Camelot, la patria della cavalleria

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Guisgard 25-07-2018 00.16.29

Racconti dell'Orizzonte Perduto
 
PROLOGO

"O Signore, Signore nostro,
quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!"


(Salmo 8)



XXIX Convegno annuale delle Scienze, Centro Ricerche Fotoatomico ad Afragolopolis.
Confronto fra Fede e scienza, tra il fisico Carl Marsel e l'astrofisico Tom Iasefol.
"A questo punto" disse il mediatore che presentava l'evento "sorge spontanea una domanda che ciascuno di noi si è fatto, si sta facendo o si farà prima o poi nella vita... ossia perché non credo o perché invece credo in Dio. E chi meglio di due scienziati, come lo sono i nostri due ospiti, può rispondere a questo dubbio, a questa domanda esistenziale e millenaria direi. Soprattutto perché su questo hanno posizioni diverse, visto che il dottor Marsel si definisce ateo, mentre il dottor Iasefol è credente. Prego, cominci lei, dottor Marsel."
"Si, grazie..." prendendo la parola Marsel "... prima di trattare il tema che ci siamo proposti di affrontare, tema antico come il mondo e complessissimo ovviamente, dicevo... prima di trattare questa questione affascinante e soggettiva direi, volevo fare una premessa... avuto l'invito di figurare qui tra voi mi sono subito sentito, oltre che onorato, un po' perplesso, persino imbarazzato... perché mi sento fuori casa... io vengo da un ambiente molto diverso... siamo ad Afragolopolis, capitale di uno stato Cattolico, retto da tradizioni Cattoliche da secoli, dove oltre a politici di Fede Cattolica, hanno un peso, non solo religioso, ma anche riguardo alla stessa politica i principi della Chiesa, come Vescovi e Cardinali... anche in platea vedo molti prelati e si respira ovunque come si intenda la vita in questo luogo, in questa città ed in questo stato... ovviamente questo non è il mio mondo... io sono ateo e come tale sono qui oggi... provengo da un mondo ateo e tutta la mia vita è indirizzata in questo modo... sinceramente non mi aspettavo questo invito e come detto ne sono onorato, anche perché mi ha stupito, lo confesso, visto che ho sempre avuto pregiudizi verso la Chiesa Cattolica, sempre troppo chiusa, a mio parere, nel voler ascoltare il parere altrui, conoscere le idee fuori dalle sue mura... ecco, mi sembrava giusto premettere ciò. Ora la domanda che mi è stata posta... perché non credo in Dio? Non ci credo perché non ho bisogno della paura di finire all'Inferno per amare gli altri. Amo gli altri per amore e non per paura della dannazione eterna. Non rispetto i miei simili per compiacere Dio, ma perché i miei simili sono creature come me, che amano e soffrono come me. Non mi piace interagire con gli altri stando chiusi in una chiesa, ascoltando in silenzio una Funzione Religiosa. Mi piace interagire con gli altri guardandoli negli occhi, parlando con loro e confrontarmi con loro. Non mi piace ringraziare Dio quando guardò la natura perché è stata creata bella, ma mi piace ringraziare la natura perché è nata bella. Non mi piace trovare consolazione nella morte perché mi accoglierà Dio, ma mi piace trovare consolazione in ogni momento di vita vissuta. Non mi piacciono le persone che credono di conoscere la verità è che hanno tutte le risposte perché le Ha dette Dio. Amo invece le persone che cercano le risposte, come faccio io. Siccome voglio essere come quelli che mi piacciono e non essere come quelli che non mi piacciono, ecco perché non credo in Dio."
Dalla platea partì un applauso più che altro di circostanza, sollecitato da coloro che fra il pubblico davano indicazioni alla gente seduta, come succede in ogni studio televisivo.
"Mai sentite tante banalità tutte insieme..." commentò a bassa voce uno fra il pubblico al suo amico seduto accanto a lui.
"Prego, dottor Iasefol..." il presentatore all'altro scienziato "... a lei la parola."
"Beh, se mi è permesso..." fece Iasefol "... ascoltando le parole del mio eminente collega qui presente devo dire che anche io quindi per molti aspetti posso dirmi ateo" sorridendo "visto che mi riconosco in diverse cose dette dal dottor Marsel, dal momento che neanche io credo in Dio o amo i miei simili per paura altrimenti di andare all'Inferno e di certo neanche io conosco la verità, né ho tutte le risposte."
Un applauso più sentito e sincero si alzò dalla platea.
"Quindi, tornando a noi..." riprese Iasefol "... perché credo in Dio, in Colui che Ha fatto il mondo... beh, se fossimo figli del caos, la teoria tanto cara a molti scienziati, non esisterebbero le leggi naturali, quelle ossia che regolano la struttura di tutto ciò che esiste, dell'universo sub nucleare fino alle parti più piccole ed infinitesimali che compongono la materia, come gli atomi, i neutroni ecc... leggi naturali quindi che testimoniano dell'esistenza di una logica, di una razionalità alla base della struttura dell'universo e dell'intero Creato. Leggi naturali che hanno valori e principi chiari, netti, descritti da formule matematiche che non possono essere messe in discussione. Leggi scoperte, studiate ed utilizzate dai più grandi scienziati della storia, quali Copernico, Galilei e Keplero. Leggi quindi che racchiudono una razionalità, un disegno preciso che regola ogni aspetto dell'esistenza. Leggi perciò che negano in modo inconfutabile teorie come quella del caos e tutte quelle che ritengono la nascita dell'universo e del Creato frutto della casualità. In tutto questo è lampante un Disegno netto, una Volontà Superiore regolatrice della natura che anima e che compone tutto ciò che esiste. Davanti a tutto ciò io non posso non credere in Colui che Ha fatto il mondo."
Un poderoso applauso allora echeggiò nella platea, fra i tanti spettatori presenti al convegno.
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RACCONTI DELL'ORIZZONTE PERDUTO


