disse il capitano.
“Ma… siamo certi di saper uscire poi da questo posto?” Chiese quello con la torcia.
“Ecco, di nuovo!” Esclamò il capitano. “Stavolta l’ho udito davvero! Ne sono certo!”
“Anche a me è parso di udire qualcosa…”
“Da questa parte, presto!” Ordinò il capitano. “E tu, illumina per bene la strada!”
“Per l’Inferno… cos’è questo fetido? E’ impossibile respirare!”
“Questo luogo è un’immensa cloaca!” Disse il capitano.
Ad un tratto un chiaro gemito si udì echeggiare in quelle catacombe.
“Cosa… cosa è stato?” Chiese quello con la torcia.
Il capitano non rispose, strappò la torcia al suo soldato e cominciò a camminare lungo lo stretto passaggio davanti a loro.
Di nuovo si udì quel gemito, che sembrò gelare il sangue dei tre soldati.
“Torniamo indietro, signore... questo luogo è davvero maledetto…”
“Silenzio…” disse il capitano, mentre con la torcia cercava di illuminare ciò che si trovava davanti a loro.
Allora, da lontano il chiarore della torcia rese visibile il bordo di una piccola cappella, che sembrava aprirsi nelle consumate e maleodoranti pareti di quel luogo.
E di nuovo quel gemito, ancora più chiaro ed angosciante, fu udito dai tre.
Il capitano illuminò l’apertura della cappella ed agli occhi dei tre si mostrò il suo orribile contenuto…
Due corpi che vagamente ricordavano quelli di due giovani adolescenti, martoriati e profanati con ogni sorta di violenza.
Lamine di grezzo bronzo e schegge di levigata ed affilata pietra erano conficcate in ogni parte dei loro corpi, mentre la pelle che doveva ricoprire quelle carni rosse di sangue non esisteva più.
Negli occhi, nelle orecchie e nelle narici, le povere sfortunate avevano conficcati chiodi di ferro e nella bocca non avevano né più denti, né più lingua.
L’orrore ed il disgusto per quell’inumana scena si impossessò dei tre soldati.
Ma ben più terribile fu il loro sgomento quando si accorsero che una di quelle due miserabili era, sebbene ancora per poco, viva…


LE MARTIRI DI CARTIGNONE



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Quella mattina Camelot si svegliò sotto un pallido Sole, velato da alte e sottili nubi che rendevano spento il cielo sopra il reame.
Le alte torri, i dongioni ed i campanili delle chiese erano ancora accarezzati da una leggera ma insistente foschia.
Il corteo attraversò la strada principale, sotto gli sguardi della gente che rendeva omaggio e si prostrava al passaggio di quelle nobili figure.
Tre uomini, che dalle lunghe vesti tradivano essere chierici, guidavano quel corteo, mentre dieci cavalieri, cinque per parte ai lati dei tre uomini di Chiesa, li scortavano.
Al centro di quella scena, tre paggi portavano un massiccio crocifisso e due grossi ceri accesi.
Il corteo giunse alle porte del palazzo reale ed uno dei tre chierici cominciò a parlare al capitano delle guardie reali:
“Siamo inviati da sua grazia il vescovo. Egli ben conosce il valore e gli ideali dei nobili cavalieri di re Artù, la loro devozione alla cavalleria ed il loro attaccamento alla Fede. Ecco perché sua grazia ci incarica di chiedere al re di arruolare più cavalieri possibili da inviare nel nord del paese, dove qualcosa di oscuro sta avvenendo.
La lontana terra di Cartignone sembra essere nella morsa del male più profondo ed assoluto. Camelot è sempre stato un reame baluardo dei più alti valori e dei più profondi ideali. Ecco perché sua grazia sa che il suo appello non sarà ignorato.”

llamrei 06-10-2010 20.20.24

Quella mattina mi alzai presto. L'intento era quello di recarmi presso il mercato per acquistare alcuni mazzetti di buona lavanda inglese. Mi ero promessa di preparare qualche sacchettino per profumare gli abiti da regalare alla mia amica Elisabeth.
E invece mi imbattei in uno strano corteo. Sembra che uno strano destino stia avvolgendo le terre del nord del paese...e uomini valorosi sarebbero stati di grande aiuto per difendere le povere genti...A Camelot di certo non mancavano gli uomini prodi...ma il solo pensiero di restare lontana per lungo tempo dai miei amici...mi lancinava il cuore....Già era successo in passato...e la lontanza, il non sapere che cosa sarebbe accaduto loro...era per me devastante...
E mentre riprovavo dentro al cuore quelle conosciute sensazioni...già ero coscente delle mie azioni: nulla avevo da perdere. Di certo non volevo stare qui, protetta da queste mura e dal calore della buona gente, ad aspettare gli amici tornare...Avrei invece deciso di seguirli, se il re acconsentirà ad inviarli in questa spedizione....che loro vogliano o meno. Llamrei gli starà attaccata alle costole;)

cavaliere25 06-10-2010 20.41.58

Ero in mezzo alla foresta con il mio arco e le mie frecce quella mattina avevo pensato bene di andare a caccia il tempo non era molto bello sembrava tenebroso mi giravo e rigiravo tra gli alberi ma non riuscivo a vedere o sentire nulla sembrava una foresta disabitata

Morrigan 06-10-2010 20.58.20

L'amore per l'ordine, l'aveva sempre considerato una buona qualità.
Non faceva parte della sua natura, ma proprio per questo motivo, forse, l'aveva perseguito fin da principio, come uno degli obiettivi da conquistare lungo il cammino, al fine di migliorare se stesso e la sua anima.

Morven osservava quei cavalieri, il loro portamento, il loro equilibrio, il loro perfetto equipaggiamento, e non poteva che perdersi in quella riflessione. Sarebbe giunto anche per lui quel giorno? Avrebbe cavalcato elegantemente in un corteo, ammirato da tutti e rispettato? Avrebbe mai ricevuto il riconoscimento di un nobile o di un re?
Con sguardo attento, seguì il corteo e, sempre tenendosi a discreta distanza, osservò il chierico rivolgersi al capitano delle guardie reali.
Quel cavaliere sembrava ascoltare le parole rivoltegli con profondo interesse e sempre crescente preoccupazione e attenzione.
Cosa stava accadendo? Quale novità era giunta a Camelot, in quel giorno?
Sebbene fosse cosciente di dover rimanere in disparte per quanto possibile, e sebbene sapesse, per prudenza, di dover evitare qualsiasi contatto in ogni nuovo luogo che visitava, quella volta Morven decise di infrangere le sue stesse regole. Sentiva in quell'aria del mattino il profumo di una nuova avventura, che lo avrebbe condotto via... forse la mia occasione!
Si sistemò meglio il giustacuore, drappeggiò attentamente il mantello a coprirsi il viso, quindi con discrezione si accostò ad uno dei paggi che reggeva un cero.

