Area 71
 

AREA 71

"Il cielo annunzi la sua giustizia,
Dio è il giudice."

(Salmo 50)





Le luci al neon del corridoio emanavano un tipo di chiarore vago e decadente, come si vede in quei palazzi degli anni'70 dello scorso secolo o in quei bar di bassa lega presenti nei vecchi film polizieschi di una volta.
Il rumore di passi decisi ticchettava qui e là, tra l'odore di fumo ed il mormorio deciso dei tanti addetti al personale che andavano e venivano tra una stanza e l'altra.
Belven camminava a passo svelto, con una sigaretta divenuta ormai cicca nella bocca e gli occhi puntati sul copione che sfogliava senza entusiasmo.
Accanto a lui camminavano alla medesima velocità, diciamo così, lo sceneggiatore ed uno dei produttori, entrambi impegnati a convincere il quotato presentatore circa la bontà dell'imminente puntata da mandare in onda.
“Mi avevate promesso un ufologo famoso” disse Belven tirando via la cicca “ed uno scrittore di fantascienza autore di mezza dozzina di libri... ed invece chi mi ritrovò?” Chiudendo il copione e sbuffando.
“Avanti, Belven...” il produttore “... non è facile reperire gente simile. Vuoi forse che i ricavi della pubblicità finiscano nelle tasche di simili ospiti anziché nelle tue?”
“Si, ma dopo non venite a farmi le scatole così per il vostro indice di ascolto.” Belven piazzando il copione nelle mani del produttore.
Entrò allora in sala e subito la truccatrice si avventò su di lui, mentre un uomo dall'aspetto viscido e servile gli ricordava le battute per andare in onda.
Dalla regia qualcuno cominciò un conto alla rovescia dal numeri 10 e nell'esclamare lo 0 tutta la macchina televisiva entrò in funzione.
“Buonasera, Afragolignone!” Esclamò con aria solare Belven. “Vi adoro... oh, se vi adoro!” Sorridendo alla telecamera. “In primis lasciatemi salutare un caro telespettatore che ogni giorno mi invia una barzelletta. Oggi posso raccontarla anche a voi, poiché è finalmente sul tema delle nostre puntate, ossia gli extraterrestri e non è vietata ai minori!”
In sala tutti risero ed applaudirono.
“Qual'è il colmo per un marziano?” Chiese al pubblico Belven. “Essere lunatico, ovvio!”
Di nuovo risate ed un applauso.
“Ma entriamo subito nel vivo della nostra puntata...” Belven “... con i nostri ospiti... Trip Muss e Lof Catty!” Il pubblico li accolse applaudendo.
“Trip è un noto contattista, come lui ama definirsi...” Belven sedendosi in mezzo ai due ospiti “... benvenuto, Trip. Avanti, parlaci dei tuoi contatti extraterrestri, amico mio.”
“Si...” ispirando forte Trip “... ci tengo a dire, se mi è concesso, che i miei contatti extraterrestri avvengono attraverso sensazioni e presentimenti cinetici... i miei amici spaziali hanno infatti sviluppato un sistema nervoso infinitamente superiore al nostro...”
“Capisco.” Annuì Belven.
“Ebbene, loro... mi hanno rivelato...” deglutendo Trip “... che la fine del mondo è vicina... e sarà inesorabile... ma abbiamo la possibilità di evitarlo...”
“Quindi ci danno una possibilità i tuoi amici marziani, Trip?” Fissandolo Belven.
“Si...” annuì Trip “... noi infatti abbiamo il potere di evitare la fine del mondo...”
“Beh, cosa aspetti, Trip?” A lui Belven. “Dicci cosa possiamo fare per salvarci!”
