Camelot, la patria della cavalleria

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Guisgard 21-05-2018 00.42.06

Il Cavaliere Bianco
 
"Al mattino ascolta la mia voce;
al mattino ti espongo la mia richiesta
e resto in attesa."


(Salmo 5)



PROLOGO


Sterminata, magnifica e splendente come oro ai raggi calanti del tramonto, la città era ricca di mura merlate e serpeggianti, colonne di porfido policromo, ponti sospesi e ricurvi di marmo venato, fontane d'avorio che mandavano zampilli nelle grandi piazze, porticati ad arco e monumentali su alti pilastri, giardini profumati e lussureggianti, larghe strade che si snodavano tra filari di alberi frondosi, urne bianche ornate di fiori sconosciuti e un corteo scintillante di statue abbellite con oro ed argento lungo gradoni di pietra opaca che salivano fino all'agorà.
Sul far della sera gli ultimi raggi del Sole morente traevano sfolgoranti bagliori dalle cupole dorate delle sue chiese, in un tripudio di guglie e campanili svettanti e confusi in oceani perduti di nuvole nel cielo infinito.
Sui fianchi interni alle lunghe mura si arrampicavano file di tetti rossastri e vecchi solai aggobbiti che racchiudevano le strade più piccole ed interne ricoperte di ciottoli lisci e consumati.
Nella sua bellezza inconcepibile ed incantata Afragolopolis era una visione degna della febbre di un re: un concerto armonioso di strumenti sovrannaturali, un tuono di cimbali e liuti senza Tempo, un crepuscolo sognante di arpe, mandolini, cetre, flauti e rotte di suoni ipnotici, ammalianti, sognanti.
La meraviglia aleggiava su questa grandiosa città, come una nube sulla cima selvaggia di una montagna inesplorata e favolosa.
Uno spettacolo degno della fiabesca capitale di un regno millenario qual'era Afragolignone.
I lunghi secoli di guerra non avevano scosso il suo splendore, né assopito la leggenda della sua bellezza, limitato com'era il conflitto alle zone più estreme del reame, lungo la frontiera fortificata e perlopiù deserta.
Ma negli ultimi mesi qualcosa era cambiato.
Una nuova minaccia, terribile e sconosciuta, aveva racchiuso e fatto indietreggiare i suoi confini, terrorizzato il suo popolo ed annichilito in parte il suo progresso.
Gli attacchi, sorti dal nulla, erano stati prima isolati e sporadici, ma via via, nel corso di settimane che mutavano sempre più drammaticamente in giorni, divenuti più frequenti e devastanti.
Intere città erano state letteralmente cancellate dalla faccia del regno o mutate in polverose rovine fatte di sale.
Svariate razze di individui, con i loro usi e tradizioni, si erano praticamente estinte, portandosi nell'oblio della morte i ricordi delle loro culture.
Le sorti della guerra erano cambiate in un nulla, portando ad un passo dal baratro dell'annientamento l'intera civiltà Afragolignonese.
Ora vi era un'unica speranza, quella ossia portata dall'imminente arrivo della cometa Adelaide, che ogni 701 anni attraversava i cieli del nostro pianeta.
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IL CAVALIERE BIANCO


Episodio 1: l'arrivo di Adelaide


“Il corso delle stelle influenza le sorti umane da sempre e da esso dipendono le passioni e i sogni dei popoli.”

(Arato da Soli, Fenomeni)


Ad Afragolopolis, fra le strade, nelle piazze, nei tavoli di locande ed osterie e lungo gli usci di botteghe e negozi pulsava una vivida eccitazione.
La paura della guerra, di uno dei suoi devastanti attacchi divenuti sempre più frequenti nelle diverse regioni del reame (solo la capitale era stata risparmiata fino ad ora), in questi giorni sembrava inquietare meno la popolazione, o almeno nel suo cuore conviveva con una fervida speranza.
Quella portata dall'imminente passaggio nei cieli Afragolignonesi della cometa Adelaide.
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+++

Lady Gwen 21-05-2018 00.48.00

Il carrozzone procedeva tranquillo e senza traumi, eccezion fatta per qualche piccolo fosso qua e là, trainato da Rufus.
In realtà, nessuno avrebbe mai detto di vederci qui, ora, in giro per il mondo col nostro colorito mezzo di locomozione.
Io, Mery ed Aisha avevamo deciso di riprendere le redini delle tradizioni del nostro popolo, i Faa, nient'altro se non popolazioni di zingari giunti in Scozia tanti anni or sono.
Non era stata una vita facile, la loro.
Erano stati spesso additati come ladri ed assassini, impiccati, giustiziati, ricercati, cose che li avevano portati negli anni a mimetizzarsi il più possibile con la popolazione locale.
Motivo per il quale potevo sfoggiare una pelle di alabastro e una chioma fulva, a differenza della carnagione bruna ed i capelli scuri delle mie antenate.
Da tanto tempo le nostre famiglie si erano stanziate, abbandonando l'ideale dei viaggiatori, della vita nomade.
Ma noi eravamo tre spiriti liberi, indomiti, volevamo girare, scoprire il mondo e nulla ci avrebbe fermate.
Nonostante tutto, credevamo che fosse davvero quello il reale significato del nostro popolo, non eravamo fatte per mettere radici.
Eravamo un po' come quelle piante selvatiche senza radici che crescono un po' qua e un po' là, senza limiti, senza costrizioni, senza regole.
E il nostro viaggio ci aveva portate qui, in questo luogo rigoglioso e fiorente di vita, pulsante, vivo, che ci stava accogliendo coi suoi colori ed i suoi profumi.
Tuttavia, non avremmo potuto continuare per molto poiché la sera era imminente e avremmo dovuto fermarci.
"Che dite, ci fermiamo qui?" a Mery ed Aisha dentro il carrozzone, in attesa di una risposta mentre avanzavamo nel fitto del bosco.https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...e79bff6047.jpg

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Dacey Starklan 21-05-2018 10.50.06

Era un ben giorno di sole, uno di quelli dove il cielo risplende e il caldo ti appiccia i vestiti sulla pelle, quando tutto avvenne, senza preavviso, senza darmi il tempo di realizzare, di prepararmi.

