Camelot, la patria della cavalleria

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Guisgard 19-04-2012 16.22.20

La Lingua dell'Eden
 
LA LINGUA DELL'EDEN


Il dibattito sulla cosiddetta “Lingua di Adamo” ha assillato per secoli teologi, esegeti, filosofi e glottologi, in quanto la sua soluzione poteva avere serie ripercussioni in ambito religioso e culturale.
Quest'interrogativo così complesso veniva visto intimamente legato allo studio dei Testi Biblici ed una suo errato sviluppo poteva condurre sui binari dell'eresia e della blasfemia.
D'altro canto, l'individuazione della lingua utilizzata nell'Eden, il Paradiso Terrestre, avrebbe finito per nobilitarla come la più antica e perfetta, facendone la madre di tutte le altre.
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Così, si susseguirono vari dibattiti e discussioni, dove furono proposte varie e talvolta disparate teorie.
C'è anche chi ha sostenuto che la mitica lingua dell'Eden fosse uguale al canto degli uccelli, considerati dalla tradizione mistica messaggeri tra Cielo e terra, insomma un simbolo degli Angeli.
Eruditi di varie nazionalità dimostrarono invece, con “assoluta certezza”, che essa corrispondeva, di volta in volta, al francese, allo svedese o al danese, a seconda della diversa nazionalità d'origine degli interessati.
Ma quale lingua era stata davvero parlata nel Giardino dell'Eden?
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Quando una fonte autorevole, sia religiosa che culturale, come Sant'Agostino affermò che la lingua originaria della razza umana era l'ebraico, la Chiesa si adeguò a questa presa di posizione del grande Padre africano.
Un totale fautore di questa teoria è lo studioso americano E. Mozen, autore nel 1989 di un dizionario intitolato “La Parola”, dove sostiene che gran parte dei termini inglesi ha una radice riconducibile a parole ebraiche.
In altri casi, Mozen, individua nell'ebraico la radice di molte parole polinesiane e maya, ma anche di altri idiomi diffusi su tutto il pianeta.
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La Bibbia racconta che la Creazione del mondo ebbe luogo attraverso la Parola Divina (Vi sia la Luce!); ma anche in numerosi racconti sacri e mitologici di altre culture spicca l'importanza basilare attribuita alla parola.
Secondo la Qabbalah (ossia Tradizione) ebraica ogni lettera dell'alfabeto contiene un messaggio o concetto segreto, la cui interpretazione permetterebbe di conseguire un livello superiore di conoscenza e di avvicinarsi a Dio.
Ciò spiega anche perchè certi testi sono stati oggetto di particolare cura e protezione: in Egitto i libri di contenuto magico erano scritti su uno speciale papiro detto “Carta Sacra”; in ambito ebraico il rotolo della Legge è conservato sotto una coperta impreziosita con ornamenti d'argento (Mecil) e quando è srotolato per la lettura, l'officiante ne segue le righe con una sorta di manina di metallo, per evitare di contaminare la Parola Divina.
La parola ha dunque sempre esercitato un fascino particolare sull'uomo, venendo vista attraverso un alone magico.
E la scrittura, ossia il mezzo utilizzato per fissare il linguaggio e renderlo praticamente eterno, forse per questo è sempre stata ritenuta quasi in ogni cultura un mezzo divino.
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Ma è esistita davvero una lingua tanto antica e potente, da poter essere definita la madre di tutte le altre?
Una lingua conosciuta sin da Adamo ed Eva?
Nel corso dell'Ottocento si consolidò nel mondo accademico la convinzione che parecchie delle moderne lingue europee e asiatiche fossero derivate da un'unica antichissima lingua comune, battezzata “Indoeuropeo”.
Questa lingua originaria è però una sorta di fantasma, visto che oggi non abbiamo alcuna testimonianza diretta; la sua esistenza è stata ricostruita a tavolino, attraverso un paziente lavoro di comparazione tra le altre lingue che da essa sarebbero derivate.
Così, in Asia il sanscritto (che ha dato origine agli attuali dialetti Hindi parlati in India), l'antico persiano, il curdo; in Europa il greco, il latino (da cui si sono sviluppati l'italiano, il francese, lo spagnolo, il rumeno), l'antico slavo, l'antico germanico e così via.
La lingua scritta, anche se non più parlata, maggiormente vicina all'Indoeuropeo è il sanscrito, servito a comporre i Veda, i Libri Sacri dell'Induismo.
Tutto ciò ha seguito le grandi scoperte storiche e archeologiche che hanno permesso di portare alla luce la grande migrazione di popoli provenienti dal centro dell'Asia, verso il 2000 A. C. e che ha così rivoluzionato l'assetto etnico, politico e culturale dell'Europa.
Questo ha consentito di scoprire e studiare meglio la storia di civiltà per molto tempo sconosciute, come i Micenei e gli Ittiti.
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Forse non scopriremo mai la lingua parlata nel Paradiso Terrestre (forse, per la perfezione di quel tempo e di quello stato di essere, neanche occorreva una lingua, visto che Adamo ed Eva, come narra la Bibbia, vivevano in uno stato di Grazia perenne con Dio), con buona pace di chi tenta di razionalizzare e spiegare tutto, compresa la religione e la spiritualità dell'uomo.
E questo rende ancor più pregevole l'opera del tedesco Andrea Kempes, che con il suo opuscolo “Le lingue del Paradiso” (1688), commentando la secolare diatriba a proposito della lingua usata nell'Eden, scrisse sarcasticamente che il serpente tentatore si era rivolto a Eva in francese, mentre Dio aveva usato il danese per interrogare Adamo, che aveva controbattuto sfoggiando un danese perfetto.
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Taliesin 19-04-2012 16.35.06

Cavaliere dell'Intelletto,
il vostro affascinante viaggio nel percorso delle lingua unica dei popoli mi ha riportato indietro a distratte letture di apocrifi scritti medioevali sull'Antico Testamento, attribuiti ai seguaci dei primi Patriarchi...
Come sempre, con il vostro argomento, avete stimolato la curosità di attenti osservatori e soprattutto mi avete riportato alla mente due garndi artisti italiani che negli anni settanta e ottanta dedicarono due interi album/concept alla cosiddetta "Torre di Babele" ed alla sua lingua: Edoardo Bennato e Franco Battiato, così lontani eppure così vicini al vostro pensiero ed al commento nascosto che avete lasciato a noi interpretare...

Taliesin, il bardo

Altea 19-04-2012 16.43.42

davvero molto interessante e curioso....effettivamente non ho mai pensato a che lingua si potesse parlare nell' Eden.


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