“Ecco...” respirando profondamente Trip “... loro mi hanno rivelato... che... se la Juventus non smetterà di vincere scudetti a raffica... il mondo finirà... ed una nuova specie di esseri umani prenderà il nostro posto su questo pianeta.” Sospirando forte come se si fosse liberato di chissà cosa.
“Per la miseria, Trip...” perplesso Belven “... non ci lasci molta scelta... e dimmi... i tuoi amici marziani ti hanno anche detto quale altra squadra dovrebbe vincere gli scudetti al posto della Juventus?”
“Si...” rispose emotivamente Trip.
“Lo immaginavo...” sarcastico Belven “... ma forse l'altra nostra ospite non sarà d'accordo.” Voltandosi verso la donna. “Lof, se ben ricordo a te gli alieni hanno fatto rivelazioni diverse, giusto?”
“Si...” annuì Lof “... io... io posso affermare con assoluta certezza che la fine del mondo avverrà esattamente nell'anno 2365... alle 16 del pomeriggio.” Con occhi spiritati.
“Senza dirci il giorno ed il mese?” Ironico Belven.
“Non ci è dato saperlo questo...”
“E puoi dirci in che modo sei stata contatta da questi marziani, Lof?”
“Si...” fissandolo Lof “... ero a casa mia... stavo facendo le pulizie in salotto... quando qualcuno bussò alla mia porta... era un venditore di aspira polveri senza filo... un uomo alto, dalla pelle nera, be piazzato e dai modi gentili... e... e lui mi chiese di entrare per mostrarmi il suo... il suo aspirapolvere... poi ad un tratto mi svelò la verità... lui era un alieno in visita sulla Terra... io non so cosa accadde poi... forse mi ipnotizzò o mi inviò qualche impulso nervoso... ma la mia volontà credo si azzerò del tutto... e... e poi... io... mi ritrovai nella mia camera da letto... ecco... lui... .lui fece sesso con me... e poi mi rivelò la data della fine del mondo...”
Belven restò a fissarla per un lungo istante, per poi guardare la telecamera.
“Beh, cosa dire, amici ed amiche che ci seguite?” Alzandosi e parlando alla telecamera. “Mai fidarsi dei venditori di aspirapolvere senza fili!” Ridendo. “Anche oggi il tempo a nostra disposizione è concluso e quindi non mi resta che lasciare a voi decidere quale fra queste due rivelazioni extraterrestri merita credito! Dagli studi di Canale 29 il vostro Belven vi dice...” portando le mani alle tempie e fingendo di parlare al pubblico telepaticamente “... alla prossima puntata!”
Gli applausi riempirono lo studio e partì la sigla di chiusura del programma.
“Molto bene!” Il produttore raggiungendo Belven nel camerino.
“Mi prendi in giro?” Fissandolo il presentatore. “Andiamo, li hai sentiti? Un antijuventino ed una casalinga insoddisfatta che si trastulla con un venditore nero porta a porta. Ma chi pretendi segua il nostro programma?” Prendendo il cellulare ed aprendo la pagina on line di annunci di lavoro. “Guarda... tra un po' andremo tutti a spasso e ci servirà un nuovo lavoro!”
Sulla pagina Internet vi erano infatti svariati annuncio di lavoro.
Si cercavano assistenti per studi scientifici, soldati e soldatesse alla base militare, spogliarelliste per nightclub ed anche segretarie per l'ufficio del sindaco.
Vi erano poi richieste per infermiere e medici, per istruttori di volo, per badanti e periti tecnici ed informatici.
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+++