"Una parola, messere...", esordì, attirando l'attenzione del giovane "che cosa sono venuti a chiedere questi nobili signori presso la corte di Camelot?"

elisabeth 06-10-2010 21.14.05

Se c'era una cosa che adoravo era uscire presto da casa, ero in sovrapensiero , tramite Pico il mio gatto mi era arrivato un messaggio dal mio maestro Templare........dovevo staccare per un po' con i miei studi e indossare mantello e spada..........Mi accorsi del corteo e dei tre chierici, mi avvicinai incuriosita ascoltai quello che dissero al capitano delle guardie......compresi in quel momento cio' che avevo letto sul messaggio......Non rimasi oltre, decisi di tornare a casa.....e nel farlo incontrai Llamrei....." Mia cara, sono felice di rivedervi.........anzi....che ne dite...ho delle nuove erbe e il loro infuso e' delizioso......vi va di scambiare due chiacchiere ...... in realta' ho la necessita' di chiedervi una cosa importante........e non ho voglia di perdervi di vista.....almeno non rpima di chiedervi un favore....vi prego, seguitemi in casa saremo piu' tranquille...."..........avevo Pico tra i piedi......speravo solo che llamrei avesse colto il mio invito......avevo bisogno di una compagna......E dovevo essere molto veloce a presentarmi per essere arruolata

lady_Empi 06-10-2010 21.38.14

<seduta sulla radice sporgente di un'antica quercia, nel cuore della foresta, la fata era in perfetta comunione con il suo elemento, la Terra. Pareva immobile, circondata dalla pallida luce verde che celava il suo corpo agli occhi umani. Udì dei passi e lentamente voltò lo sguardo in direzione del suono. Scorse cavaliere25 che avanzava tra gli alberi, sembrava sperduto. Allargò le ali e le lasciò vibrare producendo un flebile suono udibile ad orecchie umane. Contemporaneamente il vento le recò un vociare intenso proveniente dal castello di Camelot>
Oh bene
<mormorò la fata lasciandosi andare ad un guizzo di curiosità>
Finalmente accade qualcosa...cominciavo ad annoiarmi
<sorrise>

Guisgard 07-10-2010 00.23.11

La foresta.
Primordiale, arcana, ma soprattutto viva.
Empi aveva percepito qualcosa.
Camelot, cavalieri, avventura, bene e male.
"Sempre a volgere lo sguardo verso le umane vicende, vero?"
Empi udì quella voce e la riconobbe.
"Ma stavolta, forse, avrai anche il permesso per avvicinarti ai tuoi amati umani!" Continuò quella voce.
Era Fergot Higgins, Gran Capomastro del Piccolo Popolo e fedele consigliere del re Oberon.
"Sembra che il gran consiglio abbia scelto proprio te, giovane Empi, per un compito delicato e di grande importanza!"
In quel momento, precedetuta da un intenso e luminoso alone, apparve un'altra figura, anch'ella familiare ad Empi.
"Ragazza mia..." disse Alesia, l'antica maestra della giovane fatina "... so che non deluderai e riuscirai in questo compito."
Fissò poi Fergot Higgins e aggiunse:
"Ora mostragli gli ordini di sua maestà..."
"Ebbene, sarò breve..." cominciò Fergot "... il giovane nipote di sua maestà, il principino Icarion, si è messo in testa di diventare un cavaliere! Il tutto cominciò quando, fuggito di nascosto dal suo palazzo, osservò alcuni umani riuniti in un ordine cavalleresco... da allora il giovane principe non ha altro desiderio che imparare le regole che gli umani chiamano cavalleria. Ovviamente lasciarlo andare da solo nel mondo degli uomini è fuori discussione. Ecco allora che il Gran Consiglio ha pensato proprio a te. Accompagnerai il principe e veglierai su di lui, mentre potrà osservare gli uomini e le loro abitudini. In realtà il giovane Icarion pare sia rimasto affascinato da un cavaliere in particolare. Ma in fondo gli uomini sono tutti uguali e un cavaliere vale l'altro."
"Non direi tutti uguali, mio buon amico." Lo corresse Alesia.
"Vabbè, comunque questo non è da contemplare ora." Rispose Fergot. "Questo è il tuo compito, Empi. E ricordati che il Gran Consiglio e lo stesso re Oberon hanno fiducia in te."
"Ed anche io, mia giovane discepola." Disse Alesia sorridendo alla giovane Empi.
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Guisgard 07-10-2010 00.32.06

Morven, prudente e schivo verso sguardi indiscreti, si avvicinò ad uno dei paggi.
Ma prima che questi potesse rispondere alla domanda di Morven, uno dei cavalieri del corteo si avvicinò.
"Cavaliere..." disse a Morven "... chiedete ad un vostro pari e non ad un semplice paggio. Sappiate, per rispondere a ciò che chiedevate, che questi venerabili chierici vengono a nome di sua grazia il vescovo. Sono qui per arruolare più uomini possibili. Nel nord, in una terra chiamata Cartignone, stanno accadendo oscuri fatti, che il clero di Britannia non riesce a comprendere. Ecco allora che si cerca di formare una valente copagnia di cavalieri per far luce su ciò che accade in quelle lontane contrade. Se siete quindi un degno cavaliere e avete dalla vostra coraggio e Fede non potete non rispondere a questo appello."

