Camelot, la patria della cavalleria

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Clio 29-09-2012 19.32.30

Riflessi di Follia - Scritti di Clio
 
Tremo mentre mi decido a pubblicare queste parole...
Abituata come sono a tenere gelosamente nascosti i miei scritti.. soprattutto quelli così intensi...
Ma da quando sono giunta in questo reame non ho fatto che nutrirmi di Bellezza, e se voi l'aveste tenuta custodita in uno scrigno inaccessibile, tante splendide emozioni mi sarebbero state negate...
E inoltre devo a voi tutti l'esercizio costante della scrittura in questi giorni, che mi ha portato a comporre questa storia, sulla quale meditavo da tempo....

Mi auguro che le mie parole possano allietarvi ma spero non terrete per voi nè commenti nè critiche...

Veniamo al mio primo componimento : You can be anything you want to be.


Non fidatevi delle apparenze...
questa non è una storia d'amore, anche se può sembrarlo...
e non è nemmeno (anche perchè sarebbe noiosissima) la biografia amorosa di una ragazza qualunque....

No, questa è la storia di una fanciulla a cui è stato fatto il dono più grande: Un'amica.
Non un'amica di quelle che vanno e vengono, di quelle che parlano alle spalle, di quelle che nascondono la competizione dietro parole dolci.

No, Un'amica vera: di quelle che mi auguro che ognuno di voi possa incontrare, se non l'abbia già fatto, sul proprio cammino.

Questa storia è per Lei.



You can be anything you want to be - Parte I

“Sai, l'altra notte l'ho sognato” i suoi occhi verdi mi guardavano sognanti.
“Chi?”
“Il tuo Lancillotto”
Sgranai gli occhi allibita: “Tu, hai sognato il mio Lancillotto?” non sapevo se essere gelosa, arrabbiata, o semplicemente confusa.
Ma i suoi occhi limpidi e chiari mi spinsero a reprimere ogni sospetto o insinuazione. E infatti lei sorrise, quel sorriso splendido, vero, sincero, che non ringrazierò mai abbastanza di aver incontrato.
“Ho un regalo per te. Come in quel fumetto, ricordi?”
Non capivo, ricordavo bene il fumetto che leggevamo insieme, roba da ragazzine ma non vedevo come potesse centrare in quel momento.
Aprì la cartella, estrasse un foglio come tanti e me lo porse.
Mi mancò il fiato. Iniziai a respirare piano, come se un pesante macigno si fosse posato sul mio cuore. Una lacrima ribelle mi scese sulle guance senza che nemmeno me ne accorgessi. Lei mi guardava soddisfatta, in trepida attesa di un mio commento.
Accarezzai il volto disegnato a matita su quel candido foglio come fosse la cosa più preziosa che avessi mai tenuto tra le mani. Oh sì, era proprio lui. Gli stessi occhi, gli stessi lineamenti. Avevo visto quello sguardo mille volte nei miei sogni. Lo cercavo in ogni ragazzo che mi passava accanto, lo invocavo nei momenti di sconforto. La sua dolcezza mi ricordava che l'amore vero non era un miraggio e aspettavo il giorno in cui quegli occhi si sarebbero posati finalmente su di me.
Chiusi gli occhi. Repressi le lacrime che avrebbero voluto scorrere copiose e irrefrenabili sul mio viso.
La guardai, con la gratitudine di chi ha ricevuto un dono che non potrà mai ricambiare, la abbracciai forte, cercando di incanalare tutto il mio affetto in quella stretta.

Passarono i mesi, gli anni, e nella tormentata vita di quella giovane adolescente adesso c'era un pensiero fisso: quel viso.
Lo sognavo nelle sere d'estate, lo immaginavo nel magico mondo che si materializzava fuori dalla finestra di un'aula scolastica, pregavo perchè la notte visitasse i miei sogni. E lo amavo, quanto non ho mai amato un ragazzo in carne ed ossa: come potevano gli altri reggere il confronto?
Non mi importava quanto la vita fosse dura: un istante davanti a quegli occhi mi dava speranza. Crescevamo insieme, anche se lui restava immutato mentre io mi facevo giovane donna.
Portavo quel disegno sempre con me, ne feci mille riproduzioni nel timore di perderlo. Com'era bello trovarlo per caso, in un libro che non leggevo da tempo.
Aspettavo ancora, quasi con disperazione, il giorno in cui sarebbe venuto da me. Il giorno in cui l'avrei visto, avrei potuto specchiarmi nei suoi occhi e ritrovare me stessa.
Si sarebbe girato tra la folla, avrebbe incrociato il mio sguardo, saremmo rimasti lì, immobili, per attimi lunghi ore.
E poi.. poi sarebbe corso da me, con le lacrime agli occhi, mi avrebbe stretta forte, perchè ero certa che anche lui mi stava cercando, anche lui era incompleto senza di me..

elisabeth 29-09-2012 19.49.31

Avete scritto una bellissima storia......sapete cose' l' Amore e siete riuscita a trascriverlo.......non e' facile.....anzi, succede veramente di rado...:smile_clap:

ladyGonzaga 30-09-2012 09.41.57

dico la mia opinione...vera?
Non ho le competenze per poter giudicare in maniera giusta chi scrive e i loro elaborati..non sono una critica di opere ...ma personalmente ti posso dire che è bello!!!
il vostro scritto lo trovato eccellente sia nella stesura che nella carica di emozioni che esso trasmette.
Se il vostro intento era quello di trasmettere emozioni..devo dire che avete fatto centro!!!!
Di nuovo i mie complimenti..avete un dono grande...
spero di leggere ancora qualcosa di vostro.:smile::smile:

un abbraccio!!!

Clio 30-09-2012 11.47.28

Citazione:

Originalmente inviato da elisabeth (Messaggio 49335)
Avete scritto una bellissima storia......sapete cose' l' Amore e siete riuscita a trascriverlo.......non e' facile.....anzi, succede veramente di rado...:smile_clap:

Oh, Milady quale splendido complimento e augurio mi avete fatto... conoscere e trasmettere l'Amore... spero di poterne essere all'altezza. E vedere quella lettera maiuscola mi ha strappato un brivido, grazie di cuore...
Spero che potrete continuare ad apprezzare lo svolgimento e la conclusione di quella storia, che è soltanto al principio...

Citazione:

dico la mia opinione...vera?
Non ho le competenze per poter giudicare in maniera giusta chi scrive e i loro elaborati..non sono una critica di opere ...ma personalmente ti posso dire che è bello!!!
il vostro scritto lo trovato eccellente sia nella stesura che nella carica di emozioni che esso trasmette.
Se il vostro intento era quello di trasmettere emozioni..devo dire che avete fatto centro!!!!
Di nuovo i mie complimenti..avete un dono grande...
spero di leggere ancora qualcosa di vostro.

un abbraccio!!!
Lady Gonzaga, vi ringrazio di cuore per queste vostre parole che mi hanno commosso, ma ancor più per la precisazione iniziale.
Sappiate che in questo spazio non sono ammesse che opinioni vere, come la vostra, dato che io ritengo molto più utile una genuina critica costruttiva di un falso encomio.
Detto questo, sono felice che le mie parole vi abbiano trasmesso emozioni, e spero continueranno a farlo le successive parti della storia...


Un abbraccio a entrambe.:smile:

Clio 01-10-2012 23.10.25

ecco a voi la seconda (e penultima) parte della storia...