“Nelle mie scoperte scientifiche ho appreso più col concorso della Divina Grazia che con i telescopi.”

(Galileo Galilei)


Era il primo pomeriggio di una giornata d'Estate, col vento che era andato ad alzarsi da Ovest, rinfrescando appena quelle soleggiate e pian piano più limpide ore, mentre il traffico marittimo del molo appariva più calmo.
All'inizio era giunto come lieve brezza, poi con raffiche irregolari e più decise, che rimbombavano a sprazzi tra i capannoni arrugginiti e le vecchie cisterne consumate dalla salsedine come boati lontani di cannoni sparati a salve sul mare.
I raggi del Sole venivano giù ora appena più obliqui e sferzanti sul porto, riflettendosi, quasi rimbalzando, sullo sterminato specchio di azzurro e di sale che circondava ed avvolgeva la costa Flegeese.
Non era dunque insolito che fissando quel mare romantico e senza fine si potessero avere visioni fugaci e minacciose di onde impetuose e sconvolte, di imbarcazioni ammassate e sballottate lungo le scogliere, di edifici a picco perduti nella foschia incalzante, di panciuti bastimenti che boccheggiavano tra cime ed ancore, dei tanti pontili ondeggianti ed inondati di spruzzi.
La successiva raffica di vento sembrava spazzare via tutto, per poi ricominciare di nuovo con altre ed infinite immagini e visioni misteriose.
Nell'aria si sentiva l'acqua trasportata dal vento, intrisa di salsedine e richiami lontani.
L'Assunta, ormeggiata nel porto, era ormai prossima a tirar su l'ancora e ad intraprendere il suo viaggio che aveva come destinazione l'isola di Pithos, detta anche delle Scimmie, ultima meta di quel viaggio che il dottor Iasefol aveva intrapreso, a causa dei suoi studi volti a sconfessare definitivamente la teoria evoluzionistica di Darwin, ma che poi non aveva più portato a termine a causa della sua misteriosa scomparsa.
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Destresya 25-07-2018 01.17.47

