Camelot, la patria della cavalleria

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Guisgard 25-08-2017 19.00.20

Redemptio
 
“Riempile di spavento, Signore,
riconoscano le genti di essere mortali.”


(Salmo 9)




REDEMPTIO

Episodio I: Uomini in fuga

"Come fai a esser certo di aver sognato?"

(Isaac Asimov, Sogni di robot)




L'aria del pomeriggio, densa di una strana malinconia e ricolma di granelli di polvere ionizzata, grigi e fitti al punto da velare il Sole nelle ore dopo Mezzogiorno, pareva traboccare tutt'intorno e tormentare i sensi con quel suo odore asfittico, da laboratorio statale, rendendo opachi i vetri degli sterminati agglomerati di cemento e plastica che racchiudevano Imperios.
Quella polvere sembrava poter penetrare ovunque, persino fin dentro l'animo degli uomini e delle donne che pullulavano la grande e cupa città, al punto da lasciare ogni sera sui baveri delle giacche, sulle tese dei cappelli e sulle maniche dei giubbotti quella specie di sozzura rossastra e contaminante così caratteristica ormai dei cieli moderni.
Ma se apparentemente l'aria di Imperios appariva senza odori particolari, camminando per le sue strade si respirava forte un fetore di morte.
Lo si poteva capire attraversando le piazze, i larghi ed i vicoletti risparmiati dalle asettiche lampade al radeon e resi così perennemente avvolti da notti vaghe e silenziose.
Erano gli schermi a dirlo, a ricordarlo, ad ossessionare tutti e tutto.
Non c'era mai un monitor spento o malfunzionante.
Come le luci della notte, anche gli infiniti video di negozi, sale bar, ritrovi pubblici e gallerie commerciali dovevano pullulare di immagini e suoni, come a scandire il tempo attuale.
Era un bombardamento continuo, asfissiante, ossessivo, psichedelico ed ipnotico.
E se si era nella propria betamobile, su un cronobus o un mitotram il computer di bordo o il proprio sensorphone permettevano costantemente di essere connessi con questa incessante rete di informazioni.
L'intera ed oceanica isola pedonale tra i quartieri bassi del proletariato e quelli alti della ricca borghesia gorgheggiava di incalcolabili monitor sempre in funzione.
All'interno di uno degli edifici più alti ed illuminati di Imperios, dall'aspetto di un freddo vuoto ed un decadente neobarocco, un droide sorvegliava, tramite il controllo ottico di chi attraversava l'ingresso, che non ci fossero estranei o persone poco gradite.
Le luci fotogrammetrali a consumo costante generavano un mesto bagliore che riverberava apatico sulle pareti bianche.
Le luci salivano dal pavimento, dalla logora moquette di un grigio spento, attraverso gli scanner, le stampanti, i monitor ed ogni altro strumento nel vasto androne.
L'odore era lo stesso di tutti i grandi edifici commerciali e pubblici, il solito effluvio vago di ioni negativi ed anidride ramizzata che fuoriusciva dai tubi catodici negli angoli dell'alto soffitto.
Una tromba di acciaio e ghisa, rivestita di porcellana lunare con infissi in megalluminio pressofuso dai riflessi di sandalo ed acero, racchiudeva la lenta scala mobile sulla quale un uomo grasso, dai tratti poco regolari e ben vestito saliva attorniato da vari collaboratori, tutti impegnati ad annotare le sue indicazioni e rispondere alle sue domande.
Parlava in modo veloce, scandendo bene ogni parola ma tradendo un accento del Nord, sgradevole e marcato.
Arrivarono davanti all'ascensore magnetico, le porte si aprirono e nell'uscire un vecchio inserviente lasciò cadere in modo goffo un secchio d'acqua sporca che bagnò ed insozzò le belle scarpe di cuoio madrelino dell'uomo ben vestito.
“Oh, mi spiace, signor Enner...” disse sinceramente dispiaciuto l'anziano sguattero “... ero sovrappensiero e non mi sono accorto delle porte che si aprivano...” tentando di chinarsi per pulire le scarpe dell'uomo che aveva davanti.
“Su su...” fece Enner, per poi farlo rialzare “... cosa vuol fare? Pulirmi le scarpe?” Ridendo. “Non le darò crediti extra oltre il suo stipendio!” Divertito.
Anche il vecchio inserviente rise.
“Su, non si dia pena, amico mio...” continuò Enner e strofinando la mano sulla piega umida dei pantaloni “... alla nostra età dovremmo essere entrambi in pensione, sa? Soprattutto lei che è più anziano di me.” Facendogli l'occhiolino. “Ma cosa sarebbe questo mondo se noi lo lasciassimo in mano ai giovani di oggi?” Dandogli una pacca sulla spalla.
L'altro annuì divertito.
“Su, riprenda il suo lavoro...” concluse Enner “... e non sia troppo ossequioso o la gente finirà per approfittarne.” Stringendogli la mano.
“Lei è molto gentile, signor Enner...” lieto l'inserviente anziano “... io e mia moglie la guardiamo sempre in tv...”
Enner gli fece il segno dell'ok e con i suoi passò oltre.
“Lupa...” rivolto poi alla sua assistente dopo che ebbero imboccato la scala mobile superiore “... da domani non voglio più vedere qui dentro quel vecchio fossile... chiaro? Altrimenti gli farai compagnia a pulire i bagni, rovinandoti quelle tue belle unghie laccate e perdendo l'aria da sgualdrinetta d'alto borgo.” Fissandola.
“Si, capo...” sbuffò lei “... entro stasera sarà licenziato.”
“Brava, mi piace quando capisci al volo.” Sorridendo Enner.
Con loro vi era anche un omone sui due metri, con l'uniforme della sicurezza ed armato di manganello sintetico e pistola.
Enner guardò la sua guardia del corpo e gli fece segno di seguirli.
Entrarono così tutti nella studio principale, dove tra schermi al tecnoplasma e registratori sensorottici nasceva il programma più amato di sempre, quello con il più alto tasso di visibilità mai registrato nella storia dello spettacolo televisivo.
In quella stanza Enner ed i suoi generavano quella straordinaria macchina di violenza, morte e denaro capace di incollare milioni di spettatori allo schermo e scommettere interi stipendi sulla vita di altri loro simili.
In quella sala fredda e luminosa nasceva Redemptio, lo sport del futuro e lo spettacolo più amato da quell'umanità decadente e perduta, il cui slogan passava in rassegna senza sosta sugli infiniti monitor che illuminavano Imperios:

“Due squadre di campioni,
un malvivente in fuga
e una gara lunga sette gironi
per trovare la morte o raggiungere la redenzione!”

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+++

Lady Gwen 25-08-2017 19.23.09

Le ultime parole del nuovo pezzo che avevo scritto per il giornale campeggiavano alla fine della pagina, ora mi restavano solo inserire le foto che avevo scattato.
Sì, a meno che il pc non smetta di funzionare proprio adesso
Sbuffai alzando gli occhi al cielo.
Lo avevo recuperato per miracolo innumerevoli volte e comunque continuava a fare cilecca, povero disgraziato.
Infatti dovetti dare due sani colpi ben assestati sulla base per poter continuare.
Avrei dovuto comprare un nuovo portatile.
Oh, certo. Come no. E con quali soldi?
Già...
Finalmente riuscii a caricare la foto ed inviai il pezzo all'indirizzo e-mail della redazione, in tempo per l'edizione mattutina del giorno dopo.
Dovevo rispettare i tempi, altrimenti ero fuori. Già a fatica le redazioni accettavano che lavorassi free lance, ma io non volevo costrizioni di alcun tipo, mi limitavano, mi infastidivano.
L'unica cosa che mi interessava, era uno stipendio e poter utilizzare la mia reflex.
Il resto mi era indifferente.
Dovevo ammettere però che, ogni volta, provavo una soddisfazione immensa nel leggere quel "Kara Dougal" alla fine di ogni articolo; mi sentivo realizzata come in nessun altro caso.
Ogni volta era più strano, più surreale, ma più bello.
Certo, non avrei mai pensato di finire a fare la giornalista, se ciò si poteva dire di me, a me era sempre piaciuto fotografare, ma se volevo mangiare almeno una volta al giorno non avevo scelta.
A proposito di ciò, vidi Charlie, il mio picvolo pincher focato, che mi osservava con una faccia che voleva dire una sola cosa: cibo.
Sospirai così con un mezzo sorriso e andai a prendere le sue crocchette, riempiendo poi la ciotola e accarezzandogli fugacemente la piccola testolina liscia e le grandi orecchie morbide, mentre lui si fiondava sulla sua cena senza considerarmi nemmeno di striscio.
Piccolo ingordo... pensai, mentre lo guardavo scuotendo la testa.
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Nel frattempo, componevo il numero di Ruby, la mia amica.
Nessuno del gruppo, o della banda come avrebbero detto le altre persone, quelle che ci additavano senza conoscerci, era andato ai raduni in questi giorni, aspettando che la mia amica risolvesse un problema con la ruota anteriore della sua moto.
Così mi stesi sul divano un po' sgangherato e attesi che rispondesse, mentre il suo cellulare squillava.
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Altea 25-08-2017 19.31.40

L'omino in divisa fischiava indaffarato e nervoso urlando di salire in carrozza e rivolgendosi a una donna dicendole di muoversi con la valigia.
Un gesto di forte nervosismo mi prese e mi parai davanti al capotreno e lo guardai con sfida..."Muoversi...dia una mano piuttosto..non vede quella donna, è sola e ha una figlia, siete un incivile, questa civiltà ha portato la gente a essere cosi astiosa, piena di indifferenza ed egoista".
Aiutai la donna e la piccola a salire, la quale mi invitò a sedermi nella turbocarrozza con lei.
Mi sedetti dopo aver posto sopra i miei bagagli e sorrisi...la donna mi chiese dove mi recavo.
Mi feci seria..."In città, ad Imperios...dovrò attraversare il Canyon e il deserto se non sbaglio per arrivarci".
La donna sgranò gli occhi scuotendo il capo...si dicevano molte cose su quella zona, ma non ci sarebbe successo nulla ma capii la donna si sarebbe fermata prima dell' inizio del deserto e avrei proseguito sola.
In un certo senso mi incuriosiva scoprire quel luogo selvaggio, vederlo e dovevo farlo...dovevo..non sapendo cosa mi aspettasse poi in città.
Mi si era stata descritta Imperios come un luogo unico, tecnologica e schermi e monitor ovunque...come se la vita di un uomo non fosse più sua ma esposta alla mercè di tutti...ma forse tutti erano troppo presi dalla loro vita di indifferenza.
La donna dopo alcune fermate scese e rimasi sola chiudendo la cabina spaziale della turbo carrozza.
Correva...veloce...a una velocità supersonica ma i miei pensieri erano fermi:

"Shushan devo partire..non posso dirti perchè..anzi..non voglio ferirti"
Stavo bevendo quella bibita fresca al bar e andò di traverso, un forte colpo di tosse e un signore distinto si avvicinò chiedendomi se stavo bene.
Lo guardai con occhi arrossati.."Grazie...non è successo nulla" quasi a bassa voce, forse non aveva nemmeno ascoltato la mia risposta ma i miei occhi rossi di lacrime erano già una risposta.
Lo guardai nei suoi occhi chiari, sicuri, a volte misteriosi e inquieti.."Dove..dove vai?"balbettando quasi con indifferenza celata.