You can be anything you want to be - Parte II

Ma col passare del tempo, finì l'età delle illusioni e iniziò quella in cui la realtà ti si impone come una gelida ventata invernale.
E mentre gli anni si susseguivano tra loro, a quel viso di carta si sostituirono amori, o presunti tali, in carne ed ossa.
In pieno centro cittadino c'è una panchina di marmo accarezzata dai rami di un salice piangente.
Lì, con il cuore che voleva venir fuori dal petto, mi abbandonai al mio primo bacio. Guardai il ragazzo davanti a me: era bellissimo.
Ma una voce nel mio cuore mi diceva che, per quanto perfetto, non era Lui. La ignorai. Anche se il tempo le diede ragione.
E quel piccolo fuoco si spense prima ancora di poter scaldare davvero il cuore.
Ma ormai la vita era iniziata, la vita vera, non c'era più spazio per i sogni e le illusioni di un amore infinito, rinchiuso in un tempo lontano.
E il mio disegno finì in soffitta, nei ricordi di bambina, insieme al mio fedele e inseparabile peluche, salvo strapparmi una lacrima ogni volta che lo trovavo per caso, nei periodici tentativi di portare ordine nella mia stanza.

Mi innamorai.
Non con l'avventatezza di una ragazzina, ma con la passione e l'ardore di una donna.
Vidi il mio cuore dilaniarsi e consumarsi per questo sentimento mai ricambiato, che mi portò solo dolore e disperazione.
La voce era di nuovo chiara e nitida nella mia mente : non è Lui. Non la ascoltai. Imperterrita, andai avanti, mi dilaniai e mi consumai. Per anni e anni.
Finchè il mio orgoglio iniziò a gridare perchè la smettessi. Cercai il coraggio in un'antica poesia.
"perfer, obdura..."
Lo trovai, affrontai la prova che la vita mi metteva di fronte.
In un caldo giorno d'estate guardai negli occhi il mio amico e gli dissi “Ti amo”, senza lacrime, anche se sapevo che non l'avrei più rivisto.
E così fu. Ma finalmente uccisi quella maledetta speranza.

Fu così che una sera d'inverno, avvolta nel mio terreno dolore, ritrovai un vecchio libro. Una frase.
“L'amo così teneramente...”
Piansi calde lacrime, misi a soqquadro la stanza e lo ritrovai, rinchiuso nel diario di un'estate.
Ecco quegli occhi, ecco la mia salvezza. Tutti quegli anni lontana da lui.
Mi avrebbe perdonata? Mi avrebbe amata ancora?
Oh, lui mi avrebbe amata per l'eternità... mi sentivo piccola davanti all'immensità di quell'amore, eppure mi riscaldava il cuore ferito e ricuciva gli strappi dell'anima..
Avevo perso le speranze, credevo che fosse solo un bel sogno di bambina.
Questo raccontavo alla mia anima dilaniata, questo farfugliavo al mio cuore spezzettato.
La rabbia mi pervadeva, eppure lo sapevi ,lo hai sempre saputo che nessuno di loro era davvero Lui …come hai potuto? Come puoi dirti degna del suo amore?
Ma quegli occhi, quegli occhi cancellavano ogni dolore...
Tornai ragazzina, tornai a credere ai sogni e alle cose impossibili, e il dolore scemò via, piano piano, le ferite cominciarono a cauterizzarsi, e io iniziai a sentirmi un po' più me stessa.
Non mi curai del mondo, che aveva immediatamente ripreso a darmi della pazza.

elisabeth 02-10-2012 09.02.15

Bellissima storia....non so sia realta' o fantasia cio' che raccontate..pero' devo confessarvi una cosa........ascolterei un consiglio o da un matto o da un bambino.......sono gli unici che hanno ancora la possibilita' di vedere la vita in tutte le sue diramazioni.........i miei complimenti Clio......:smile_clap:

Clio 02-10-2012 10.37.48

Citazione:

Originalmente inviato da elisabeth (Messaggio 49375)
Bellissima storia....non so sia realta' o fantasia cio' che raccontate..pero' devo confessarvi una cosa........ascolterei un consiglio o da un matto o da un bambino.......sono gli unici che hanno ancora la possibilita' di vedere la vita in tutte le sue diramazioni.........i miei complimenti Clio......:smile_clap:

Vi ringrazio di nuovo Lady Elisabeth... sono felice che abbiate apprezzato anche questa parte...:smile:
e voglio dirvi che concordo pienamente con voi: quando il mondo comincia a non avere più senso solo i matti, forse, conservano la ragione.

Hastatus77 02-10-2012 13.53.37

A quanto pare è arrivata a Camelot un'altra artista.
Non ho ancora terminato la lettura del vostro componimento, ma vi auguro un buon lavoro. :D

Hastatus77 03-10-2012 12.37.45

Citazione:

Originalmente inviato da elisabeth (Messaggio 49375)
Bellissima storia....non so sia realta' o fantasia cio' che raccontate..pero' devo confessarvi una cosa........ascolterei un consiglio o da un matto o da un bambino.......sono gli unici che hanno ancora la possibilita' di vedere la vita in tutte le sue diramazioni.........i miei complimenti Clio......:smile_clap:

Sono completamente d'accordo con quanto scritto da elisabeth... non so se sia realtà o fantasia... e soprattutto i migliori consigli arrivano dai matti e dai bambini.

Mi piace il vostro modo di scrivere.
Bel lavoro. :smile_clap:

Clio 03-10-2012 14.24.37

Perdonate, Sir se non ho risposto prima ai vostri commenti.
Sono davvero felice che apprezziate il mio modo di scrivere e che anche voi abbiate questa visione dei matti e dei bambini...:smile:
Vi ringrazio di aver letto la mia storia..

Forse sarà proprio il finale a separare la realtà dalla fantasia... ;)

elisabeth 03-10-2012 16.26.36

Sir Hastatus.....allora frequentiamo la stessa gente....ma questo racconto devo concordare con voi.....e' scritto veramente bene, non troppo lungo...niente miele lungo la strada,lacrime giusto quanto basta per non affogare...insomma, quello che ci succede quotidianamente.....Continuate cosi'......

Clio 03-10-2012 23.43.20

Ecco qua il finale della nostra storia....

Ehm, Lady Elisabet... apprezzo tantissimo le vostre parole.. spero, tuttavia, di non aver esagerato col miele in questa conclusione...:o

You can be anything you want to be - Parte III

La luna era alta nel cielo quando lui, con la sua delicatezza, mi strinse in quell'abbraccio che sciolse la coltre di ghiaccio che si era formata attorno al mio cuore.
E mi abbandonai in quella dolce felicità, così quotidiana e appagante, tanto che, senza nemmeno rendermene conto, ero tornata ad amare.
Lui era come una dolce brezza primaverile, sufficientemente rovente da scaldarti il cuore, abbastanza fresca da farti venire i brividi.
Le ferite del mio cuore guarirono. La mia anima tornò a splendere.