Eh certo, facciamo gli alternativi, gli hippie, andiamo a organizzare la Convention più importante dell'anno su un'isola sperduta raggiungibile solo via mare.
Già, perchè il Centro Congressi di Afragolopolis è troppo poco alla moda, no?
E quelli di Londra, Parigi e Miral, così facilmente raggiungibili in aereo dovevano essere occupati, no?
Perché qui non è che la gente lavora e non ha il tempo di godersi una romantica crociera sul litorale con le azioni che non sono stabili da mesi ormai, i fornitori che ci fanno impazzire e i giornali che scrivono boiate un giorno sì e l'altro pure.
No, questa cosa non ci voleva, non ci voleva per niente, non in questo momento.
Ma ehi, la Convention è l'evento dell'anno, nessuno può sottrarsi e i bastardi lo sanno benissimo.. così ne approfittano.
Tanto per vederci stipati in un container diretti alla loro isoletta privata.
Ah, la mia segretaria dice che c'è anche la spiaggia, come se io avessi tempo di prendere il sole.
E poi io lo odio, il sole, questa mania di oziare e scurirsi la pelle è uno dei mali del nostro tempo, sempre detto!
C'è una buca, e la macchina sussulta, facendo quasi cadere il portatile poggiato sulle mie gambe.
"Ehi, sta attento!" picchio il vetro dell'autista, contrariata.
Già cominciamo male!
Alzo gli occhi al cielo, e mi rimetto a scrivere la mail a cui stavo lavorando.
Mi saranno arrivate almeno tre richieste di meeting per i giorni della Convention, tra le filiali estere e dei concorrenti con cui dover fare finti sorrisi ed evitare pugnalate alla schiena continuamente.
Quanto vorrei poter delegare queste incombenze maledette di pubbliche relazioni di cui a nessuno frega niente.
Per lo meno a me.
Ma non si può, ovviamente, il ceo sono io, e non esiste momento dell'anno in cui la mia presenza è più richiesta che non questo.
Seh, come se il resto dell'anno potessi starmene in casa a bere mojito dalla mattina alla sera.
Non prendiamoci in giro, la mia presenza serve sempre, quelli sono così imbranati che non sanno fare un passo senza di me.
Manco a farlo apposta, il mio auricolare wireless inizia a trillare, annunciandomi una chiamata.
E ti pareva...
Porto una mano all'orecchio e rispondo.
È Sara, la mia segretaria.
"Dimmi.." lapidaria, senza staccare gli occhi dalla mail "..no, non sono ancora arrivata!".
La ascolto quasi distrattamente, incamerando solo le informazioni che ritengo più utili.
"No, ti ho detto di no... non mi interessa quante chiama quell'imbecille, se dico di no è no!" sbuffo, cominciando a spazientirmi.
Che avevo detto? Sono uscita dall'ufficio esattamente 18 minuti fa!
Spero vivamente che il centro congressi su quest'isola sia all'altezza di quello dell'anno scorso, con una bella palestra dove possa allenarmi perchè so che avrò una forte necessità di prendere a pugni qualcuno.
E per gli affari, una buona dose di sacco è decisamente più fruttuoso di una rissa, poco ma sicuro.
"Esatto sì, l'ho messo nella cartella sul server dedicata, dovrebbe averlo già scaricato stamattina, se non l'ha fatto saranno affari suoi, chiaro? Non sono la sua balia!".
Il porto comincia ad intravedersi all'orizzonte.
"Hai chiamato New York piuttosto? Come per cosa, per l'appuntamento di domani alle 11, l'hanno chiesto loro, dovevi confermare! Ah ecco.." annuendo "Ricordati di spostare il pranzo con Holis, per venerdì, non so in che condizioni sarò per allora... sì, è tutto!".
Stacco, e mi rimetto a lavorare, mentre il panorama attorno a noi diventa sempre più chiaro, la città lascia il posto al borgo marinaio, gli impiegati ai pescatori, le macchine alle barche e un cielo sempre più azzurro avvolge tutto mischiandosi all'orizzonte del mare.
Tutto molto bello e molto romantico sì, ma io non ho tempo di star lì a cincischiare.
Metto le cose via nella borsa, prendo lo specchietto, controllo che il trucco sia a posto e mi preparo a scendere, impaziente.
Speriamo almeno che non ci siano ritardi!


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Guisgard 25-07-2018 01.37.04

“Mi scusi, signorina...” disse l'autista guardando Destresya seduta dietro attraverso lo specchietto retrovisore “... queste strade del litorale sono in gran parte da rifare...” sbirciando ancora dallo specchietto, dove l'avvenenza della ragazza in carriera era più che una tentazione.
L'auto procedeva lungo le curve che sovrastavano la scogliera, dove più sotto le spumose onde di un mare azzurrissimo finivano a baciare gli scogli.
Il porto di Baias, antico scorcio di tante ballate e tanti romanzi di predoni e pirati, apparve dopo l'ennesima curva, con in lontananza la bianca chiesa di Sant'Anna che dominava il vecchio centro abitato racchiuso dai suoi saliscendi, le strette stradine, i vari locali pittoreschi e l'odore di sabbia e salsedine a riempire l'aria.
Un labirinto di casupole ammassate e larghi caratteristici, usato in passato per disperdere attacchi di bucanieri e corsari.
Tuttavia quel mondo romantico ed avventuroso finiva poi per perdersi,o meglio unirsi e confondersi, con il porto e le sue navi ormeggiate, i ricchi natanti e le moderne fabbriche sullo sfondo, tra le scogliere a picco sul mare, brulicanti di villette bianche ed i tanti ristorantini tipici che si affacciavano sul molo vecchio.
L'auto entrò così nel porto e raggiunse infine il molo, dove l'Assunta era ormeggiata in attesa di far salire a bordo i passeggeri.