"In città" lui con noncuranza...non capivo se fingesse o veramente non gli importasse più nulla di me.."Quando sarà il momento riceverai mie notizie" e fu una fiammella di speranza, mi riscaldò il cuore o forse solo mi illudeva.

Aspettai mesi e finalmente ricevetti un sms nel mio cellulare a cristalli di rocca lunare:
"E' il momento tu arrivi in città...non so se ci vedremo subito..forse si...forse no..sai qui è tutto diverso..non vorrei spaventarti..ma chi ti spaventa a te...sarà il Destino a farci incontrare".
Telefonai alla stazione ferroviaria e prenotai il posto in treno e gli risposi subito.."Arrivo tra due giorni, con il treno delle 17.30...se tu vuoi essere li" ma non vi fu risposta.
In quella cabina guardando fuori la mia mente rifletteva la sua immagine..quella rosa rossa donata al nostro ultimo incontro e che aveva sfiorato sulla mia pelle nuda nell' ardore dell' amore, i suoi occhi chiari, azzurri e così mutevoli..i capelli bruni e ricci che amavo accarezzare ed afferrare nei momenti di passione.
E il suo carattere...cosi misteriosamente bello.

Mi destai quando mi accorsi eravamo arrivati nella zona desertica e rimasi a guardare....persa tra paure e riflessioni, di una cosa ero certa...ad Imperios sarei stata una donna giusta e di polso..e avrei combattuto per Amore, per il resto il Destino avrebbe deciso anche se in me era innata la sete di giustizia, sicuramente non sarei stata una vittima di Imperios.

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Guisgard 26-08-2017 00.14.55

Il sensorphone di Kara squillava, mentre dai vetri della finestra le infinite luci psichedeliche della città sembravano le immagini di un vecchio film senza sonoro.
“Si...” disse ad un tratto dall'altra parte Ruby “... chi parla?”

Lady Gwen 26-08-2017 00.17.24

Ero rimasta a fissare l'intermittenza psichedelica e reiterata delle luci fuori dalla finestra, rischiarando il giorno morente.
Mi riscossi sentendo Ruby rispondere.
"Sono io, Kara. Come va? Volevo sapere se avevi risolto con la moto."

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Guisgard 26-08-2017 00.27.34

La turbodiligenza correva rapida tra gole rocciose, spuntoni arsi dal sole, sporadiche piante grasse e sentieri sabbiosi a perdita d'occhio.
Shushan viaggiava verso la città, verso la città e la tecnologia.
I suoi pensieri ed i suoi ricordi sembravano correre alla stessa velocità della turbodiligenza.
Ad un tratto le porte automatiche della vettura si aprirono ed un uomo di mezz'età entrò,per poi sedersi proprio di fronte a lei.
“Buongiorno.” Disse sorridendole con garbo.
Aprì la sua valigia e tirò fuori delle schede con tanto di foto.
Shushan guardandole subito comprese.
Era uno schedario di criminali ricercati lungo la frontiera.

Guisgard 26-08-2017 00.30.50

“Ehi, ciao...” disse Ruby a Kara “... cosa vuoi che ti dica... mah... mi sa che dovrò cambiare il biocarburatore... ne ho visti in vendita alcuni ad un prezzo decente... vedrò quanti crediti mi sono rimasti... ormai i pezzi di ricambio per qualunque cosa costano un occhio della testa...” sbuffò “... quindi non potrò passare a prenderti... verrai tu da me?”

Altea 26-08-2017 00.34.21

Quel paesaggio così strano, raso dal sole e primordiale contrastava certamente con la mia meta. .Imperios. Per un attimo i miei pensieri divennero duri come quelle rocce, fragili come la sabbia. Rimasi lì tra l' incanto di quel paesaggio e i miei pensieri quando ad un tratto entrò un uomo anziano.
Ricambiai il saluto e vidi le sue mani armeggiare con foto e documenti. ..mi venne un sospetto..dalla faccia sembravano poco raccomandabili o forse no e presi coraggio.."Lei va ad Imperios? È un talent scout che deve scegliere un attore.." guardando le foto incuriosita e sorridendo.

Lady Gwen 26-08-2017 00.35.03

"Oh, accidenti... Mi spiace..." sospirando.
Tutti noi tenevamo alle nostre moto, era quello che ci legava e comprendevo il suo malcontento
"Sì, certo. Ti passo a prendere io con la mia. Sai se ci sono programmi con gli altri, per stasera? Io ho passato tutto il giorno a scrivere l'articolo..." sbuffando, mentre Charlie veniva ad acciambellarsi vicino a me.

