Arrivammo a casa, io lasciai la macchina fuori dal cancello e lui mi fermò, impedendomi di andare.
"Non ho rabbia verso di voi, capitano..." mormorai, abbassando appena la voce "Il desiderio altrui, come il mio, è ciò che mi rende viva, sempre, ogni istante ed il vostro nei miei confronti non è da meno..." proseguii, con tono paziente, pacato, mentre con delicatezza gli accarezzavo il viso.
"È ciò che permette al grigio vuoto della mia anima e della mia vita di colmarsi... Ed io non desidero voi meno quanto desideriate me..." aggiunsi, quasi potessi vedere in prospettiva la mia preda capitolare inesorabilmente.
Era vero, lo desideravo, fin dal primo istante, da impazzire, di assaporare le sue labbra sottili e rosate, di affondare le mani nei suoi capelli neri, ogni dettaglio di lui risvegliava un'ebbrezza dentro di me che era impossibile ignorare.

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Destresya portò il Generale a visitare il garage della villa.
Lui subito apprezzò quelle auto.
"La vostra tecnologia è arretrata" disse guardando le varie macchine "eppure conoscete un gusto estetico non comune. "Tu quale preferisci fra queste?"
Nel frattempo, davanti alla sua villa, Gwen aveva rivelato i suoi desideri ad Elv.
"Allora baciami..." lui prendendola di colpo fra le braccia "... qui nessuno ci vedrà... baciami come fosse un pegno..." vicinissimo al volto di lei.

All'improvviso, mi prese fra le braccia e capii che non avrebbe desistito se non avessi esaudito la sua richiesta.
Il suo profumo era vicino, come il suo viso, forte, vigoroso, ma ammaliante e seducente.
Sorrisi appena, sporsi il viso verso di lui e lo baciai, invitando le sue labbra a seguire le mie.
Mi sembrò di aver aspettato questo momento per un'infinità di tempo; accarezzai il suo volto pulito e giovane, poi affondai le mani nella sua chioma ribelle e corvina e un leggero gemito mi sfuggì per quel desiderio impellente finalmente soddisfatto, che non aveva atteso altro che questo.

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"Oh grazie, lo prendo come un complimento!" guardandolo divertita mentre osservavo quelle splendide auto.
"Non lo so, sai?" guardando le auto "Forse questa.." indicando una decappottabile nera che aveva tutta l'aria di andare piuttosto veloce.
"E a te, quale piace di più fra queste? O forse voi non avete il nostro senso estetico?" guardandolo tutto con sguardo enigmatico.
Dopotutto, mi aveva detto che ero bella, o l'avevo sognato?
"Io dico di sì..." con un sorrisetto divertito.

Finalmente le loro labbra, come se si fossero inseguite dall'inizio, si incontrarono e si unirono, sprofondando poi le une nelle altre in un bacio acceso di passione, in un ioco di lingue che sembravano danzare in quell'unico respiro che adesso li univa.
Gwen ed Elv si baciarono così, all'ombra di un tamarindo, nell'aria profumata di frutti esotici, fra il canto degli uccelli di quelle latitudini australi.
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"Io smonterei tutti questi veicoli" disse il Generale a Destresya "e ne monterei poi una migliore di tutte. e sarebbe la mia preferita." Guardò poi la giovane donna. "Noto che qui voi amate il bello più di noi..." fisandola tutta con insistenza.

Dovevo ammetterlo, era come se non avessimo atteso altro da giorni, dal primo istante e mai avevo sentito un desiderio così bruciante e urgente.
Ecco.
Sentivo l'urgenza in quel bacio, che scaldava entrambi, in quella giornata già afosa di scirocco.
Il profumo esotico del tamarindo ci ammaliava, mentre io sentivo la dura corteccia del tronco saldamente contro la mia schiena.
Improvvisamente, sentivo il bisogno di riempirmi totalmente del suo desiderio, della sua bramosia, che mi faceva sentire viva come poche cose, che tingeva il grigiore di nuove tinte appassionate.

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Quasi a fatico lui si staccò dalla bocca di Gwen.
"Dimmi che stesera ci vedremo..." disse lui pianissimo, sfiorando con le labbra quelle di lei "... stasera staccherò verso le 22.00... dimmi che troverai il modo di vederci... voglio stare solo con te..."
Gwen era fra lui e l'albero, in una morsa.

Si staccò a fatica da me, pur continuando ad accarezzare le mie labbra con le sue, mentre riprendevo fiato dopo quella che era sembrata quasi una maratona fra me e lui.
Voleva che ci vedessimo una volta finito il suo turno e non potevo rifiutare, sarei stata folle solo a pensarci.
Sentivo il mio corpo in una morsa, fra lui e l'albero e quella posizione mi stuzzicava ancora di più, rendendomi ancor più difficile declinare.
"Sì... D'accordo..." sussurrai, annuendo e iniziando già a contare i minuti.

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"Si..." disse lui alla risposta di Gwen.
Un si sospirato, lento, pronunciato fra la lingua e le labbra, intriso di caldo desiderio.
Restò per un lungo istante così, tenendo quasi prigioniera la giovane donna fra lui e quell'albero.
Un attimo dopo si sentirono dei passi ed Elv si staccò da lei, proprio un momento prima che il domestico indigeno spuntasse dal cancello.
"Bentornare a casa, signora Gwen." Sorridendo quello. "Aprire subito cancello e fare entrare macchina di padrona." Ed aprì il cancello.