Già un incarico.
Beh, certamente non perdeva tempo e poi una missione in un museo era molto molto interessante.
"Ottimo, afferrato il concetto" annuii.
Poi, mi mostrò il volto mascherato.
"Oh dai, sul serio?" dissi con tono sornione.
Va beh...
"Bene, c'è altro?"

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Nella maschera solo due fessure si aprivono per dar spazio ai suoi occhi.
Occhi indefiniti, di un riverbero misterioso, quasi artificiale e dato dalle pallide luci dei lampioni distanti.
"Per ora non c'è altro." Disse lui a Gwen con un galante cenno del capo, quasi fosse una sorte di inchino.

C'era uno strano baluginio in quelle fessure, dato dai suoi occhi dietro la maschera e dai pochi sprazzi di luce che riuscivano ad oltrepassare quell'ostacolo.
Sollevai un sopracciglio con un mezzo sorriso curioso, a quel suo inchino, o quasi.
Però, che tipo.
"In realtà c'è ancora una cosa" dissi a quel punto "Ho ancora un desiderio da esprimere, se non sbaglio. E non mi hai ancora detto il tuo nome" continuai, con un sorriso divertito.

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"Ad Afagolopolis c'è una guerra..." disse lui a Gwen "... per la libertà. Qui al fronte tutti assumiamo gradi e nomi nuovi, assurdi, patetici... come richiede questa assurda tragedia che viviamo... un tempo anche io avevo un nome... oggi..." alzandosi il cappuccio nero che andava così a coprirgli il capo mascherato "... puoi chiamarmi Cappuccio Nero... e presto molti altri mi conosceranno..."
"Signorina..." ad un tratto una voce alle spalle di Gwen.

Ma perchè ero stata contattata da un poeta?
Era previsto dal contratto?
"Cigno Nero, Cappuccio Nero... Siamo assortiti bene..." dissi sarcasticamente.
Tuttavia, sembrava davvero che il nostro incontro fosse giunto al termine.
Poi, mi sentii chiamare alle spalle e mi voltai.


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Gwen si voltò e vide un poliziotto all'imbocco del vicolo.
"Cosa ci fa" disse alla ragazza "qui da sola a quest'ora? Non sa che i posti solitari sono da evitare la sera? Soprattutto perchè siamo vicini alla periferia. Non vede la tv? Non sa che ogni sera per le strade periferiche si girano le puntate del reality Caccia all'ateo?"

Era un poliziotto, che mi avvertiva di quanto fossero pericolose le strade di notte, in questo periodo.
Che carino.
Sorrisi candidamente.
"Oh, non si preoccupi, stavo solo salutando un amico, ma guardi, la mia auto è proprio lì" indicandola, piegando il capo di lato con aria innocente.
"Grazie mille, agente" dissi dolcemente, passandogli accanto mentre tornavo alla mia auto.

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"Un attimo, signorina..." disse il poliziotto a Gwen "... un amico? e dove?" Indicando il vicolo deserto, oltre loro 2. "Questo è un vicolo cieco e nessuno può uscire se non da lì." Indicando l'ingresso del vicolo. "Dove sarebbe questo suo amico?"
Infatti il misterioso Cappuccio Nero è svanito nel nulla.

Bravo, poliziotto, di sicuro era sveglio.
Sbarrai gli occhi.
"Ma come agente, non lo ha visto? È andato via proprio un attimo fa!" indicando l'uscita del vicolo.
"Sicuro di non essere un po' stanco, questa notte?" chiesi con tono apprensivo.
Poi arrivai alla mia macchina.
"Sarebbe così gentile?" chiesi, con un sorriso ammaliante, indicando lo sportello con un gesto elegante della mano.

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L'accompagnatore era un bel uomo davvero e mi sedetti al tavolo osservandolo "Grazie per i complimenti ma immagino lo dici ad ogni donna, sei pagato per questo no?".

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Il poliziotto guardò Gwen con un filo di sospetto, più che altro temendo di essere preso per i fondelli da lei.
Comunque le aprì lo sportello e la fece così salire in auto.
"Vda e sia più prudente la sera, signorina." Disse.
La macchina partì ed andò via.