Avevo cerchiato l'annuncio come assistente per studi scientifici sul giornale qualche giorno fa e mi ero subito fiondata.
Avevo conseguito degli ottimi risultati alla mia laurea in scienze e tecnologie fisiche e ora volevo mettere tutto a frutto, senza esitazioni.
Volevo che ciò che avevo studiato diventasse il mio lavoro, la mia vita e questa doveva sicuramente essere la mia occasione, me lo sentivo.
Mi preparai, vestendomi in maniera curata, ma non eccessiva e mi diressi verso l'istituto che aveva pubblicato l'annuncio.
Ero un po' nervosa, anzi più di un po', non sapevo cosa avrebbero detto, cosa mi avrebbero chiesto e ciò causava in ne parecchia agitazione.
Mi diressi verso il palazzo a vetri dalle linee moderne ed essenziali e, all'interno, fui indirizzata da una ragazza cortese ed educata al terzo piano dell'edificio.
Lì, avrei atteso che venisse chiamato il mio nome per il colloquio.
Raggiunsi una sala dai colori chiari e luminosi, presi posto su uno dei divani ed aspettai.https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...8353e1f19a.jpg

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Gwen raggiunse il palazzo di vetro, sede della Società Scientifica, attendendo il suo turno in una saletta bianca.
Dopo una mezz'oretta una segretaria dall'aria svampita venne a chiamarla, pregandola di seguirla.
La condusse così in un'ufficio ben arredato, dove, dietro una scrivania, stava un tipo di bell'aspetto, dai capelli neri e lo sguardo scuro e fascinoso.
"Professore..." disse la segretaria indicando Gwen.
"Eh?" Alzando lo sguardo dal suo pc lui. "Ah, si... prego prego..." facendo cenno con una mano a Gwen di sedersi.
La segretaria uscì.
"Benvenuta..." fece lui scrutando attentamente Gwen "... piacere, sono il professor Elv Bell." Porgendole la mano. "Immagino sia qui per il colloquio..." osservandola "... mi parli un pò di lei... prego." Accennando un sorriso.
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Attesi una mezz'ora, poi un'altra segretaria venne ad avvisarmi che potevo essere ricevuta.
Allora la seguii in una stanza, dove trovai un giovane uomo.
A dir la verità, più giovane di quanto me lo fossi aspettata.
Ma meglio così.
Ricambiai il sorriso e la stretta di mano, sedendomi.
"Mi chiamo Gwen Ygraal, mi sono laureata in fisica quantistica un paio di mesi fa ed ho all'attivo alcune pubblicazioni nella rivista accademica, alcune delle quali nate dalla collaborazione con il direttore del dipartimento di fisica, il professor Aurelius, certamente lo conosce" risposi con tono pronto e sorriso educato, porgendogli poi il mio curriculum.

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"Beh, se volessimo assumere qui tutti i laureati in fisica saremmo allora saturi." Disse con un sorriso Elv. "Si, conosco il professor Aurelius. E' stato il mio docente." Annuendo appena divertito. "Mi dica il suo miglior pregio ed il suo peggior difetto, signorina." Accendendosi una sigaretta.

Accennai un vago sorriso.
"E se noi neo-laureati dovessimo sentirci dire solo questo, beh, non dimostreremmo le nostre capacità a nessuno" ribattei, spontaneamente.
Troppo spontaneamente per accorgermene in tempo.
Accidenti...
Bella figura, al primo colloquio della vita, complimenti, brava...
Poi, mi chiese un pregio ed un difetto.
"Sono sicuramente molto testarda, caparbia. Il che può essere sia un pregio che un difetto, alle volte" risposi, con accennato divertimento.

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Elv tirò una boccata di fumo e guardò Gwen.
"Se si ha talento" disse "prima o poi ci sarà l'occasione." Spense la sigaretta. "Testarda... si, è un pregio ed un difetto... preferirei perserveranza, ma vedremo..." chiudendo il pc davanti a lui, per poi spostarlo "... testiamo subito questo suo presunto pregio, signorina... mettiamo io sia un importante ricercatore... che in verità sono..." facendole l'occhiolino "... lei ha sviluppato una teoria importante e rivoluzionare circa l'antimateria... mi vede in un celebre ristorante mentre maggio da solo... lei deve assolutamente farvi ascoltare la sua teoria... prego, vediamo come farebbe..." divertito.