Guisgard 07-10-2010 01.58.02

Il palazzo ducale di Cornovaglia dominava l'intera boscaglia circostante, dall'alto di un piccolo e verdeggiante colle.
Il messo vescovile fu accompagnato nella grande sala, dove il duca consumava il suo sontuoso pasto, mentre il suo buffone gli stava seduto accanto, aspettando, come il cane del suo padrone accucciato sotto la sua sedia, un pezzo di carne o un sorso di vino.
"Venite pure avanti..." disse il duca al messo del vescovo.
"I miei omaggi, mio signore." Salutò questi.
"A cosa devo questo onore?"
"Milord, putroppo non per una situazione piacevole..." rispose il messo.
"E voi giungete qui proprio mentre sto mangiando?"
"Perdonate, milord, ma è cosa assai delicata, temo."
"Eh, delicata ma non richiesta.
E' una predica come questa!" Recitò il buffone.
"Parlate, quindi!" Lo esortò il duca. "Restando in silenzio le notizie spiacevoli non migliorano solitamente!"
"Ecco, si tratta di vostro nipote..."
"Cosa è accaduto?" Chiese il duca facendosi serio.
"Mi spiace, milord... ma è stato espulso dall'ordine dei Cavalieri della Luna Nascente..."
"Com'è possibile?" Saltò su il duca. "Sono io che sostengo economicamente l'ordine! E loro mi ricambiano cosi?"
"Calmatevi, mio signore..." cercò di tranquillizzarlo il messo "... stavolta vostro nipote ha davvero esagerato..."
"Al diavolo! Qualsiasi cosa abbia fatto non può giustificare un tale affronto verso di me!"
"Animo indomito, istintivo ed avventato,
così quel ragazzo non sarà mai titolato!" Intervenne il buffone.
"Zitto, bestia!" Lo riprese il duca. "Insomma, io non accetto che mio nipote venga espulso!" Urlò poi al messo.
"Non è definitivo, mio signore..."
"Lo credo bene!"
"Ascoltatemi... si è deciso, insieme al Gran Maestro, che vostro nipote deve imparare un pò di disciplina... è l'ideale sarebbe fargli fare le ossa in una qualche avventura... insomma fargli capire che per un cavaliere conta anche la disciplina e non solo tirare di spada..."
"Mi state dicendo che non ho saputo educare mio nipote?" Chiese contrariato il duca.
"Assolutamente no, milord..."
"E vorrei ben vedere!"
"Cavaliere abile che ben sa tirare di spada,
ma oltre al cuore, anche alla testa bada!" Intervenne il buffone.
"Comunque, sappiate, mio signore..." disse il messo "... che questa cosa la condivide anche sua grazia il vescovo."
Il duca a quelle parole restò in silenzio.
"Potere siprituale e quello temporale.
E' la vita, si sa, questo è normale!" Recitò il buffone.
"E sia..." mormorò il duca risendendosi sul suo seggio "... forse è giunto il momento di far rigare diritto quel benedetto ragazzo... del resto ormai è un uomo..."
"Milord..." disse il messo "... sono certo che vostro nipote, che condivide con voi il nobile sangue blu di queste terre, saprà certo farsi valere."
E detto questo mostrò l'anello vescovile al duca, il quale, sebbene accigliato per la storia dell'espulsione, lo baciò senza indugio.
Un momento dopo, il messo abbandonò la sala.
http://www.francemonthly.com/n/0401/...arcassonne.jpg

Morrigan 07-10-2010 02.17.05

Morven squadrò il cavaliere con sospetto per un istante, ma quando ebbe udito tutto il suo discorso, il suo cuore ebbe un sobbalzo... mio profetico istinto!

"Son cavaliere, ma non del vostro rango, mio signore", rispose infine, quando l'altro ebbe finito "giacchè, nonostante il mio lungo apprendistato, ancora non ho ricevuto la grazia ufficiale dell'investitura... ma ho la mia corazza e ho le mie armi, mio signore, e se servisse il mio sangue, anche quello è pronto al vostro comando, se servite una buona causa!
Di Fede ne ho, e ugualmente di coraggio, e a questo ricco carico aggiungete che ho bisogno di un campo in cui dimostrare finalmente il mio valore... per cui vi chiedo soltanto di dirmi a chi devo rivolgermi per unirmi a questa impresa, e considerate la cosa già fatta!"

Guisgard 07-10-2010 02.26.47

Il cavaliere fissò Morven con entusiasmo.
"Siete dunque in cerca di un'investitura?" Chiese. "Allora ritenete questo giornata davvero fortunata! Unitevi a questa compagnia e servite la sua causa... vedrete che la ricompensa sarà pari al vostro valore."
In quello stesso momento un altro dei cavalieri del corteo si avvicinò e, avendo udito tutto, fissando Morven disse:
"Bene, il vostro braccio ed il vostro cuore farannò la nostra e la vostra fortuna."
Chiamò allora uno dei tre chierici e gli rivelò le intenzioni di Morven.
L'uomo di Chiesa si avvicinò a questi e chiese:
"Siamo lieti che subito un degno combattente come voi abbia risposto alla nostra chiamata. Del vostro valore certo non dubitiamo e tutto ciò che vi chiediamo è di presentarvi... chi siete e da dove giungete, messere?"

Morrigan 07-10-2010 09.06.52

A dispetto dei suoi modi deferenti e delle sue cortesi parole, Morven intuì nella domanda finale di quel chierico un'ombra di diffidenza... e non potrebbe essere altrimenti!
Anche se i suoi abiti erano ricchi e di ottima fattura, e la sua figura era quella di un distinto cavaliere, Morven poteva ben comprendere lo scetticismo di quel sant'uomo.
Il suo aspetto era ancora quello di un giovane appena alle soglie della maturità, più che quello di un vissuto combattente. Il suo fisico, svelto e sciolto da ragazzo, e il volto ancora imberbe, non dovevano di certo trasmettere solidità e sicurezza in quei cavalieri avvezzi alla battaglia.
Ma di certo quei nobili signori non avevano trovato molti uomini disposti a seguirli in quell'impresa che appariva rischiosa, per cui, concluse Morven, di sicuro non sarebbero andati tanto per il sottile se un giovane rampollo, purchè munito di corazza ed armato di tutto punto, avesse messo al loro servizio la sua avventata gioventù.
Forte di questa convinzione, e dell'ansia di conferma che lesse negli occhi dei suoi interlocutori, si piegò in un perfetto inchino e rispose:

"Il mio nome è Morven, mio signore. La nobile famiglia dei duchi di Cassis mi ha dato i natali, ma poichè il mio è soltanto il più verde dei rami cadetti, mi sono allontanato dalla mia casa in cerca di gloria e di fortuna, e sono giunto a Camelot nella speranza di poter trovare un protettore o una giusta causa da servire con la mia vita"

llamrei 07-10-2010 11.19.10

Era sempre una festa trascorrere qualche ora in compagnia di Elisabeth. Ascoltare le sue storie e le sue avventure mi faceva trasportare in un mondo parallelo e liberare la mente. Acconsentii senza esitare di seguirla ed ero pronta ad ascoltarla. Se la fretta l'aveva fatta da padrona...significava che qualcosa stava accadendo..ed entrambe l'avevamo percepito.

