Camelot, la patria della cavalleria

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Lady Gwen 25-05-2018 01.06.29

Annusò del tabacco e sembrò parlare fra sé.
Forse riferendosi alla persona con cui aveva litigato.
Parlò a raffica e in fretta che quasi non riuscivo a seguirlo.
"Sì, è una bambina fantastica, molto intelligente e sveglia" sorrisi.
Poi chiese le mie referenze.
"Ho studiato alla Lowerwood School, avendo la migliore educazione che potessi sperare


Altri dieci colpi di verga, sulla nuca stavolta! Nessuna signorina per bene risponde a tono!


"Ho trascorso lì otto anni, sette da studentessa ed uno da insegnante


Possibile che tu non voglia mai imparare? Sullo sgabello, tutta la notte!


"Ho ottime competenze in ogni ambito. Nelle lettere, l'aritmetica, la storia e parlo molto bene francese, in caso Therese dovesse sentirsi più a suo agio."
Non era facile convivere ancora con quei ricordi, ma ero rassegnata ad esserne perseguitata finché avessi avuto vita.
"È lei il tutore di Therese?" chiesi, più per curiosità.

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Guisgard 25-05-2018 01.32.20

“Io voglio questa pistola.” Disse insistendo Gozil ad Altea.
“Su, capo...” fece Loi “... se Altea vuole lasciarlo andare accontentala... cosa vuoi che faccia una pistola in più o in meno?”
“Bah...” gettando la pistola nell'erba Gozil, per poi tornare ai cavalli “... andiamocene.” Seccato.
“Strani banditi siete devo dire...” l'uomo raccogliendo le sue cose “... avete un che di picaresco e romantico... quasi folle...” guardando Altea.
Il suo sguardo azzurro percorsa tutta la sua intera figura, al punto che lei si sentì quasi messa a nudo da lui.
“Altea...” ripetendo lui il nome di lei “... Altea, la duchessa dei boschi... sembra il titolo per una di quelle ballate medioevali tra briganti, leggende ed amori perduti...” sorridendo enigmatico.



“Perfetto.” Disse l'uomo a Gwen. “Si, è preferibile conoscere il francese, visto è la seconda lingua qui a Sant'Agata di Gotya.” Annuendo. “Si, sono De Goth, tutore di Therese.” Porgendole la mano. “Benvenuta con noi.” Stringendole la mano.

Lady Gwen 25-05-2018 01.35.58

"Ottimo" annuendo, nel sapere che proprio il francese era la seconda lingua qui.
"Grazie mille, signore" sorridendo e stringendogli la mano.
Era una persona spiccia sì, ma anche molto per bene in apparenza e sentivo che forse non mi sarei trovata affatto male qui.
Facevo un lavoro che mi piaceva, la ragazzina era piacevole ed il padrone di casa molto a modo.
Tutto davvero ottimo.

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Guisgard 25-05-2018 02.02.06

De Goth congedò allora Gwen, liberandola da quell'incontro di circostanza, lasciandola libera di tornare alle sue cose e sistemarsi nella sua camera.
Dalla sua finestra, da dove si vedeva il cortile, tornata in stanza Gwen sentì delle voci giungere da sotto.
Si udiva la voce di Therese che correva nel giardino.
Ma non era sola, visto che una voce giovane e maschile si sentiva con la sua.

Clio 25-05-2018 02.04.35

Bastien arrivò, con il suo solito fare spiccio e deciso. Se c’era una cosa che non sopportavo negli uomini era l’essere buoni a nulla, o rammolliti, fortunatamente non era il suo caso, non aveva mai fatto storie quando si trattava di affiancarmi nei miei affari, nè si tirava indietro quando c’erano da portare a termine compiti scabrosi.
Paradossalmente avevo più difficoltà a trovare dei servi che delle serve!
Gli sorrisi, indicando con un veloce cenno della mano la ragazza a terra.
“Portala nelle segrete, a lei penserò domani...” con fare spiccio, per poi dirigermi verso la mia stanza, dove mi dedicai alla scelta dell’abito, che ricadde su uno nero a righe grigie, un colore che avrebbe fatto risaltare il candore della mia pelle rinvigorita dalla cura di bellezza.
Suonai nuovamente il campanellino per chiamare la servetta che si occupava di acconciarmi i capelli, anche lei era giovane e graziosa... per ora.

Guisgard 25-05-2018 02.21.21

Bastien annuì ad Elyse.
Prese la servetta e la portò nelle segrete del castello.
Poi la marchesa si preparò, chiamando una servette per i suoi capelli.
Quella cominciò a spazzolare i suoi lunghi capelli, sistemandoli ed acconciandoli come la padrona desiderava.

Lady Gwen 25-05-2018 02.31.46

Mi congedò ed io fui libera di tornare in camera.
Sentii la voce di Therese provenire dal giardino, ma non era sola.
Così uscii dalla mia camera e poi fuori nel parco per vedere di chi si trattasse.

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Guisgard 25-05-2018 02.44.31

Gwen lasciò la sua camera e scese nel cortile, dove però trovò solo Therese.
La bambina correva nel cortile, tra gli oleandri ed i ligustri, sotto lo sguardo vigile del vecchio cameriere.
“Ehi...” disse la piccola notando Gwen “... vuoi giocare con me?” Avvicinandosi.
Il tutore fissava la scena da una finestra.

Clio 25-05-2018 02.46.01

Giada arrivò, il suo solito passo leggero, le mani delicate.
Non una parola fuori posto, o meglio, non una parola.
Era una di quelle che aveva resistito di più, era al mio servizio da oltre un anno, e non avevo ancora avuto modo di punirla come si deve. O meglio, era successo appena arrivata, uno sguardo di troppo, un commento sussurrato forse, non ricordo bene, ma quel giorno ero in buona e se l’era cavata con qualche cicatrice, anche perché mi eccitava di più l’idea di vedere come avrebbe lavorato da quel momento in poi con il ricordo della punizione (che comunque non era stata certo leggera), che non prendermi subito il suo sangue. Da allora non aveva più parlato, teneva sempre gli occhi bassi, ed era la migliore ad acconciarmi i capelli, tuttavia restavo ancora in attesa di un suo sbaglio, di un passo falso per poterle dimostrare che tutto il suo impegno per restare viva, in realtà non è servito a niente, perché la verità è che non mi serve un pretesto, la verità è che la sua vita mi appartiene, come quella di tutti coloro che vivono sotto questo palazzo, e infondo anche di tutti gli abitanti di Sant’Agata.

Guisgard 25-05-2018 02.51.49

Giada aiutò Elyse a sistemare i capelli, spazzolandoli ed acconciandoli secondo il gusto della padrona.
Fatto ciò rimise a posto spazzole, specchi e fermagli, restando poi immobile ad attendere nuovi ordini della marchesa.
Aveva lo sguardo basso, le mani giunte in avanti, aspettando.
E con la voglia di andare via da quella stanza il prima possibile.


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