Destresya 25-07-2018 02.07.35

Il porto era sempre più vicino, e dopo aver sistemato il tutto nella borsa, mi fermai a guardarlo per un lungo istante, contemplandone la bellezza.
Posso dedicare qualche momento alla bellezza, dopotutto è intorno a lei che gira ogni cosa, il mare è placido e calmo, aspetta solo noi e tante barchette si uniscono alle due maestose navi che non vedono l'ora di prendere il largo.
Non ho mai amato il mare, l'ozio è il peggiore dei vizi, dopotutto.
Ma vale la pena fermarsi un momento per guardare il litorale, le casette dei pescatori che si mischiano alle industrie e al cantiere navale.
La macchina si ferma.
Tempo scaduto.
È stato bello, ma qui bisogna fatturare, ne avrò di tempo sulla nave per guardare il mare, altrochè!
Scendo dalla macchina appena questa raggiunge il molo, prendendo solo la borsetta con me.
Schiocco le dita un paio di volte con ancora la portiera aperta, rivolta all'autista.
"Prendimi i bagagli!" ordino, scendendo e osservando la maestosa Assunta davanti a me.
Beh, è sufficientemente grande per sperare di avere il wifi!
Sara mi ha prenotato la suite ma non si può mai sapere!


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Guisgard 25-07-2018 02.24.42

L'autista scese subito dall'auto, scaricando i bagagli di Destresya e gettando verso l'avvenente ragazza più di un'occhiata lasciva.
L'Assunta cominciò finalmente ad aprire i suoi boccaporti ed i passeggeri sul molo in attesa di salire a bordo si misero in fila per imbarcasi.
Era una nave di medie dimensioni, adatta a spostarsi dal litorale alle isole ed a navigare nel golfo Flegeese.
Ma tra le diverse persone che affollavano il molo, qualcuno, ben celato, spiava da lontano, con un certo interesse i passeggeri in attesa di imbarcarsi, soprattutto le provocanti e bionde forme della rampante manager.

Destresya 25-07-2018 02.37.12

Una volta sul molo osservai meglio la nave.
A dirla tutta non era poi un granchè , ma la cosa più importante era che fosse comoda, che ci fosse dello spazio in cui potessi lavorare in pace, e prepararmi al meglio per l'intervento che dovevo fare.
Era di vitale imprtanza fare bella figura alla Convention, e non potevo permettermi di non essere preparata.
Ecco perchè avevo cmq preso una suite, nonostante il tempo di navigazione non fosse poi eccessivo, e poi amavo il lusso e non volevo rinunciare alle comodità nemmeno per un viaggio come quello.
Mi attardai per qualche minuto sul ponte, poi guardai l'orologio.
Non potevo più aspettare, tanto, la nave era quella, di Suite Royal ce n'era una sola, dunque non c'era da sbagliarsi.
Mi avvicinai al molo, mentre Stuardo reggeva i bagagli, avvicinai lo smartphone alla hostess con la mia prenotazione, regalandole un lieve sorriso, giusto perchè sta lavorando e quindi se lo merita.
Vediamo un po' se questa suite vale i soldi che l'ho pagata...

Guisgard 25-07-2018 02.45.01

La hostess salutò Destresya con un sorriso e guardò poi la prenotazione sul suo cellulare.
“Benvenuta.” Disse cordiale. “Prego, raggiunga pure il ponte ed imbocchi il corridoio 6. L'ultima porta a destra è la sua suite.” Guardando l'autista dietro con i bagagli.
I due raggiunsero così la suite.
Poco dopo, finalmente, l'Assunta cominciò a chiudere i boccaporti e ad issare l'ancora.

Destresya 25-07-2018 03.18.28

“Grazie!” Dissi spiccia alla hostess, oltrepassandola già con lo sguardo che vagava all’interno della nave.
Seguii le sue indicazioni, ponte, corridoio 6, ultima porta.
Eccola, la suite non era poi così male, considerando che eravamo su una nave e non certo in un lussuoso albergo.
Congedai Stuarto con un cenno della mano.
“Puoi andare, grazie!” Senza guardarlo, mentre iniziavo ad aprire il trolley sul letto.
La nave iniziava finalmente a muoversi.
Speravo solo che quel viaggio sarebbe stato rapido e indolore.
Anche se non ero certa fosse così.
Decidi di dare una chance alla nave e, portatile alla mano, mi diressi sul ponte.
Magari c’era qualche collega diretto alla Convention e avrei potuto usare quelle ore per risparmiarmi delle cene e degli aperitivi nei giorni successivi.
Avevo già il mal di pancia...