Devo vederla. Devo assolutamente dirglielo.
Il mio cuore sussultò mentre pensavo alle parole che avrei usato per dirglielo...
Sotto il sole d'autunno ci incontrammo in centro, davanti all'immensa cattedrale.
Ci abbracciammo, parlammo del più e del meno sedute in una caffetteria piena di libri.
“Allora, cos'è che devi dirimi?” il suo sguardo non è mutato in tutti questi anni.
“Non ridere! Te lo ricordi il disegno che mi hai fatto tanti anni fa di Lancillotto?”
Un sorriso nostalgico le si piazza sul viso, non so nostalgico di che cosa, visto che quello non è stato certo il periodo migliore della nostra breve esistenza, ma infondo, ci ha permesso di entrare l'una nella vita dell'altra.
“Certo, ce l'hai ancora?”
la fissai scandalizzata. Come osava pensare che potessi averlo buttato via?
“Ovvio! Che domande! Beh, ecco, non ci crederai ma... sai, finora mentre guardo lui non ho mai pensato al disegno, non ho mai pensato che potesse essere... Lui.” abbassai lo sguardo. Lei non mi avrebbe presa per pazza, tutti ma non lei.
“Ieri mi è capitato tra le mani, per caso, l'ho guardato bene. So che non ci crederai ma, per la prima volta, ho riconosciuto quegli occhi di carta, li avevo già visti, li vedo ogni giorno, sono i suoi occhi.
Non ti sembra che si assomiglino?” dissi guardandola speranzosa.

Natale, le luci sembravano più luminose e l'atmosfera più calda quell'anno.
Lui era davanti a me, intento a scartare i regali. Ce n'era uno in più.
Mi guardò sorpreso.
“Trattalo bene perché è un pezzo di me”. In tutti quegli anni, di tutte le fotocopie, ne era rimasta una soltanto.
E io la consegnai a lui.
Lui mi guardò serio, commosso, non capiva fino in fondo ma percepiva che era qualcosa di importante.
Tentò di protestare quando gli spiegai che era l'unica copia.
“Tienilo tu, perché dove sarai tu ci sarò anch'io. Dunque non me ne separerò mai veramente...”
E mentre lui teneva il disegno tra le mani, gli accarezzai il viso e posai le labbra sulle sue.
La corsa è finita, sono qui amore mio.



… da allora capii che “il mio Lancillotto” non era un semplice uomo, ma l'essenza stessa dell'Amore, e che io l'avrei amato attraverso di lui ogni giorno della mia esistenza....




P.S

Sono passati quasi dieci anni dal giorno in cui lei mi dipinse quel ritratto.
Una sera d'estate, cenavamo in una pittoresca trattoria, sulle sponde del canale che attraversa la città.
Io e lei, le due ragazzine ormai donne, eppure mai divise. Guardavamo i nostri uomini conversare piacevolmente del più e del meno.
Certo che vanno proprio d'accordo quei due! Diceva il nostro tacito sguardo.
Non so come, non so perché, il discorso si posò per caso su quell'antico disegno.
E io le dissi che lo avevo regalato a lui.
Gli occhi le si illuminarono, e il mio sorriso brillò come mai aveva fatto.
“C'è, fammi capire, te c'hai sul comodino un disegno c'ha fatto lei? ” il suo ragazzo guardò il mio, perplesso.
E tutti scoppiammo a ridere beatamente.

… non conosco felicità più grande di questa: coltivare un sogno insieme ad un amico vero, inseguirlo, e vederlo realizzato non solo nei tuoi occhi ma anche, e forse soprattutto, nei suoi...


Fine






Chiedo venia alle dame e ai cavalieri toscani, per la mia terribile trascrizione del loro glorioso dialetto. Tuttavia, non riuscivo nemmeno a immaginare quella frase pronunciata in "italiano".:confused_nervous_sh

elisabeth 04-10-2012 08.58.14

:smile_clap::smile_clap::smile_clap::smile_clap:.. ..niente zuxxhero in eccesso...bravissima, l'amicizia cosa assai rara, forse siamo propensi a darla per scontata mille volte e a pensare che invece l'amore tra un uomo e una donna sia molto pi' semplice da vivere e da trovare........mai falsita' fu detta , L'amico e' un tesoro prezioso.
Per quanto riguarda il dialetto Toscano......:o..non so che dire, siete perdonata, io parlo quello Siciliano....;)

Clio 04-10-2012 09.25.31

Citazione:

Originalmente inviato da elisabeth (Messaggio 49410)
:smile_clap::smile_clap::smile_clap::smile_clap:.. ..niente zuxxhero in eccesso...bravissima, l'amicizia cosa assai rara, forse siamo propensi a darla per scontata mille volte e a pensare che invece l'amore tra un uomo e una donna sia molto pi' semplice da vivere e da trovare........mai falsita' fu detta , L'amico e' un tesoro prezioso.
Per quanto riguarda il dialetto Toscano......:o..non so che dire, siete perdonata, io parlo quello Siciliano....;)

Sono assolutamente d'accordo con voi... Poter dire di avere un amico vero è una fortuna immensa. Certo, siamo circondati da persone che chiamiamo banalmente "amici" ma quando c'è l'amicizia vera le cose cambiano radicalmente.
E vedere un amico vero felice è, a parer mio, una gioia senza eguali.:smile_wub:

Sono davvero felice che abbiate apprezzato tutta la storia..:D:D:D
Grazie di averla letta fino in fondo e di avermi lasciato il vostro pensiero, Milady.

Hastatus77 04-10-2012 12.42.01

Sono contento per voi e per coloro che vi stanno più vicino.. probabilmente siete una gran brava persona.. e spero che la vita, non rovini ciò che voi siete per i vostri amici, e loro per voi.

Clio 04-10-2012 12.53.58

Citazione:

Originalmente inviato da Hastatus77 (Messaggio 49413)
Sono contento per voi e per coloro che vi stanno più vicino.. probabilmente siete una gran brava persona.. e spero che la vita, non rovini ciò che voi siete per i vostri amici, e loro per voi.

Così mi fate commuovere Sir... :o
Vi ringrazio di cuore per questo augurio sincero.
La vita può essere tremenda quando ci si mette, lo so bene. :(

Altea 04-10-2012 17.32.39

Complimenti, stupendo finale..e trovare un vero amico e' un tesoro prezioso e come dimostrate voi da preservare e con cui gioire..avete un animo nobile,. Clio e siete una brava scrittrice :smile_clap:

Clio 04-10-2012 20.49.04

Citazione:

Originalmente inviato da Altea (Messaggio 49415)
Complimenti, stupendo finale..e trovare un vero amico e' un tesoro prezioso e come dimostrate voi da preservare e con cui gioire..avete un animo nobile,. Clio e siete una brava scrittrice :smile_clap:

Vi ringrazio, Milady, per queste belle parole.
Sono contenta che il messaggio che volevo trasmettere sia arrivato forte e chiaro. :smile:

elisabeth 05-10-2012 10.03.59

Bene Lady Clio...adesso che avete scoperto che qualcuno di noi predilige matti e bambini.....Lady Altea non lo ha confessato..ma so che e' cosi'....vi prego di deliziarci con qualche altro racconto.!!!!!:smile_clap:

Guisgard 06-10-2012 00.48.00

Ho letto finalmente tutta questa bella storia, milady!
Mi è molto piaciuta perchè l'ho trovata fresca e brillante, assolutamente non scontata e con alcuni momenti descritti meravigliosamente.
Inoltre mi colpisce l'entusiasmo che traspare dalla vostra scrittura, che rende il vostro narrare vivace e colorato, capace così di catturare alla grande l'attenzione di chi legge!
Molto brava :smile_clap:

Clio 06-10-2012 01.15.57

Mi fate grande onore sir, con queste vostre belle parole.
Sono davvero felice che abbiate letto e apprezzato la mia storia.
Io penso che, a volte, possiamo sforzarci di trovare la storia più avvincente nei nostri pensieri, ma infondo la più entusiasmante e ricca di particolari indimenticabili resterà sempre la nostra esistenza. :smile:
Ci ringrazio per aver letto ciò che ho scritto e ancor più di avermi fatto sapere cosa ne pensavate.




