Camelot, la patria della cavalleria

Camelot, la patria della cavalleria (http://www.camelot-irc.org/forum/index.php)
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-   -   Il giudizio di Caino (http://www.camelot-irc.org/forum/showthread.php?t=1374)

solomon kane 14-10-2010 23.59.15

Il giudizio di Caino
 
dato che alcuni div oi non conoscono il personaggio da cui prendo il nome e dato che mi diletto a scrivere storielle, ho pensato di scrivere un racconto che coinvolga Solomon Kane e i personaggi del ciclo arturiano.
non sono un grankè come scrittore ma spero di far passaree qualche momento spensierato all'eventuale lettore.fatemi sapere commenti e consigli, sinceri.
la storia presuppone alcune conoscenze del personaggio.
già l'ho presnetato da qualke altra parte lo rifaccio
Solomon Kane è un abile spadaccino puritano inglese del XVI sec.é convinto di avere una missione divina:uccidere qualunque manifestazionde del male, ke siano demoni o solo pirati e briganti.questa specie di furia che lo alimenta a volter lo portano ad essere un assassino senza pietà.
di lui si sanno pokissime cose tra cui:viene dal devonshire e in passato è stato addirittura fatto prigioniero e torturato dalla santa inquisizione.
kane viaggia senza meta tra inghilterra,africa e nuovo mondo cercando di fare la sua personale giustizia.
in africa un misterioso sciamano gli dona un bastone intarsiato a forma di gatto probabilmente creato da una civiltà antikissima (forse atlantide) ke diventerà tema ricorrente delle storie di solomon kane e dei successivi personaggi di howard come conan il barbaro e kull di valusia.
continuate a leggere per la storia di cui ho scritto solo il prologo per ora

solomon kane 15-10-2010 00.01.59

Prologo
 
L’autunno stava facendo le sue prime vittime.
Gli alberi fino a poche settimane prima rigogliosi mostravano le prime chiazze marroni.
Cominciavano a cadere le foglie.
L’uomo vestito di nero giunse nei pressi del lago.
Kane si sedette ai piedi di una grossa quercia posta sulla collina vicina al lago, e da li cominciò ad osservare la lenta discesa del disco rosso simbolo di vita. Sembrava quasi che andasse a spegnersi nelle calme acque lacustri.
Quel momento della giornata chiamato crepuscolo lo portava sempre ed inevitabilmente a riflettere.
Pensò come fosse stupendo il miracolo della natura, che con i suoi spettacoli di luci e di ombre colpiva cosi a fondo l’animo umano.
Cominciò a tornare a ritroso sui passi della sua vita.
Col passare degli anni la feroce rabbia assetata di vite malvagie aveva lasciato il passo a riflessioni amare, riflessioni sulla vera moralità delle sue azioni, sulle vite stroncate dalla lama della sua spada, sulla solitudine che stava diventando pesante da sostenere negli ultimi tempi.
Non era mai riuscito a vedere tutto ciò, accecato com’era dalla sua personale visione del bene e del male. Aveva seguito una missione, un percorso che infine si era rivelato un vicolo cieco.
Kane cominciava a percorrere labirinti mentali in cui scorrevano scene da vite non vissute. Una casa, una famiglia, niente più oscenità o mostruosità del mondo.
Questo pensò il puritano.
Ripose accanto a se tutto ciò che possedeva: una spada, due pistole e il misterioso bastone intarsiato a forma di testa di gatto donatogli anni prima da un uomo altrettanto misterioso, conosciuto nel continente nero.
Una folata di vento gelido gli scarmigliò i lunghi capelli corvini.
Gli sembrò di cogliere un gemito di donna lontano.
Kane aguzzò l’udito ma non sentì nulla. Si guardò intorno. Era circondato dal nulla per miglia.
- Scherzi della mente - si disse.
- Solomon…-
Stavolta era sicuro. L’aveva sentita. E conosceva il suo nome. Pazzia o meno una donna aveva invocato il suo nome.
Si rizzò in piedi prese con se la spada.
Ormai la notte stava visibilmente arrivando.
Ispezionò la zona immediatamente circostante. Nulla.
Si ritrovò sulla sponda del lago.
- Solomon …-
Non poteva essere. La voce proveniva dal…lago?
Guardò le acque immobili.
Si avvicinò fino al punto di bagnarsi i piedi.
Ad un certo punto sentì l’acqua muoversi.
C’era qualcosa che si muoveva.
Si chinò.
Fu un attimo.
La cosa lo afferrò e lo trascinò sotto.
Tentò di dimenarsi ma la cosa lo trascinava sempre più giù.
Nel buio del fondale coperto dalle tenebre notturne ormai sopraggiunte, gli sembrò di vedere una forma femminile.
Poi tutto divenne buio e perse conoscenza.