Entrai in casa, appoggiai la lavanda profumata sopra un cesto di vimini, preparai per un infuso e mi sedetti di fronte all'amica.
"Su mia cara...butta fuori quel rospo! Di che si tratta stavolta? Ti avverto che mi prudono le mani...dopo aver ascoltato il messo...quindi...mia cara....dimmi che c'entra PROPRIO quel discorso....vero?" dissi con un tono di chi conosce già una risposta.

elisabeth 07-10-2010 15.29.09

llamrei era sempre molto diretta......annusava qualsiasi cosa ci fosse nell'aria......." Bene mia cara...tu sai perfettamente chi sono, stamattina Pico mi ha portato un messaggio del mio Maestro Templare, in cui mi chiedeva di riprendere spada e mantello ed unirmi al seguito delle guardie del Vescovo....certo e' molto tempo che non impugno una spada......sino ad ora mi sono occupata di studi particolari.....ma sappiamo bene che agli ordini si deve obbedire.......ti chiedevo se volevi seguirmi come Sorella di Mestiere....potresti scrivere o operare con le erbe o qualsiasi altro mestiere tu sia portata a fare........usi molto bene la spada e questo sara' il tuo vero mestiere, mi presentero' a loro come donna e non utilizzero nessun tipo di travestimento......come donna sono stata inevstita e come donna agiro'.....ora io mi presentero' ad un cavaliere e mi uniro' a loro...forse non sara' facile, ma in qualsiasi modo devo far parte di quel corteo....se deciderai di venire con me...ti trovero' al mio fianco.".......la osservai sorridendo..sapevo che non era stupita dalle mie parole.....speravo solo che madre saggezza non si impadronisse di lei......Aprii la cassapanca che tenevo sotto la finestra....uscii fuori pantaloni la cotta armata con la croce rossa....il mantello e la spada.....la cotta di maglia la misi in un sacco di maglia di ferro......incominciai cosi' a vestirmi misi la cintola al fianco ed budriere a cui misi la spada........infine pensai ai capelli feci una treccia e la attorciglia dietro la nuca......era tanto che non indossavo quel sacro abbigliamento ssalutai llamrei ed uscii da casa.........raggiunsi il corteo si erano gia' radunati alcuni uomini e mi feci largo....sino a quando non arrivai ad un cavaliere, era vicino al chierico che aveva parlato.....
" Perdonatemi Cavaliere sono Elisabeth da Bannockburn, sono un Cavaliere vi chiedo il permesso di aggiungermi alla vostra compagnia, combattero' in nome della croce che porto sul petto...."

lady_Empi 07-10-2010 16.04.14

<lo sguardo smeraldo si fissò su Fergot mentre lentamente il capo della fata si abbassava in segno di rispetto per il Gran Capomastro> Avrò il permesso? <ripeté stupita, quasi a volersi convincere delle parole che le erano state rivolte. La sua verde aura s’accese al percepir la presenza fatata di Alesia, sua mentore. Sorrise alle sue parole piene di fiducia> Deludervi è l’ultima cosa che farò, Maestra <pronunciò con voce solenne, quasi fosse un giuramento rivolto alla Terra, poi tacque e ascoltò con attenzione le parole di Fergot> Un giovane principe… Icarion <pronunciò il nome con voce delicata, quasi volesse chiamarlo e stabilire con il giovane umano un primo contatto> Farò ciò che il mio Re domanda <disse infine rivolta a Fergot> veglierò sul giovane principe e farò in modo che egli conosca la via, ciò che è bene e ciò che è nascosto agli occhi dei più…ma… di grazia Gran Capomastro, dove incontrerò il giovane principe? <chiese a Fergot prestando attenzione alla voce del vento nel caso l’elemento recasse alle sue orecchie la presenza dell’umano. Poi, tendendo le mani verso Alesia, esclamò> Benedite questa impresa, mia Maestra, affinchè mai perda di vista il mio compito <infine tacque, serrò le ali, mentre i suoi pensieri già volavano con il vento verso la nuova avventura, immaginando lo sguardo di Icarion>

Guisgard 07-10-2010 18.41.23

"Sta bene, giovane Morven di Cassis!" Disse il chierico. "La fama e gloria terrene saranno il degno premio che vi attenderà, con la promessa di una fortuna ben maggiore per la vostra anima, visto che la missione a cui aderite è per conto della Chiesa di Nostro Signore! Ora unitevi ai nostri cavalieri... fate ormai parte della nostra compagnia!"
Un attimo dopo si avvicinò Elisabeth al corteo.
Alle sue parole, il cavaliere guardò il chierico.
"I vostri propositi tradiscono la grandezza del vostro animo..." cominciò a dire il chierico "... ma raccontateci qualcosa di voi... anche perchè, per quanto singolare... voi non siete certo un cavaliere, vero, milady?"

llamrei 07-10-2010 18.53.31

Non aspettavo altro! Con la saggezza spesso ci ho fatto a botte...e questa non era di certo una delle peggiori volte.
"Mi troverai di certo al tuo fianco Elisabeth!".
E cosi salii il viottolo che portava verso la mia dimora. Entrai in casa, appoggiari il cesto in vimini. Entrai nella stanza da letto dove vi era riposto, ai piedi del letto, il cassettone degli indumenti.
Lo aprii. Il profumo di lavanda mi avvolse e come un fluido magico mi anestetizzò i pensieri della ragione...mandati da madre Saggezza.
Indossai delle braghe comode per cavalcare,un camicione al quale cinsi una cintura di cuoio in vita, indossai uno scaldacuore e degli stivali comodi.
Imbracciai la faretra e fissai in vita la cintura con la spada.
Uscii di casa e mi avviai verso il corteo..dove cercavo di scorgere tra la gente la mia compagna di ventura.

Guisgard 07-10-2010 18.56.04

Intanto nel bosco, tre figure appartenenti al mondo fatato erano riunite a discutere.
"Il principe Icarion..." disse Fargot "... rampollo della più alta nobiltà del Piccolo Popolo, sarà presto condotto da te... sua maestà Oberon vuole che questa missione cominci al più presto... tu ben comprendi, vero Empi, che noi esseri fatati non dovremmo interagire con gli umani... ma il giovane Icarion è come ossessionato da questa insensata volontà e suo zio, il grande Oberon, ha acconsentito al suo desiderio..."
"Tu quindi avrai il delicato compito di proteggere il nostro giovane ed inesperto principe, mia dlietta discepola..." intervenne Alesia.
Ma i loro discorsi furono interrotti da una luce accecante ed un poderoso nitrito.
Un attimo dopo una sfarzosa carrozza alata, trainata da dodici cavalli bianchi come la luce più pura, giunse davanti a loro tre.
"Ecco il principe..." disse Fargot.