Lui sorrise ad Altea.
"Detta così" disse divertito "suona un pò più cruda di come effettivamente sia." Guardandola. "Diciamo che non tratto mai una donna allo stesso modo di un'altra. orse è questo il segreto del mio lavoro, no?" Sorridendo affabile.
Arrivò il cameriere con il vino e subito riempì i loro calici.
"Un brindisi?" Il gigolò ad Altea. "Così magari ci presentiamo a dovere, no?"

Dalla sua espressione, si vedeva che temeva di esser preso in giro, ma hey, ci si doveva divertire ogni tanto.
Salii in macchina.
"Non tema" gli assicurai, con un occhiolino.
Poi, la macchina partì, diretta al mio attico in centro ed io ripensai a questo strano incontro.
Certamente, non era stato ciò che mi aspettavo, da ipotetico appuntamento era diventata una discussione di lavoro, ma ci avevo guadagnato una missione e il compenso, quello di sicuro dopo.
Pensai dunque a come mi sarei dovuta preparare.

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Il tipo era scaltro e sicuro di sé, alzai il calice e lo guardai negli occhi azzurri.. "Certo, Altea de Bastian.. Nota stilista di moda e di gioielli.. E tu?".

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Gwen arrivò al suo attico e poco dopo il telefono squillò.
Sul display comparve il numero du Rudy.

Appena arrivai a casa, ricevetti una chiamata da Rudy e risposi.
"Eravamo insieme non più di un'ora fa, non puoi stare senza di me?" dissi, sarcasticamente, nel frattempo che preparavo qualcosa di veloce per la cena.

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"Lo so lo so..." disse lui ad Altea "... sei così famosa che ti conoscono tutti... e tra poco un gruppo di paparazzi farà irruzione qui e ci tempesterà di flash e domande... quindi dobbiamo inventare in fretta cosa dirre loro... amici? Vecchi conoscenti? Parenti? O devo fare la parte dell'ammiratore fortunato per stasera?" Divertito. "Io comunque mi chiamo Dafaun... o meglio, è il nome che ho adottato per quando lavoro." Alzando il calice. "Brindiamo a stasera..."

"Ero solo curioso di sapere l'esito del tuo appuntamento..." disse Rudy al telefono a Gwen "... ma se sei già rincasata immagino non sia stato poi così romantico... o forse lo hai già ricevuto nei tuoi alloggi?" Sarcastico.

Brindai e sorrisi "Un nome d'arte.. Interessante.. Diremo siamo vecchi conoscenti.. Dalla università.. Deve arrivare tutto al giornale, deve essere un gossip. Mio marito mi ha tradito e io lo voglio disonorare" sorridendo.

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Che cattivo...
"Credi che se ci fossero dettagli piccanti li racconterei a te? Tu di certo non lo fai con me... Anche se credo tu passi troppo tempo con me, forse ti rovino tutte le chance..." dissi con candido sarcasmo.
Mi sedetti a tavola ed iniziai a mangiare.
"E sicuramente non lo sai, ma da stasera ho un nuovo capufficio..." dissi poi, ridacchiando divertita.

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Dafaun guardò Altea negli occhi e sorrise.
"La storia più vecchia del mondo..." disse bevendo "... chiodo scaccia chiodo..." mettendo giù il calice "... e fin dove vuoi spingerti per disonorare tuo marito, Altea?" Fissandola.
In quel momento 2 fotografi, riusciti a sgusciare di nascosto nel ristorante, raggiunsero il loro tavolo e cominciarono a scattare foto a raffica.
"Signora De Bastian..." uno dei 2 "... è in compagnia stasera?"
"Suo marito lo sa?" L'altro. "Chi è il suo bell'accompagnatore, signora?"

"Un nuovo capufficio..." disse perplesso Rudy al telefono "... cosa intendi dire, Gwen?"

Sorrisi divertita.
"Un tizio molto poetico e galante che si fa chiamare Cappuccio Nero mi ha ingaggiata per le missioni, la prima è domani sera. Mi ha fatto anche l'inchino prima di andar via, non è carino?" dissi, fingendo un tono sognante.

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"Dai, mi prendi in giro..." disse seccato Rudy al telefono "... dì la verità... mi stai leggendo qualche romanzo di Cappa e Spada che hai davanti, vero?" A Gwen.

Scoppiai a ridere di cuore.
"Al massimo, siamo stati presi in giro entrambi dal cavaliere mascherato che avevo davanti, ma immagino lo saprò domani sera, alla nostra d'arte a cui parteciperò per la missione" commentai, finendo la mia cena.

