Aegos con Destresya rientrarono in casa per bere.
"Assolutamente no..." disse lui bevendo "... non ci ho mai parlato col ragazzo, signora..." fissandola.

Gwen salutò Elv e tornò a casa sua.
La notizia era giunta a sua zia ed ora appariva inquieta.
Ormai tutti a Casarignone avevano paura di questo misterioso assassino.

Tornai a casa, dove la zia era inquieta per l'ennesimo ritrovamento.
Ormai da due giorni vivevamo così, sembrava l'inizio dell'inferno ed era orribile.
Tuttavia, cercai di essere animata da ricordi positivi e andai a dormire sentendomi felice per come era andata la fine della serata.
Non l'avrei mai immaginato e ora, in vista della giornata che mi aspettava, mi sentivo esplodere di felicità, come se non riuscissi più a contenerla dentro di me.

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Sospirai, portandomi il bicchiere alle labbra.
"Lo immaginavo, ma valeva la pena chiedere.." scuotendo la testa.
"Sai che mi ha detto quell'impertinente?" fissando la mia bella guardia del corpo "Che gli dispiace di aver interotto la nostra cavalcata!" ridacchiai, bevendo "Come faceva a sapere quel termine? Ho pensato avesse messo una cimice per spiarmi, ma ho controllato il suo computer e non ho trovato niente, se non del bel porno!" risi.

La gente se ne stava andando e vidi arrivare un chierico, era Don Domenico. "Piacere, vi ringrazio per la gentilezza di portarmi nella tenuta baronale dopo gli accaduti. Vorrei salutare lo sceriffo prima, se è possibile" sorridendo al frate e pensando poteva pure nararrarmi del barone De Tardis.

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Poco dopo Gwen e sua zia andarono a letto, nonostante l'inquietudine era forte nella donna.
Fu una notte lenta e cupa.
La cittadina sembrava avvolta da coltre di mistero e paura.
I versi degli uccelli notturni giungevano alle finestre e rendevano tutto più sinistro.

Don Domenico sorrise ad Altea e con l'auto del parroco lasciarono la cittadina.
“E così” disse guidando il prete “lei alloggia alla magione. Ho sentito che lì era ospitata una troupe televisiva.”

Aegos sorrise e finì il suo drink.
"Il ragazzino ama i filmini per adulti..." disse fissando Destresya "... di certo avrà turbato sua zia con quella roba..." divertito.

Non riuscii a salutare Swan, non sapevo come contattarlo ma dovevo rilassarmi perché tra poco avrei recitato.. "Si, nella magione del barone De Tardis.. Lei lo conosce?" fingendo indifferenza.

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Andammo a dormire quel cupo velo che ancora rimaneva posato sulla cittadina.
I verdi degli uccelli assumevano un tono inquietante, ambiguo e l'aria era terrificante.
Cercai comunque di abbandonarmi a più felici pensieri in attesa di prendere sonno.

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