Non ero molto d'accordo, a volte si doveva avere fortuna nel trovarsi nel posto giusto al momento giusto, ma avevo fatto già una gaffe per potermene permettere un'altra.
Tuttavia, non sembrava aver preso male la cosa.
Un punto in più per il professor Bell.
Poi sollevai un sopracciglio incuriosita mentre lo ascoltavo, sorridendo divertita al suo occhiolino e rimasi sorpresa.
Non mi ero aspettata una cosa simile.
Beh, dovevo dare il meglio di me, adesso.
Mi sistemai allora sulla sedia, facendo un po' di ordine in testa.
"Buonasera, professor Bell. Spero di non importunarla, ma dovevo assolutamente parlarle della mia nuova teoria sull'antimateria! Sono certa che scuoterà l'intera comunità accademica e sarei grata se un ricercatore del suo calibro collaborasse per svilupparla nella pratica!" il mio tono era stato convincere, deciso, determinato, di quelli che non muoverebbero un passo senza essere ascoltati e speravo che fosse ciò che voleva.
"Dunque? Sono andata bene?" Chiesi guardandolo con un sorriso sì speranzoso, ma anche in fondo divertito.

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Elv ascoltò Gwen e poi sorrise.
"Allora, vediamo un pò..." disse "... mi trovo in uno dei ristoranti più esclusivi della città... con una bottiglia di vino che costa sui 15.000 euro... sto degustando ostriche come antipasto, linguine con frutti di mare... una tagliata al sangue... un'insalatina mista... qualche assaggio di formaggi... oltre a frutta, dolci ed un buon liquore... magari sto aspettando la mia assistente personale per una serata romantica... e lei spera che interrompa tutto ciò solo perchè una sconosciuta si presenta al mio tavolofarfugliando di teorie rivoluzionarie?" Rise piano. "Ragazza mia, non funziona così..." scuotendo la testa.

Ascoltai attentamente.
Oh, quante storie...
"Beh, allora vedrò di non sviluppare teorie rivoluzionarie all'ora di cena" commentai, con un sorriso sornione, guardandolo con aria determinata e pacata al contempo.


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Elv rise e si accese un'altra sigaretta.
"Non è molto testarda a quanto vedo..." disse a Gwen fumando "... comunque è una buona idea non sviluppare teorie rivoluzionarie all'ora di cena, si vive meglio, più tranquilli." Sorridendo. "Lasci pure il suo curriculum, la contatteremo noi." Con tono di circostanza.

"Lei dice?" ribattei, poi mi sporsi appena poggiando le braccia sulla scrivania "Potrei sempre sedermi ostinatamente davanti a lei, costringendo con le buone o con le cattive lei ad ascoltarmi e la sua assistente a cercare compagnia altrove, nel mentre che, con molta testardaggine, inizio a srotolare ogni singolo dettaglio della benedetta ricerca, per la quale ho trascorso infinite notti insonni e giornate solitarie al limite della follia in quel benedetto laboratorio, perdendo ogni singolo briciolo di lucidità, finendo poi inevitabilmente col prendere la sua bottiglia di vino, che vale molti più soldi di quanti la comunità scientifica non mi abbia dato per il mio progetto e brindare al lavoro che lei ha, con entusiasmo, ritenuto eccellente" mentre lo guardavo dritto negli occhi neri e profondi, parlai con tono serrato, diretto, privo di fronzoli, perché per anni avevo assaporato quella realtà, nei laboratori dell'università e tutto ciò che avevo detto era uscito direttamente dal mio cuore, senza ostacoli.
E mi sentivo stranamente libera e leggera.
Alla fine, mi alzai.
"Attenderò una vostra comunicazione. Arrivederci, professore" con sorriso candido, prima di raggiungere la porta, lasciando il mio curriculum davanti a lui sulla scrivania.

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Elv rise.
"Magari io ho una relazione con la mia assistente e quindi difficilmente manderei a monte la serata solo per una questione di lavoro." Disse lui a Gwen prima che lei uscisse.

