Avanzai nella cittadina, che approvata deliziosa, nel suo caseggiato in legno.
Ero contenta di essere venuta qui a Valenzan, pensavo che avrei davvero trovato quello che cercavo.
Vidi poi l'insegna, molto inquietante dovevo dire e parcheggiai la macchina lì vicino, scendendo poi i bagagli per dirigermi all'ingresso.

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Alla reception Gwen trovò un uomo magro e dallo sguardo sveglio.
"Buongiorno, signorina." Disse gentile. "Benvenuta a Valenzan. Abbiamo diverse camere libere. Una singola, giusto?"

Mi accolse un receptionist affabile e dallo sguardo sveglio.
"Sì, esattamente" confermai con un sorriso.
Avevo delle buone vibrazioni in merito a questo mio viaggio improvvisato ed avevo intenzione di godermelo dall'inizio alla fine.
"Ha un nome particolare questo albergo" divertita.

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"Ecco a lei la camera numero 16, signorina." Disse l'uomo a Gwen. "Mi da un suo documento, prego?" Annotando sul registro. "Il nome? Oh si... lo chiedono tutti. I turisti intendo. E' un nome legato a una leggenda del posto. Rende tutto più folcloristico e attira clienti forestieri." Sorridendo.

"Oh non ne dubito" sorniona, riferita ai turisti, mentre i porgevo un mio documento e prendevo la chiave della camera.
"Se la passava peggio il povero Duca, probabilmente" ridacchiando.

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"Si, immagino di si." Disse l'uomo a Gwen. "Ma è tutto frutto di leggende, non tema. Come il mostro di Loch Ness o L'uomo delle nevi, signorina."
Poco dopo Gwen fu nella sua camera, arredata in modo essenziale ma comunque confortevole.
Era al primo piano e da lì si poteva godere di una discreta vista sulla periferia e sulla brughiera intorno.

"Comprendo" con un sorriso.
Ufficializzate le formalità, a quel punto mi diressi nella mia camera.
Sistemai un po' il tutto, i bagagli, l'attrezzatura e poi mi affacciai.
La vista era discreta e considerando la luce, scattai anche qualche foto.
Era soddisfacente questo silenzio immobile, selvatico, praticamente boschivo.
Mi sentivo come se stessi iniziando ora a respirare per la prima volta dopo tanto tempo ed era una bellissima sensazione.

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La cittadina appariva tranquilla dal balconcino della camera di Gwen, impegnata a fotografare il panorama.
Anche la brughiera si mostrava chiara, col suo verde dominante e la vastità della sua distesa.
Il Sole era ancora alto e rendeva tutto luminoso, tranquillo, appagante.
Ma a un tratto quella serenità fu spazzata via dal fragore di una sirena che suonava e dal rombo di un'auto dello scriffo che sfrecciava nella stradina opposta all'albergo.
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Tutto era verde, luminoso, sereno ed ero serena anch'io, a quella vista che la brughiera mi donava.
Tuttavia, quella pace fu bruscamente stroncata dalle sirene della polizia, la cui sito sfrecciò all'impazzata nel senso opposto all'albergo.
Non avendo altro da fare ed essendo molto curiosa, decisi dunque di recarmi anch'io sul posto, seguendo la scia della polizia.

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Gwen lasciò la sua camera e seguì l'auto dello sceriffo che a gran velocità sfrecciava lungo la strada che dal paese andava verso la brughiera.
La macchina raggiunse infine quella che sembrava essere una vecchia cava abbandonata accanto alla quale scorreva il Lagno, dove trovò il camion dei pompieri e un'ambulanza.
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