Mia madre era una ottima sarta e le sue creazioni elaborate venivano richieste anche dai villaggi vicini.
Quello era il mio compito, andare a vendere i vestiti, perché con ago e filo proprio non combinavo nulla.
Per questo mio padre mi permetteva di prendere la nostra giumenta, a cui attaccavo un carretto ricolmo di stoffe e prodotti finiti.
Avevo una parlantina spiccia e un bel sorriso per tutti, sembravo nata per far affari.
Quel bel giorno di sole ero di ritorno al mio villaggio, particolarmente soddisfatta per come era andata la giornata di lavoro ma non ci misi molto a capire che qualcosa non andava.
Più mi avvicinavo al mio paese più sentivo una cosa soltanto: silenzio.
Un silenzio che mi mise subito in agitazione perché era qualcosa di inusuale, persino innaturale.
Neanche la notte ci sarebbe stato tanto silenzio.
Sentii l’urgenza di arrivare, spronando l’animale incurante del traballante carretto che sobbalzava quando si andava al galoppo.
Ma una volta arrivata avrei voluto non essere lì.
Il mio respiro si fermò e così anche il mio cuore, a quella orribile vista.
Ogni cosa, ogni animale o persona era svanita, distrutta da qualcosa o qualcuno.
Da villaggio fiorente e pieno di gente mi ritrovai in un villaggio fantasma
Il mio villaggio.
Non c’era più.
Non c’era più la sua gente.
Non c’era più la mia famiglia.
Corsi in quel tappeto di sale verso casa mia, alla ricerca di qualsiasi cosa, un segno, una speranza.
Qualcuno doveva essere vivo.
Mi affannai, scavando tra le macerie fino a perdere le forze e crollare in un pianto amaro.
Tutto ciò che era stato non c’era più.
Un intero paese, una intera comunità spazzata via senza pietà alcuna.
Ogni più piccola cosa era scomparsa, non c’era neanche un piccolo segno del passaggio di tante brave persone su questa terra.
Ero da sola a ricordarle, ero da sola a piangerle.
Ero da sola.
Sarei stata da sola d’ora in poi.
Orfana e senza radici per via di un Male che non potevo comprendere, che nessuno davvero comprendeva.
Fino a quel momento avevo sentito parlare di strani attacchi ma sembravano più storie per spaventare i bambini.
Invece erano la spaventosa realtà e la stavo vivendo sulla mia pelle.
Non so quanto tempo rimasi a fissare quei blocchi di sale che un tempo erano mura, campi, oggetti, persone.
Rimasi oltre la notte e oltre il giorno fino a che non realizzai che non potevo restare lì.
Che non potevo piangere in eterno.

Per questo ora mi trovavo nella capitale, dicevano fosse ancora sicura.
Ero appena arrivata, non conoscevo nessuno ma non me ne preoccupavo.
Come tutti anche la mia attenzione ora era volta al cielo, nella speranza di incrociare la famosa cometa.


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Clio 21-05-2018 13.32.05

Il Cavaliere Bianco
 
Sì, è vero, non è così che doveva andare.
Ma che ci volete fare, sono gli imprevisti a rendere la vita più interessante, dico bene?
Non è certo la prima volta che vengo catturata, rapita o chi più ne ha più ne metta.
Dopotutto, nessuno sa chi sono davvero, pensano tutti di trovarsi davanti a questa o a quella principessa, servetta, o che so io.
Tutti conoscono il mio nome, o meglio, tutti conoscono la Miss, ma nessuno sa come sia davvero, nessuno sa se sia bionda o mora, bella o brutta, nessuno ha mai visto il colore dei suoi occhi, o sentito il vero suono della mia voce.
È questo che la rende così pericolosa, questo la rende imprevedibile, perchè potrebbe essere chiunque: la nuova cameriera che hai assunto, la prostituta che ci prova con te al bordello, quella ragazza dagli occhioni blu che ti ha rubato il cuore, o persino la gran dama a cui hai offerto i tuoi servigi.
Naturalmente la Miss ha un volto, dietro tutte quelle maschere, quei travestimenti, il mio.
Ora come ora però sono Judi, una servetta che è stata beccata a frugare tra le cose della padrona, e per questo messa in gattabuia.
Purtroppo per loro, non è ancora stata costruita una prigione che possa contenermi, o un uomo che possa pensare di fare il bullo con me.
É stato fin troppo facile scappare, quella guardia proprio non vedeva l'ora di abbassarsi i pantaloni, era così prevedibile, che la sua faccia stupita quando gli ho girato il collo quasi mi faceva tenerezza.
È una bella sera, devo dire, per scappare.
C'è un aria pulita e la guerra sembra lontana, distante, come se non fosse arrivata fin qui.
Oh, invece c'è, eccome se c'è... ce l'ho portata io!
Hanno dato l'allarme, sento le guardie che escono alla ricerca della loro servetta.
Sono così carini, che la cercano in lungo e in largo, pensando che sia riuscita a scappare per chissà quale fortuna, ma che non può andare lontano, dopotutto.
Posso vederli da quassù, che perlustrano il giardino, le stalle, nessuno che pensa di poterla trovare qui, sul tetto della prigione, pronta a spiccare il volo e scappare via nella notte.
Ovvio, cercano una servetta ladra, non certo la Miss.
Sarà il caso di sbrigarsi, il capo vuole vedermi all'alba, per consegnargli la mappa.
Perché la missione l'ho portata a termine anche questa volta, nonostante l'imprevisto.
Non erano certo i gioielli della signora ad interessarmi, bensì una mappa che teneva gelosamente nascosta in un cassetto chiuso a chiave, probabilmente ignorandone il vero valore, altrimenti non si spiegherebbe come mai la sua attenzione si fosse rivolta unicamente ai gioielli.
Inizio a correre, saltando da una guglia all’altra, mentre premevo il piccolo quadrante del bracciale che portavo sul polso destro.
Un leggero fischio si diffuse nell’aria, il suono della fuga!
D’un tratto, un falco si avvicinò di gran carriera, facendosi sempre più vicino, era più grande di un falco normale, ma solo in pochi lo avrebbero notato. Quando fu abbastanza vicino spiccai un balzo e vi salii in groppa. Non era un vero falco, a dirla tutta, ma uno degli ingegnosi marchingegni che avevo a distinzione per la mia missione.
I nostri scienziati erano i migliori del mondo, non ponendo nessuna limitazione alla loro ricerca. Le mie preferite erano le armi, in realtà, ma anche questi veicoli tornavano comodi, specie in situazioni come questa. Impostai le coordinate del mio castello, e in breve tempo, mi portó lì, scendendo nel tunnel segreto che conduceva al laboratorio sotterraneo.
In fretta risalii i vari piani, fino alla mia camera, dove mi tolsi di dosso i vestiti della servetta, mi regalai un bel bagno caldo e scesi di sotto, nella sala riunioni da cui avevano origine molte operazioni top secret, e dove era presente il marchingegno che mi permetteva di cominciare con i piani alti.
Stesi la mappa sul tavolino davanti a me, e lo azionai.
Gracchiò come sempre, indicandomi che era partito.
“Miss a rapporto, signore!” Con voce impostata “Missione compiuta!”.
...come sempre!