Guisgard 25-07-2018 03.33.16

L'Assunta finalmente partì, prendendo il largo, col litorale che pian piano si allontanava.
Destresya lasciò la sua cabina e raggiunse il ponte, dove la maggior parte dei passeggeri si era radunata.
Il vento soffiava forte, col suo odore di mare e quel senso di aria salmastra ovunque.
La bellissima manager poté così godersi il meraviglioso panorama tra monti e mare.
Qualcuno però, presso il bar del ponte, la guardava.
Gli stessi occhi azzurri che la stavano spiando dal molo.
La guardava tutta, col vento che accarezzava le sue sensuali e bionde curve, rendendo l'abito leggero aderente come una pellicola su quelle forme morbide e rese calde da Sole pomeridiano.
Era come una visione, una Venere sorta da quelle acque greche, una Circe giunta dal litorale con i suoi incanti sensuali, una Messalina arrivata in cerca di frescura dall'afa imperiale.
La guardò a lungo, immaginandola in mille vesti, fantasticando di spogliarla di tutte ogni volta e poi ricominciare.
Ormai la nave era salpata e lei non poteva rimandarlo indietro.
Si sarebbe arrabbiata, sarebbe stata seccata e delusa, ma poter stare vicino, anche se solo per questo viaggio, ad una creatura così sensuale e proibita era un sogno per quel ragazzo.
Deglutì, ingoiando anche la paura e l'emozione, decidendosi così di uscire allo scoperto.
Accaldato, rosso in viso ed eccitato, lasciò il bar e si avvicinò alle spalle di Destresya.
“Ciao, zia...” disse Icarius con voce incerta, imbarazzato e col cuore che batteva forte.
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Destresya 25-07-2018 03.48.59

L'aria era fresca, anche se quasi quasi preferivo l'aria condizionata della suite.
Il wifi sul ponte era uno schifo, e il programma che dovevo usare per la relazione continuava a crashare.
Ma perchè diavolo avevo salvato tutto su cloud invece di lavorare in locale.
Scossi la testa, sedendomi su una panchina, col portatile in grembo.
Riguardai gli appunti sulla mia relazione, spostai alcune cose, ma poi convenni che lavorare sul ponte era pressochè impossibile.
Oh, poi non si dica che non ci ho provato a non fare l'asociale.
Ma niente, qui è solo tempo sprecato e di conseguenza, soldi sprecati.
E se c'è una cosa che io non sopporto è lo spreco.
Forse lo tollero ancora meno del ritardo, sicuramente più dell'incompetenza.
Quella mi fa imbestialire.
Mai come la poca voglia di lavorare.
Che ci volete fare, sono una persona carica di positività e voglia di ridere.
(Si sentiva il sarcasmo?)
Beh, non ho tempo manco di scherzare con me stessa.
Ma le altre persone come fanno a starsene lì pacifiche a guardare il mare, ma non ce l'hanno un lavoro?
Eh, bella vita che fanno..
Mi alzo, metto il computer sottobraccio e mi dirigo nuovamente verso la cabina.
Oh guarda, quello sembra...
Sgrano gli occhi: Icarius!
Che viene lì con i suoi occhioni teneri e tutto rosso in faccia.
Ah, questo non combinerà niente nella vita, date retta a me.
Ma guarda com'è conciato, che diamine!
"E tu che cosa ci fai qui?" tuono, squadrandolo da capo a piedi, con aria infastidita, scocciata.
Oh ci mancava solo questo adesso, il mio nipotino che si intrufola sulla mia nave, sono mesi che parlo di questa Convention alle riunioni familiari, che manco a farlo apposta non sopprto, dunque non può certo venirmi a dire che è qui per caso.
Ma non lo capisce che io devo lavorare e non posso fare la baby-sitter?
Si può sapere cos'ha nella testa quel buono a nulla di ragazzo?
Lo guardo, spiccia, impaziente, con aria di rimprovero.
"Allora?" dato che sono passati 17 secondi e non ha ancora risposto alla mia domanda .


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