Camelot, la patria della cavalleria

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Guisgard 11-02-2019 23.37.57

Fantamas minaccia il mondo
 
"Dio fece le bestie selvatiche secondo la loro specie e il bestiame secondo la propria specie e tutti i rettili del suolo secondo la loro specie. E Dio vide che era cosa buona."

(Genesi, capitolo 1)


FANTAMAS MINACCIA IL MONDO

La meta di quello spot pubblicitario era l'estremità della costa che, sporgendosi come un bastione colossale nel mare azzurro e limpidissimo, divideva il pittoresco ed esotico litorale Fleegese dai promontori e dalle curve del golfo che formano gli accessi al porto di Las Baias.
Scendendo giù con lo sguardo rapidamente si giungeva ad una pianura bassa e brulla, limitata da basse alture verdi, con il bianco bagliore delle saline in lontananza.
Qui cominciavano le tracce della forte urbanizzazione che aveva conquistato l'intero litorale, con parchi brulicanti di impianti termali, lidi con strutture balneari e turistiche, distese di ombrelloni, natanti bianchi di ogni forma, sfarzo e dimensione a galleggiare nelle acque blu cobalto di un mare invitante e salato.
I prezzi erano per tutte le tasche, come i divertimenti e le promesse di libertà ed avventura.
Dopo lo spot la linea tornò negli studi del telegiornale, dove l'avvenente giornalista accoglieva i telespettatori con una nuova serie di notizie, che parevano bruscamente riportare alla cruda realtà dopo le immagini meravigliose delle coste Fleegesi.
“Ancora nessuna notizia dei due scienziati rapiti.” Disse lei. “Per ora si sa soltanto che a rivendicare il rapimento del professor Mizzar e del dottor Oxsien è stato il famigerato criminale conosciuto col nome di Fantamas.” Sorridendo. “Ora passiamo alle notizie sportive...”
Intanto mentre ascoltava interessato le ultime notizie sportive, con la coda dell'occhio guardava la gente appena sbarcata sul molo dalla Santa Maria, da poco entrata nel porto di Las Baias.
“Archiviato l'ultimo turno di campionato l'attenzione si sposta ora sulla Champions League...” continuò la bella giornalista alla tv.
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Lady Gwen 11-02-2019 23.43.24

Camminai per le stradine veloce e silenziosa, muovendomi con una certa fretta.
Speravo che a questo punto, dopo anni di ricerche, fossimo finalmente giunti ad un punto di svolta.
Oltrepassavo gli angoli, giravo, svoltavo, ripetevo la strada praticamente a memoria, ormai, infinite volte al giorno.
Ero tornata a casa solo per rifornire il mio immancabile porta pillole con altre capsule di sangue; avevo trascorso più tempo del solito fuori, al sole ed ero veramente distrutta.
Io e gli altri del covo eravamo riusciti ad elaborare questa soluzione, per nutrirci in fretta e ovunque, dal momento che le sacche di sangue spesso trafugate da cliniche ed ospedali non erano molto comode in mezzo alla strada.
Erano ormai quasi cento anni che sooravvivevamo in questo modo, perseguitati da un morbo che non ci lasciava mai.
Dal momento in cui quel siero maledetto si era insinuato in ogni minuscolo interstizio del nostro organismo, noi non eravamo più stati noi.
Più veloci, più forti, giovani.
Ma non eravamo noi.
Una brutta copia di un vampiro, ma senza il suo fascino da creatura maledetta della notte.
Eravamo solo dei malati, brutalmente costretti ad una condizione non voluta, che stavano studiando in ogni modo e con ogni mezzo la cura per liberarci.
Non era facile, certamente, poiché spesso eravamo stati rintracciati da quei bastardi, i quali volevano opporsi alla creazione di una cura e allora fuggivamo, costretti a trovare un altro covo, un altro nascondiglio dove poter studiare la nostra liberazione.
Arrivai allo stabilimento abbandonato, grande e dispersivo, cupo, poi scesi giù, nei sotterranei ed ancora più giù, oltre la botola da noi creata, aspettando di vedere tutte le strumentazioni in funzione e i ragazzi al lavoro.
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Guisgard 11-02-2019 23.48.05

Gwen scese nel vecchio stabilimento, dove nel semibuio di quell'atmosfera tetra un cupo silenzio echeggiava tra le lamiere arrugginite e consumate.
Ad un tratto un ticchettio attirò l'attenzione della ragazza ed una luce fioca brillava nell'ultima stanza, alla fine dello stretto corridoio.

Lady Gwen 11-02-2019 23.51.16

Un rumore sopra gli altri, sopra il vento che scivolava sulle lamiere arrugginite e scricchiolanti.
Come un ticchettio.
Cosa stavano combinando?
Allora mi incamminai seguendo il rumore.
Ogni volta che tornavo qui, anche dopo dieci minuti, speravo che avessero fatto progressi, che mi accogliessero con notizie festanti e gioiose.
Ma non succedeva quasi mai.
Qualche volta ci eravamo andati vicini, ma un attimo dopo eravamo di nuovo punto e a capo, costretti a convivere con la frustrazione del fallimento.