Ma cos'era, una corsa ad ostacoli?
Dio...
Mi morsi un angolo del labbro stringendo quasi convulsamente la maniglia, poi mi voltai.
"Se lei preferisce anteporre i sentimentalismi al progresso scientifico, beh, allora mi conviene davvero rivolgermi a qualcun altro egualmente qualificato, ma meglio disposto alla ricerca, visto che si possono avere infinite serate romantiche, ma solo un'occasione per mettere a frutto il lavoro di noi, topi di laboratorio sottopagati, grazie ai quali può permettersi un vino da quindicimila bigliettoni" ribattei "Ah e ovviamente, le farei notare che ha fatto bene a non essere un imprenditore, perché certamente non saprebbe riconoscere un ottimo affare nemmeno avendolo sotto al naso" aggiunsi poi, sempre fissandolo con sguardo di sfida.
Perché doveva esserci qualcosa in grado di convincerlo ed io avrei trovato quella cosa, in un modo o nell'altro.


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Elv guardò Gwen e poi scoppiò a ridere.
"Ragazza mia..." disse il brillante scienziato "... dimentica che avrà a che fare con degli uomini... ossia esseri sottoposti alle passioni... persino Galilei, Newton ed Einstein molte volte si fatti guidare dalle loro passioni... per questo hanno raggiunto i loro incredibili risultati... quindi non sottovaluti mai le passioni a cui ogni uomo è sensibile..." fissandola "... mi dica... è disposta a tutto pur di farsi ascoltare da me circa la sua teoria? Crede così ciecamente che essa possa cambiare la visione che l'uomo ha della natura e del cosmo, migliorare perciò l'esistenza dell'umanità? Se così fosse allora accetterebbe ogni compromesso per essa... dico bene?" Giocando con il suo accendino d'oro.

Ascoltai la sua risposta, in realtà la sua domanda.
"Se dovessi rimanere fedele e coerente alla mia testardaggine, tecnicamente non dovrei accettare compromessi. Il compromesso, lo vedo come una resa, una sconfitta, un espediente delle parti per incontrarsi a metà strada rinunciando ognuno alle proprie idee, principi, o che so. Giusto?" replicai, con un'altra domanda.

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"Se lei fosse una scrittrice o una poetessa allora si, potrebbe permettersi di essere idealista." Disse Elv a Gwen. "Ma lei è una scienziata ed il bene assoluto del mondo deve essere la sua priorità. Perseguire la sua missione ad ogni costo." Osservandola in atresa di captare le sue reazioni.

Ah, certo, la mia priorità era il bene del mondo, nemmeno fossi stata Wonder Woman, la sua invece quella di non pensare al lavoro quando andava a cena fuori... pensai sarcasticamente.
"E dunque?" chiesi, lo sguardo fattosi appena più affilato, mentre cercavo di capire dove volesse arrivare.
Implicitamente, gli stavo anche dando ragione, ma il mio orgoglio mi impediva di ammetterlo a voce alta.

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"Quindi..." disse Elv a Gwen con un vago sorriso "... sarebbe disposta a venire a letto con me pur di farsi ascoltare? Se crede ciecamente nella sua teoria allora darà di certo per assodato il risultato finale. Quindi... baratterebbe una notte di sesso in cambio del bene comune, visto è una scienziata ed il successo e la fama personale?" Fissandola come se oscillasse tra l'incuriosito ed il provocatorio.

Okay, adesso la situazione iniziava a complicarsi.
Cercavo di capire se si riferisse alla situazione ipotetica della quale stavamo discutendo da forse un secolo, così mi sembrava, o se in palio ci fosse la mia assunzione.
Presi un respiro profondo e misi su la faccia più tranquilla che trovai in repertorio.
"Potrei dire sì, perché penso che si possa fare qualsiasi cosa se si è convinti e che la virtù sia una serie di limiti autoimposti spesso non necessari. Ma potrei dire no, perché se lei fosse davvero interessato non avrebbe bisogno di certi mezzi, mi consenta, un po' squallidi. O al massimo, in extremis, possiamo chiedere all'assistente con cui è a cena se è d'accordo, che dice?" aggiungendo un tono sarcastico sull'ultima domanda.