Lady Elisabeth.. Vorrà dire che la prossima volta parlerò di matti ... O di bambini:D

Parsifal25 09-10-2012 01.33.16

Portate con voi, una nobile e sublime arte.....complimenti per questo splendido componimento.

Vi leggerò con interesse :smile:. Spero che, passiate anche nella mia piccola realtà e reame......

Clio 10-10-2012 18.41.33

Vi ringrazio delle belle parole Milord, non mancherò di passare nella vostra realtà. O meglio di lasciarvi impresse le emozioni che mi ha trasmesso... :o

Clio 29-11-2012 03.57.59

Quegli azzurri occhi contornati di cobalto
 
Tarda è l'ora in cui ho completato questo mio componimento che, ahimè, mi perseguita da settimane, lamentandosi perchè non riuscivo a dargli la giusta consistenza. Ma questa notte, Camelot mi ha tenuto sveglia, mi sono persa per le sue vie. E cosi, nella sua magia, mi ha donato l'arte di prendere la bozza e scolpirla.

Spero possa essere di vostro gradimento, e che non risulti di difficile comprensione. Stavolta lo scrivo tutto. Dall'inizio alla fine. O non si capirebbe.

(Non ho dimenticato la promessa di parlare di Matti e Bambini.. anzi..;))

Quegli azzurri occhi contornati di cobalto

Un giorno come tanti, guardando la campagna divenire città, dal finestrino di un tram, ho fatto un incontro alquanto singolare.

Tutto era grigio e indefinito intorno a noi, come se il panorama non avesse importanza.
Lei era seduta su degli scalini di pietra: gli avambracci poggiati sulle ginocchia, la testa china e girata verso destra.
Mi fermai un attimo a guardarla: anfibi, cintura inseparabile e quel giubbotto che, un giorno scoprirà di non meritarsi, ma che allora rappresentava tutta la sua identità, capelli biondi come l'oro, troppo corti per i suoi gusti.
Il cuore sussultò nel vederla, era esattamente come la ricordavo.
Lei si girò, mi guardò e i suoi occhi azzurri, duri e implacabili, si fusero nei miei.
Mi irrigidii, sapevo cosa stava pensando.
Sapevo come mi vedeva: sneakers, trench, basco in testa, capelli biondi naturali ma lunghi e indomabili.
Ad un primo sguardo, ben poco ci accomunava, tranne quegli occhi: azzurri, contornati di cobalto.
Mi avvicinai, ricambiando il suo sguardo indagatore con un sorriso benevolo.
Le mostrai la catenina d'oro che portavo attorno al collo, sapevo che la portava anche lei, identica.
Eppure la mia aveva un pezzetto in più: non un ciondolo, ma due.
“E quello cos'è?”
“E' un regalo di anniversario. Vedi, io ho lo scudo, lui la spada.” risposi, sorridendo.
Strabuzzò gli occhi, quegli occhi sinceri e fieri dove però, forse io sola, riuscivo a scorgere il dolore che vi si nascondeva.
“Lui?” sussurrò incerta.
“Sì, Lui... l'unico”
Mi guardò e sorrise.
Le chiesi di raccontarmi di lei, scosse la testa: aveva preso di nuovo 3 in storia.
Risi tra me e me, pensando alla mia laurea con lode.
Poi, i suoi occhi si illuminarono, mi raccontò dei suoi amici, delle sue speranze, dei suoi ideali.
Il cuore mi si fermò per un momento, fu come se una lama tagliente lo trapassasse.
Tuttavia restai immobile, impassibile.
Nascosi il dolore dietro un sorriso, come faceva ogni giorno la ragazza che avevo di fronte.
Dovevo farlo per lei. I suoi occhi vivi e accesi, chiari e limpidi non meritano di sapere che sta lottando inutilmente. Ogni attimo andrebbe vissuto con passione e coerenza. Sapere che tutto finirà, renderebbe vano ogni sforzo.
Volle parlare un po' di me.
Le raccontai dei miei problemi, dell'ansia di trovare una casa tutta nostra, della disperata ricerca di un lavoro, dell'università.
“E questi li chiami problemi?” alzando la testa “.. facciamo cambio?”
Risi.
“No, per carità.. non ti invidio...”
“Ma dai? Non l'avrei mai immaginato!”
“Ogni età ha i suoi pregi e i suoi problemi, sai.. non è tutto rose fiori nemmeno a vent'anni..”
Lei mi osserva con una strana luce negli occhi.
“Sei cambiata, sai...”
“No, sono sempre io.. sono solo cresciuta..”
La osservai con una smorfia, una smorfia buffa, che in pochi eletti avevano potuto osservare.
E fu così che si lasciò andare, e mi fissò con uno sguardo carico di tristezza.
Sospirò: “Dimmi... finirà?”
“Tutto finisce.. sei troppo forte per farti schiacciare..”
Lei sorrise: “non proprio tutto.. si spera.. o no?” E mi fa l'occhiolino.
Rido con lei : “già, speriamo...” alzando gli occhi al cielo.
“E così l'hai trovato.... il tuo Lancillotto
“Già..” La vidi osservare i miei occhi brillanti e felici con un doloroso sorriso.
“Non guardarmi così, non ti racconterò un bel niente di Lui...” con una smorfia divertita.
Rise, è questo che ho sempre apprezzato di lei, nonostante tutto: non ha mai perso il sorriso.