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"Bah, non so che dirti..." disse Rudy a Gwen "... beh, è Mezzanotte passata e credo andò a letto..."
Ma proprio in quel momento sul PC acceso che lei aveva sul tavolino arrivò una notifica dalle News del giorno.

"Sogni d'oro, caro" lo salutai, poi chiusi la chiamata.
Vidi una notifica arrivare sul pc, così mi avvicinai per capire di cosa si trattasse.

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Gen aprì la notifica, leggendone il contenuto:

"Pochi minuti fa è fuggito dal sanatorio penitenziale dell'Atheus Asylum un pericoloso detenuto. Ad ora le autorità non hanno rilasciato altre informazioni, ma le ricerche dell'evaso sono già cominciate, con tutto il territorio cittadino battuto senza tregua. Appena saranno rese note altre informazioni le pubblicheremo."

La notizia parlava di un pericoloso detenuto fuggito dal penitenziario.
E non sapevo perché, ma qualcosa mi diceva che forse avesse a che fare col mio appuntamento di stasera.
Se fosse stato lui, beh, allora si spiegavano molte cose, soprattutto la maschera e di sicuro la mia curiosità nei suoi confronti cresceva esponenzialmente.
Non avevo ancora un'idea chiara di ciò in cui mi trovavo, ma dacché il mio compito era obbedire e mandare a compimento le missioni, avevo davvero poco da controbattere.
Quindi mi sarei limitata a seguire le indicazioni e gli ordini.
Chiusi allora il pc e mi misi a letto, esaltata per il nuovo giorno ed il nuovo incarico.

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Gwen si mise a letto e poco dopo si addormentò.
La notte trascorse senza sogni, silenziosa e volò via in fretta.
La luce del Sole la svegliò il mattino seguente, con un nuovo giorno sorto su Afragolopolis.
La città era in fermento per la mostra al museo che si sarebbe tenuta la sera.

Mi svegliai il mattino seguente ed il fermento per la mostra era palpabile nell'aria.
Ed ovviamente, io non ero immune.
Infatti, dopo la colazione, sistemai il necessario per la sera, e di conseguenza per la missione, come ad esempio gli orecchini che spesso usavo e che celavano dei microfoni all'interno.
Tutti i gadget più utili che si rivelavano davvero indispensabili per le mie missioni.https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...b5e8aac28b.jpg

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La città era in fermento.
La mostra sarebbe stata un evento esclusivo, mondano, ma anche culturale e quindi tutta l'Afragolopolis che contava voleva esserci.
Sarebbe stata anche l'occasione per vedere artisti di ogni tipo e personaggi di una certa creatività.
Per questo la giornata trascorse relativamente rapida e verso il tardo pomeriggio Gwen poteva già prepararsi per l'evento.

Ero esaltata, sarebbe stato un evento di grande importanza ed il fior fiore della città, oltre che del panorama artistico e culturale, sarebbe stato presente.
Certamente, uno scenario sublime per una missione.
Mi preparai, indossando un lungo abito nero di raso, impreziosito dagli accessori giusti e lasciai sciolti i capelli, era meglio nascondere il più possibile gli orecchini e di conseguenza i microfoni con cui avrei registrato le conversazioni della serata.
Una volta pronta, salii in macchina, alla volta della mostra.https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...0d32057265.jpg

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L'Afragolium Museum era stato preparato a festa, con molti poliziotti all'esterno, tutti i sorveglianti all'interno ed un sistema di sicurezza di ultimissima generazione.
Gwen aveva arrivò con la sua auto proprio all'inizio dell'apertura e molti visitatori avevano seguito il suo esempio.
Ovviamente con lei c'era anche Rudy.
"Serata niente male." Disse lui a lei, mentre uno dei camerieri passava con dello Champagne.

Il museo era bellissimo, pronto com'era per ospitare questa serata.
Arrivai insieme a tanti altri ospiti e tutti facemmo il nostro ingresso.
"Sì, non si sono proprio risparmiati" risposi a Rudy, prendendo due flute di champagne.
"Cin cin" sorrisi, facendo tintinnare i nostri bicchieri insieme.
Iniziai subito a guardarmi intorno, dividendo la mia attenzione fra le pregevoli opere esposte e i visitatori della serata.
Ricordavo le parole di Cappuccio Nero, quindi era meglio iniziare a lavorare.
"Io vado, ci vediamo in giro" dissi piano a Rudy, poi iniziai ad addentrarmi con placida, ma attenta, calma fra le sale.