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Altea 21-05-2018 15.28.15

Il Sole splende caldo e arde in quel deserto misterioso e statico ma vi è un' Oasi di ristoro, bellezza e opulenza che porta il nome di Serenica, il mio Regno di cui sono Principessa, Sacerdotessa e Capo delle Guardie.
Serenica è un grande Regno indipendente ma unito per lealtà a quello Afragolignonese per averlo aiutato a sconfiggere uno dei tanti nemici secoli or sono.
Fu una lotta devastante, che si perde nella notte dei secoli, in cui i nostri potenti guerrieri del deserto si unirono a quelli Afragolignonesi contro il Malvagio Nemico.
Ora tutto questo Orrore era tornato, fortunatamente Serenica gode della vicinanza ad Afragolignone e in questi tempi di massacri alcuni soldati per amicizia leale presiedono Serenica assieme alle Guardie Reali, finchè si spera non venga attaccata.
Le sacerdotesse del Tempio vigilano sulla Clessidra Temporale,preziosa quanto sacra per Serenica. La Clessidra Temporale era in bilico, se fosse stata presa da estranei maleintenzionati, il Tempo della Pace a Serenica si sarebbe sovvertito per iniziare uno di Guerra.
Erano trascorsi secoli di tranquillità e tutto era pacifico, quasi ovattato in questo splendore di Regno.
Era cinto da alte mura e nessuno poteva entrare, tranne il viandante assetato dall' arsura del deserto...dopo aver ricevuto un adeguato interrogatorio in modo da evitare possibili nemici, ma poteva sostare solo il Tempo necessario per un breve riposo, d'altronde detestavo gli ospiti a Corte e detestavo ora pure quei soldati afragolignonesi che non volevo incontrare.
All' interno delle Cinta si viveva un mondo fiabesco e pure rigido e militare.
Vi era una insolita e magica cascata che portava da dalle rocce calcaree dell' acqua benefica nel Regno e molta veniva utilizzata pure per le terme piene di marmi policromi e mosaici dai tasselli dorati.
La nostra Dea era Selene, la Luna che portava prosperità, anche se veniva professato pure il Cristianesimo da una minoranza per debito verso il Regno Cattolico che ci aveva aiutato.
Serenica era armonia, sintonia, fratellanza...ma soprattutto abbondanza.
Sotto di essa, da delle caverne si entrava nelle preziose miniere di oro, diamanti e gemme preziose.
Tutto era costruito con marmi policromi, oro, pietre preziose e materiali solidi.
Vi erano le Sacerdotessa che custodivano il Tempio e la sua magica Clessidra, il Visir di Corte che era il Grande Ambasciatore e Uomo Diplomatico e una stuola di potenti soldati a cui capo vi era il Generale Ismael.
Ed essendo la regnante ora in carica mi erano stati donati molti poteri, sapevo usare bene la mia spada Volpe Ambrata e mi allenavo ogni giorno, ero assieme a Parvia la Gransacerdotessa del Tempio e le mie mani avevano il Potere del Fuoco del Braciere Magico di Serenica e una forza innaturale che poteva piegare pure l' acciaio.
Avevo il dono della invisibilità e trasformazione, le mie sembianze potevano essere diverse ma fino ad oggi non ne avevo avuto bisogno..d'altronde si era vissuti in Tempo di Pace e per me l' Ultima Grande Guerra era solo un antico racconto narrato visto non ero ancora venuta al mondo a quel tempo.
In questo contesto, appunto, si trovava una piccola cappella dove un frate eremita afragolignonese aveva voluto trovare riparo e lì cantava Messa per i suoi credenti, ma non avevamo mai invaso il suo campo.
Quel giorno era particolarmente caldo ed ero stesa nel lettino cercando di riposare, annoiata e pure nervosa, gli eunuchi sventolavano ventagli di piume di pavone per fare aria sul mio corpo, cercavo di dormire sapendo che le cinte murarie erano ben sorvegliate da Ismael, il nostro esercito e i soldati venuti in aiuto, le Sacerdotesse si trovavano nel Tempio; il Cancelliere si trovava nel suo studio assieme ai grandi studiosi del Regno e gli Astonomi studiavano i movimenti dei Pianeti.
La notte a Serenica evocava sogni lontanti, le stelle sembravano parlare in quell' immenso Deserto, era quello il mio momento preferito, quando nella solitudine della notte rimiravo le stelle e la Dea Selene, la Luna, dal mio solitario terrazzo.
"Oggi fa un caldo insopportabile" esclamai nervosa, guardando torva gli eunuchi e battendo forte le mani "Sventolate questi ventagli più forte o vi farò frustare" e arrivò la mia ancella personale Samia seguita dalle altre ancelle "Fai preparare tanti succhi di frutti esotici, spremute di limone di Afragolignone e un buon dolce fresco...non sopporto questo caldo" adirata, mentre una ancella disegna fiori con l' henne sulle mie mani.
Ma la brezza notturna sarebbe arrivata presto, si sperava non fosse pure una notte afosa.

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Guisgard 21-05-2018 16.38.39

Il carrozzone avanzava pigro e cigolante, in uno stretto sterrato zigzagante segnato da profondi solchi, segno evidente che quello fosse uno dei pochissimi punti di circolazione per attraversare il fitto bosco.
La sera era ormai prossima, con un crepuscolo cobalto che già vedeva Venere splendente nel cielo d'Occidente.
“Si, direi di si...” disse Mery a Gwen guardando il cielo “... non credo che ci siano villaggi nei paraggi da raggiungere...”
“Ma sarà saggio passare qui la notte?” Chiese Aisha. “Rammentate cosa ha detto la vecchia mugnaia stamani? In queste terre imperversa una guerra secolare...”



La grande capitale, con le ciclopiche mura che a spirale racchiudevano il Corno di Platino, lungo i basamenti di granito fortificato su ogni lato da un maestoso barbacane.
Un nugolo infinito di pullulanti casette dai tetti di terracotta saliva fitto fino ai piedi dell'acropoli, dove giardini pendenti e lussureggianti circondavano il palazzo reale.
Il mercato era ancora gremito, con una vivace folla tra i banchetti, le botteghe ed i capannoni.
Tra questo baccano si aggirava Dacey appena giunta ad Afragolopolis, quando ad un tratto la gente cominciò a guardare il cielo.
Allora tra lo stupore generale qualcuno iniziò ad indicare qualcosa.
Una sorta di grande sfera che sembrava planare leggera al centro della sterminata piazza del mercato.