D'un tratto, dei passi ci fecero girare verso quella che sembrava essere una porta.
Fissammo la nuova venuta, ci scambiammo uno sguardo, e scoppiammo a ridere, fragorosamente.
La osservammo attentamente: pantaloni larghi, maglietta stretta, e una collana di cuoio, finita ormai in un cassetto, capelli di un biondo strano gonfi e indefinibili.
Ma gli occhi, quelli erano identici ai nostri.
La tredicenne ci guardava, perplessa. Era abituata che la prendessero in giro, e non volevamo darle questa impressione.
“Ciao...” la chiamammo per nome, col solo risultato di farla insospettire ancora di più.
“Avvicinati” disse candidamente la diciottenne accanto a me.
Quando fu abbastanza vicina da riuscire a scorgere perfettamente i tratti dei nostri visi, la vidi trasalire.
Restammo per un po' a guardarci, tre pezzi di vita di un'anima sola.
Fu la diciottenne biondissima a sciogliere il ghiaccio. Mi guardò e chiese: “Cosa resterà?”
Bella domanda.
Cosa accomunava quella vivace e impertinente tredicenne con la ventiduenne laureata e innamorata, per non parlare dell'adolescente triste e idealista?
Ci pensai. E poi, il mio sorriso si allargò immensamente: “Lei..Lei ci sarà sempre..”
Non avevo bisogno di spiegare chi fosse, sapevo che, anche la più piccola che la conosceva da pochi mesi avrebbe capito a chi mi riferivo.
“Lo immaginavo...” disse la diciottenne.
“Nient'altro??” Disse una spaesata tredicenne.
Molte cose accomunavano me e l'adolescente, ma erano sconosciute alla ragazzina. O, viceversa, loro due avevano qualcosa in comune che a me era ormai estraneo.
Difficile trovare qualcosa che accomunasse tutte e tre, qualcosa che fosse nato così presto e che non si fosse perso con lo scorrere del tempo.
“Beh, la Fede..” mi guardarono accigliate.
Così, recitai una preghiera, che divenne un coro unico, un inno verso il Sole. Le guardai, erano più serene e rilassate.
Risi : “di che fede pensavate che parlassi?” con una smorfia.
“Un momento..” continuai, con uno strano tono divertito.
Alzai le mani e iniziai a batterle insieme ritmando un coro di incitazione per la nostra squadra del cuore. Immediatamente le mani divennero sei, e tre le voci che cantavano.
Poi ridemmo, gaiamente.
“Ecco.. anche questo..”
“Anche tu vai in curva?” disse la tredicenne con gli occhi brillanti di speranza.
Ci raccontò delle sue domeniche, degli infrasettimanali, dell'orgoglio nonostante le sconfitte.
A nominarle io e la diciottenne ci scambiammo un mutuo sguardo d'intesa, vagamente divertito.
“Eh, sullo stadio ci aveva visto giusto il tuo grande amore...” dissi alla volta della diciottenne.
La vidi sbiancare, compresi che aveva inteso il tono con cui avevo pronunciato quella parola.
Era un regalo per lei, l'unico regalo che mi sentivo in dovere di farle.
So che conosce a memoria il messaggio che lui le ha mandato, c'era scritto : Ti voglio bene, oltre a quel dettaglio calcistico.
“Vai in un altro settore..” disse lei con un filo di voce.
Annuii, sorridendo beatamente.
Sapevo che lei non poteva nemmeno nominarlo senza tremare, fremere o patire, e la luce nei suoi occhi, mentre osservava i miei che ne parlavano con indifferenza, fu in realtà una fiaccola di speranza.
“Di chi state parlando?” disse la terza, ignara.
Ci girammo di scatto entrambe : “lascia stare...” in coro.
Lei guardava, senza capire, non aveva ancora conosciuto l'amore che distrugge né quello che salva.
Ne aveva di strada da fare.
Certo, avrei potuto metterla in guardia, avrei potuto dirle di non struggersi per nessuno, di voltarsi qualche banco più indietro e guardare quel ragazzo, che vede solo come un amico, perchè sarà il suo amore.
Me ne sarebbero entrambe grate, e forse, lo sarebbe stato anche lui.
No, il mio compito non è mostrare le scorciatoie, ma essere la più saggia.
Mi fissavano, aspettavano che vaticinassi qualcosa sul loro futuro.
“Non vi dirò cosa fare, o cosa non fare, ragazze mie..lo scoprirete un pezzo alla volta. Da sole. Ma questo lo sapete già no? Tutte e due!
Non voglio togliervi la gioia di credere in sogni che non si avvereranno. Vedervi mi ha fatto capire che la magia è viverli, non tanto realizzarli. No, non mi impietosirà quello sguardo...” Facendo scorrere gli occhi da una all'altra.
“Se proprio volete saperlo, rifarei ogni cosa. Ogni errore mi ha insegnato qualcosa, ogni dolore mi ha reso più forte. E poi, infondo, il meglio deve ancora venire...” strizzando l'occhio.
Risero con me.
Le abbracciai forte, con le lacrime agli occhi.
“Siete bellissime..”
“Non dire sciocchezze...” mi risposero all'unisono, gesticolando.
“Lo so, lo so...”

Una voce gentile e metallica annuncia la mia fermata, destandomi da quel viaggio dentro me stessa. Raccolgo borsa, cappello, cuffie e quaderno. Oggi affronterò la mia vita con uno spirito nuovo, anzi con due. Con la spensieratezza di una ragazzina e la coerenza di un'adolescente. Grazie ragazze!

elisabeth 29-11-2012 10.37.48

Leggo seduta alla mia sedia in pelle nel mio studio......rimango assorta a fissare lo schermo....anime che si intrecciano in unica visione....

Bellissimo Clio.....non ci sono parole, solo un nodo alla gola, ma non so perche'....non ha importanza.....


Elisabeth

Clio 29-11-2012 21.59.42

Citazione:

Originalmente inviato da elisabeth (Messaggio 50833)
Leggo seduta alla mia sedia in pelle nel mio studio......rimango assorta a fissare lo schermo....anime che si intrecciano in unica visione....

Bellissimo Clio.....non ci sono parole, solo un nodo alla gola, ma non so perche'....non ha importanza.....


Elisabeth


Milady,
questo vostro commento mi ha colpito davvero molto.
Innanzi tutto vi ringrazio di avermi descritto il momento in cui avete letto il mio racconto. Sono quasi riuscita a vedere la vostra poltrona... mi è come sembrato di entrare in punta di piedi nel vostro studio. :o

Sono felice che vi sia piaciuto anche questo racconto.. scriverlo è stato davvero come dialogare con me stessa, dunque temevo fosse comprensibile solo a me.

Quanto al nodo alla gola non è poi così senza senso.... i ricordi fanno spesso questo effetto. ;)

elisabeth 30-11-2012 09.12.39

E' vero ....i ricordi fanno spesso questo effetto.....che siano nostri o di altri poco importa, le emozioni sono li' pronte a d esplodere....gia' il mio studio....finisce che porto tutta me stessa li' dentro........:confused2:

Taliesin 30-11-2012 13.38.29

Potrebbe forse dividersi quella vostra natura dal crepitio affannoso di ogni singolo giorno dove, nonostante le maschere pirandelliane che siamo costretti ad indossare, vi reclama ogni qualvolta che vi soffermate sulla soglia ad emozionarvi...?

No....è la vostra natura e nessuno mai potrà scalfirla e racchiuderla in un semplice spazio temporale come le astratte pareti di una stanza, che gli uomini della scienza moderna chiamano studio.

Taliesin, il bardo

elisabeth 30-11-2012 18.41.32

Le Emozioni....si espandono a tal punto da poter esplodere quando si ha la forza di tirarle fuori e un dramma, un grande dramma umano quando alle emozioni si da' l'unico spazio di una grande implosione.......
Ben torrnato Taliesin tra le parole Emozione

E grazie ancora a Lady Clio.....per cio' che scrive.....

Guisgard 30-11-2012 20.11.34

Un racconto che, inizialmente, sembra fresco e dinamico, ma che poi conduce oltre, nell'animo, nelle paure e nelle speranze.
Come scenario mi ha ricordato un po' quei cartoni animati giapponesi, con protagonisti impegnati ad affrontare le emozioni e le sensazioni di ogni giorno, tra paure, responsabilità e sogni.
E poi fa pensare quella frase... “la magia dei sogni non è viverli, non realizzarli...”
Ma forse le due cose non sono poi così diverse.
Forse i sogni si realizzano solo quando riusciamo a viverli.
Chissà.
Grazie per questa bella storia, milady.
Vi faccio i miei complimenti :smile_clap:

Clio 02-12-2012 23.09.34

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 50883)
Un racconto che, inizialmente, sembra fresco e dinamico, ma che poi conduce oltre, nell'animo, nelle paure e nelle speranze.
Come scenario mi ha ricordato un po' quei cartoni animati giapponesi, con protagonisti impegnati ad affrontare le emozioni e le sensazioni di ogni giorno, tra paure, responsabilità e sogni.
E poi fa pensare quella frase... “la magia dei sogni non è viverli, non realizzarli...”
Ma forse le due cose non sono poi così diverse.
Forse i sogni si realizzano solo quando riusciamo a viverli.
Chissà.
Grazie per questa bella storia, milady.
Vi faccio i miei complimenti :smile_clap:

Sono felice, Milord che abbiate apprezzato e compreso il mio racconto..:smile:
Già dicendomi che appare "fresco e dinamico" mi avete fatto un gran complimento.. Ma poi vedo che avete inteso la natura più profonda di ciò che ho scritto, e questo non può che farmi piacere...

