Camelot, la patria della cavalleria

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zaffiro 13-10-2009 16.28.21

Il vino nel Medioevo
 
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E' tempo di vendemmia,tra non molto nei tini ribollirà il mosto ed i suoi profumi impregneranno l'aria.La coltivazione della vite,in particolar modo la "vitis vinifera",ha consentito di dare nei secoli un frutto che,fermentando spontaneamente,dà luogo ad un nettare inebriante.Di vino si narra da tempi antichissimi,Plinio scriveva della coltivazione della vite ad opera dei Galli,ma in quale periodo la vite fece ingresso nelle coltivazioni galliche è ancora oggetto di discussione sebbene si narri che la vite fu importata da una colonia fenicia al tempo che fu fondata Marsiglia.In Medioevo il vino era comunque bevanda apprezzata,parimente a birra e sidro,ma le tecniche di conservazione,a quel tempo,non permettevano di serbarne tutte le qualità,così i vini erano soggetti a modificazioni e manovre che ne trattenessero almeno in parte la qualità a scapito dei sapori e delle fragranze originali.Nel libro di Mauro Vagni intitolato "Dal vino alla Taverna",chi fosse interessato,può scorgere come sono state narrate le sostanziali differenze tra usanze e gusti dei vini dal Medioevo fino ai tempi nostri.Proviamo a scorgerne qualche tratto.Intanto,c'è da dire che il vino in Medioevo era molto più largamente usato rispetto all'impiego che vi si attribuisce oggi.Esso era bevanda offerta in tutte quelle situazioni di intrattenimento che oggi ha lasciato le sue eredità al caffè,a quel tempo sconosciuto in Europa.E' pur vero che c'erano birra e sidro,ma molto più presenti tra le culture dell'Europa Settentrionale.Ove mancavano le suddette bevande,ci pensava il vino a "coprire"il tutto.Ci si chiederà se il vino di un tempo fosse molto diverso da quello odierno.Sicuramente era più debole,meno conservato e maggiormente apprezzato quando era giovane,pertanto era consentito un suo uso anche in quantità non proprio modiche nell'arco della giornata.
Talvolta esso era aromatizzato con spezie come anice stellato o miele prendendo il nome di "claretus",Ma quest'aggiunta di ingredienti aveva il duplice scopo di migliorarne il sapore e conferire alla bevanda delle proprietà corroboranti.Spesso si rendeva necessario trattarlo perchè inacidito ma anche perchè torbido nell'aspetto,a tal proposito si faceva uso di un albume d'uovo che favorisse la chiarificazione(anche oggi tecnica ancora in uso nella produzione di liquori casalinghi).
I suoi usi erano in larga parte liturgici,terapeutici,ma anche a fini di scambio nei commerci o a fini politici,dal momento che nei rapporti tra città e Stato non di rado il vino figurava come "tributo" in segno di pace o di amicizia o di sudditanza.Non meno il suo impiego come corresponsione nel salario degli operai.
Nel libro si narra anche delle tecniche di conservazione del vino,cito che quando esso era conservato in piccoli recipienti a bocca stretta,era solito,pur di non consentire alla materie di venire a contatto con l'aria,fare aggiunta di un velo d'olio che,galleggiando in superficie,lo rendesse isolato dall'aria stessa.
Trattamenti accorti venivano risevati anche alle botti,impermeabilizzate con grasso e disinfettate con lavaggi di acqua e sale o cenere.
Il vino si distingueva in:
• prìmis, cioè il vino ottenuto dalla semplice pigiatura, quando il mosto fermentato viene messo nelle botti a maturare;
• purus, cioè quello schietto che non richiede alcuna correzione o lavorazione aggiuntiva;
• bonus, di buon gusto, giusta gradazione alcolica e tenore zuccherino;
• odorifenis, dall’aroma intenso e piacevole;
• fortis, di alta gradazione e robustezza;
• grossus, corposo e vigoroso;
• nigrus, rosso e corposo.
Per presenvarli dall'inacidimento,inoltre,si consevava in locali freschi e in recipienti sempre colmi.
E non mancava il modo di mutarlo in moscatello con l'impiego di una manciata di fiori di sambuco essiccati all'ombra aggiunta al vino mosto e poi,come scriveva Paganino Bonafede ne"Il tesoro dei rustici"«… lassalo stare, allora vignirà vin moscatello de odore e de sapore».
Molti vini erano anche inclusi col nome di "herbes",ma questi ultimi erano infusioni di assenzio,mirtillo,issopo,rosmarino miscelati a vino addocito sempre con miele.
L'"Hypocras",invece,era una miscela di vini di origini diverse che nei romanzi cavallereschi era considerata una bevanda d'onore,essendo sempre offerto al Re,ai principi ed ai nobili quando questi entravano solennemente in città.
Ma il nome di vino si conferiva anche a bevande costituite da soli succhi di frutta fermentata quale,ad esempio,il "more",fatto con gelso,anche esso assai esaltato dai poeti del XIII secolo.
C'è da aggiungere che durante il Medioevo la produzione del vino,ma anche la viticoltura,erano ad appannaggio quasi esclusivo della Chiesa,e non solo ad uso liturgico,figurando come il sangue di Cristo durante le celebrazioni religiose,quanto per il prestigio che la produzione di tale bene conferiva,tanto che alcuni ordini religiosi contribuivano in modo decisivo allo sviluppo di tecniche e processi di produzione perchè il vino era cosiderato emblema di ricchezza e potere.Il più apprezzato era quello prodotto dall'ordine dei Benedettini francesi per la qualità che esso possedeva,e fu a partire da quest'epoca che la Francia ha conquistato la fama di miglior paese produttore di vini di qualità che ancora la accompagna ai giorni nostri in tutto il mondo.
E come diceva il poeta latino Orazio: "Nunc est bibendum","Ora si deve bere".
Fonte:G.Bianchi(ingrosso alimentari)scorci di un articolo pubblicato nel gennaio 2006 (archivio categoria vini)

I più famosi vini del Medioevo sono ben illustrati nell'articolo citato al link seguente.Si scorgerà che anche l'Italia godeva di prestigiosi produzioni in tutto il territorio e fu lungamente accompagnata da qualche curioso aneddoto.
http://www.mondimedievali.net/pre-testi/nannini.htm

Una ulteriore curiosità,le origini del brindisi,quando si levano in alto i calici,sono trattate nel collegamento che segue.
http://images.google.com/imgres?imgurl=http://www.darapri.it/vinidipuglia/immag_vinidipuglia/vitevinomedioevo04.jpg&imgrefurl=http://www.darapri.it/vinidipuglia/vitevinomedioevo.htm&usg=__1AlVUB99yOdJw95M8__l4JR HZdw=&h=420&w=281&sz=52&hl=it&start=28&um=1&tbnid= 1FQ8KZIWXEsnIM:&tbnh=125&tbnw=84&prev=/images%3Fq%3Dvino%2Bnel%2Bmedioevo%26ndsp%3D18%26h l%3Dit%26lr%3D%26sa%3DN%26start%3D18%26um%3D1

Alla salute!

llamrei 13-10-2009 16.37.42

Che fatalità: proprio in questi giorni una mia amica mi ha chiesto informazioni in merito a quest'argomento, tema prevalente che andrà a costituire la sua tesi di laurea.

Le ho suggerito di leggere un articolo comparso nella rivista Medioevo Ottobre 2008 n. 10 da pag. 71 a seguire in cui, oltre al bellissimo articolo molto particolare e molto interessante, si può trovare una dettagliata bibliografia in merito. Per chi avesse conservato questo n. del mensile ne consiglio la lettura.


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