Lo strano marchingegno pieno di pulsanti, levette, racchiuso in una cassetta di legno ed avorio intarsiato.
Allora dallo specchio ovale incastonato sulla parte superiore cominciarono ad arrivare strani bagliori, poi un'immagine indefinita, un volto, una maschera.
Due occhi indefiniti, tra un blu enigmatico ed un grigio penetrante la fissavano da quella maschera.
“Miss...” disse con la voce bassa, calda, avvolgente, ammaliante, ipnotica “... eccellente... ottimo lavoro... anche questa missione siete riuscita a condurla in porto in modo perfetto... me ne compiaccio...” con un vago sorriso “... per questo mi sono preso la libertà di revocare le vostre meritate vacanze, Miss... infatti mi occorrete per un'altra missione... molto ma molto più importante... infinitamente più importante...”
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L'aria era chiusa, opprimente, calda, quasi afosa a Serenica e nel palazzo reale, fra i bianchi e freddi marmi, la regnante Altea cercava ristoro e sollievo fra lo sventolio dei ventagli e la frescura di esotici elisir di frutta esotica.
Arrivò uno dei suoi eunuchi.
“Altezza serenissima...” disse inchinandosi “... è giunto il visir di Elamanda, una delle nostre città vassalle... è con la sua famiglia e qualche dignitario... chiede udienza urgente presso di voi, mia signora...”

Altea 21-05-2018 16.45.35

Ad un tratto entrò un eunuco ad avvisarmi di insolite visite..."Il visir di Elamanda, non mi aspettavo questa visita" leggermente seccata "Strano, non si è fatto annunciare da una missiva o qualche suo soldato, speriamo non sia successo nulla di grave" alzandomi pigramente "Fatelo accomodare alla Sala del Trono".
Le ancelle mi portarono la corona, la spada e misi un vestito più consono per una udienza ed entrai nella Sala del Trono mentre le ancelle gettavano a terra gelsomino, petali di rose al mio passaggio e mi sedetti accavvallando le nude gambe sotto l' impalpabile velo di organza.."Fate entrare il visir e la sua famiglia" ordinai assumendo un' aria compita, a dire il vero speravo non fosse successo qualcosa.

Lady Gwen 21-05-2018 16.47.22

Il cielo era di un blu cobalto e Venere nel cielo splendeva come un bellissimo diamante.
Il bosco si faceva sempre più silenzioso, solo i grilli si sentivano frinire.
"Lo rammento, ma non vediamo nulla, rischiamo che il cavallo si faccia male e non possiamo continuare... Ci fermeremo qui nella speranza che nulla ci accada..."
Fermai allora il carrozzone in una sorta di piccola radura rientrata lateralmente al sentiero.
Sganciai Rufus assicurandolo ad un albero e presi dei rami che trovai in giro, accendendo un fuoco.
"Chissà dove arriveremo, la città non dovrebbe essere lontana..." con tono incuriosito.https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...851098a4b1.jpg

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Clio 21-05-2018 17.00.09

Gli occhi del capo mi fissavano, e io restavo immobile, fiera, sostenendo quello sguardo azzurro virante al grigio, che tanto spesso mi aveva commissionato le missioni più complicate e importanti.
Era un grande onore, prendere ordini dal Capo in persona, un onore che mi ero guadagnata dopo anni e anni di addestramento.
Nessuno aveva votato la propria vita alla causa più di me, ero solo una bambina quando mi avevano salvato, dandomi una casa, uno scopo, un posto nel mondo.
Un posto che mi calzava a pennello, che mi rendeva libera, potente, mi permetteva di essere me stessa, mi dava infondo tutto quello che la mia famiglia voleva negarmi.
Poco importa se avevo dovuto rinunciare al mio nome, dopotutto, avrei dovuto perderlo lo stesso in convento, no?
Il nome insieme ai capelli, la libertà e un sacco di altre cose.
Accolsi le parole del capo con un sorriso, e non battei ciglio quando disse che avrebbe cancellato le mie vacanze.
Che me ne facevo delle vacanze? Dopo ogni missione non vedevo l'ora di quella successiva, e ancora, ancora in una bramosia che mi aveva reso uno dei membri di spicco dell'organizzazione.
"Sono a disposizione per qualunque missione Capo!" annuii con fare marziale e coposto, mentre dentro di me fremevo come una bambina che non vedeva l'ora di scartare il suo nuovo regalo.

Guisgard 21-05-2018 17.06.41

Altea raggiunse la sala del trono e le sue ancelle prepararono il tutto per l'udienza.
Allora gli eunuchi fecero entrare il visir, seguito dai suoi familiari, ossia sua moglie, due bambini, una vecchia balia, suo cugino e due dignitari.
Avevano tutti abiti sporchi, logori, i volti impauriti e l'espressione stanca.
Si inginocchiarono ai piedi della sovrana di Serenica.
“Altezza serenissima...” disse il visir quasi in lacrime “... Elamanda... con i suoi campi di palme... le oasi azzurre... gli ambrati datteri... la sua musica... non esiste più... nessuno dei suoi abitanti è sopravvissuto, altezza... all'alba siamo stati attaccati... un attacco tanto veloce, quanto terribile... io e la mia famiglia siamo tutto ciò resta di Elamanda... ora esistono solo rovine di sale... sale che si scioglie al Sole, altezza...” scoppiando a piangere “... in meno di un'ora un'intera città è stata trasformata in un cumulo di sale...”



Il carrozzone si fermò per sostare nel bosco, visto il crepuscolo a breve avrebbe ceduto il passo alla sera.
Accesero un fuoco e si sedettero tutte e tre intorno.
“Il pastore incontrato all'inizio del bosco” disse Mery “diceva che la capitale distava circa una trentina di chilometri... ad occhio e Croce ne abbiamo fatto la metà, quindi fra una quindicina dovremmo avvistare Afragolopolis...”
“Lì dovremmo essere al sicuro dalla guerra.” Fece Aisha.
“Speriamo...” Mery “... tu cosa ti aspetti?” A Gwen. “che vita credi cominceremo una volta nella capitale?”



“Eccellente...” disse il Capo a Miss “... questo è lo spirito che mi piace vedere nei miei sottoposti...” fissandola con i suoi occhi indefiniti “... ascoltatemi bene...” mentre una donna dai lunghi capelli chiari e dai vestiti provocanti apparve nello specchio, per poi sedersi sulle ginocchia del Capo “... presto la cometa Adelaide attraverserà i cieli di Afragolignone... ogni 701 anni al suo passaggio le antiche leggende narrano di fatti misteriosi e favolosi... qualcosa è custodito in quel regno che attende l'arrivo della cometa... scoprite di cosa si tratta e rubatelo per me, Miss...” mentre la donna cominciava a leccare la maschera del Capo “... domande in merito?” A Miss.

Lady Gwen 21-05-2018 17.15.07

"Sì, sono certa che arriveremo a breve, una volta ripreso il cammino" scaldandomi le mani.
Poi alzai le spalle.
"Non mi importa molto. Siamo girovaghe, andiamo di qua e di là, che importanza ha? Molto probabilmente, già fra tre giorni riprenderemo il viaggio e troveremo altre città, altri boschi, altri paesi, conosceremo altra gente..." poggiando la schiena ad un albero "È questo il bello di essere libere, no?" sorridendo rilassata.