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Guisgard 26-08-2017 00.37.39

“Attori...” disse divertito l'uomo a Shushan “... le sembrano attori questi?” Indicando le schede. “Beh, forse per ruoli da cattivi da film.” Ridendo. “No no, ragazza mia... purtroppo di cinematografico, di finto questi individui non hanno nulla... sono infatti tutti criminali, fuorilegge ricercati in ogni dove.” Fissandola.

Guisgard 26-08-2017 00.41.22

“Da quando la mia moto mi ha dato il benservito” disse Ruby a Kara “ho perso di vista gli altri... facciamo così... passa a prendermi e poi andremo insieme all'officina di Blair e magari ci rimetteremo in pari con le ultime notizie.”

Altea 26-08-2017 00.44.03

Sorrisi alla risposta dell'uomo.."Lo sapevo. .un po' me ne intendo..Non volevo essere invadente. Mi dica di che reati si sono macchiati questi tipi? Piacere il mio nome è Shushan..sto andando ad Imperios.." incuriosita da quella situazione visto io e mio fratello Jona eravamo stati ingaggiati più volte alla ricerca di qualche criminale locale.

Lady Gwen 26-08-2017 00.47.05

"Perfetto, esco subito, a tra poco!" chiusi la chiamata.
Presi poi in braccio Charlie.
"Tu mi sa che dovrai restare a casa, cucciolo" sospirando, mentre lo coccolavo un po'.
Lo misi poi giù ed uscii.
Una volta in strada, benedissi il fatto di avere il casco, perché quella maledetta polvere arrivava dovunque.
Infatti, quando arrivai sotto casa di Ruby, dovetti spolverare il chiodo, teoricamente di pelle nera, ma ora...
"Ah, maledizione!" imprecai, prima di fare uno squillo a Ruby per farle capire di scendere giù.
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Guisgard 26-08-2017 00.52.51

L'uomo sorrise e si presentò a Shushan.
“Furti, omicidi, persino stupri...” disse “... sono soggetti della peggior specie...” aggiunse, per poi alzare lo sguardo sul finestrino ed indicando un vecchio cartellone di stagno davanti ad una cisterna abbandonata “... i fuorilegge vengono catturati e poi portati in una delle prigioni governative... oggigiorno i penitenziari non si costruiscono più, ci sono galere momentanee in cui i galeotti ci restano poco... poi vengono portati nelle arene per decidere il loro Destino...”
Sul cartellone di latta troneggiava un grosso manifesto su cui era impressa la pubblicità di Redemptio, il gioco in cui la vita umana era ridotta in pedine che correvano verso la morte.

Altea 26-08-2017 01.05.48

Rimasi stupita e sorrisi.."Io facevo parte di un gruppo con mio fratello..abbiamo cacciato e preso qualche criminale locale..ma ciò che dite è tremendo. .se vi fosse qualche innocente tra loro..sembra un gioco al massacro" sospirai.."Io ho bisogno di soldi..chi potrei ricercare..il più tremendo..ditemi..potete fidarvi di me".

Guisgard 26-08-2017 01.06.08

Kara con la sua moto attraversò la città trafficata e caotica, con quella asfissiante polverina che riempiva l'aria, posandosi su ogni cosa.
La ragazza squillò alla sua amica Ruby e quella dopo qualche minuto uscì dalla porta d'ingresso di casa sua.
“Ciao, bella.” Disse sorridendole. “Andiamo, ti porto nell'officina di Blair...”
Partirono e dopo un po' raggiunsero l'officina.
Qui trovarono il giovane meccanico, che però non aveva il pezzo di ricambio chiesto da Ruby.
Blair allora le indirizzò nel vecchio rottamaio, verso i quartieri proletari.

Lady Gwen 26-08-2017 01.11.24

Sorrisi a Ruby quando scese giù e insieme andammo da Blair.
Lì però non c'era il pezzo cercato da Ruby.
Ti pareva...
Venimmo indirizzate nientemeno che al vecchio rottamaio.
"Addirittura..." mormorai, scocciata "È così fastidioso camminare con questa roba che precipita..." continuando a spolverarmi il giubbotto.

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Guisgard 26-08-2017 01.21.59

L'uomo sorrise a Shushan.
“Innocenti...” disse “... li ha visti bene in volto? Questa è la feccia dell'umanità e come tali vanno trattati.” Annuì. “Lei e suo fratello cacciate i criminali? Non l'avrei mai detto.” Sorridendo. “Una ragazza così bella proprio non ce la vedo a fare la cacciatrice di taglie.” Fissandola. “Beh, qualche nome interessante potrebbe esserci per lei...” sfogliando le schede.

Altea 26-08-2017 01.28.57

"Io, mio fratello e qualche amico..si deve pur vivere no..e io amo il pericolo, sapete non dovete soffermarvi al mio viso d' Angelo..a dire il vero sto andando ad Imperios per raggiungere un uomo..sperando non mi piantoni" sorridendo amaramente "Ma lui sa..di quanto io sia pericolosa" e guardai le foto aspettando il responso dell'uomo.
Uno valeva l'altro, mi interessavano i soldi.