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Guisgard 11-02-2019 23.58.05

Gwen entrò nell'ultima stanza alla fine dello stretto corridoio.
C'era solo il vecchio Sauron, seduto mesto in un angolo della camera, con lo sguardo perso nel buio.
Sembrava giochicchiare con delle mosche che gli svolazzavano intorno.
"Sono arrivati stamani..." disse senza guardare la ragazza "... li hanno portati via tutti... picchiati e portati via... non era sicura questa città... non più... o forse non lo è stata mai... per quelli come noi... dovevamo andarcene tempo fa... ma io sono troppo vecchio e stanco ormai... tu però puoi..." fissandola "... ora..."

Altea 12-02-2019 00.00.29

Da quanto tempo passavo le notti rinchiusa in questo locale sulla costa flegeese? Avevo visto passare uomini di ogni genere, alcuni belli e ricchi tanto da chiedermi cosa li portasse in questo locale famoso, alla "Orchidea Blu"..così belli da farti sognare, così ricchi da volerli spogliare.
Poi vi erano quelli grezzi, brutti e poveri che volevano mostrarsi "uomini" solo facendo ammiccamenti alle ballerine o altri gesti osceni e per non parlare degli uomini di una certa età che volevano tornare giovani, approffittando delle ragazze giovani e più svampite.
Ma io non salivo sul palco, mi aggiravo per i tavolini a servire e fingendo di sorridere e qui, in questo famoso night club, Madame ci aveva insegnato a non dare confidenza, a stare attenti da possibili malviventi, stupratori o quelli che solo ti rubavano l' anima e il cuore e poi ti gettavano via come una bambola usata.
Io non mi innamoravo mai, anzi ero la più scaltra tra le cameriere, accalappiavo il belloccio o bruttarello di turno, gli spillavo i soldi, magari una bella mancia messa tra la lingerie ma in cambio non ottenevano nulla.
A questo punto della vita mi accorsi di non volere più far parte di questa gabbia, un mondo perverso e dove il più furbo vinceva. Il mio cuore era pietra, questo mondo lo aveva reso tale.
Posi la lettera di dimissioni a Madame sopra il tavolino, come altre avevano fatto, quelle che non avevano paura a perdere i soldi, a non essere più al centro delle attenzioni, se quella era fama e gloria.
Uscii dall' Orchidea Blu e chiamai un taxi, salii e dissi di portarmi nel mio appartamento sulla spiaggia, non ero sola, ad aspettarmi vi era il mio gattone nero.

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Lady Gwen 12-02-2019 00.03.28

C'era solo Sauron, seduto in un angolo, lo sguardo vacuo e mi chiesi che accidenti gli fosse preso.
Poi, mi raggelai.
Portati via?
Dove?
"Ma... Come hanno fatto a trovarci? Nessuno poteva immaginare che ci nascindessimo qui!" esclamai sgomenta.
"No, non posso andare via, devo trovarli. Se loro hanno trovato noi, io posso trovare loro. Non gli permetterò di ucciderci e distruggerci un'altra volta" ribattei, risoluta "Non ti chiederò di seguirmi, ma non posso andarmene proprio ora. Se fosse successo a me avrebbero fatto lo stesso, quindi non posso abbandonarli."

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Guisgard 12-02-2019 00.05.50

Altea arrivò nel suo piccolo appartamento alla periferia di Las Baias, tra alti palazzoni fine anni'70 e qualche rudere archeologico immerso in uno dei tanti parchi abbandonati.
Il suo gatto nero le fece le fusa, ma lo sguardo della cameriera finì sul giornale aperto sul letto, proprio sulla pagina di nuovi annunci di lavoro.

Guisgard 12-02-2019 00.08.25

"Non essere sciocca..." disse il vecchio a Gwen "... i vigilanti sono un corpo scelto della polizia federale Afragolignonese... ci danno la caccia da sempre ed una volta che portano via qualcuno poi non c'è modo di cambiare le cose... se ora vai a cercarli anche tu farai la stessa fine... vuoi davvero chiudere qui la tua avventura? Hai solo una possibilità... andartene... una nave ti aspetta al porto... Katanga è un mio vecchio amico e la sua imbarcazione ti prenderà a bordo senza fare troppe domande... ovunque ti sbarcheranno sarà per te meglio che star qui..." guardandola.

Altea 12-02-2019 00.09.33

"Nerone" sbuffai "Avanti, tieni le crocchette e mangia, stai buono, che qui poi se non lavoro non mangi nemmeno tu".
Mi gettai sul letto, come ogni giorno il mio compagno di appartamento mi aveva posato il giornale sul letto.
Dovevo trovare un lavoro e subito, anche se un po' di denaro lo avevo.
Presi un pennarello e iniziai a cerchiare quelli più interessanti, ma non erano adatti a me, continuai a guardare attentamente, la fortuna mi avrebbe assistita speravo.


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