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Elv rise a quelle parole di Gwen.
"Non sopravvaluti mai nessun uomo." Disse. "Siamo tutti imperfetti e deboli, ahimè." Annuendo. "Può andare, la contatteremo noi, signorina." Porgendole la mano in segno di saluto.

"Le assicuro che non lo faccio mai, ecco perché è una cosa squallida" con un sorriso candido.
Strinsi poi la sua mano con un vago sorriso enigmatico, prima di uscire e raggiungere la mia macchina.
Non sapevo definire questo incontro.
Era stato strano, curioso, a tratti anche divertente forse e qualcosa dentro di me mi diceva che avevo fatto centro, anche se restava ancora da aspettare, ma volevo essere ottimista.

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Gwen lasciò l'ufficio di Elv ed uscì dall'edificio, trovando la sua auto per tornare a casa.
Non c'era molto traffico per le strade ed arrivò a casa prima del previsto.

Le strade erano abbastanza libere.
Così, arrivando a casa prima del previsto, mi preparai una tazza di tè, mi sistemai comodamente sul divano e chiamai Lizzie, amica ed ex collega, per raccontarle del colloquio.

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"Conosco poco il professor Bell..." disse Lizzie a Gwen dopo aver ascoltato le sue parole sul colloquio "... ho sostenuto con lui l'esame di Metodologia della Fisica applicata... un uomo solare, schietto e parecchio liberale devo dire. Poi è pure sposato, quindi non credo faccia il cascamorto con le sue assistenti. In tal caso ne sarei parecchio delusa, ma non mi pare proprio il tipo."

"Sì beh, schietto e liberale di sicuro" commentai.
Poi, aggrottai la fronte.
"Sposato? Sei sicura? È così giovane..." stupita.
Va beh, non erano affari miei.
"E comunque, non ho detto che faceva il cascamorto, ho solo detto che voleva vedere la mia reazione, tutto qui..." risposi.
Non sapevo quanto fossi convinta delle mie stesse parole, ma per ora lo ero.

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"Beh, non è certo uno studentello." Disse divertita Lizzie a Gwen. "Comunque, aspetta qualche e giorno e saprai se sei andata bene o meno."
Era ormai pomeriggio.

Alzai appena le sopracciglia, sempre più perplessa.
Bah...
"Sì, temo starò in ansia fino ad allora..." ridacchiando.
Chiusi allora la telefonata e finii di bere il mio tè.
Non sarebbe certo cascato il mondo se non fosse andata bene, insomma, era la prima volta, ma speravo davvero di essere assunta per un incarico notevole come questo.

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Il pomeriggio trascose lento, quasi pigro, con Gwen che restò in casa sola.
alla tv non c'era molta varietà e forse la cosa migliore, per modo di dire, era il programma del celebre professor Belven, dove si sciommiottava la divulgazione di temi più o meno scientifici.
Tuttavia lo scienziato godeva di ottima fama e ciò fu confermato, sebbene a tempo debito, da un'inaspettata telefonata che arrivò nell'appartamento di Gwen.
Da una segretaria alla ragazza infatti fu detto che il professor Bell era rimasto farevolmente colpito dal colloquio ed aveva deciso di inserirla nella lista delle aspiranti al ruolo di sua assistente.
Inoltre era convocata per la mattina seguente all'Accademia Scientifica.

Rimasi pigramente a guardare la tv, che non offriva molto, se non il programma di Belven, che era una vera indecenza, ma almeno godeva di un certo fascino.
Poi, fui scossa all'improvviso da una telefonata.
Una telefonata davvero inaspettata.
Era una segretaria che mi annunciava il mio inserimento fra la lista delle aspiranti assistenti di Bell, il quale sembrava fosse rimasto fortemente colpito dal colloquio.
Lo sapevo!
Sapevo che ci avevo preso!
Non vedevo l'ora che arrivasse la mattina seguente per andare all'Accademia Scientifica!
Chiusa la telefonata con la segretaria, chiamai di nuovo Lizzie per darle la notizia.