Guisgard 07-10-2010 19.08.44

E mentre Llamrei si avvicinava al corteo, uno dei cavalieri la notò.
"Ehi, sembra che in questo reame le donne amimo badare agli affari destinati agli uomini!"
Gli altri che erano con lui risero di gusto a quell'esclamazione.
"Cos'avete da ridere?" Lì richiamò all'improvviso un altro cavaliere, che sembrava essere il loro capo. "Siete cavalieri o giullari? Ricomponetevi e non oltraggiate oltre le corazze che indossate."
"Si, milord..." risposero in coro i cavalieri.
Poi, rivolgendosi a Llamrei:
"Perdonate la loro goliardia, milady. Cosa cercate attorno al nostro corteo? Io sono sir Belvan, capo di questi cavalieri ed alfiere di sua grazia il vescovo."

llamrei 07-10-2010 20.27.16

"Piuttosto discoli i vostri uomini, capitano. Meriterebbero di trascorrere qualche ora in ginocchio sui ceci. Mi chiamo Llamrei. Sto passeggiando. E sto osservando.
Avete qualche altro motivo in particolare per continuare a trattenermi?"
Senza nemmeno aspettar risposta mi scostai dal capitano. Non avevo di certo voglia di iniziare la mia avventura con la rogna essere "inquadrata" dal servizio di guardia del vescovo...

cavaliere25 07-10-2010 20.35.35

Visto che quella mattina non ero riuscito a cacciare nessuna preda tornai verso Camelot a mani vuote mentre mi avvicinavo in città vedevo gente sia a destra che a sinistra e dissi dentro di me ma che sta succedendo? ci sarà qualche festa pensai e continua a camminare verso la folla arrivai davanti ad un corteo mi fermai e guardai con attenzione.

elisabeth 07-10-2010 22.37.09

Misi la mano aperta sul cuore........" Vi sembrera' strano ma sono un Cavaliere, un Cavaliere che ha ricevuto la sua investitura....... come ogni qui presente Cavaliere.....La mia Commenda si trova nelle terre di Scozia, mi trovo qui per motivi di studio........non temete Padre sono degna di portare questo manto...cosi' come lo porterebbe un uomo........cercavate cavalieri e io sono al vostro cospetto ".........Vidi in lontanaza una figura femminile anche se in abiti maschili....un sorriso mi apparve sulle labbra.............

lady_Empi 07-10-2010 22.41.39

<un fremito inondò il minuto corpo della fata all’avvicinarsi della carrozza. Aveva ascoltato con attenzione le parole di Fargot, o almeno così credeva, ma le era sfuggito un dettaglio essenziale… il giovane principe era il nipote del Grande Re del Piccolo Popolo, e veniva affidato a lei…> Per tutte le querce del bosco <mormorò in un sussurro abbassando il capo per ripararsi gli occhi dallo splendore della carrozza e dal candore dei cavalli alati> Madre Terra guida i miei passi <ebbe appena il tempo di pronunciare, sollevando il capo e fissando l’intensa luce, quando un’intensa pace la invase. La Terra donava alla sua figlia una nuova certezza, sarebbe stata all’altezza del compito. Sorrise, sicura di sé> Quanto giovane e inesperto è questo Principe? <chiese quindi ad Alesia continuando a tenere gli occhi fissi sulla carrozza in trepidante attesa di vedere l’atteso Icarion>

Guisgard 07-10-2010 22.49.23

Il chierico scambiò un rapido sguardo con il capitano Belvan.
"E sia, avete ragione..." disse l'uomo di Chiesa fissando Elisabeth "... del resto Nostro Signore creò la donna da una costola di Adamo, segno indiscutibile della parità tra i due."
"E poi" intervenne Belvan "il simbolo che orna la vostra tunica e la fama della vostra commenda parlano da soli... sarà un onore avervi con noi, lady Elisabeth."

Guisgard 07-10-2010 22.52.39

Ma in quel momento Belvan si accorse di un giovane che guardava incuriosito il corteo ed i suoi nobili cavalieri.
"Non avvicinarti troppo con quelle frecce, ragazzo." Disse il cavaliere a Cavaliere25. "Sarai di certo un cacciatore e non un guerriero, ma bada che la cosa fa ben poca differenza se ti avvicini a noi armato."

cavaliere25 07-10-2010 22.57.00

Sentendo quelle parole Guardai Belvan e dissi scusatemi signore ma torno dalla caccia che ahimè è andata male voi chi siete domandai gentilmente chi sono tutte quelle persone? aspettai una risposta e presi l'arco e la mia feretra e le misi a terra.

Guisgard 07-10-2010 23.23.23

La carrozza atterrò con sollenità, adagiandosi a pochi passi da terra.
Le porte si aprirono e polvere scintillante di un aureo riflesso si diffuse nell'aria.
Subito Fargot ed Alesia si inchinarono, facendo segno ad Empi di fare altrettanto.
Dalla carrozza però uscirono tre ancelle alquanto agitate.
"E'... è fuggito!" Gridò una di loro.
"Come sarebbe?" Chiese Fargot.
"Si, il principe... è svanito, sparito!"
"Sparito?" Ripeté Fargot. "Ma come puù essere? Non è mica un cappello o un fazzoletto!"
"Non so... è svanito... nel nulla..." rispose quasi in lacrime l'ancella.
Ad un tratto si udì un nitrito lontano.
E qualche istante dopo un bellissimo cavallo bianco giunse nella radura.
Il giovane che lo cavalcava con un balzo raggiunse le ancelle ed i tre accanto alla carrozza.
"Colpisco rapido... diritto al cuore... senza esitazione, sono un cavaliere!" Disse estraendo la sua spada.
"Sua signoria, il principe Icarion!"
Ed a queste parole di Fargot tutti i presenti si inginocchiarono.
"Dove avete preso quella spada, altezza?" Chiese Fargot.
"La spada è come un uccellino..." continuò Icarion senza badare alla domanda di Fargot "... troppo stretta... ehm... non ricordo più... accidenti..."
"Consentitemi, altezza..." disse Fargot "... ma il vostro linguaggio ricorda troppo quello degli umani."
"Ovvio, noi cavalieri parliamo sempre in tono aulico!"
"Voi siete un principe, non un cavaliere."
"Badate, la mia spada non tollera gli indisponenti!" Esclamò Icarion. "Ed io sarò un cavaliere!"
"Ecco, appunto, altezza..." disse Fargot "... questa è Empi e vi accompagnerà nel mondo degli umani... sarà suo compito badar... ehm, volevo dire, sarà suo compito allietare il vostro viaggio."
Icarion si avvicinò ad Empi e la fissò con attenzione.
"Beh... è ... si, insomma... è carina..." mormorò "... ma non mi occorre una guida..." disse poi rivolgendosi a Fargot "... dovrei occuparmi di lei, proteggerla e questo rallenterebbe il mio apprendistato presso i cavalieri..."
"Altezza..." sorrise Fargot "... Empi conosce bene gli umani e sarà una degna compagna di viaggio. Vedrete che vi sarà di grande aiuto."
"E sia..." rispose Icarion, fissando con un filo d'imbarazzo la giovane fata che doveva accompagnarlo in quel suo viaggio a cavallo fra due mondi.