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Guisgard 26-08-2017 01.42.32

L'aria era intrisa di quella polvere ionizzata che andava a posarsi su ogni cosa, rivestendo la città di un alone imporporato e malinconico.
Le due ragazze in moto sfrecciavano tra le strade che scendevano verso i quartieri proletari, fino a raggiungere il vecchio rottamaio, situato nella periferia Sud della città.
Era un luogo fatto di ferro e squallore, con un incessante odore di cherosene e acciaio carboniotico.
Di operai erano ormai rimasti pochi, con il personale formato perlopiù da droidi specializzati.
Ruby fece segno a Kara di seguirla e raggiunsero uno degli operai per chiedere del pezzo che stavano cercando.
Qualcuno però, da uno degli appartamenti laterali al rottamaio, osservava le due ragazze.

Lady Gwen 26-08-2017 01.49.08

Sfrecciammo in moto facendoci strada nel caos cittadino, che andava poi scemando man mano che raggiungevamo i quartieri proletari, a Sud di Imperios.
Niente da fare.
Quel posto era triste.
Punto.
E lo facevo solo per Ruby, che altrimenti avrebbe potuto dire addio alla sua moto.
Iniziammo così a cercare, mentre eravamo rimaste praticamente sole in quel luogo desolato.
Beninteso, non che la cosa mi preoccupasse, ma era molto squallido e triste e speravo che andassimo via presto, mentre Ruby chiedeva informazioni.

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Guisgard 27-08-2017 00.58.54

L'uomo sorrise ed annuì a Shushan.
“Ogni criminale ha le sue caratteristiche...” disse “... solitamente i criteri per cercarne uno sono due... la taglia e la pericolosità... l'ago della bilancia è quello... i meno pericolosi valgono poco... al contrario dei più temibili...”
Ad un tratto si udì la sirena della turbodiligenza.
Era una sorta di allarme.
Stava per accadere qualcosa.

Altea 27-08-2017 01.02.26

"Quello più temibile" senza trapelare paura.
Ad un tratto nella turbodiligenza suonò l'allarme. ."Che sta succedendo? " uscii dalla cabina un attimo per guardare.

Guisgard 27-08-2017 01.10.39

Ruby cominciò a guardare nel capannone indicatole da uno degli addetti al rottamaio in cerca di quel pezzo di ricambio per la sua moto.
“Qui non lo vedo...” disse lei, con Kara non troppo distante da lei.
“Aspetti...” fece l'uomo, per poi guardare in alto, su un piccolo ballatoio che si affacciava sullo spiazzo.
Da qui si sporgeva per guardare giù un giovane uomo bruno e dagli occhi scuri.
“Elv...” l'addetto a quello “... datti una mossa e scendi giù... devi andare nel deposito B/78 e portarci un carburatore a scocca... su, sbrigati.”
L'altro sbuffò, guardò l'ora e andò a prendere il pezzo di ricambio.

Guisgard 27-08-2017 01.19.36

“Chissà...” disse l'uomo a Shushan.
Intanto la turbodiligenza cominciò prima a rallentare, poi a fermarsi del tutto.
Allora uno dei conducenti imbracciò un fucile con mirino al laser e saltò giù della vettura.
L'uomo che era con Sushan si affacciò dal finestrino.
“Che accade?” Chiese.
“Pare ci sia un criminale sulla strada...” spiegò il conducente “... ed è armato sembra...”

Lady Gwen 27-08-2017 01.20.26

Continuammo a cercare, ma quell'accidenti di pezzo non saltava fuori.
Oh, ma insomma, diamine!
Ad un certo punto, si rivolse ad un tizio, che avevo sorpreso ad osservarci, un certo Elv.
Un tipo anche molto scocciato, a quanto pareva.
Molto collaborativo...
Sbuffai a mia volta spetando che si muovesse, non vedevo l'ora di andarmene da lì.

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Altea 27-08-2017 01.24.32

La turbodiligenza si bloccò e vidi uno dei conducenti armati scendere e proferire quelle parole. Alzai la gonna prendendo dalla giarrettiera la pistola e tornai in cabina."Meglio rimanere qui..ma da dove è scappato?"

Guisgard 27-08-2017 01.48.40

Elv tornò dopo un quarto d'ora circa, con in mano il pezzo di ricambio richiesto da Ruby.
“Eccolo...” disse, posandolo ai piedi della ragazza, che guardò poi Kara perplessa.
“E' questo il pezzo?” Chiese.
“Si, questo.” Annuì Elv.
“A me sembra diverso...”
“Sei una meccanica?” Ironico lui, per poi accendersi una sigaretta.
“No...”
“Già...” fumando Elv “... allora fidati di me, che vedo questo genere di cianfrusaglie tutto il giorno...”
“Però io ora non saprei montarlo...” Ruby.
“Non è affar mio...” mormorò Elv.

Guisgard 27-08-2017 01.52.56

L'uomo guardò la coscia di Shushan, mentre lei la scopriva per prendere una pistola.
“Speriamo lo acciuffino...” disse lui “... comunque ogni turbodiligenza ha una cella, nel caso si trovasse qualche fuorilegge nel deserto.”
Allora guardò dal finestrino.
“Laggiù...” indicò a Shushan “... quell'uomo... deve essere lui... il fuorilegge... è a piedi... forse ha avuto qualche problema... non si attraversa il deserto senza un mezzo con cui spostarsi...”

