La cena proseguì, con Gwen, Oko e Reg che, vista la vicinanza del loro tavolo con quello dei professori, riuscivano spesso a sentire i loro discorsi.
Alla fine i camerieri servirono ai tavoli il dessert, con amari vari e poi il caffè a chiudere la cena.
Mentre al tavolo dei professori si gustava il caffè di fine pasto, Elv uscì per rispondere al suo cellulare che squillava, seguito dallo sguardo di Lyann.

La cena continuò, e così anche i discorsi fra i docenti, fino ad arrivare al dolce.
Ad un tratto, Elv si alzò da tavola per rispondere al cellulare, seguito dallo sguardo costantemente vigile ed attento di Lyann.
Sì, dovevo ammettere di non tollerarla, oltre al suo essere una terribile oca, per la consapevolezza che lei gli fosse nettamente più vicina di quanto io non fossi.
Sapevo bene di aver avuto per me le sue attenzioni, tanto e a lungo, ma ero lontana, troppo lontana dalla sua realtà ed il fatto che una donna simile avesse più vantaggio di me mi faceva ammattire.

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Gwen notò che più di una volta Lyann gettò sguardi verso le vetrate, cercando di scorgere Elv uscito nel giardinetto del ristorante per una telefonata.
Il bel teorico del caos era ancora là fuori e lei sembra molto interessata a ciò che lui faceva fuori.

Mentre la osservavo di sottecchi, notavo che tenesse d'occhio le vetrate del giardino, oltre le quali Elv era ancora al telefono.
Probabilmente, tutto ciò che stavo facendo in questo periodo agli scavi, oltre al mio lavoro naturalmente, era totalmente sbagliato, ma se non avessi seguito il mio istinto mi sarei portata il rimpianto dentro per sempre.
"Esco un attimo" dissi ad Oko e Reg, portando con me il cellulare a sottintendere un'eventuale telefonata.
Uscii nella sera silenziosa e vellutata, ovattata, tranne per la voce di Elv.
Mi tenni a debita distanza, per non dare l'impressione che stessi origliando, ad attendere... Beh, non sapevo bene cosa, ma avrei improvvisato.

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Gwen uscì nella sera, trovandosi nel giardinetto del ristorante.
Il freddo era pungente, ma lei vide Elv che aitante e disinvolto come suo solito parlava tranquillamente al cellulare, gesticolando e ridendo di tanto in tanto.
Poi staccò e si voltò per tornare dentro, ma vide Gwen accanto a delle siepi.
"Buonasera." Disse avvicinandosi. "Uscita per sentre il fidanzato? Allora, tranquilla, ti lascio la tua privacy." Facendole un occhiolino vagamente malizioso.

Il freddo era notevole, ma lui era totalmente disinvolto, nel suo ridere e gesticolare come se niente fosse ed ogni suo gesto, ogni sfumatura della sua risata era per me fonte di attenta e peculiare osservazione.
Tanto che temetti di essermi imbambolata, nel momento in cui lui concluse la telefonata e si accorse di me.
Ridacchiai e scossi la testa.
"No, nessun fidanzato..." ammisi "Solo una telefonata da casa, nulla di che, non si preoccupi" mentii poi, sorridendo divertita dall'occhiolino.

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"Ah, ecco..." disse ridendo Elv "... a casa sono preoccupati. Mi sa hai pure il coprifuoco. Beh, di ai tuoi genitori che il tuo professore fa buona guardia, così che nessun ragazzo si prenda troppe confidenze." Sarcatico, per poi farle di nuovo l'occhiolino.

Risi stavolta di gusto.
"Nessun coprifuoco, per fortuna non ho più diciassette anni..." risposi "Ma glielo dirò..." aggiunsi, divertita dal nostro scambio di battute.
"Sono certa che staranno tutti più tranquilli" annuendo e cercando di impostare un tono serioso, ma sempre ironico.https://uploads.tapatalk-cdn.com/202...3af1b2dec6.jpg

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Lui guardò Gwen e rise piano, per poi farsi serio, senza smettere di fissarla come lui faceva ogni volta che si incontravano.
Un lungo istante in cui lei sentì forte gli occhi scuri di lui sulla sua figura.
Uno sguardo nero prima fisso nei suoi occhi verdi, poi a scendere per accarezzarle le labbra, poi sul collo e lungo tutto il corpo della bella e giovane studentessa.
"In effetti" mormorò lui tornando ad assumere quell'espressione divertita ed impertinente "23 anni sono un bagaglio di esperienza notevole." Ironico e con i suoi occhi di nuovo fissi in quelli di Gwen.

Quello sguardo tornò.
Era quasi capace di mozzarmi il fiato, mi ritrovavo a trattenere il respiro senza motivo ad ogni millimetro che il suo sguardo percorreva, immaginando come sarebbe stato se al posto dei suoi occhi vi fossero state le sue mani, che apparivano grandi ed affusolate.
Ridacchiai in silenzio ed i miei occhi rotearono, per poi tornare sui suoi occhi neri.
"La smetta di prendermi in giro, solo perchè lei ha più esperienza di me... Non è cortese" gli feci notare, con un sorriso sornione.

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