elisabeth 07-10-2010 23.35.58

Chinai il capo in segno di obbedienza......ma lo rialzai subito, l'arrivo di un ragazzo e le parole di Belvan mi incuriosirono......lo vidi appoggiare a terra frecce e feretra...segno di umilta' e troppa fiducia............mi venen spontaneo raccoglierli da terra.............." Mai togliere da dosso la propria feretra....l'importante e' non puntare le frecce a chi potrebbe esserci amico....." cosi' gli porsi....i suoi attrezzi da caccia..

cavaliere25 07-10-2010 23.41.03

Mi voltai e vidi quella donna con in mano il mio arco e la mia faretra che me li rimetteva in mano la guardai e gli dissi grazie mylady come vi chiamate? dovrò stare piu attento con le mie frecce e il mio arco non vorrei fare del male a qualcuno e gli sorrisi

elisabeth 07-10-2010 23.46.24

" Non credo fareste male a nessuno.......mi chiamo Elisabeth.......".....cosi' attesi i nuovi ordini.......il mio cavallo mi attendeva dietro casa.....tutto mi sembrava nella norma...anche se non comprendevo l'ordine di partenza partito dalla Mgione.....ad un Gran maestro certi ordini non arrivavano se non c'erano dei problemi alle alte sfere

Guisgard 08-10-2010 00.37.29

"Unitevi allora a noi, milady." Disse Belvan ad Elisabeth. "Questa compagnia presto lascerà Camelot ed il suo destino sarà compiuto."
Poi guardò Cavaliere25.
"Ti è andata male la caccia, ragazzo, ma magari potrebbe andarti meglio qualche altro compito..." disse "... che ne diresti di aggiugerti alla nostra compagnia? Se sai davvero usare il tuo arco, allora potrebbe farci comodo la tua mira."

Guisgard 08-10-2010 01.28.54

Un cavallo con la sua galoppata rapida e poderosa divorava l'aspra terra che, tagliata dall'antico sentiero, veniva avvolta da quell'angolo di vecchia Inghilterra.
La polvere si alzava per l'aria secca e gli zoccoli del destriero sembravano galleggiare su un'indefinita polvere, che come una scia segnava il passaggio del fiero animale.
In breve quel cavaliere avvistò l'antico palazzo ducale di Cornovaglia.
Maestoso ed austero dominava su ogni cosa si trovasse in quel luogo.
E quando le guardie lo avvistarono gli si fecero incontro.
"Chi è là! Avanzate ed annunciatevi!"
"Viva il re! E viva il duca!"
"Ma questa voce... Guisgard?"
"Proprio lui!" Rispose divertito il cavaliere.
E raggiunte le due sentinelle, i tre si salutarono come vecchi amici.
"Cosa si dice qui al palazzo?"
"Nulla di che... ma il duca è adirato..."
"Il duca è sempre adirato!" Rispose Guisgard.
"Stavolte lo è davvero... persino con te." Disse la sentinella.
"Soprattutto con te." Precisò l'altra sentinella.
"Tranquilli." Sorrise Guisgard. "Ora perdonatemi, ma vado a sfidare il leone nella sua gabbia!"
E raggiunto il grande cortile, subito due ancelle si fecero avanti.
"Signore, ben trovato..."
"Grazie...un momento... sei Phina... si, sei proprio tu!" Esclamò Guisgard. "Accidenti... sei cresciuta non poco!"
"Grazie, signore..." arrossì lei "... spero mi troviate anche bella, o almeno passabile, oltre che cresciuta..."
"Mi sembra che in passato la tua bellezza non mi abbia mai lasciato indifferente..."
L'ancellà arrossì ancora di più.
"Il duca vi attende, signore." Intervenne l'altra ancella, ben più anziana e severa.
E il cavaliere si recò da suo zio.
Questi era nella grande sala ad attenderlo, in compagnia del suo buffone di corte.
"Il figliol prodigo torna finalmente a casa,
ma da aria burrascosa essa è invasa!"
Recitò il buffone andandogli incontro e facendo segno al duca.
"Ben ritrovato, Iodix, amico mio!"
"Questo ti hanno insegnato i tuoi maestri?" Chiese il duca. "A salutare prima i buffoni che tuo zio?"
"Salute a voi, mio signore." Salutò Guisgard.
"E così hai combinato un'altra delle tue bravate, vero?"
"Ascoltatemi..."
"Silenzio!" Lo zittì il duca. "Sono stanco dei tuoi colpi di testa!"
"Foste a voi a farmi entrare in quell'ordine, non io a chiederlo e..."
"Taci!" Gridò il duca. "Non hai un briciolo di rispetto! Ed io che ho sempre coperto e compreso ogni tua spacconata!"
"Io non vi ho chiesto mai niente!" Rispose Guisgard. "E non mi interessa niente, né della cavalleria, né del vostro ducato!"
A quelle parole il duca lo schiaffeggiò con forza.
"Quando torni in queste terre..." disse il duca "... almeno quando sei qui, ascolta... metti da parte ogni tuo pensiero e desiderio ed ascolta... qui tutto ti parla di noi, della nostra stirpe... i tuoi antenati seguirono Guglielmo il Conquistatore quando giunse a dominare quest'isola... il tuo sangue normanno ti pone, per diritto divino, al di sopra di tutti gli altri uomini! Non siamo sassoni o bretoni! Siamo normanni! Ed abbiamo doveri più che diritti! E solo quando lo capirai, allora potrai dirti un vero uomo! Ora non sei nulla! Nulla! Ricordalo sempre."
"Vedo che è inutile discutere con voi..." mormorò Guisgard.
"Non mi interessa ciò che pensi." Sentenziò il duca. "Domani stesso partirai. E giungerai in un luogo dove imparerai cosa vuol dire essere un vero cavaliere!"

cavaliere25 08-10-2010 09.18.20

Sentendo dire quelle parole a Belvan dissi subito si certo sarà un onore venire con voi mi misi sulle spalle il mio arco e la mia faretra e aspettai di muovervi insieme agli altri.