Lady Gwen 27-08-2017 02.00.00

Quell'Elv tornò dopo circa un quarto d'ora col pezzo di ricambio, mettendolo ai piedi di Ruby.
Al che io alzai un sopracciglio.
Anche quando lo scambio di battute fra i due iniziò.
Strano, non credevo pltesse esserci qualcuno con un carattere peggiore del mio.
Appunto, quindi non ti lamentare
Si, sì, certo...
Per condire il tutto, il tipo si rifiutò categoricamente di aiutate Ruby a montare il pezzo.
Bene. C'è altro? Ti rifiuti anche di vivere?
Mi avvicinai così a Ruby e presi il pezzo.
"Fa nulla. Troveremo qualcuno di più esperto e disponibile" mormorai, senza guardarlo, ma con una frecciata diretta a lui, pii guardai l'altro operaio "Grazie. Buonasera" presi Ruby per un braccio e tornai alla moto.
"Che gente..." scuotendo la testa mentre prendevo il casco.

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Altea 27-08-2017 02.00.00

Annuii all' uomo e poi guardai fuori dal finestrino.."Infatti è un pazzo..dove pensa di scappare..bene lo acciuffero' io..magari ne guadagno qualcosa".
Scesi dalla turbodiligenza con la pistola laser in mano avvicinandomi lentamente al crimininale..sarebbe stato nelle mie grinfie.."Vuoi che ti spari o ti arrendi?" cercando di focalizzarlo.

Guisgard 27-08-2017 02.12.13

Shushan scese dalla turbodiligenza con in mano la sua pistola.
Tuttavia il conducente della vettura aveva già raggiunto il fuorilegge, mettendolo sotto tiro.
Il malvivente era accanto alla sua automobile completamente fuorigioco, armato di un fucile a canne mozze.
“Getta l'arma...” disse il conducente “... ed alza le mani... mettendole ben in vista...”
“Va bene...” annuì l'altro, gettando poi il fucile “... va bene... ma piano con quel gingillo...”
“Ti ho riconosciuto...” il conducente “... si, ho visto la tua sporca faccia proprio stamani, sulle mura di una stazione di servizio... e ho visto anche la tua taglia... si, ti ho riconosciuto... sei Hiss detto lo Scorpione...”
“Già, sembra sia famoso...” mormorò il malvivente, fissando poi Shushan “... sei arrivata tardi, bellezza...”
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Guisgard 27-08-2017 02.16.01

Kara e Ruby presero il pezzo di ricambio e lo portarono sulla moto, mentre Elv le guardava finendo la sua sigaretta.
In quel momento le due ragazze si accorsero che il pezzo perdeva olio.
“Ehi, Kara...” disse Ruby “... il pezzo perde olio... è difettoso...”

Altea 27-08-2017 02.19.41

Ma che diamine stava accadendo. .perché poi quel tipo..tale Hiss lo scorpione. .era vicino a un auto e mi avvicinai sorridendo al conducente guardando il malvivente e avvicinandomi alla sua auto "Io non arrivo tardi. .sono una cacciatrice di taglie e mi interessa il tuo bel faccino..avanti arrenditi".

Lady Gwen 27-08-2017 02.22.01

Mi voltai verso Ruby e poi subito verso il pezzo, tenendolo dustante e con le punte delle dita per non sporcarmi.
Guardai allora verso il tipo, che continuava a fissarci.
Svogliato, insolente e incompetente, altri deliziosi pregi, tesoro?
Imboccai la strada per tornare indietro e imitai il suo gesto, mettendo il pezzo ai suoi piedi e incrociando le braccia.
"È difettoso" dissi soltanto, con tono fermo e spiccio, mentre lo fissavo attentamente, immobile.
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Nyoko 27-08-2017 10.04.04

Perché avrei dovuto alzarmi, quella mattina? Non era, forse, una mattina uguale alle altre? Sveglia alle 6, colazione veloce, revisioni delle armi e poi a lavoro. Certo, era bella la vita che i miei genitori avevano deciso per me, molto bella, veramente. Mi muovo lentamente sul mio letto, guardando il soffitto pieno di crepe e muffa, mi sarebbe crollato addosso, prima o poi, sicuramente! I miei occhi chiari si aprono di più quando mi ricordo che giorno era oggi.
"Il compleanno di Black!" dissi alzandomi come una furia e vestendomi alla "come capita". Mi diressi in cucina e notai che nessuno dei miei fratelli si era ancora svegliato.
Essere l'unica ragazza in una famiglia composta da sei fratelli maschi era davvero complicato. Io ero pure la figlia più piccola, quella che ha visto i suoi genitori per soli otto anni di vita, dopo di che sono cresciuta con loro, i miei amati fratelli.
Black era il più grande, quello che, insieme a me, si è sempre preso cura di tutta la famiglia, dopo la morte dei nostri genitori. Poi c'era Adrian, un timidone ma molto coraggioso, Lucas, sempre imbronciato, Jimmy, il magrolino e un po' malaticcio Jimmy. E due gemelli adorabili e, praticamente, uguali, Jonathan e Mark, uno semplice e gentile, l'altro complicato e arrogante. Che bella era la mia famiglia!? Tuttavia, come ogni famiglia che mandava avanti una tradizione, anche noi mandavamo avanti quella dei nostri genitori: cacciatori di taglie. Quando non cacciavamo, passavamo il tempo al bar che gestiamo, fuori da Imperios, la città più tecnologica del mondo. Vivevamo nella periferia, "la parte povera della città" si diceva che fosse quella zona, e in effetti era così. La tecnologia c'era, ma era di bassa qualità e, molto spesso, arrivava già rotta. Uno dei miei fratelli si svegliò, Adrian, alleluia!
"Accidenti! Perché vi dovete svegliare uno alla volta? Forza! Muoviti, dobbiamo preparare i festeggiamenti prima che lui rientri a casa" dico mettendo il cartellino "aperto" al bar. Non avevamo molti clienti, ma andavamo avanti come meglio potevamo, io, personalmente, non mi lamentavo.
"E sveglia anche gli altri, va bene? Non ho intenzione di fare tutto da sola!" dissi severa e raggiungendo il bancone per attendere l'arrivo di potenziali clienti. Mio fratello Black era un cacciatore famoso e formidabile, tutti lo chiamavano non solo per cacciare taglie, ma anche "qualcos'altro". Ma in verità, eravamo tutti bravi, me compresa, con il mio nomignolo impresso in una collana "Winchester di fuoco" anche se preferivo usare la Colt di mio padre. Tuttavia, non avevo mai sbagliato un colpo, almeno che non lo volessi, quindi mai!
Posai, come rituale, la pistola sotto al bancone, baciandola e salutando i miei amati genitori in quel piccolo attimo di preghiera, per poi ritornare la Diahnne seria e inemotiva che tutti amavano e rispettavano, in attesa dell'arrivo del mio fratellone.
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Guisgard 28-08-2017 16.54.01