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Altea 21-05-2018 17.23.58

Il visir entrò e piangendo pure, era assieme ai suoi parenti e lo guardai con aria torva e nel sentire cosa era successo il Fuoco del Braciere di Serenica mi pervase e tutti arretrano vedendo le mie sembianze mutare con l' odio e la sete di vendetta..."Sale? Volete dire uno dei miei più ricchi feudi si è ridotto...a sale? Chi ha osato distruggere le mie piantagioni e il mio popolo di Elamanda...vendetta tremenda" tuonai e la mia voce era così potente dalla rabbia del Fuoco che bruciava in me.."Presto, chiamate Ismael e pure uno di quei soldatini afragoglinonesi, deve mandare una missiva per far sapere nel suo Regno cosa è accaduto...e non doveva accadere, visto dovevano proteggerci, vero...hanno pensato solo a Serenica" e vidi il messaggero uscire spaventato mentre nella sala era sceso il silenzio ravvivato solo dal fuoco che ardeva attorno a me e la mia trasformazione che per la prima volta subivo.

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Nyoko 21-05-2018 17.32.53

cielo, ridatemi il sole, perché di sole, qui, non vi è segno. Cielo, ridatemi la pioggia, perché la terra, qui, muore di sete.
Cielo ridatemi le stelle, perché di stelle, qui, non ne ho mai vista una.


Il mattino e la notte, qui si confondono. La cenere copre il cielo e nemmeno le nuovole osano portare un po' di vento per spolverarla via. Non ci sono prati, non ci sono alberi, è tutto dannatamente grigio.
Se ci fosse acqua, sarebbe argento liquido. Se ci fosse cielo, sarebbe una lastra di metallo opaco. Se ci fosse la vita umana probabilmente lo zolfo l'avrebbe già estinta.
In una terra tanto desolata, tanto inaccogliente, tanto inospitale, come può sorgere un regno, il regno dei draghi grigi.
Non siamo come altre razze di draghi, i draghi grigi sono la via di mezzo fra quelli neri e quelli bianchi, fra il bene ed il male. Siamo neutri ma ci troviamo spesso a combattere in guerre che non ci appartengono, che non ci interessano.
Mio padre è il re, ed è il drago grigio più saggio di tutto il regno. Io, sono sua figlia... La principessa Nyoko. Tuttavia, per quanto il mio rango possa essere fra i più alti del regno, non ho un ruolo nella comunità. Il mio nome stesso non significa nulla.
Mio padre mi racconta sempre che era il nome di una cacciatrice di draghi, la stessa cacciatrice che uccise mia madre poco dopo avermi messo alla luce.
Mi risparmiò con questa premessa.
Finché il mio nome porterai, nessuna arma si alzerà contro di te.
Ancora mi chiedo perché non ci fu fine per me, quel giorno. Cosa avevo, io, di tanto diverso dagli altri draghi? Qualsiasi cacciatore di draghi potrebbe benissimo uccidermi anche prima di poter sapere il mio nome... Eppure mi risparmiò.
Forse non saprò mai il perché. Forse non ne avrò mai neanche bisogno di dire il mio nome ad un essere umano. Forse non uscirò mai neanche dalle mie terre.
Una volta, passò da queste terre un uomo. Non ebbe tempo di far conoscenza che cadde a terra morto, asfissiato dalle ceneri dello zolfo.
Aveva con se dei libri, tre fantastici libri. Uno era un libro di incantesimi, gli altri due erano dei racconti, racconti che aprirono la mia mente ad un mondo che non conoscevo. Più leggevo quei libri, più la mia curiosità cresceva.
Ma mio padre non mi avrebbe mai dato il permesso di andare via, così studiai anche il libro degli incantesimi, imparandone di sfariati.
Un giorno ci ero quasi riuscita. Ero quasi riuscita a fuggire da quelle terre... Ma mio padre mi fermò ancora prima che potessi sentire l'odore del mondo esterno al mio.
E' pericoloso! Mi disse severo.
Non dovrai mai più uscire dalla tua dimora!
E così tornai su quel monte, su quel vulcano a vegliare sulla mia terra con mio padre e mio fratello maggiore, Argent.


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Guisgard 21-05-2018 17.33.42

“Si” disse Aisha a Gwen “ma quella è la capitale. Nessun'altra città è paragonabile. Offre possibilità di vita uniche. Chissà, magari ci offrirà possibilità per una vita più stabile... dopotutto essere perennemente girovaghe non ci ha fruttato molto...”
“Vedremo...” fece Mery scaldando alcune fette secche di salumi ed un po' di pane raffermo “... su, mangiamo e poi ci metteremo a dormire, così da ripartire quanto prima domattina...”



Poco dopo arrivò Ismael nella sala.
“Altezza serenissima...” disse inginocchiandosi davanti ad Altea “... avete chiamato?” Con lui vi erano anche due soldati Afragolignonesi.
Tutti erano ancora scossi vista la reazione della regina.

Lady Gwen 21-05-2018 17.38.56

La mia espressione si fece scettica.
"Non saprei, se avessimo voluto una vita stabile, saremmo rimaste in Scozia, invece di intraprendere questo viaggio" dissi naturalmente, prendendo una fetta di salumi e una di pane.
Onestamente, stabilirmi non mi interessava granché, non ero fatta per quello.
A me piaceva viaggiare, scoprire posti nuovi e di stabilirmi proprio non se ne parlava.

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Altea 21-05-2018 17.40.33

Aspettai dignitosamente mentre ribollivo, non era possibile..di questo passo pure noi saremmo stati in pericolo.
Poi arrivò Ismael e riconobbi due soldati presumibilmente afragolignonesi visto le fattezze e le armature.."Si, Sua Altezza Serenissima ha chiamato e sono piuttosto adirata, il povero Visir di Elamanda e la sua famiglia sono ciò che rimane di un attacco si presume. Elamanda ora è solo un cumulo di sale, non solo il territorio ma pure la gente..che sta accadendo?" guardai di sottecchi i due soldati stranieri "Voi due ne sapete qualcosa? Dovete avvisare il vostro Regno..non posso permettere qualcuno distrugga pure il mio Regno" sedendomi e serrando il pugno per la rabbia.

Dacey Starklan 21-05-2018 17.45.19

Mi accorsi di aver fame, in mezzo a tutte quelle bancarelle, ma decisi di conservare i soldi che avevo con me.
Non erano pochi, essendo i proventi della vendita dei vestiti fatti da mia madre, ma neppure molti e sapevo di dover essere parsimoniosa visto che erano tutto ciò che avevo.
Gironzolai senza meta, tra un banco e l’altro, fino a quando , come tutti, mi ritrovai con lo sguardo in alto.
Stava arrivando.
Nel cielo iniziava a intravedersi qualcosa , prima in modo confuso quindi sempre più nitido si formava una scia luminosa.
Spalancai gli occhi, non avevo mai visto uno spettacolo simile in vita mai, spettacolo che trovai meraviglioso.