lady_Empi 08-10-2010 15.16.02

<Empi si inchinò al cenno di Fargot attendendo di vedere il Principe scendere dalla carrozza, ma le voci stridule delle ancelle la spinsero ad alzare il capo.> Sparito… <ripetè la fata con un tono a metà tra il divertito e il preoccupato. Poi il nitrito squarciò l’aria con la sua intensità e anche Empi si volse a guardare l’arrivo del bianco destriero. Osservò la figura del principe Icarion, udì le sue parole e mentre piegava le ginocchia in segno di rispetto, lanciò ad Alesia uno sguardo intenso e interrogativo> E questo sarebbe il Principe ? <pensò Empi, invasa da un improvviso desiderio di fuggire, di tornare alla solitudine del suo albero cavo, al silenzio della sua foresta. Ma non lasciò trapelare il suo disappunto. Sorrise, mentre Icarion le si avvicinava e la osservava con attenzione> Felice di incontrarvi, Altezza <si alzò , mentre la verde luce che circondava il suo corpo brillava d’un verde intenso…. Carina???...Proteggerla??? Le parole del Principe le ronzavano nella mente come uno sciame di fastidiosi insetti, avrebbe voluto rispondere che lei non aveva bisogno di protezione e che non era una guida che gli occorreva ma una balia…ma non disse nulla di ciò> Mi lusinga che mi troviate carina, Altezza, ma come certo ben sapete <il tono era cortese ma fermo> la bellezza è solo un prestito di natura e per il Piccolo Popolo son altre le qualità che contano <fece una pausa poi proseguì continuando a sorridere> Sarà un grande onore per me accompagnarvi nella vostra conoscenza degli umani, e non dovete temere, il vostro apprendistato non subirà alcun rallentamento <poi aggiunse mormorando a bassa voce> non certo per colpa mia <allargò le ali lasciandole vibrare appena> Ditemi Altezza <continuò> cosa vi spinge a voler essere un Cavaliere? <chiese infine con la vaga speranza che forse…se avesse avuto pazienza, avrebbe potuto distoglierlo da quell’intento>

Guisgard 09-10-2010 01.16.41

"Bene, ragazzo!" Disse Balvan dopo aver visto l'entusiasmo di Cavaliere25. "Mi piacciono i tipi decisi e senza fronzoli! Unisciti pure al gruppo e benvenuto nella compagnia!"
A quel punto si avvicinò uno dei chierici a Belvan.
"Sembra che il nostro invito abbia raccolto buoni frutti." Cominciò a dire l'uomo di Chiesa. "A questo punto direi di prepararci a partire... sua grazia il vescovo vuole che il prima possibile cominci la nostra missione a Cartignone."
"Ai vostri ordini, mio signore." Rispose Il capitano della guardia. "Presto..." disse poi ai suoi "... appena raccolto il necessario lasceremo Camelot!"
Ma in quel momento, il capitano notò di nuovo quella donna che girava intorno alla compagnia, senza tuttavia palesare le sue intenzioni.
"Milady..." cominciò a dire Belvan a Llamrei "... noto che la nostra compagnia continua a suscitare il vostro interesse. Cercate forse notizie su vostro marito o su qualche vostro amato?" Chiese sorridente. "O forse la vostra è solo ingenua curiosità femminile verso il mondo cavalleresco? In entrambi i casi mi piacerebbe soddisfare ogni vostro dubbio o domanda, ma temo di non avere tempo, ahimè, per intrattenermi con voi. Ma se invece il vostro interesse è per la nostra missione, beh, vedendovi così abbigliata posso immaginare in voi un animo indomito ed ardito. In questo caso sareste più che utile a ciò che sta per compiere questa nostra nobile compagnia. Cosa mi rispondete?"

Guisgard 09-10-2010 01.41.12

Intanto, in un luogo imprecisato del bosco, creature di un altro mondo erano a colloquio tra loro.
Icarion fissò incuriosito Empi.
Era diversa dalle ancelle che sin dalla sua infanzia erano state incaricate di accudirlo.
Per la prima volta non aveva più a che fare con qualcuno più grande di lui.
Empi era una giovane fata che aveva suscitato molta curiosità nell'irrequieto nipote di re Oberon.
"Essere cavaliere" cominciò a dire come chi recita a memoria una poesia o una filastrocca senza comprenderne davvero il significato "è un modo di essere, non di vivere! Il cavaliere è la più alta forma di virtù e perfezione che esiste a questo mondo... un essere a metà, tra la terra ed il Cielo, capace di grandi sentimenti e di altrettante grandi gesta!"
E finita di recitare questa frase tutta d'un fiato, si abbandonò ad un lungo sospiro.
"Notevole, altezza, notevole..." intervenne Fargot "... ma ritengo un simile linguaggio, sebbene superbamente pronunciato dalla vostra augusta passionalità, più adatto agli umani, da sempre in balia di passioni troppo più grandi di loro, che ad un abitante della nostra razza."
"Smettetela!" Lo zittì il principe. "Non comprendete! Io sarò cavaliere! E l'aver accettato di portarmi dietro la vostra ancella" parlando di Empi "è più di quanto ero disposto a concedere a voi ed a mio zio!"
Poi, rivolgendosi ad Empi, aggiunse:
"Bene, desidero partire all'istante! Appena sarete pronta andremo incontro a madonna Avventura!"
E dopo quest'ultima frase del giovane principe, Fargot fissò Alesia scuotendo il capo.
La fata sorrise e prese in disparte la giovane Empi.
"Permettete vero, mio signore, che saluti la mia amata discepola prima che parta con voi?" Chiese con rispetto al principe.
"Concesso, ma fate presto!" Rispose Icarion.
"Amica mia..." disse Alesia ad Empi "... bada che questo incarico è delicato... avrai notato che il nostro principe è alquanto avventato e del tutto sedotto dal mondo dell'umana cavalleria. Ma al di là del nostro fatato regno si celano pericoli molto grandi ed il nostro principe è del tutto inesperto su questo. Inoltre, qualcosa di oscuro sta accadendo nel mondo degli uomini... il male assoluto ha già sferrato il suo attacco. Sii prudente, amica mia."
La baciò sulla fronte, con materna tenerezza ed entrambe poi ritornarono al cospetto del giovane Icarion.