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Ormai in città non si parlava d'altro, "Caccia all'Ateo" era un successo annunciato.
L'idea era geniale e univa l'intrattenimento del pubblico, che sempre di più voleva violenza, con il loro senso della morale, nessuno ci vede niente di male a veder morire degli atei, no?
Dopotutto gli facciamo un favore, essere rinchiusi nell'Atheum Asylum è peggio della morte.
Il governo mi forniva i carcerati, con un'assurda promessa di libertà, e nel frattempo i miei cacciatori ne cercavano degli altri.
Certo, non sapevano che li portavano direttamente a me.
Per la mia sicurezza era meglio che la mia identità fosse tenuta segreta, dopotutto non si poteva mai sapere quali infiltrati potevano esserci, e il Giudice era una preda ambigua.
Solo il produttore e il regista sapevano chi ero davvero, anche per questo mi avevano affidato la conduzione di "Caccia all'Ateo", conoscevano sia il mio talento come cacciatrice, sia quello per il giornalismo e la comunicazione.
L'ultima puntata era stata un successo, ora, nell'attesa che il governo ci mandasse dei nuovi candidati ci godevamo l'onda del successo.
Ero quasi arrivata allo studio televisivo dove si teneva il celebre talk show che aveva chiesto di intervistarmi.
Così entrai ed avvisai che ero arrivata.

https://m.media-amazon.com/images/M/...80,500_AL_.jpg

Le sale interne del museo, adibite ad accogliere i tanti visitatori, si presentavano illuminate a festa, con monitor sui quali scorrevano le tante immagini dei capolavori lì conservati.
I camerieri passavano fra la gente con vassoi sempre colmi di Champagne e caviale.
Gwen aveva lasciato Rudy e si era subito dedicata a studiare la situazione.
C'erano persone di ogni genere, come artisti in cerca di fama, o dal talento anticonformista.
Alcuni avevano una buona notorietà, altri dalle doti invece alquanto discutibili.
Ad un tratto la ragazza notò un giovane dai capelli lunghi e gli abiti alternativi, che spiegava ad un gruppo di visitatori un paio di tele che sembravano descrivere un tipo di pittura a metà tra il visionario ed il caos puro, fine a se stesso.

Destresya vide l'assistente di scena che le faceva segno di prepararsi ad andare in onda.
“Amici ed amiche...” disse il presentatore seduto dietro la sua scrivania al centro del palco, come ogni talk show di questo tipo richiedeva ormai “... chi è il personaggio dell'anno? Bella domanda, vero? E chi se non uno sportivo, no? Risposta ovvia!” Ridendo fra le risatine del pubblico. “Ma è ovvio... è lei... la donna che sembra nata con mille talenti... vogliamo scoprirli? Signori e signore... la presentatrice del reality dell'anno... direttamente da Caccia all'Ateo... ecco a voi... Destresya!”
E l'assistente di scena fece cenno a Destresya di andare in scena, alla scrivania del presentatore, mentre il pubblico applaudiva.

Avanzavo lungo i corridoi, nelle grandi sale allestite.
L'arte era davvero la protagonista stasera, insieme allo Champagne ed il caviale offerti dai camerieri che instancabilmente vagavano fra gli ospiti.
C'erano artisti di ogni genere, chi in cerca di fama, chi già affermato.
Ad un certo punto, notai un giovane intento a spiegare il significato di alcune tele contemporanee ad un gruppo di visitatori.
Così, mi aggiunsi anch'io.

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Gwen si aggiunse al gruppo che ascoltava il giovane artista dall'aspetto alternativo.
"L'arte per me" disse lui "deve essere sofferenza e realismo... ecco perchè io dipingo solo ciò che mi trasmette tristezza... oltre ad essere reale... per questo ho nominata questa mia tela..." respirando piano come se stesse partorendo le parole "... umido e plastica... ossia l'essenza più intima e sofferta della realtà sociale in cui viviamo... il mondo è un'enorme discarica e noi siamo simili a vermi parassiti che si nutrono del degrado culturale che ci avvolge..." con aria sofferta.