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Guisgard 21-05-2018 18.11.40

Il regno dei draghi grigi sorgeva al di là delle nuvole, oltre i monti del Nord, dove il crepuscolo non giunge mai e dove gli uomini non osano avventurarsi neanche con la fantasia.
Sulla rupe delle Ceneri Eteree, lì Nyoko nel palazzo del fuoco trascorreva le sue giornate.
La dimora dei draghi erano un antico maniero sorto in un'epoca dimenticata, con pietre lavorate dagli antichi e sconosciuti abitanti di queste lande.
Grandi tesori erano qui custoditi ed i draghi ne erano i guardiani.
Argent era un giovane sauro alato, il migliore del suo popolo, ambito da molte draghesse e temuto da diversi draghi.
Giunse in tarda sera al palazzo, dove incontrò sua sorella Nyoko.
“Passi sempre le tue giornate chiusa qui, sorella...” disse “... tra questi libri ed i loro assurdi segreti... non è degno tutto ciò della principessa dei draghi grigi. A volte mi chiedo cosa sogni davvero per il tuo futuro.” Richiudendo le grandi ali palmate e squamose.



“E' sciocco parlarne ora senza conoscere ciò che troveremo in quella città.” Disse Mery alle sue due compagne di viaggio. “Magari Afragolopolis ci sembrerà monotono e non ci piacerà, oppure come spesso accade i suoi abitanti non ci vorranno e noi allora andremo via.” Mangiando.”
“Già...” fece Aisha.
Terminarono di mangiare e poi si prepararono per la notte.
Ad un tratto però qualcosa scosse il silenzio del bosco.
Alcune grida disperate.
“Ma che succede?” Mery guardando Gwen.



“Altezza...” disse uno dei due soldati Afragolignonesi ad Altea “... siamo in guerra con un nemico che ci combatte da secoli... nessuno è davvero al sicuro. Molte città del nostro reame sono state completamente rase al suolo o mutate in rovine di sale. Credere che Serenica possa essere al sicuro è solo un'illusione.”
“Temo che lui abbia ragione, altezza.” Ismael. “La furia di questa guerra non risparmia nulla e nessuno. Forse dovremmo consultare i nostri astrologhi...”



Quella scia meravigliosa brillò nel cielo crepuscolare, davanti a tutta quella gente.
Poi una forma definita prese corpo.
Era una sorta di sfera che scendendo lentamente si mostrò finalmente chiara.
Era un pallone volante che qualcuno aveva condotto fin sopra i cieli di Afragolopolis.
Planò piano fra la folla che subito si allontanò.
Allora il pallone volante toccò finalmente il suolo, tra lo stupore generale.
Tra la folla vi era anche Dacey.
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Altea 21-05-2018 18.16.06

Scrutai il soldato che aveva parlato e risposi cercando di far passare il bollore in me.."Lo sappiamo che la guerra è da secoli, ma mai...dico mai..come ora la situazione sta peggiorando, il nemico sembra davvero pericoloso" tutti indietreggiarono alle mie parole.."Di questo passo rischiamo di essere rasi al suolo..o diventare sale".
Poi prese la parola Ismael.."Si, direi proprio di andare dagli astrologi, forse le stelle e la nostra Dea avranno qualcosa da dirci.." feci segno a Ismael, ai due soldati, al visir di Elamanda, alla sacerdotessa di seguirci nella Sala degli Astri.

Guisgard 21-05-2018 18.24.20

Altea con i suoi raggiunsero la sala degli astri, dove da millenni gli astrologhi di Serenica studiavano il corso eterno delle stelle.
“Altezza serenissima...” dissero i vecchi studiosi alla regina.
“I cieli sono inquieti, mia regina...” uno di quelli “... cupi messaggi sembrano racchiusi nel corso dei pianeti e nello scintillio delle stelle... forse perchè tra pochi giorni saranno 701 anni dall'ultimo arrivo della cometa Adelaide...”

Dacey Starklan 21-05-2018 18.26.07

Mento in su, sguardo fisso al cielo, occhi spalancati e bocca aperta, rimasi così immobile ad osservare, in mezzo a tanta altra gente, quel raro spettacolo.
Era qualcosa di bello e mi sentii per un momento alleggerita da tutta la tristezza che portavo nel cuore.
La vita di quella brillante scia mi dava una sorta di speranza.
Seguii la lunga linea che si stava formando in cielo, guidata da un punto che man mano si faceva sempre più grande e nitido.
Fino a quando non compresi.
Non era una stella ma qualcosa di estremamente umano.
Un pallone volante.
Doveva essere per forza pilotato da qualcuno.
Il pallone scendeva e scendeva, proprio verso la folla e per questo molte persone si facevano largo, allontanandosi ma io invece rimasi.
Ero curiosa e dopo tutto non avevo dove andare se non restare ad osservare quello strano spettacolo.
Così rimasi ad aspettare fino a che l’oggetto volante non toccò terra, non troppo lontano da dove mi trovavo e decisi di avvicinarmi persino.
Per vedere chi o cosa vi fosse sopra.


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Nyoko 21-05-2018 18.26.23

Dalla mia stanza non vedevo diversamente di quando ero in volo. Tanto che mi domandavo a cosa servissero le finestre in quel palazzo fatto di rocce e di fuoco.
Quando tornò mio fratello, dovetti sentire come al solito le sue lamentele sull'essere principessa ecc... ecc...
"Argent... Per favore. Lo sai che non posso fare chissà quante cose, chiusa qui. E fuori ancora meno. Mi sento rinchiusa e non posso fuggire. Voglio andare oltre la nube grigia di questa terra, vedere i colori del mondo esterno. Sono stufa di leggere. Ecco cosa sogno per il mio futuro, fuggire da qui e vivere delle avventure come l'eroe dei libri che leggo!" dissi senza neanche guardarlo in faccia.

Lady Gwen 21-05-2018 18.29.48

"Bah, vedremo..."
Ad un tratto, delle urla.
Erano disperate.
Ma che stava succedendo?
"Chi è? Chi va là?" a voce alta, cercando di capire chi fosse nei nostri paraggi.

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Altea 21-05-2018 18.30.28

Subito gli studiosi astronomi e astrologi mi raggiunsero, ovviamente i loro volti erano cupi e non fu una novità per me.
Ascoltai attentamente le loro parole e guardai i presenti.."Cattivi presagi si affacciano dal Cielo sulla Terra, ma avete parlato di una cometa Adelaide, e sembra che, puntualmente, arrivi ogni 701 anni, diteci è portatrice di sfortuna? Cosa mai potrebbe accadere" guardando le carte planetarie disegnate appese e osservando dal grande binocolo il Cielo.