Concordo con voi sull'interpretazione di quella frase.. a volte ci si dispera perchè un progetto in cui credevamo è andato in fumo.. e solo il tempo insegna che il fatto stesso di averlo vissuto, anche solo per poco tempo, significa averlo realizzato, perchè lo porteremo sempre con noi..

Interessante lo scenario dei cartoni animati.. non mi sarebbe mai venuto in mente.. :rolleyes:

Grazie dunque di aver letto queste mie parole, e ancor di più per avermi lasciato il vostro pensiero.. :smile:

Altea 03-12-2012 20.08.12

Ho letto con piacere questo racconto, molto particolare..si..io convengo invece che se un desiderio o un sogno non venga vissuto o sognato sarebbe come non aver mai provato a realizzare ciò che desideriamo, indipendentemente dal risultato.

Clio 03-12-2012 23.36.04

Citazione:

Originalmente inviato da Altea (Messaggio 50929)
Ho letto con piacere questo racconto, molto particolare..si..io convengo invece che se un desiderio o un sogno non venga vissuto o sognato sarebbe come non aver mai provato a realizzare ciò che desideriamo, indipendentemente dal risultato.

Sono molto lieta, Milady, che abbiate letto con piacere le mie parole...:smile:

Vi ringrazio immensamente per il commento che avete lasciato...
In effetti, avete aggiunto un ulteriore spunto alla riflessione: l'importanza di sognare e di lottare per i propri sogni...

Attività, quest'ultima, che , a parer mio, ci spinge ad andare avanti ogni mattina.. Abbandonare i nostri sogni significa, a mio modesto parere, tradire la propria anima..

Già, ciò che conta è lottare per loro, sognarli, viverli.. "indipendentemente dal risultato"...;)

Clio 28-02-2013 02.41.59

"Sorelle di Storia"
 
Questo racconto è, in realtà, un regalo.

Lo avevo programmato da più di un mese ma il fato, come spesso avviene, ci ha messo un po' del suo.
Per giorni e giorni, intere settimane, non sono riuscita a scrivere una sola parola, pur avendo chiaro in testa il contenuto e la struttura del mio componimento.
Così, il fatidico giorno in cui avevo programmato di consegnare questo testo alla mia amica è arrivato, senza che io avessi pronto nulla.
Ad oggi, però, sono ben felice che sia andata così. Sono felice per due motivi.
Uno banale: il titolo di questo componimento, in verità, l'ha coniato l'ignara destinataria.
L'altro più profondo: quel giorno, così importante e significativo in cui avrei voluto consegnarle il regalo, sarebbe mancato nel racconto.

Vi chiederete perchè vi annoio con queste sciocchezze. In realtà vorrei solo portare il mio piccolo esempio quotidiano, perchè mi sono resa conto spesso che da un imprevisto, o da un evento che non va come vorremmo nasce poi qualcosa di ancora più bello e inaspettato.
Era solo questa piccola riflessione che volevo condividere con voi, augurandovi che dietro ogni imprevisto si nasconda una nuova opportunità.

Mi fa molto piacere condividere con voi questo scritto, a cui tengo molto.
Infondo, è grazie a Camelot che ho ripreso a scrivere così tanto.
E non sapete quanto sia importante per me!


"Sorelle di Storia"



Abbiamo tutti quella zia che, puntualmente, ad ogni riunione familiare pronuncia la fatidica domanda: “La scuola come va?”.
Ci sono momenti in cui vorremmo scaraventarla fuori dalla finestra, altri in cui invece esponiamo orgogliosi i nostri successi, ma quello su cui mi vorrei soffermare è un momento ancora più singolare.
Arriva, infatti, un punto in cui a quella domanda non sai più come rispondere, e speri che sia l'ultima volta in vita tua in cui la dovrai sopportare: l'inizio dell'università.
Quello che la giovane matricola non sa, però, è che non solo quello è il momento in cui la curiosità della fantomatica zia si accenderà ancora di più, ma le domande saranno più serrate e precise e si articoleranno sempre più col passare degli anni. E non smetteranno nemmeno quando, dopo tante fatiche, avrai raggiunto l'agognato traguardo.

“Allora, com'è stata l'università?” incominciò la zia, presa dall'eccitazione.
“..Beh, sicuramente interessante..” risposi.
Come si può descrivere in poche parole un'esperienza così complessa e sfaccettata? Impossibile, mi dissi.
“Hai conosciuto persone simpatiche?”.
Non ho mai amato l'aggettivo “simpatico”. Che cosa vuol dire? Persone interessanti, disponibili, vere e sincere, con cui dialogare, o semplicemente capaci di fare battute divertenti?
Ci pensai un po'.

Era una delle prime lezioni, ad essere sincera non mi sembrava di essere stata catapultata sulla luna.
L'università era poco distante dal liceo, le lezioni iniziavano alle 8.30 e la professoressa parlava ancora di Ateniesi e Spartani; il vero cambiamento era la perdita del terrore costante di essere interrogata. E quello già mi bastava.
Avevo conosciuto una sola ragazza, di cui ancora oggi non rammento il nome, sebbene abbia un posto speciale nel mio cuore.
Mi ricordo poco di lei, se non il fatto che nell'aula semi deserta, averle parlato mi aveva dato speranza e coraggio.
Certo mi mancava ancora il sorriso della mia compagna di banco, mi mancava vederla arrivare nel corridoio, quel sorriso dava la forza di affrontare ogni nuovo giorno, ogni dolorosa sfida in quelle quattro mura.
Ora, però ero libera, già, libera ma sola.
Quella particolare mattina, la ragazza mi chiese di fare la pausa con lei, e uscimmo insieme sulla scala antincendio.
Il sole era alto ma il suo calore era poco più che un'illusione, e ci stringevamo nei nostri maglioni.
La vidi salutare un'altra ragazza, capelli neri e corti, seduta sulle scale, che sorrise.
Ci presentò: “.Anche lei fa storia, sai.. come te..”.


“Si, zia..” risposi “.. anche all'università si incontrano persone simpatiche.. anche se i rapporti sono difficili... sai, non è come al liceo dove ti vedi tutti i giorni..” un sorriso a metà tra il triste e il nostalgico mi attraversò il visto.
“..Quindi sono solo conoscenze.. non hai trovato dei nuovi amici..”.
“..No, non ho detto quello..” ritrovando improvvisamente l'allegria.