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"Wow... disse Lizzie sorpresa "... che velocità! Non sarai ancora effettiva, ma diamine, non hanno perso tempo! Beh, si vede che sei piaciuta! Hai fatto davvero un'ottima impressione!" A Gwen.

"Sì! Non ci speravo proprio che già oggi avrei avuto la risposta ed è anche andata bene! Anzi, benissimo!" dissi, quasi trattenendo il fiato per l'emozione.
"Sono curiosa di sapere come andrà domattina! Sono sempre un po' nervosa, ma se è andata così bene al primo step, il secondo non dovrebbe andare male! In ogni caso, tieni le dita incrociate per me!" aggiunsi, sempre euforica.

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"Lo sto già fecendo." Disse divertita Lizzie al telefono con Gwen. "Piuttosto, mi raccomando. Fatti trovare pronta, decisa, vestita in modo giusto e con infinita fiducia in te stessa!"

Ridacchiai divertita.
"Sì, sì, non preoccuparti" la rassicurai, ancora felice.
"Ti richiamo domani per farti sapere com'è andata!" le dissi poi, un attimo dopo chiusi la chiamata.
Sembrava che le cose girassero nel verso giusto e non aspettavo altro che sapere come sarebbe finita.

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La giornata trascorse piena di speranze ed attese, con la sensazione per Gwen che il Tempo si fosse fermato.
Tuttavia le ore passarono, venne la sera e poi la notte.
Il mattino giunse dopo una notte tuttavia serena e la ragazza si svegliò presto per prepararsi all'appuntamento.

Ogni istante fino alla notte, e poi fino alla mattina, sembrò durare interi anni, non vedevo l'ora!
Al mattino, mi svegliai di buona lena, mi preparai e mi diressi subito alla sede.
Lì attesi di nuovo il mio turno, aspettando trepidante.https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...043055754e.jpg

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Gwen si preparò, vestita per l'occasione e raggiunse l'Accademia Scientifica.
Qui fu accompagnata da una segretaria all'ufficio di Elv.
Il brillante scienziato era al telefono e le fece cenno di entrare, di sedersi ed attendere un istante.
"Si, cara..." disse lui parlando con sua moglie al telefono "... non credo di poter pranzare con te... ma certo..." annuì "... stasera si, ovvio. Prenoterò per una cena. Su, ti prego... sai che il lavoro mi sta prendendo molto in questo periodo..." assunse un'espressione di sopportazione "... va bene, ne discuteremo ogni pomeriggio... ora scusami ma ho da fare. Si, ho anche i colloqui. Ovvio che ti amo. A più tardi." E chiuse la telefonata. "Mi scusi..." rivolto poi a Gwen con un sorriso "... come siamo eleganti." Guardandola. "Vuol far davvero colpo per aiutare la sua teoria?" Divertito. "Naturalmente scherzavo. Si abitui, mi piace scherzare per stemperare le pressioni sul posto di lavoro." Con fare affabile.

La stessa segretaria del giorno prima e mi fece entrare.
Bell era al telefono, mi fece segno di accomodarmi, così entrai e mi sedetti dall'altro lato della scrivania.
Ebbi modo di capire che Lizzie aveva ragione, sembrava davvero che fosse sposato.
Aspettai allora che finisse.
Risi poi alla sua frase, scuotendo appena la testa.
"La ringrazio" dissi a quel punto, con tono leggero e serafico.
A quel punto, attesi che parlasse lui.

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"Veniamo a noi." Disse fcendosi serio Elv. "Lei concorrerà con altre due candidate per il ruolo di mia assistente personale. Ad ognuna di voi io affiderò iìun compito e chi lo porterà a termine con successo sarà la prescelta, diciamo così. Cosa ne pensa?" A Gwen.

Ascoltai la sua spiegazione ed annuii.
"D'accordo. È perfetto" annuendo ancora.
Mi sembrava un'ottima idea.
Dopotutto, doveva pur esserci un modo per definire chi potesse essere più adatta per il posto ed era abbastanza ragionevole.

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