Le luci del grande show come fasci incorporei di pallidi e freddi bagliori irradiavano ogni angolo della vasta sala, che a forma di L veniva racchiusa da due grandi fila di scalini.
Ovunque guizzavano le note psichedeliche dell'orchestra, con le succinte ballerina, abbigliate come sensuali e peccaminose venusiane, che saltellavano lascive al centro del frastornato palco.
Tutt'intorno due grosse platee traboccavano di gente impazzita che inneggiava ai nomi altisonanti dei piloti più amati.
I larghi biomonitor che fiancheggiavano longitudinalmente la sala invece mostravano tutti quelli che collegati dai diversi centri scommesse della città attendevano impazienti l'inizio dello spettacolo.
Ad un tratto il fumo fosforescente dei fumogeni microparticellari riempirono il palco, avvolgendolo di una nebbia policroma, dalla quale emerse la grassa e ben vestita figura di Enner.
“Salute a tutti.” Disse avanzando di un passo e brandendo il suo microfono quasi fosse uno scettro.
E forse lo era davvero, visto che tutti pendevano dal suo immenso potere mediatico.
“Chi vi ama?” Gridò, per poi puntare il microfono verso il pubblico in delirio.
“Enner!” Urlarono tutti.
“E chi amate voi?” Ancora il presentatore.
“Enner!” Tutti loro.
“Bravi!” Forte il presentatore, sommerso poi da un oceanico eco di applausi. “Comincia così una nuova ed incredibile puntata del vostro show preferito... Redemptio!” Boato dei presenti. “Un gioco di velocità e di morte ma che può condurre all'Inferno o alla redenzione!” Il pubblico era folle di esaltazione. “Come vi adoro... ma come vi adoro!” Ridendo Enner. “Cosa farei senza di voi!” Applausi senza fine. “Troppo buoni, troppo buoni... beh, direi di cominciare subito. E come è nostro solito lo faremo leggendo una delle mail inviateci da voi telespettatori... ecco qui...” digitando sul suo micropalmare al quasar “... bene... ci scrive la nostra Chantal... e ci chiede di illustrarle le regole di Redemptio, essendo lei una novella nostra appassionata... ma certo, mia cara.” Sorridendo. “In parole povere il nostro gioco consiste in una gara fra due scuderie di campioni che si contenderanno le vittoria dandosi battaglia per sette lunghi gironi, fino al traguardo. L'unica regola è che non vi sono regole e tutto è permesso per guadagnarsi la vittoria. I nostri campioni gareggiano su veicoli chiamati aeroscafi che sfrecciano a tre metri dal suolo ed armati di tutto punto. Ma i protagonisti non sono soltanto i nostri campioni, ma anche le prede... si, famigerati criminali, come assassini, stupratori, traditori, spacciatori e ladri a cui la legge e la società vogliono concedere una possibilità. Se infatti riusciranno a sfuggire ai nostri campioni e tagliare per primi il traguardo allora il loro debito con la giustizia sarà saldato e potranno vivere liberi e felici. E a tal proposito guardate...” indicando i grossi monitor “... guardate i fortunati che sono riusciti a vincere ed a redimersi... Gemini, Gnorry e Halos! Guardateli...” mentre sugli schermi si vedevano i tre felicemente abbronzati su una spiaggia tropicale “... liberi e felici ora che hanno pagato il loro debito con la società!”
La sala tremò sotto il forte e delirante applauso della folla.
“Ma passiamo a presentare le due squadre di campioni...” Enner “... la scuderia federale dei Guerrieri di Solaria... e quella privata dell'Ateismo Nero!”
E la folla, come un'unica bestia convulsa ed eccitata si dimenava in quell'illusione di felicità, abbandonando ogni contatto con la realtà.
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Clio 28-08-2017 17.28.16