llamrei 15-10-2010 11.35.53

Già il prologo è avvincente. Scommetto che lo sarà di più il racconto vero e proprio;)

solomon kane 15-10-2010 12.59.46

grazie llamrei.è solo una storiella che spero vi piaciia.sto cercando di seguire il più possibile lo stile di scrittura di howard

Sibilla 15-10-2010 13.19.28

Complimenti messere...:smile_clap: un inizio molto interessante... resto in trepida attesa del seguito... :18015:

lady rainbow 15-10-2010 16.02.51

I miei più vivi complimenti....spero postiate il seguito al più presto:smile_clap:

solomon kane 15-10-2010 19.23.47

ecco il primo capitolo.non so dove mi porterà questa storia.sta uscendo passo passo.spero di non bloccarmi prima della fine

solomon kane 15-10-2010 19.25.47

1
 
Le primi luci dell’alba colsero gli uomini nella foresta.
Erano un gruppetto poco numeroso.
Avevano lasciato il villaggio a notte ancora inoltrata per andare a caccia.
Ora si muovevano circondati da una sottile nebbiolina umida.
Finalmente avvistarono qualcosa. Un grosso cervo a un centinaio di passi.
Il capo fece segno con la mano di arrestarsi.
Diede disposizione di separarsi in due gruppi e accerchiare l’animale in modo da non lasciare vie di fuga.
La manovra riuscì e il cervo avvistato uno dei due gruppi tentò di scappare nella direzione opposta dove incontrò il secondo manipolo di uomini e la sua inesorabile fine.
Intanto nel villaggio la vita cominciò a riprendere dove la notte l’aveva interrotta.
I bambini iniziarono a correre giocosamente tra le capanne fingendo di essere guerrieri e principesse, alcune donne andarono al ruscello a prendere dell’acqua. Cosi cominciò un altro giorno.