La città era ancora addobbata a festa, il Natale era appena passato, e lentamente la vita stava ritrovando il suo ritmo laborioso.
Ero davvero stanca, il giorno dopo avrei dovuto sostenere un esame pesante, ma sapevo che vederla mi avrebbe risollevato il morale. Come sempre, del resto.
Fu un giorno davvero bellissimo, nonostante il freddo.
Sapevo che poteva dedicarmi solo qualche ora prima di riprendere il treno per la sua bella cittadina, così, abbandonai i libri e i riassunti in biblioteca e la seguii.
Ci concedemmo una lussuosa colazione.
Eravamo sedute l'una di fronte all'altra in un tavolino di legno, nell'angolo del bar davanti all'università.
Parlavamo del più e del meno, mi raccontava della sua tesi, e io mi lamentavo dell'esame che non sopportavo più.
Poi, mi chiese delle vacanze di natale, di capodanno, del mio compleanno.
Era il momento.
Sorrisi, come chi non aspettava altro che quel momento.
“..Ti devo dire una cosa...” dissi con occhi sognanti. Ma poi, non riuscii a parlare.
Così allungai soltanto la mano sinistra, con gli occhi che brillavano, mostrandole l'anello di fidanzamento che portavo al dito.
La sua reazione bastò per tutte le altre. Nemmeno la mia migliore amica mi riempì il cuore così tanto.
Mi prese le mani, e iniziò a lanciare urli di giubilo, con gli occhi che brillavano all'unisono con i miei.
Poi battemmo le mani come due adolescenti elettrizzate. E ridemmo, felici.
“..Ma, allora? Allora?”.
“..Si! Eh, si!” non riuscivo a dire altro.
“..Ma, Quando?” con due occhi sgranati “..Guarda che io ci devo essere..”.
“..Che domande, ovvio!” sorrisi “.. quando non lo so.. Non domani.. Però..” non riuscii a finire la frase, la verità era che non avevo nemmeno io una risposta.
“.. Oh, non sai come sono felice..” battendo di nuovo le mani, tra gli sguardi stupidi degli studenti.
Ed era vero, sapevo che non stava mentendo.


“Un amico vero puoi incontrarlo dappertutto.. anche in università..” con un gran sorriso.
“Beh, questa è davvero una bella cosa..” disse la zia, sorridendo nel vedere la mia espressione.
“..Ricordami un po' in che cosa sei laureata, esattamente?” continuò poi, pensierosa.
Sospirai, e ripetei per l'ennesima volta la mia specializzazione, il mio campo di studi, parlai della mia tesi, di quanto avevo imparato, e della mia bravissima relatrice.
Ma la mia mente, in realtà, vagava tra i ricordi non molto lontani.

“..Non arrivano.. sono già le 10.15.. possibile che non siano ancora qui? Eppure mi hanno chiamato poco fa..” mi aggiravo per il piccolo spiazzo messo a disposizione dall'università, l'ansia mi divorava.
Eppure, per quanto possa fare sorridere, non ero tanto preoccupata per la commissione che mi attendeva, per il discorso, per il verdetto finale.
No, ero semplicemente terrorizzata alla sola idea che le persone a me care non arrivassero in tempo. E passavo quei minuti di attesa attaccata al cellulare, in preda al panico.
“..Tesoro,stai tranquilla... se hai detto a tutti alle 11, arriveranno per quell'ora..” la voce gentile del mio amore non mi rassicurava affatto in quel momento.
“...Lo so.. ma alle 11 avrò già finito!”.
La commissione doveva avere parecchia fretta quella mattina, ancora due laureandi e sarebbe toccato a me.
“..Bu!..” una voce familiare alle mie spalle, seguita da rapidi passi in avvicinamento.
Mi voltai di scatto “.. Siete arrivate...” e le abbracciai d'impeto.
Fu in quel preciso momento che tutte i pensieri cupi svanirono.
Loro erano lì, e tutto sarebbe andato per il meglio.
Infondo, cosa poteva andarmi male? Avevo il mio portafortuna con me.


Di quell'istante liberatorio, ad oggi, non resta che una fotografia dai contorni sfocati ma, d'altro canto difficilmente potrò dimenticare emozioni così forti e poi, pensandoci bene, nemmeno la migliore macchina fotografica digitale riesce perfettamente a catturare la felicità. Per fortuna, oserei dire.
“...Non eri emozionata? Non avevi paura?” con occhi inquisitori.
“.. Paura? No, paura no...” con un sorriso furbo “.. avevo il mio portafortuna..”.
“..Ah, quel ciondolo che metti solo durante gli esami?” in tono canzonatorio.
“..Niente affatto.. E' l'amicizia che mi porta fortuna.. quella vera..”.
Ma in realtà, pensai, forse è il contrario: l'amicizia stessa è la vera fortuna.

Il mio turno era finalmente finito.
Guardai nervosamente il display del cellulare per controllare l'ora, se il tram fosse arrivato di li a poco sarei riuscita ad arrivare in tempo.
Ma i minuti passavano e le rotaie restavano vuote e roventi sotto l'azzurro cielo di giugno.
Iniziai a camminare avanti e indietro per il piccolo predellino, nell'attesa, sventolandomi con un foglio di quaderno ripiegato per tentare di sopportare meglio il caldo.
Finalmente, il vecchio tram fece capolino dalla vicina piazza alberata, avvicinandosi con la sua inconfondibile lentezza.
O era la mia fretta a farlo apparire tanto lento?
Salii, e in pochi minuti mi portò a destinazione, percorsi i corridoi grigi e vuoti senza fermarmi un attimo, presi fiato solo un momento prima della lunga rampa di scale che mi avrebbe condotto all'ultimo piano.
Arrivai boccheggiando davanti alla porta dell'aula semi deserta. L'accostai leggermente e guardai dentro.
Sorrisi, lei era lì, china su un quaderno che stava riempiendo di scritte.
Conoscendola, sapevo bene che quel quaderno era talmente ricco e completo, che sarebbe bastato a far passare qualunque studente assolutamente scevro della materia, e mi chiesi che cosa ci fosse di tanto importante da scrivere a pochi minuti dall'esame.
Poco importava, ero arrivata in tempo.
“..Allora, si può sapere cosa stai scrivendo?” avvicinandomi di soppiatto.
Lei sobbalzò “..Oh, mamma.. mi hai fatto spaventare..” poi, evidentemente, realizzò che ero arrivata, che ero arrivata in tempo “..ma ciao!” mi disse con un gran sorriso “..ce l'hai fatta..”.
“..Cos'è avevo dubbi?” sorridendo a mia volta.


Ovviamente quell'esame le andò benissimo, come tutti quelli che avevamo affrontato insieme.
“..Sono contenta che tu abbia avuto accanto persone speciali con cui condividere questo momento di gioia... Infondo, dev'essere stata una bella soddisfazione anche quella...” disse la zia, tutta orgogliosa.
La mia mente, che si era persa per un momento nel viale dei ricordi, riprese il filo della conversazione e fu catapultata ancora una volta in quel caldo giorno di Luglio.
“...Altrochè... la migliore di tutte..”

Era fatta. Non riuscivo a crederci.
Certo, lo avevo immaginato molte volte nelle settimane prima del grande evento ma, infondo, dicevo a me stessa di non crederci, di non illudermi.
E invece, avevo vinto davvero.
Uscii dall'aula raggiante, tra le urla e gli abbracci delle persone amate.
Abbracciai il mio amore, mio padre, mia madre, mia suocera, il mio saggio maestro di vita, vidi finalmente mia nonna darmi un pegno che conservava gelosamente da quando ero bambina.
E tutto questo mi riempì l'anima mille volte di più del titolo appena conquistato.
Poi, però, mi voltai. Loro erano lì, lei era lì, non aspettavano che me.
Allungò le mani, gridando di gioia. Avevamo atteso insieme, avevamo lottato, sperato, e adesso era lì, senza invidie o gelosie, fiera di me. Lo leggevo nei suoi occhi, nei suoi gesti, nelle sue parole.
Ci abbracciammo forte.
“Quanta strada abbiamo fatto insieme, amica mia.. dal primo esame.. alla laurea...”.