Guisgard 09-10-2010 02.43.11

Nel frattempo, al palazzo ducale di Cornovaglia, per la prima volta il duca imponeva il suo volere a suo nipote.
"Andare dove?" Chiese stupito Guisgard. "Non ho lasciato una prigione per entrarvi in un'altra!"
"Prigione?" Ripeté il duca. "Cosi chiami uno dei più antichi e gloriosi ordini cavallereschi delle nostre terre?"
"Volete capirlo che non mi interessa niente del blasone, del lignaggio e di tante stupide regole!"
"E cosa vuoi farne della tua vita, sentiamo?" Chiese il duca sempre più adirato, come chi a stento frena l'ira e l'impeto che lo assale.
"Voglio viverla a modo mio!" Rispose Guisgard. "Essere me stesso, decidere cosa fare oggi, domani e domani l'altro!"
"E' facile parlare quando si ha comunque un palazzo come questo in cui rifugiarsi dopo aver fatto una sciocchezza!" Disse il duca. "O sperare nella protezione del proprio vecchio zio! Chiunque in queste condizioni può gridare di voler sfidare il mondo e vivere come più gli aggradi!"
"Non ho mai chiesto la vostra protezione!"
"Già... l'errore è stato il mio ad avertela concessa...."
"Allora non abbiamo altro da dirci..."
"Dove ho sbagliato con te?" Chiese con profondo rammarico il duca.
Guisgard chinò il capo.
"Forse credevate che vi somigliassi..." rispose.
"Si, l'ho creduto..."
"Ora è meglio che vada..."
"Non ancora." Lo fermò il duca. "Ho investito tempo e denaro su di te. Non sei diverso da tutti coloro che sottostanno al mio volere! E tu sei in debito con me! E' grazie a me che sei potuto diventare un cavaliere."
"Sapete che non potrei mai sdebitarmi in denaro..." disse Guisgard "... la mia unica ricchezza scorre nelle mie vene..."
"Ed è con quella che mi ripagherai!" Rispose il duca. "Voglio solo comprendere se per la prima volta in vita mia ho sbagliato nel giudicare un uomo."
"Cosa intendete?" Chiese Guisgard.
"Dovrai dimostrarmi di essere degno di voler vivere come affermi!" Rispose il duca. "Dovrai dimostrarmi che davvero la tua ricchezza è quella che ti scorre nelle vene e quella che ti batte nel petto."
"Non capisco..."
"Un'impresa... ti chiedo una sola impresa... un'impresa cavalleresca degna di tal nome..."
Guisgard scosse il capo e sorrise.
"Non sarai obbligato, se non dalla tua coscienza e dal tuo onore..."
Prese una borsa piena di monete d'oro e la lanciò all'amato nipote.
"Ecco, questo è il denaro che ti occorrerà per ciò che ti ho chiesto." Disse il duca. "Potrai anche sperperarlo come hai fatto in passato... potrai anche non tornare più, dimenticarmi e maledirmi... sei libero, proprio come hai chiesto. Così, da come ti comparterai capirò... capirò se sei il mio degno nipote o solo un gaglioffo, viziato e buono a nulla."
"Riprendetevi il vostro denaro... io non vi porterò alcuna impresa cavalleresca...."
"Allora lo butterai appena sarai uscito da questo palazzo. Non mi interessa..."
Guisgard strinse forte nelle mani quella borsa di monete.
"Ed ora va... vattene che ho da fare..."
Guisgard lo fissò per alcuni istanti e poi uscì dalla sala.
Il duca restò a fissarlo fino a quando non varcò la porta.
"Eh, cuore per un amato figlio
richiede dal cuore il consiglio!" Recitò Iodix il giullare.
"Va con lui..." disse il duca.
"Cosa chiede il mio signore?
Di scortarlo per il suo amore?"
"Tu hai forse più buonsenso di lui, mio pazzo cantastorie... veglia su di lui... ora va e bada che mai concessi incarico più alto a nessuno dei miei vassalli."
A quelle parole pronunciate dal suo padrone, Iodix si comosse e si sentì per la prima vota un uomo.
"Grazie... si, veglierò su di lui... mio signore...
... veglierò come se davvero io avessi onore!"

cavaliere25 09-10-2010 08.26.21

Grazie dissi rivolgendomi a Belvan poi mi avvicinai a mylady Elisabeth e gli dissi signora volevo dirvi che sono dei vostri in questa compagnia se avete qualcosa da chiedermi chiedete pure sono a vostra disposizione dissi guardandola dolcemente poi mi misi a guardare intorno mentre aspettavo di partire.

llamrei 09-10-2010 10.58.02

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 21740)
"Milady..." cominciò a dire Belvan a Llamrei "... noto che la nostra compagnia continua a suscitare il vostro interesse. Cercate forse notizie su vostro marito o su qualche vostro amato?" Chiese sorridente. "O forse la vostra è solo ingenua curiosità femminile verso il mondo cavalleresco? In entrambi i casi mi piacerebbe soddisfare ogni vostro dubbio o domanda, ma temo di non avere tempo, ahimè, per intrattenermi con voi. Ma se invece il vostro interesse è per la nostra missione, beh, vedendovi così abbigliata posso immaginare in voi un animo indomito ed ardito. In questo caso sareste più che utile a ciò che sta per compiere questa nostra nobile compagnia. Cosa mi rispondete?"


"Noto che il vostro incarico e ruolo vi lasciano parecchio tempo libero per pensare a quello che le altre persone fanno" risposi al capitano quando ebbe terminato la sua sfilza di domande curiose. " Se proprio vi sta a cuore il mio intento, vi rispondo che sto cercando una amica. Ricordate: sarò anche donna ma non meno valorosa dei vostri uomini. Signore, buona giornata"

Morrigan 09-10-2010 13.53.32

Morven chiese dispensa di poter passare alla locanda, per saldare il conto con l'oste e prendere il suo bagaglio per il viaggio. Salì svelto in camera e si tolse gli abiti da giorno che aveva indossato per girovagare per Camelot senza dare troppo nell'occhio, ed indossò finalmente la cotta, gli spallacci, i bracciali e i guanti, sopra i pantaloni di cuoio rinforzato e gli stivali. Cinse il largo cinturone sui fianchi e ad esso affibbiò le sue armi, due spade corte, come le avevano forgiate gli antichi guerrieri. Quindi prese con sè anche il suo elmo, che sui lati portava cesellate due piccole ali lucenti, le stesse che decoravano le spalline. Morven vi fece scorrere il dito lentamente, osservandone il brillio che si diffuse per un istante nella penombra dell'angusta stanza... era tutto ciò che gli restava del suo passato, era il suo sangue, il suo orgoglio, la sua sfida... in quell'onore antico risiedeva ogni suoi desiderio e ogni sua voglia... per quelle ali avrebbe combattuto... per quelle ali, un giorno, sarebbe tornato e a testa alta avrebbe esclamato: "Per questo ho pugnato, per questo ho vinto!"

Si fece consegnare il suo cavallo, bardato e pronto, tornò svelto in strada, a riunirsi al gruppo, e vide allora che due nuovi compagni si erano uniti alla spedizione.
Rivolse un cordiale gesto di saluto ad un giovane arciere che stava sistemando le sue frecce prima di partire, il cui sguardo gli parve subito allegro e leale.
Stava per rivolgere lo stesso cenno amichevole ad un altro cavaliere, che indossava le candide vesti con il segno della Croce, ma dovette interrompere il suo gesto, poichè si accorse con stupore che si trattava di una donna. Ebbe un lieve scarto, quindi mutò il suo saluto in un cortese inchino. E mentre si piegava davanti a lei, cercò di osservarla sottecchi...
...
una donna, cavaliere Templare? Ben strani compagni mi sta affidando la sorte! Sarà davvero una bizzarra avventura, lo sento... nulla prosegue secondo le regole, e questo sposa il mio pensiero e la mia idea sull'equilibrio eterno dell'ordine e del caos...

Così, dicendosi questo, il giovane Morven si dispose in attesa che il suo nuovo capitano desse il comando per la partenza.


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