Gli uomini fecero ritorno al villaggio verso metà mattinata portando il cervo ed altre prede di piccole dimensioni.
Furono accolti festosamente.
- Blez-
L’uomo che aveva guidato il gruppo alla caccia si voltò. Vide la sua giovane moglie che lo attendeva sulla soglia della loro casa.
La vide e pensò che era bellissima.
-moglie mia- le disse avvicinandosi e la baciò.
-credo che avresti bisogno di un bagno- rispose baciandogli la lunga barba corvina.
-vado subito Kyla- rispose lui ridendo.
Erano sposati da poco più di due mesi e da poco avevano scoperto che in poco tempo avrebbero avuto un’altra bocca da sfamare in famiglia.
Non si piacquero fin dall’inizio della loro conoscenza.
A dir la verità Blez non piaceva a nessun abitante del villaggio quando vi giunse l’inverno prima.
Lo avevano trovato nei pressi del piccolo lago due miglia a sud. Era incosciente per il freddo e i morsi della fame. Se non lo avessero trovato sarebbe morto di li a poco.
Lo chiamarono Blez, che significava lupo.
Il motivo era una vaga somiglianza somatica del viso con quell’animale. Lo stesso portamento elegante e feroce allo stesso tempo.
Dopo un periodo di iniziale diffidenza e chiusura in se stesso, dovuto anche al fatto che non parlasse la lingua del luogo, Blez cominciò ad integrarsi nel villaggio, cominciando a lavorare e a socializzare.
Kyla come tutti gli abitanti ebbe paura di lui all’inizio. Era circondato da un’aura oscura fatta di morte e cattivi presagi. Pian piano l’aura scomparve e fecero amicizia. Il passo successivo fu l’innamoramento. Si erano sposati secondo gli antichi riti dei loro avi. I celti di Britannia.
Blez oltre alla lingua aveva appreso le loro tradizioni e ormai sembrava nato li. A nessuno importava chi era prima o cosa facesse ne tantomeno sembrava importargliene a lui.
Ora aveva una famiglia li, amici, una casa.
La sera mangiarono la preda della fruttuosa caccia festeggiando e bevendo ottimo vino.
Ignari di ciò che sarebbe accaduto il giorno dopo.
All’alba arrivarono i soldati, armati fino ai denti. Loro erano solo dei semplici contadini e cacciatori.
La colonna non fu avvistata. Erano tutti addormentati dopo i bagordi della sera precedente.
-In nome del Re uscite dalle vostre case- urlò quello che sembrava comandare la truppa.
Tutti si svegliarono e cominciarono a uscire timidamente fuori dalle proprie abitazioni.
Blez si alzò. Guardò all’esterno. Fece segno a Kyla di rimanere li. Non gli piaceva quella scena.
Un tempo si sarebbe scagliato contro i soldati senza pensare a nulla. Ora aveva una famiglia, non poteva rischiare di metterli in pericolo.
Uscì fuori.
All’improvviso si scatenò l’inferno. I soldati sguainarono le spade e cominciarono a percuotere gli uomini e a massacrare qualunque donna, vecchio o bambino gli si trovasse a portata. Alcuni provarono a scappare ma furono subito riacciuffati.
Un soldato si avvicinò a Blez provando a colpirlo con l’elsa della spada. Lui schivò di lato e con il piede gli diede un colpo sul lato del ginocchio facendogli esplodere la rotula.
-Kyla- urlò – vai via di qui. Scappa.-
Kyla non lo ascoltò e provò a raggiungerlo.
Blez vide i soldati che stavano per avventarsi su di lei. Raccolse la spada del soldato che aveva azzoppato e gli si parò davanti.
-Vai via- la esortò.
- No! Non ti lascio qui.
-Scappa. Fidati di me. Scappa lontano. Ti troverò-
La donna con il volto solcato dalle lacrime uscì di corsa mentre Blez combatteva con due soldati. Corse e raggiunse la boscaglia adiacente al villaggio e poi scomparve nella vegetazione.
Blez non ce la faceva più. I soldati erano diventati tre. Dimostrava un’incredibile abiltià con la spada ma appena vide che Kyla era scappata crollò. I soldati si avventarono su di lui con violenza e dopo averlo preso a calci e pugni lo legarono insieme agli altri uomini ridotti anche loro ala prigionia.
Intorno a loro solo cadaveri di innocenti.
Il capo dei soldati si avvicinò a loro.
La voce di qualcuno chiese -Che volete da noi?
Il comandante li guardò.
-Cerchiamo un uomo. Un uomo speciale.
Blez provò a parlare. Soppresse un conato di vomito e disse – Bastardi! Che vi aveva fatto questa gente? Che motivo avevate di fare questo massacro?
Il capo lo guardò dritto negli occhi e gli assestò un colpo dritto sul naso facendogli perdere i sensi.
Blez sognò. Sognò tutto ciò che gli era accaduto da quando era arrivato in quella terra e in quel tempo che non erano i suoi, ma lo erano diventati.

Sibilla 15-10-2010 21.07.11

Messere devo dire che la storia si fa sempre più interessante... l'ho letta tutta d'un fiato... :18015:

solomon kane 16-10-2010 15.09.24

2
 
Un anno prima.