Guisgard 21-05-2018 23.49.59

Quella grida nel bosco ormai tinto dei colori dell'imbrunire giunsero disperate ed improvvise alle orecchie di Gwen e delle sue due compagne di viaggio.
“Vengono da quella parte...” disse Mery indicando alcuni olmi nella boscaglia.
“Aspettate, meglio restare qui...” spaventata Aisha “... potrebbe essere pericoloso...”



Uno spettacolo improvviso, caotico e colorito scoppiò nella piazza tra lo stupore generale.
Il grosso pallone cominciò a scendere fino a toccare terra, vicino alla grande fontana centrale.
Un boato dagli echi cacofonici allora cominciò a riempire l'aria, con trombette, nacchere, sonaglini e qualche schioppettio di polvere da sparo.
Due grossi sacchi di polvere e piombo furono gettati al suolo, fissando così la grossa mongolfiera al continente.
Ai lati del pallone variopinto sventolavano due bandierine con un leone alato e dalla criniera fulva ciascuna.
Dall'aerostato sferico saltarono allora giù alcuni individui dai vestiti particolari e grosse armi, come spadoni, alabarde e pistole da caccia dai manici ricurvi.
“Popolo di Afragolopolis...” disse con voce impostata e teatrale un omone buffo e grasso, con barba rossa e dai capelli arruffati dello stesso colore “... i vostri problemi sono appena finiti!” Guardando tutti i presenti, tra cui c'era anche Dacey. “La compagnia di Nagano è giunta!”

Lady Gwen 21-05-2018 23.51.45

Mi voltai in quella direzione, cercando di udire altre grida e di capirci di più.
"Ma qualcuno potrebbe essere in pericolo, se avessero bisogno di aiuto?" muovendo un passo.


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Guisgard 22-05-2018 00.00.01

“Che sciocchezze.” Disse Argent a Nyoko. “Non conosci neanche il mondo oltre la grande nube grigia. Credi che sia adatto ai draghi grigi? Gli uomini sono creature deboli e pericolose, odiano tutto ciò che è diverso da loro o che non possono capire. Soffriresti in quel mondo. Abbandona dunque questi sciocchi pensieri e rendi omaggio al tuo ruolo di principessa.”



Gwen non terminò neanche di parlare che di nuovo si udì quella voce che gridava.
Era confusa, impaurita ed affaticata.
Continuava a chiedere aiuto, in modo sempre più drammatico e disperato.
“Io dico di andare a vedere...” disse Mery alle altre due.



“Molte leggende circolano attorno all'avvento della cometa Adelaide, altezza...” disse uno degli astrologhi ad Altea “... gli antichi le hanno dedicato trattati e poemi...”
“Uno dei miti più famosi” un altro di quei dotti “parla di come sia protettrice della memoria storica di Adragolignone, regina... il suo passaggio è atteso da quasi un millennio...”

Lady Gwen 22-05-2018 00.02.31

Ancora quelle urla, drammatiche, disperate, terrorizzate.
Annuii a Mery e mi incamminai nella direzione da cui provenivano.
Speravo di poter aiutare chiunque avesse bisogno in quel momento, di poterlo salvare, in caso.

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Guisgard 22-05-2018 00.11.54

Gwen e le due compagne infine decisero di correre in aiuto di quelle disperate grida di aiuto.
Oltre gli olmi, nella penombra dell'imbrunire, videro così un carretto con diversi prodotti quasi rovesciati, per metà affondato in un profondo solco nel terreno.
Accanto al barroccio stava un uomo, vestito come un contadino, che cercava di raddrizzarlo.
“Aiutatemi...” disse alle tre ragazze “... stanno cadendo tutte le cassette di frutta ed i sacchi di farina... aiutatemi a raddrizzare il carretto, vi prego...”

Lady Gwen 22-05-2018 00.15.45

Oltrepassammo la folta vegetazione del bosco, fino a raggiungere un carretto, rovesciato e con esso tutti i prodotti che trasportava.
Accanto, c'era un contadino, che subito chiese il nostro aiuto.
Farci allora segno alle ragazze di avvicinarci.
"Sta bene? L'abbiamo sentita urlare, cos'è successo?" mentre raccoglievo la merce.

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Dacey Starklan 22-05-2018 00.28.41

Quanto il pallone si ancorò a terra partì un indistinto coro di rumori diversi, quasi assordanti in quella piazza che già era ridondante di voci e grida.
A colpirmi, mentre mi avvicinavo, non fu tanto il caos scatenato dall’arrivo improvviso di quel pallone volante quanto le bandiere ad esso attaccate.
Sembravano voler testimoniare qualcosa di importante e solenne.
Mi affrettai per poter vedere da più vicino, facendomi largo tra una folla di curiosi, proprio come me.
Fu allora che vidi diverse persone scendere dalla mongolfiera, tutti abbigliati in strani modi ma soprattutto con strane armi, sicuramente tutte molte efficaci ma al contempo pericolose.
Erano tutti membri della compagnia di Nagano, così aveva esordito un ometto tozzo dai capelli fulvi, sostenendo che grazie a loro i problemi di noi povera gente sarebbe terminati.
Ero piuttosto cinica al riguardo e sentivo che questi uomini non potessero far molto per me.
Ormai la mia gente era morta, la mia casa spazzata via.
Li guardai persino con un certo astio, se si fossero presentati prima allora , forse, il mio villaggio non sarebbe stato raso al suolo.
Forse... sempre che questa fantomatica compagnia di Nagano fosse davvero così esperta e capace da debellare la minacciosa forza che attanagliava il paese.



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Guisgard 22-05-2018 00.37.02

“Stavo tornando al mio casale...” disse il contadino a Gwen “... ma a causa dell'imbrunire sono finito con due ruote in questo dannato solco nel terreno...” cercando di raddrizzare il carretto “...eppure passo da qui ogni sera e ieri la strada era perfettamente piana in questo punto...”
“Forse si sarà scoperto un pozzo nel terreno...” fece Mery aiutando Gwen a raccogliere ciò che era caduto dal carretto.
"Beh, raccogliamo almeno la merce e fissiamola sul carretto..." il contadino "... domattina mi farò aiutare da alcuni miei operai a raddrizzarlo..."



Dacey vide quegli uomini, tutti armati, presentarsi con una certa baldanza in mezzo alla folla.
Erano quattro in tutto e tutti rappresentanti dei diversi e più comuni stereotipi umani.
Vi era infatti quello smilzo e non troppo alto, quello grosso ed allampanato, quello alto e robusto ed infine quello grasso e spaccone, ossia il tipo che aveva presentato alla piazza il nome della loro compagnia.
“Avanti...” disse alla folla “... indicateci la via per raggiungere il luogo in cui si trovano coloro che detengono il potere. Siamo la miglior compagnia di cacciatori che si sia mai formata.” Si accorse di Dacey ed un sorriso sornione gli apparve sul viso. “Bella ragazza...” avvicinandosi e guardandola “... potreste indicarci il luogo di cui chiedevo?” Con un goffo inchino. “Io sono Godz, il capo della compagnia di Nagano.”