I Guerreri di Solaria erano tutto per me.
Sono una Marbrè, dopotutto, e per certi versi dire Guerrieri e dire Marbrè non era poi tanto diverso.
Una volta.
Quando la Marbrè Corporation era l'azienda più potente di Imperios, e come tale il governo federale gli aveva affidato la proprietà dei Guerrieri.
Ma poi, tutto cambiò repentinamente, problemi di valutazioni, cose troppo complicate per la bambina che ero.
Me lo ricordavo, quel giorno, il giorno in cui abbiamo perso tutto, il giorno in cui abbiamo perso i Guerreri .
Io ero ad allenarmi, con le allieve della mia età, come facevo sempre, ogni giorno.
Era importante, diceva mio padre, essere tutt'uno con i Guerreri.
L'allenatore venne da me, scuro in volto, mi spiegò la situazione e mi chiese cosa potesse fare per tirarmi su il morale.
Io chiedi una cosa sola: correre, correre la gara che si stava per disputare.
Lui rise e mi stropicciò la testa con la mano.
Ero la migliore, certo non mi avrebbe lasciato in panchina.
Io salii su Damasgrada che avevo gli occhi ancora pieni di lacrime.
Fu lì che capii, lì che decisi.
I Guerreri senza Marbrè, non erano i Guerreri .
Le lacrime divennero determinazione, e la determinazione successi.
E vinsi, vinsi quel giorno.
E vinsi il giorno dopo e quello dopo ancora.
Vinsi più di chiunque altro, arrivai dove nessuna donna si era mai spinta prima di me.
Questo non è uno sport da donne, me lo ripetevano sempre i miei cugini.
Ah si? Sta a vedere...
Nessuno calcolava la squadra femminile, questo è vero... eppure in quel periodo lo stadio era pieno, gli organi di informazione davano i nostri risultati insieme a quelli della squadra maschile.
Una cosa unica, una cosa senza precedenti.
Una cosa che ora è utopia, purtroppo.
E io, continuavo a vincere, e vincere.
Più vincevo, più accumulavo ricchezze, più vincevo, più il mio progetto diventava concreto, tangibile, vicino.
Finché un giorno non mi ritirai.
Avevo vinto tutto ormai, non era quella la mia vita, i Guerreri di Solaria erano la mia vita.
Non dimenticherò mai il momento in cui entrai nell'ufficio del presidente con il mio malloppo, la mia proposta, e un sorriso di trionfo.
Questo è per mio padre!
Se ne andò con la coda tra le gambe, se ne andò strisciando come era arrivato.
Eccolo il suo attaccamento ai Guerreri , ecco la sua devozione.
Lo stesso giorno in cui annunciai il mio ritiro dalle corse, annunciai anche che i Guerreri di Solaria erano tornati a casa, che i Guerreri era tornata ad essere di proprietà di un Marbrè, di una Marbrè, per l'esattezza... mia!
Mia!
E io non ero mio padre, oh no... io ero cresciuta in pista, ero cresciuta sui gradini dell'arena, avevo respirato l'aria della squadra dei Guerrieri ogni istante della mia vita.
Ed ora è mia!
Mia!

Un moto d'orgoglio mi pervase nel guardare la città dal mio Palazzo d'Avorio, la torre più alta di Imperios, da cui si vedeva tutta la città.
Fu costruita anni fa, giusto per ricordare chi comandava.
Qui comandavano i Guerreri di Solaria.
E Solaria sono io.
Finalmente...

Io decidevo chi correva e chi no, chi era in Squadra e chi fuori, chi poteva parlare e chi doveva tacere.
Io decidevo ogni cosa, e seguivo assiduamente ogni cosa, più di quanto mio padre avesse mai fatto.
Ogni allenamento, ogni prova, ogni gara, ogni nuovo pilota, ogni singolo dettaglio.
Avevo inseguito questo sogno con determinazione per tutta la vita, sacrificando ogni cosa, perdendo tutto il resto sulla via per la presidenza.
Avevo messo quel sogno davanti a ogni cosa, persino davanti al mio Amore, persino davanti a lui.
Ma non c'era posto nella mia vita per chi aveva tradito i Guerrieri.
I Guerrieri di Solaria.
Io ero Solaria.
Io ero Elise Philoumene Marbrè.

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Guisgard 28-08-2017 17.39.09

“Questo bel tipo” disse il conducente a Shushan “è ora sotto la custodia della Compagnia dei Trasporti, si faccia da parte.” Intimò alla cacciatrice di taglie, mentre tutti i passeggeri guardavano la scena dai finestrini della turbodirigenza.
“Sono molto conteso, vedo...” sarcastico Hiss, per poi alzare le mani “... naturalmente mi arrendo...” sorridendo.

Altea 28-08-2017 17.48.22

"Oh fate pure...anzi vi aiuto a rompere definitivamente la sua auto" l' arroganza del conducente era troppo, guardai Hiss....non si sarebbe arreso facilmente, non capivo a che gioco stava giocando ma mi facevo i fatti miei..forse. E se lo avessero preso..mi ricordai di quel gioco assurdo mi parlò l' uomo delle turbodiligenza..no..questo era peggio del Far West e non mi piaceva quel gioco subdolo.
Alzai il cofano della sua auto.."Oh, la auto è funzionante" mentendo "A mio parere ha finto e voleva assalirci..ci penso io a metterla fuori uso" e guardai l' uomo negli occhi e armeggiavo con fili e motori, facendogli prima l' occhiolino di intesa.."Ora sei a posto" dandogli un segnale.."Come ho fatto a togliere cavi ed altro..beh, sai io avevo un uomo che in fatto di auto era bravissimo..purtroppo sembra mi abbia dimenticata" chiudendo il cofano e guardandolo con sfida.

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