“Infondo, non ci hai messo neanche tanto..” continuò la zia “..quanti esami dovevi dare?”
Risposi spiegando un po' come funzionava il mio corso di laurea di primo livello.
“.Ah, capisco.. però, senti.. hai fatto comunque in fretta.. E' difficile dare gli esami?”.
Ovviamente queste sono domande classiche, standard, che però non hanno una risposta altrettanto preconfezionata.
Esistono temi facili e difficili, ma anche materie facili per alcuni che risultano difficili per altri, e poi ci esami talmente interessanti che vorresti approfondirli all'infinito.
Parlo di quel tipo di esame che, una volta finito, ti lascia lo stesso senso di vuoto che si avverte quando si finisce di leggere un bel libro.
“..Dipende dall'esame..” dissi soltanto.

“L'hai pensato anche tu, vero?” lei mi guarda, stanca ma soddisfatta.
Il caldo di luglio ci si appiccicava addosso, e i pallidi tentativi di donare areazione alla piccola stanza tenendo aperte le finestre non miglioravano affatto la situazione.
Eppure, eravamo felici, stanche ma elettrizzate e felici.
“..Che cosa?” dissi di rimando, osservandola perplessa.
“..Adesso, lo rifacciamo..” con un gran sorriso.
Scoppiai a ridere.
“...Ah, si! Ci manca solo quello! Adesso vacanze.. Altroché...” gesticolando “No, però è stato interessante... davvero.. sai che cosa mi ha chiesto?”
E per i venti/venticinque minuti seguenti ci raccontammo dei nostri rispettivi esami, dei collegamenti che eravamo riuscite a tirare fuori durante l'interrogatorio, come prestigiatori alle prese con conigli e cappelli, delle splendide idee che nel frattempo ci erano venute, e di temi lontani che nemmeno noi sapremmo bene ricostruire come fossero entrati a buon diritto nel nostro discorso.
Eppure, per noi non c'era nulla di meglio.
Quando calò il silenzio ci guardammo per un attimo.
“..Allora.. è andata..” dissi io piano “...ti ricordi cosa ti ho detto prima dell'esame?”.
Lei annuii, simulando un broncio infantile “..Il nostro ultimo esame insieme...come farò?”.
Ricambiai lo sguardo triste: “..dai.. ci vedremo ancora.. ne abbiamo di strada da fare..” con un sorriso.
“...Puoi starne certa..” battendo le mani, gioiosamente.


“Ma, insomma..a parte la laurea..” disse la zia in tono conclusivo, il sole ormai stava tramontando e gli altri parenti cominciavano a guardare l'orologio, smaniosi di tornare alle rispettive case.
“.. se tu dovessi scegliere il momento più bello, più emozionante di questi anni, cosa sceglieresti?”.
Chiusi gli occhi.

La voce, solenne anche se un po' tremante del presidente di commissione, si mescolava nella mia mente a quella, decisa e ferma, di una giovane donna, sicura di sé ma sorridente e gentile.
La vedevo, seduta, discutere di una principessa lontana, davanti agli sguardi ammaliati dei presenti, sentivo il cuore battere e le lacrime premere perché le lasciassi libere.
Ora invece era in piedi poco distante da me, trionfante, con un gran sorriso, e uno sguardo sereno, e il mio cuore tremava per l'emozione troppo grande.
Ma tutto questo, ormai, erano solo ricordi, ricordi indelebili e meravigliosi, che portai con me nell'istante più bello ed emozionante di questi anni : l'abbraccio stretto e liberatorio della mia “sorella di Storia”, trionfante!
Un abbraccio che racchiuse in sé conversazioni infinite che divertono solo noi, frustrazioni e sogni, aspettative e desideri, confronti costruttivi, mattine implacabili, pranzi succulenti ed esami superati.
Eppure, in quel momento, così emozionante e solenne, ignoravo persino che i momenti migliori dovevano ancora arrivare.
Già, perché la vera soddisfazione è stata saltellare insieme, in mezzo alla folla, inneggiando al suo trionfo, come due bambine felici, tra gli sguardi sbigottiti degli astanti.
La vera soddisfazione, in realtà, è racchiusa in poche parole, le prime che mi disse uscita da quell'aula: “...e due..”.


Raccontai questo episodio alla zia e mi sorrise, commossa.
Dopodiché presi il cellulare e scrissi un breve messaggio:

Qui c'è qualcosa che non quadra..E' mai possibile che tu ci sia in ogni ricordo che ho dell'università? Ma ti sembra una cosa normale?
Beh, senza dubbio, in caso contrario sarebbe stata terribilmente noiosa e insipida, non trovi?

Hastatus77 05-03-2013 13.38.25

Complimenti Clio :smile_clap:
Mi piace molto il tuo modo di scrivere.. riesci a trasmettere calore ed emozioni forti.
Bravissima, bravissima bravissima. :smile_clap:

Clio 05-03-2013 16.49.42

Vi ringrazio di cuore, Milord per le vostre bellissime parole...
Il complimento che mi fate è davvero molto prezioso per me, grazie davvero...:smile:

Altea 05-03-2013 17.10.53

Sempre cosi avvicente lady Clio...sapete che avete sempre la mia ammirazione. ;):smile_clap:

Clio 05-03-2013 20.01.34

Oh, cara Lady Altea.. Le vostre parole mi riempiono sempre il cuore di gioia... Vi ringrazio davvero... :smile:

Guisgard 05-03-2013 20.15.53

Ateniesi e Spartani...
Non so perchè, ma sin da piccolo ho sempre fatto il “tifo” per gli Spartani.
E forse oggi la gente dimentica, o sottovaluta, che furono loro a vincere la guerra e non gli Ateniesi.
E questa la dice lunga su molte cose...
Perdonate, lady Clio, per questo mio esordio.
In verità è anche frutto di ciò che avete scritto.
Mi spiego meglio...
Voi possedete una qualità particolare e forse l'ho già sottolineato in altri commenti ai vostri scritti: la freschezza.
Leggendovi io avverto quell'atmosfera luminosa, pulita, lineare e spensierata che può essere racchiusa in uno di quei telefilm o soap che danno spesso in tv, soprattutto di pomeriggio.
Un'atmosfera che definirei scolastica, perchè fatta di buoni sentimenti, ottimismo, positività.
Milady, questo è un gran dono.
La capacità di rendere i propri scritti “visivi”, fatti di immagini, oltre che sensazioni ed emozioni.
E in questi racconti, come anche in tutto ciò che scrivete, compresi i nostri gdr, questo ruolo luminoso e positivo vi calza a pennello, proprio grazie a questa caratteristica e luccicante abilità che avete di rendere tali le atmosfere di cui narrate.
E così, leggendovi, quello straordinario e dinamico “mondo scolastico”, fatto di buoni sentimenti, fantasticherie, complicità, dove tutto è speciale, magico, perchè sembra mostrarsi per la prima volta, assume un senso reale e fattibile.
Leggervi è sempre piacevolissimo.
Che altro dire?
Nulla, se non ringraziarvi di aver voluto condividere con noi questa bella storia.
E ovviamente vi faccio i miei più sinceri complimenti :smile_clap:

Taliesin 06-03-2013 10.29.05

Giovane Clio,
è da un pò che nelle sonnecchianti strade lastricate di Camelot non si incrociano i nostri pensieri, ma devo confessarvi che ritrovarvi con tutto il vostro entusiasmo letterario e poetico è una cosa molto piacevole, ma soprattutto profuma di primavera, come quell'affresco che un Cavaliere dell'Inteleltto, eccezionalmente di passaggio nelle sue ronde di ritorno, ha già manifestato molto meglio di me...

Taliesin, il bardo


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