Nyoko 22-05-2018 00.38.36

"Conosco bene le crudeltà di cui sono capaci gli esseri umani, Argent... Però... Sanno essere anche buoni. Questi libri... Non possono essere stati creati dalle stesse mani che spargono sangue... Non possono essere tutti uguali..." dissi guardandolo con una certa luce negli occhi.
"Non voglio e non posso rinunciare a questo sogno. Non vi è altro nel mio cuore che non susciti più interesse di questo!" dissi sicura di me.

Lady Gwen 22-05-2018 00.42.10

Lo guardai un po' perplessa alla sua risposta.
Non avevo dubbi che la perdita parziale di merce rappresentasse un problema per lui non indifferente, ma davvero pensavo che qualcuno fosse stato aggredito, attaccato, o altro.
Soprattutto per le voci che circolavano su queste terre.
Annuii e lo aiutai insieme alle altre a fissare la merce sul carretto.
"Avete bisogno d'altro?" gli chiesi infine.

Guisgard 22-05-2018 00.52.04

Argent guardò Nyoko con un certo turbamento.
“E dimmi...” disse spazientito “... come credi di entrare nel mondo degli uomini? Come farai ad interagire con loro? Dovresti nascondere la tua identità altrimenti correresti molti rischi.” Con fare severo.
Ad un tratto arrivarono Sairon, il mastro di chiavi e Butron, il guardiano dei portali.
“Principe... principessa...” i due salutando Nyoko ed Argent “... ci sono novità...”



“No, grazie...” disse il contadino a Gwen “... passerò qui la notte, restando a guardia della merce... domattina, con la luce del Sole, andrò a chiamare i miei operai... grazie per avermi aiutato.”
“Volete compagnia?” Mery. “anche noi siamo accampate qui stanotte. Abbiamo acceso un fuoco.”
“Siete molto gentili.” Annuì sincero il contadino.

Lady Gwen 22-05-2018 00.53.28

"Sì, avvicinatevi al fuoco, non starete al freddo, almeno" facendogli segno di
seguirci.

Clio 22-05-2018 00.54.25

Sorrisi compiaciuta a quella parole del Capo.
Poi arrivò la donna bionda, così provocante, che si sedette sulle sue ginocchia.
Oh, i messaggi del capo lasciavano sempre una profonda inquietudine, una sorta di voglia repressa e custodita.
Fissavo la scena con due occhi fissi, incantati, quasi non riuscissi a distogliere lo sguardo, ed era davvero così.
Tuttavia, riuscii a restare lucida per prendere atto della missione che mi stava affidando, con una certa nota di soddisfazione nella voce.
La cometa Adelaide e Afragolignone, non una cosa da poco, dopotutto.
Avevo sentito varie storie su di essa, e trovavo tutta quella faccenda molto affascinante.
"Sarà fatto, Capo!" annuendo "Volete che vada da sola, o avrò una squadra?" chiesi, senza smettere di fissarlo.

Nyoko 22-05-2018 00.56.29

Stavo per rispondere a tono a mio fratello quando arrivarono ad interromperci Sairon e Butron.
"Sairon... Butron" li salutai chinando appena il collo e la testa.
"Che genere di novità? Si tratta di novità positive?" chiesi, come sempre, speranzosa.

Dacey Starklan 22-05-2018 01.00.09

Il Cavaliere Bianco
 
Mi sembravano più una compagnia di artisti abbigliati per uno spettacolo che la risposta a ogni nostro problema.
Sicuramente l’ometto era bravo a parlare ma fin troppo entusiasta nell’esagerare.
Osservai anche i suoi compagni per qualche istante per poi decidermi ad andar via.
Non erano una compagnia poi così interessante come avevo creduto all’inizio vedendoli fare quella trionfare entrata dal cielo.
Io dovevo trovare un posto dove stare, un modo per mantenermi e ricominciare la mia vita, questo era ciò che dovevo fare.
Altro che continuare a curiosare dinanzi a quel curioso quartetto che addirittura ora si indirizzava alla folla, domando di essere portato dai governanti della città.
Tentai di allontanarmi ma ancora trovai opposizione dalla folla, che non mi lasciava uno spiraglio per passare e allora sentii la voce del l’ometto indirizzarsi proprio verso di me.
Lo guardai un poco interdetta, subito senza comprendere che cosa volesse.

“ Signor Godz ...”

Rispondendo al suo inchino con un semplice cenno del capo per poi scuotere leggermente la testa alla sua domanda.

“ Temo abbiate trovato la persona meno adatta per aiutarvi.
Sono nuova in città e io stesso devo ancora capire come orientarmi.”


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Guisgard 22-05-2018 01.08.54

“Avrete una squadra, Miss...” disse il Capo, mentre la donna sulle sua ginocchia continuava a passare la lingua sulla sua maschera, con lui che le accarezzava le forme sul suo vestito scollacciato “... non avete dunque domande da porgere circa la missione?”



Il contadino annuì e ringraziò le tre ragazze, andando con loro a sedersi davanti al fuoco.
“Diteci...” disse Aisha “... la capitale dista molto da qui?”
“Poco meno di una ventina di chilometri...” spiegò lui “... siete dirette là? Fate bene... almeno ad Afragolopolis si sta più al sicuro, almeno per ora...” guardando Gwen e le altre due.



“Non tanto, principessa...” disse Sairon a Nyoko “... negli ultimi giorni ben tre dei nostri sono scomparsi...”
“Come sarebbe?” stupito Argent. “Scomparsi? Un drago non scompare nel nulla. Soprattutto tre.”
“Si tratta di tre dei nostri dragoni di guardia ai vecchi bastioni...” fece Butron “... sono scomparsi all'improvviso... uno dopo l'altro... alcuni li hanno cercati, ma non vi sono più tracce di loro...”
“Cosa pensate sia potuto accadere?” Argent preoccupato.
“Questo è il problema, principe...” fissandolo Sairon “... non abbiamo idea di cosa sia successo loro... nel nostro regno non vi è più traccia di quei tre...”



“Capisco...” disse Godz guardando con una certa insistenza Dacey “... beh, se siete nuova in città e non conoscete bene il posto potete allora approfittare di noi.” Ridendo. “Siamo uomini d'azione ma non difettiamo di quel degno senso della cavalleria che è propria di avventurieri come noi. Sapete? Io sono un uomo all'apparenza duro, ma in realtà ho un'indole romantica molto accentuata con la persona giusta.” Facendole l'occhiolino.


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