La stanza dell'orologiaio e delle stelle
 

In questo luogo prenderanno forma i mille e più sottogiochi e le infinite sottotrame dei vari Gdr.


LA FURIA DEI TADDEI

"Che Dio maledica questa Gioia, che tanti valent'uomini ne son rimasti uccisi!"
(Chretien de Troyes, Erec e Enide)

Dove oggi sorge l'antica contea detta delle Cinque Vie, nel cuore di quella selvaggia landa conosciuta come brughiera, nella vecchia e ridente Afragolignone, ancora si raccontano storie e spaurite leggende, sebbene soltanto in qualche caratteristica taverna del posto o a casa di qualcuno dei fattori che abitano là.
Badate che se siete forestieri o turisti nessuno perderà tempo a raccontarvele, troppo preoccupato di essere preso per pazzo, o per superstizioso.
Si, perchè l'umo moderno ha spesso smesso di credere alle sue paure d'infanzia, così che diventando adulto ha finto di dimenticarle.
Proprio qui, nella brughiera, su una vasta ed erbosa radura, fra querce tozze, frondosi oppi, robusti noci e prati di agrifogli, eriche e ogni genere di pianta del sottobosco, oltre la via maestra che da Afragola City corre verso Caivania, un insieme di rustiche casupole rurali si inerpicano dai verdi prati, arroccandosi su quello che sembra un basso colle, nato dal travasare terreno per secoli dal letto naturale del Lagno, arrivando tutte insieme ad arroccarsi intorno alla chiesetta della Vergine Madre, il cui rintocco di campane aleggiava come incantato nella quiete di quel luogo isolato.
Davanti alla porta di una di quelle casupole, che altro non era se non una bottega di antiquariato, stava affisso un cartello che così diceva:

“Cercasi commessa”

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Dopo interminabili skip, avevo finalmente trovato una canzone decente, accolta con un sospiro trionfante.
Possibile che la riproduzione casuale non avesse ancora imparato a leggermi nel pensiero?
Se c'è una cosa che non sopporto è quella di guidare con della musica che non mi piace.
E io sto guidando da ore ormai, o forse anche di più.
Era notte quando sono partita, poi si è fatto giorno ma ora il cielo comincia nuovamente a scurirsi.
Non so nemmeno dove sto andando, la verità è che non ha importanza.
Lontano. Solo questo conta.
Non ho ancora trovato un posto che mi ispiri tanto da fermarmi e scendere.
Ho scelto stradine di campagna, di quelle che attraversano i paesini dove tutti si girano se vedono passare un'auto che non conoscono.
L'ho fatto proprio per vedere se uno di quei paesini potesse ispirarmi, farmi decidere di arrestare questa mia corsa in direzione "il più lontano possibile".
Forse però la canzone ha portato bene.
Dopotutto, questo angolino di mondo non è poi così male, la brughiera tutt'intorno ha un che di poetico.
C'è qualcosa... qualcosa che non saprei spiegare.
Scendo dall'auto e inizio a gironzolare per le casette, facendo finta di non vedere qualche sguardo stranito.
Non deve passare molta gente nuova da queste parti.
Poi, mi avvicino a un negozietto di antiquariato, perchè adoro curiosare tra le cose antiche.
Come se mi potessero dare qualcosa che non ho e forse non scoprirò mai.
Ma poi qualcos'altro attirò la mia attenzione.
Un cartello: cercavano una commessa.
Sorrisi, che fosse quello il segno che stavo aspettando?
Dopotutto, che avevo da perdere?
Da qualche parte avrei pur dovuto ricominciare, no?
Così, mi feci coraggio ed entrai.
"Permesso?"