La luce solare lo colpì sul viso e lo svegliò.
Aprì gli occhi ma la vista era annebbiata.
Dopo qualche attimo riprese completamente controllo della mente e del corpo e il mondo divenne più chiaro.
Era morto nel lago? Dov’era ora?
Si guardò intorno.
Era disteso su una branda di paglia. Era una capanna di legno.
Istintivamente cercò la fedele spada sul fianco.
Non c’era. Era completamente nudo sotto una coperta di stoffa.
Passato l’iniziale senso di smarrimento ritrovò la fredda determinazione di sempre.
Si alzò.
Il fisico asciutto coperto di cicatrici mostrava quanto quell’uomo potesse essere letale.
Cercò i suoi vestiti senza successo.
Si coprì con il lenzuolo e decise di uscire dalla porta che lasciava trapelare i raggi solari.
Il sole doveva essere sorto da poco. Rabbrividì per il freddo.
Si trovava in una specie di piccolissimo villaggio.
C’erano alcune capanne simili a quella dove aveva soggiornato, alcuni recinti per cavalli e animali di altro tipo e al centro c’era un’enorme brace ormai quasi spenta del tutto. Delle donne si stagliavano in lontananza. Portavano delle otri con loro.
Una voce attirò la sua attenzione.
Era un vecchio vestito in modo singolare.
Parlava una lingua sconosciuta alle sue orecchie.
Il vecchio capì che il puritano non lo comprendeva. Cominciò a parlare latino.
Kane finalmente capì. Conosceva bene quella lingua antica. Si chiese come mai quel vecchio la parlasse cosi bene.
- Straniero ti sei ripreso finalmente. Hai dormito due giorni e due notti.
- Dove mi trovo vecchio?- tuonò Kane ancora un po’ intontito.
- Questo vilaggio non ha nome. È talmente piccolo che non ne ha bisogno. Io mi chiamo Yann. E tu?
Il puritano lo ignorò – Come mai conoci il latino cosi bene?
- L’ho appreso dalle genti romane che vivevano qui fino a pochi anni fa. Essendo il più vecchio qui sono anche l’unico che se ne ricordi. Qualche miglia più a nord c’è il grande muro romano che ci separa dalla Caledonia se ti interessa.
Kane cominciò a riflettere – Grande muro? Caledonia? Vorresti farmi credere che siamo nella Britannia post-romanica?
Yann lo guardò perplesso.
- Questo gioco non mi piace vecchio.- Kane lo fulminò con gli occhi.
- Straniero non capisco di cosa parli. Ti ho detto tutto ciò che c’era da dire.- si affrettò a ribadire Yann.
- Non so cosa sta succedendo qui ma qualcuno la pagherà.- gli occhi di Kane assunsero la loro caratteristica sinistra lucentezza.

Yann aveva spiegato a Kane che il villaggio era governato da un consiglio degli anziani di cui egli faceva parte.
Il suo arrivo aveva destato molta curiosità.
I bambini continuavano a pedinarlo. Lui faceva finta di niente.
Di tanto in tanto si voltava all’indietro e loro si nascondevano. La sua figura li spaventava.
Spaventava non solo loro. Tutti avevano subito il fascino oscuro di quell’uomo cosi strano. Solo Yann sembrava essergli amichevole.
Nei giorni seguenti cercò informazioni. Fece dei sopralluoghi nei dintorni. Arrivò persino al lago dove lo avevano trovato. Kane notò una certa familiarità nel luogo. Tutti gli sforzi furono vani.
Non disse a nessuno chi era davvero e da dove arrivava. Semplicemente disse di non ricordarsi niente. Neanche il suo nome. E cosi Yann gli scelse un nome – Straniero in qualche maniera ti dobbiamo chiamare. Io un nome ce lo avrei. Che ne dici di Blez?.
- Che nome ridicolo- rispose Kane.
Yann sorrise – Sarà anche ridicolo, come dici tu, ma chi lo porta non lo è. Significa lupus. E tu mi ricordi tanto quella splendida creatura.
Da allora tutti lo conobbero come Blez.
Poco a poco gli abitanti cominciarono ad abituarsi alla sua presenza.
Il puritano cominciava a vestire come loro e ad imparare la loro madre lingua.
Un giorno vagava come al solito nel villaggio. Yann gli dava vitto e alloggio ma prima o poi avrebbe dovuto cominciare a pensare lui al suo sostentamento.
Mentre era sovrappensiero si scontrò con qualcuno.
- Stai più attento – disse una voce femminile.
Kane la guardò, era bellissima, mora con gli occhi chiari come il primo sole della giornata, e per un istante tutti i suoi pensieri svanirono. Sentì una sensazione mai provata alla bocca dello stomaco.
Tutta quella situazione surreale, i quesiti che si poneva, tutto aveva perso importanza.
La giovane donna si accorse di chi aveva urtato e fece una smorfia di paura.
- Scusa non volevo offenderti…perdona la mia stupidità.
Fece per voltarsi ma Kane la afferò per un braccio e sentì la pelle formicolare a causa di quel contatto.
- No ti prego…aspetta. Non aver paura di me..Come ti chiami?
La ragazza lo guardò intimidità e rispose - Kyla
E in quel momento lo spadaccino oscuro e implacabile conosciuto come Solomon Kane lasciò il posto al mite Blez. Anche se lui ancora non ne era cosciente.


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