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La brughiera si stagliava col suo profilo salvaggio contro un cielo terso, attraversato da bianche nuvole, reso limpidissimo dal vento che soffiava da Ovest.
Quello che Destresya chiamava angolo di mondo, era il versante sulla costa occidentale del Lagno, uno dei luoghi più antichi delle Cinque Vie. Qui infatti le remote saghe Fragole narrano di gesta e battaglie straordinarie, combattute dagli antichi clan prima che lo stesso Afraholignone fosse unito.
Raggiunto il paesino, l'auto di Destresya fu parcheggiata nello spiazzo centrale e la ragazza si incammino' verso le casupole e le botteghe.
E qui fu subito attratta dal cartello sulla porta di un negozietto di antiquariato.
Entrando Destresya fece tintinnare il campanellino sulla soglia e subito dal retro bottega apparve una donna di mezza età, in carne e dal volto accigliato.
"Buongiorno." Disse a Destresya, col tono più lieto che riuscì a usare, sebbene suonasse il modo poco più che formale. "In cosa possa servirla?" Indicando la merce del suo negozietto.

Quasi sussultai nel sentire il tintinnio della campanella.
Mi ritrovai in un'antica bottega, piena di gingilli molto antichi, affascinanti e polverosi.
Arrivò una donna di mezza età, e le sorrisi, sembrava cordiale e mi chiese che cosa potesse fare per me.
"Buongiorno, signora..." sorrisi,"Sono appena giunta in città e sarei interessata a quel posto da commessa!".

Non avevo ancora ben chiaro quale sarebbe stato il risultato finale del progetto, ma ero pur certa, man mano che la campagna mi scorreva accanto, che avrei cercato l'ispirazione necessaria.
Avevo appositamente messo da parte la città, moderna, trafficata e cosmopolita, per una dimensione più rurale, bucolica, pastorale.
Era stato un viaggio dell'ultimo minuto, progettato alla svelta.
Anzi, a voler essere onesta, avevo preparato una valigia in fretta e furia, avevo caricato l'attrezzatura fotografica in macchina ed ero partita.
Non avevo nemmeno prenotato un albergo, nella fretta di partire, ma decisi di prendere la situazione come veniva, nella speranza ovviamente che vi fosse almeno una piccola pensione in cui alloggiare.
Era da un po' di tempo che non mi concedevo una pausa, non solo dal lavoro, ma anche dalla continua organizzazione che scandiva con puntuale regolarità le mie giornate, da troppo tempo ormai.

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La donna della bottega guardò Destresya dalla testa ai piedi, per poi sorrderle.
"Accidenti, non pensavo che qualcuno rispondesse così presto al mio annuncio" disse "e ancor meno immaginavo che potesse proporsi per questo lavoro una forestira." Divertita. "Io mi chiamo Melina e questa mia bottega è una delle poche qui a Valenzan." Ridendo piano. "Si, queto piccolo paesino ha proprio nome Valenzan, che sembra così roboante nonostante sia poco più piccolo di una cittadina di campagna. Come sei assunta. Posso darti del tu, no?" Divertita ma gentile.


Gwen arrivò alla piccola cittadina immersa nella brughiera senza suscitare molta curiosità nei pochi passanti in strada, nonostante fosse una straniera appena giunta.
Solo 2 vecchietti dedicarono qualche occhiata più del dovuto alla ragazza, parlottando fra loro e indicandola con sguardi eloquenti e per nulla discreti.
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La cittadina in cui ero appena approdata sarebbe sembrata anche carina, perchè in effetti lo era, se i vecchietti del luogo avessero avuto di meglio da fare che guardare me.
Va beh.
Continuai ad andare avanti per i fatti miei, cercando un albergo in cui sistemarmi.

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Gwen decise di ignorare i 2 vecchietti invadenti, cercando un albergo in quella cittadina.
"Signorina..." disse a un tratto una voce "... lei, aspetti un pò.." uno dei 2 vecchietti.

Mi guardai attorno, in cerca dell'insegna di un albergo, ma mi sentii chiamare da uno dei vecchietti.
Ma diceva davvero a me?
Lì guardai stranita, ma mi avvicinai.
"Avete bisogno di qualcosa?" dissi cortese.

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"Si." Disse il vecchitto che fra i 2 fumava la pipa. "Io e il mio amico abbiamo scommesso su di lei, signorina."
"Si, cercando di capire chi fosse e perchè del suo arrivo qui a Valenza." Fece l'altro.
"Secondo me" mormorò quello con la pipa "lei è una giovane avvocatessa giunta qui per la storia di quel camionista."
"Io invece credo che sia una giornalista" l'altro vecchitto "arrivata qui per farci un articolo sul camionista." Fissando Gwen.